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BERSANI, GRILLO, E I PARTIGIANI

Post n°103 pubblicato il 26 Aprile 2012 da Silvio.Perroni
 

Bersani risponde stizzato a Grillo che non si deve "azzardare" a parlare dei partigiani, dopo che Grillo ha detto qualcosa tipo che se sapessero ora per cosa hanno combattuto, si rivolterebbero nella tomba. Ma Bersani non ha più alcuna traccia dello spirito di quegli uomini, nè lui nè il suo partito. Non può quindi sentirsi ancora rappresentante di un passato che hanno rinnegato, nei fatti, nelle idee e nel coraggio.

 
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Silvio.Perroni
Silvio.Perroni il 01/05/12 alle 00:19 via WEB
Cara Anna, il potere dei sindacati italiani nelle vertenze contro i datori di lavoro era tale molti anni fa, e comunque solo per alcuni settori come i dipendenti statali o gli operai di grandi industrie come la FIAT. Io in tutta la mia vita lavorativa da dipendente di società private, ovvero fino al 1997 (e neanche dopo), non ho mai visto un sindacalista, ed è stato così per la maggior parte dei lavoratori. Mentre ho fatto ed ho visto fare molti, tanti straordinari, spesso non pagati. All'epoca, perchè ora è molto peggio. Da quando ci sono stati gli omicidi di Biagi e D'Antona, che lavoravano ad un nuovo sistema di regolazione dei contratti di lavoro, i sindacati hanno ceduto su tutta la linea, il lavoro è diventato precario, i sindacati non sono più esistiti se non come freno all'azione sindacale, che invece avrebbe dovuto rinnovarsi nella sua forza, perchè da quegli omicidi in poi è stata una continua perdita di diritti, uno per volta, fino ad ora, dove siamo praticamente tornati quasi a livelli di vera e propria schiavitù, a parte alcuni settori che anch'essi però stanno per essere toccati dai tagli. Biagi e D'Antona cercavano di definire un nuovo sistema, più flessibile, ma con degli ammortizzatori sociali obbligatori. Sono stati ammazzati, dicono dalle Brigate Rosse, ma in loro nome si sono creati contratti di lavoro non flessibili ma precari, ovvero senza ammortizzatori sociali. Chi li ha uccisi quei due è stato il potere oligarchico, spacciatosi per brigate rosse. E così i sindacati non potevano più dire nulla, i comunisti neanche, perchè se ci provavano venivano accomunati ai terroristi delle brigate rosse. Ed eccoci quà, in un paese con un salario medio tra i più bassi d'Europa, con lavoratori difesi meno che in Germania, senza lavoro, e per di più visti all'estero ancora come privilegiati e scansafatiche, grazie alle propagande distorte dei media al soldo dei capitalisti. Ora nessuno si azzarda più a fare causa al datore di lavoro, perchè sa che la perderebbe. In Italia prima non era così, perchè provenivamo dal dopoguerra, c'era la consapevolezza di ciò che il potere poteva arrivare a fare, e la voglia di lavorare, perchè il lavoro c'era. Poi arrivò il sistema capitalistico/consumistico, che ci ha corrotto, dandoci dei valori negativi, rendendoci vili e debosciati. E questo vale anche per gli altri stati europei. La Francia, che prima era famosa per le forze sindacali, ora non reagisce più, eppure stanno procedendo nella crisi come noi, stanno solo ancora un gradino indietro. Dov'è finita la rivoluzione francese? Ora in Italia la situazione è complessa. Ci sono persone che hanno ritrovato l'umiltà di lavorare sodo, così come invece ci sono quelli che, lavorando in settori ancora privilegiati (per poco ancora credo) mostrano il peggio del degrado al quale siamo arivati, ostentando arroganza e menefreghismo, ma ci sono soprattutto sempre più disoccupati, perchè il lavoro c'è sempre meno. La verità l'hai detta tu stessa cara Anna. Il tuo cuore è quì, e ti danno fastidio le critiche agli italiani, pur riconoscendo che in parte sono vere. Ma in parte. Ed in ogni paese ci sono vizi e virtù. Ma la cosa peggiore è che ora tutti i paesi stanno degradando più o meno insieme, allo stesso modo, verso qualcosa di molto brutto. Sbagli ad essere ottimista. Non c'è nulla che potremo fare a livello individuale. Solo se i popoli si uniscono e reagiscono potremo evitare ciò che abbiamo dimenticato, che solo i nostri nonni conoscevano, ma che ormai sono morti per ricordarcelo e raccontarcelo. E' questo forse il motivo per cui la storia si ripete. Non si tramanda più l'esperienza di vita tra generazioni. E quindi, anche la nostra generazione, l'unica finora che non ha mai vissuto in prima persona una guerra o simile, sta per colmare questa lacuna. Ai tuoi amici e colleghi prova a dire quanto ti sto dicendo, ed avvisali, che presto la crisi arriverà anche lì. Tutot quello che è accaduto in Argentina, e pi in Grecia, e che sta accadendo quì, sta accadendo ed accadrà anche in ogni altro paese europeo, chi prima chi dopo. Pensiamo ad unirci, invece di criticarci. E' l'unica possibilità che abbiamo. Un abbraccione. :-)
 
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