Creato da silvershires il 07/09/2006
sensazioni e riflessioni sui più disparati argomenti
 

AUTOELOGIO

IL 28 Febbraio 2007, questo umilissimo blog è stato incoronato come

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silver....che piacere risentirti, si quello che hai trovato...
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I posti dove sono stata...

Parigi (bella ma sopravalutata)

Praga (splendida e davvero romantica)

Amsterdam (davvero bella...ma da vivere a 18 anni...o 19 al max)

Anversa (non pervenuta)

Bruxelles (multietnica)

Copenhagen (una capatina..ma veloce veloce, ok??)

Roma (innumerevoli volte ma sempre fantastica)

Firenze (bellissima...)

Venezia (meravigliosa)

Qua e per lo Stivale:Pesaro (ci son stata 10 mesi), Rimini, San Marino (anche se dovrei considerarlo a parte), Milano (nn me ne vogliano i milanesi ma nn vi abitarei per niente al mondo), Monza, Napoli, Messina, Lecce, Perugia, Urbino, Catania, Pisa ecc ecc.....

 

e vorrei andare...

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Londra

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Amsterdam

Città del Capo

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Lettera di un cane al suo padrone...

Post n°190 pubblicato il 26 Luglio 2007 da silvershires

"Quando ero una cucciola, ti ho divertito con le mie buffonate e ti ho fatto ridere.
Mi
chiamavi la tua bambina e nonostante un certo numero di scarpe
rosicchiate ed un paio di guanciali squartati e sparpagliati ovunque,
sono diventata la tua migliore amica. Ogni qualvolta facevo la "discola
", mi agitavi il dito davanti al naso e mi chiedevi " Come hai
potuto?", ma poi cedevi e mi rotolavi sulla pancia per una
grattatina.
La mia educazione casalinga fu un po' piu' lunga di quel che pensavi,
perché eri molto indaffarato, ma ci abbiamo lavorato insieme. Ricordo
le notti in cui mi ranicchiavo vicino a te nel letto ed ascoltavo le
tue confidenze ed i tuoi sogni segreti e credevo che la vita non
sarebbe potuta essere più perfetta. Andavamo a fare lunghe camminate e
corse nel parco, giri in macchina, fermate per il gelato (per me solo
il cono perché "il gelato fa male ai cani", dicevi), ed io mi facevo
lunghi pisolini al sole, aspettando che tornassi a casa alla fine della
giornata. Impercettibilmente, hai iniziato a trascorrere più tempo al
lavoro, a pensare alla tua carriera ed a dedicare più tempo alla
ricerca di una compagna umana. Ti ho aspettato con pazienza,
consolandoti comunque nei dolori e nelle delusioni, non ti ho mai
rimproverato per le decisioni sbagliate e ho salutato con gioia ogni
tuo ritorno a casa, anche quando ti sei innamorato. Lei, che ora è tua
moglie, non è "persona da cani", ma le ho dato comunque il benvenuto
nella nostra famiglia, provando a dimostrarle affetto e obbedendole...
Ero felice, perché tu eri felice. Quando sono arrivati i bambini, ho
condiviso la vostra agitazione. Sono stata affascinata dal loro aspetto
roseo, dal loro odore e avrei voluto far loro da madre. Solo voi due
potevate
temere che potessi far loro del male, ma ho passato la maggior
parte
del tempo in un'altra stanza, o in gabbia. Oh, come avrei voluto
amarli, ma sono divenuta una "prigioniera dell'amore". Quando hanno
iniziato a crescere, sono diventata la loro amica. Si aggrappavano al
mio pelo e si trascinavano sulle loro tremolanti gambette, mi
cacciavano le dita negli occhi, esploravano le mie orecchie e mi
baciavano sul naso. Di loro, adoravo tutto e le loro carezze - perché
le tue carezze erano ormai diventate così rare - ed io li avrei difesi
fino alla morte, se fosse stato necessario. Avrei voluto sgusciare
dentro i loro letti ed ascoltare le loro ansie ed i loro sogni segreti,
ed insieme avremmo aspettato di sentire arrivare il rumore della tua
auto.
C'era un tempo in cui, quando qualcuno ti chiedeva se avessi
un cane, tu tiravi fuori la mia foto dal portafoglio e iniziavi a
raccontare dime. In questi ultimi anni, hai risposto solo "sì" e hai
cambiato discorso. Sono passata dall'essere il "tuo cane" a "solo un
cane", e tu a lamentarti per ogni spesa affrontata per me. Ora, hai
l'opportunità di fare una nuova carriera in un'altra città, e tu e loro
vi trasferirete in un appartamento
dove gli animali non sono
ammessi. Tu hai preso la giusta decisione per la tua "famiglia", ma
c'era un tempo in cui ero io la tua sola famiglia. Ero eccitata
all'idea del viaggio in auto, fino a quando siamo arrivati al rifugio
per animali. Odorava di cani e di gatti, di paura, di disperazione. Hai
compilato le carte e hai detto "So che troverete una buona casa per
lei". Loro hanno fatto spallucce e ti hanno guardato con sguardo
afflitto. Conoscono la realtà che riguarda un cane di mezza età, sia
pure con le "carte". Hai dovuto staccare le dita di tuo figlio dal mio
collare mentre lui gridava "No, babbo! Per favore, non lasciare che
prendano il mio cane!" Ed ero preoccupata per lui e di che lezione gli
stavi giusto impartendo su amicizia e lealtà, su amore e
responsabilità, e sul rispetto per ogni vita. Mi hai dato una pacca di
addio sulla testa, evitando i miei occhi, e ti sei cortesemente
rifiutato di portare con te il mio collare ed il mio guinzaglio. Avevi
una scadenza da rispettare, ed ora anch'io ne ho
una che mi
attende. Dopo la tua partenza, le due gentili signore dissero che
certamente tu lo sapevi da mesi di questo trasloco e ciò nonostante non
hai fatto
alcun tentativo di trovarmi una buona casa. Scossero la
testa e mi chiesero "Come ha potuto?". Qui al canile, con noi sono
premurosi,tanto quanto lo permettono i loro impegni. Naturalmente, ci
danno da mangiare, ma io già da giorni ho perso l'appetito. All'inizio,
ogniqualvolta qualcuno passava davanti al mio recinto, correvo
al cancello, sperando che fossi tu, - che avessi cambiato idea -
che questo fosse tutto un brutto sogno...o almeno speravo che
fosse qualcuno che si interessasse a me, qualcuno che avrebbe
potuto salvarmi. Quando capii che non avrei potuto competere con lo
zampettare di un cucciolo allegro, inconscio del suo destino, mi
ritirai nell'angolo
più lontano ed aspettai. Sentii i suoi passi che
venivano per me alla fine della iornata, e li seguii silenziosamente
lungo il corridoio, fino ad una stanza isolata. Una stanza
magnificamente tranquilla. Lei mi piazzò sul tavolo e mi strofinò le
orecchie e mi disse di non preoccuparmi. Il mio cuore martellava nell'
attesa di ciò che stava per succedere, ma c'era anche un senso di
sollievo. La prigioniera dell'amore ha esaurito i suoi giorni. Come è
mia natura, ero più preoccupata per lei. Il fardello che sopporta la
opprime profondamente, e lo so, così come conoscevo ogni tuo umore.
Gentilmente mi ha messo un laccio emostatico su una delle mie zampe
anteriori, mentre una lacrima le scendeva lungo una guancia. Le leccai
la mano così come facevo con te per consolarti tanti anni fa. Senza
farmi male mi infilò l'ago ipodermico in vena.
Come sentii la
puntura ed il freddo liquido scorrere nel mio corpo, mi lasciai andare
sonnolenta, la guardai nei suoi occhi buoni e mormorai "Come hai
potuto?". Forse perché non capì bene il mio linguaggio canino, mi
rispose "Sono così dispiaciuta". Mi abbracciò ed in fretta mi spiegò
che era il suo lavoro essere sicura che io andassi in un posto
migliore, dove non sarei stata ignorata, o maltrattata o abbandonata,
o dove non avrei dovuto arrangiarmi da sola - un posto di amore e di
luce, così diverso da questo luogo terreno. E con le mie ultime
energie, cercai di spiegarle con un colpo di coda che il mio "Come hai
potuto?" non era rivolto a lei. Era per te, Mio Amato Padrone, era a te
che stavo pensando...Penserò sempre a te e ti aspetterò per sempre. Che
tutti, nella tua vita, possano continuare a mostrarti così tanta lealtà.
Fine


By Jim Willis 2001 traduzione di Patrizia Fiorenzato

DAL BLOG "HO VOGLIA DI TE"

 
 
 
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