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I 4 MUSICANTI DI BREMA

Post n°15 pubblicato il 17 Marzo 2008 da SonounAsino.62

     Sabato pomeriggio stavo comodamente seduto a leggere sotto il portico di casa. Il mio cane e la mia gatta erano lì con me a tenermi compagnia ignorandosi fra di loro quasi con indifferenza, anzi meglio dire tolleranza.

Se qualcuno fosse passato dal di lì poteva pensare di essere nella favola dei quattro musicanti di Brema! Gatto, cane, e asino c’erano, e il galletto del vicino era poco distante!

Ecco…come al solito inizio a divagare, quindi torniamo all’oggetto della mia riflessione: micina e Labrador.

Osservavo i due animali e ho iniziato a pensare a come erano riusciti a trovare questo modo di convivere nelle loro diversità.

Eh sì! Ma ci pensate? I gatti e i cani mandano segnali di comunicazione  completamente diversi.

Il cane ad esempio quando  scodinzola è contento, mentre il gatto quando agita la coda  è  proprio incazzato.

Il cane quando  ringhia ti vuole dire  che è proprio arrabbiato, mentre il fare le fusa del gatto che può assomigliare ad un ringhio, è un modo per dimostrare contentezza.

Il cane se abbassa le orecchie è segno per lui di remissività mente per  il gatto invece è segno che ti sta per aggredire.

I cani sono di norma  dei manifesti  casinari i gatti sono dei subdoli tranquilloni.

Probabilmente potrei trovare altre differenze ma queste bastano per capire come è difficile che questi due tipi di specie possano tollerarsi.

Ho avuto nel passato un cane ed un gatto che vivevano in simbiosi. Entrambi si erano snaturati e si comportavano un poco da gatto il cane e un poco da cane il gatto, ma avevano trovato in questo modo la possibilità di sfruttare al meglio il vitto e l’alloggio che gli venivano  offerti in casa mia. Dormivano assieme, mangiavano assieme e rubavano assieme. I loro interessi erano infatti dormire e mangiare il più possibile e  delle loro differenze se ne fregavano.

Un altro tipo di coabitazione era quella che c’era fra un cane lupo che ho avuto e i gatti che cercavano il modo di poter abitare casa nostra.

Il cane lupo aveva una regola semplice, l’unico gatto buono è quello morto!

Come arrivava un gatto nel nostro giardino il cane gli piombava addosso costringendolo a salire sul grande cedro che ombreggia casa mia, e lì sotto poi si metteva a sentinella. Il gatto passava giorni sull’albero col cane sotto che lo puntava. Probabilmente si insultavano a vicenda per giorni.

Poi dopo una settimana il gatto cedeva psicologicamente e con due balzi scendeva dall’albero, dribblava il cane e poi si gettava in strada per suicidarsi sotto un macchina. I gatti più coraggiosi riuscivano prima del suicidio a ferire il cane sul naso.

Il cane lupo tornava all’albero a segnava con un unghia una tacchetta sull’albero con un ghigno inquietante. Contai 5 tacchette impresse nella corteccia nel corso di quegli anni.

Direi che il modo di convivere dei miei due attuali amici è il migliore: non snaturano la loro identità mantendo le loro abitudini e le peculiarità della loro specie e nello stesso tempo non perdono tempo inutile a combattere una stupida guerra. Hanno capito che in fin dei conti c’è posto per tutti basta rispettare le abitudini dell’altro, ignorarsi quando occorre, far valere i propri diritti e quando serve chiarirsi anche con una bella discussione con qualche zampata senza troppa violenza.  Poi alla sera li vedo accoccolarsi sotto al fienile nel calduccio del fieno a pochi metri di distanza perché poi in fin dei conti e anche bello sapere che non si è soli e che forse in caso di bisogno potrebbe arrivare un aiuto.

Insomma poi alla fine la favola dei 4 musicanti di Brema viene giusta vero?  il  mio divagare non era poi così sbagliato!  Serve da esempio per spiegare  che anche se si è diversi è possibile  stare insieme, conservando le proprie identità, le proprie abitudini nel rispetto l’uno degli altri, con l’obirttivo di vivere nel migliore dei modi possibile; si può abitare sotto lo stesso tetto o sotto lo stesso cielo e nella notte buia è bello sapere che non si è soli.

 

L’asino

 

 
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