Creato da manonsolospine il 15/07/2008

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internet, disabile vessato....(ma scherziamo?)

Post n°571 pubblicato il 24 Febbraio 2010 da manonsolospine

Il tribunale di Milano ha condannato tre dirigenti di Google accusati di diffamazione e violazione della privacy per non avere impedito nel 2006 la pubblicazione sul motore di ricerca di un video che mostrava un minore affetto da sindrome di Down insultato e picchiato da quattro studenti di un istituto tecnico di Torino.

 A tre imputati sono state inflitti sei mesi di reclusione. Un  quarto dirigente che era imputato è stato assolto. 

Per i tre dirigenti condannati -- David Carl Drummond (ex presidente del cda e legale di Google Italy e oggi Senior vice presidente e dirigente del servizio legale), George De Los Reyes (ex membro del cda di Google Italy, ora in pensione) e Peter Fleischer (responsabile policy sulla privacy per l'Europa di Google) -- i pm Alfredo Robledo e Francesco Cajani avevano chiesto la condanna a un anno di reclusione.  Per Arvind Desikan (responsabile progetto Google Video per l'Europa), oggi assolto, era stata invece chiesta la condanna a sei mesi.

«Il diritto d'impresa non può prevalere sulla dignità della persona. Con questa sentenza si è detta una parola chiara sul tema», ha commentato il pm Robledo dopo la sentenza. Il video, girato con un videofonino tra la fine di maggio e l'inizio di giugno del 2006 da quattro studenti di un istituto torinese tra i 16 e i 17 anni, era comparso in rete l'8 settembre 2006 ed è rimasto online fino al 7 novembre seguente, data della denuncia dell'associazione. Nel clip si vedevano i ragazzini insultare, deridere e umiliare il compagno disabile.

La sentenza con la quale oggi il Tribunale di Milano ha condannato per violazione della privacy tre dirigenti di Google rappresenta «un attacco ai principi fondamentali di libertà». Lo afferma il responsabile dei rapporti istituzionali del più famoso motore di ricarca, Marco Pancini. Oggi il giudice di Milano -afferma- ha condannato tre dipendenti di Google dichiarando in sostanza che gli impiegati di una piattaforma di hosting di siti internet sono penalmente responsabili per l'attività illecita commessa da terzi. faremo appello nei confronti di una decisione che riteniamo a dir poco sorprendente dal momento che i nostri colleghi non hanno niente a che fare con il video in questione. Non sono nel video, non lo hanno girato, nè caricato nè visionato. Riteniamo anzi -aggiunge- che durante l'intero processo i nostri colleghi abbiano dato prova di grande dignità e coraggio. Il solo fatto che siano stati sottoposti a processo è eccessibvo dal momento che è l'unico processo del genere nel mondo».

Google finisce sotto esame anche presso la Commissione europea: al gigante internet è stato chiesto di fornire chiarimenti dopo esposti presentati da tre gruppi rivali. Lo ha riferito l'Antritrust comunitario, precisando tuttavia che per ora non è stata aperta una indagine formale. L'esecutivo Ue «ha ricevuto tre ricorsi contro Google, che ora sta esaminando», recita un comunicato. Nei giorni scorsi la società è stata informata della questione e contestualmente è stata invitata a «rispondere alle accuse».

Precedentemente la stessa Google aveva riferito che avrebbe puntualmente riposto alla Commissione Ue, sulle accuse di mancato rispetto delle regole della concorrenza lanciate nei suoi confronti da tre portali di ricerche internet: il britannico Foundem, il francese ejustice.fr, specializzato sul settore giuridico, e il portale Ciao! Controllato da Microsoft. «Siamo convinti che la nostra attività viene condotta nell'interesse dei nostri utenti e partner, e nel rispetto delle regole europee sulla concorrenzxa», ha affermato in un blog una consulente di Google sulle questione legali, Julia Holtz. La società americana è leader globale nelle ricerche sulle pagine internet.

 
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