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La Rai conferma lo stop ai talk show.

Post n°574 pubblicato il 01 Marzo 2010 da manonsolospine

Il Consiglio di Amministrazione della Rai, in applicazione del Regolamento della Commissione Parlamentare per l'Indirizzo Generale e la Vigilanza dei Servizi Radiotelevisivi, ha deliberato a maggioranza la sospensione temporanea, per il periodo relativo alla seconda fase della campagna elettorale, della messa in onda dei programmi di approfondimento informativo Porta a Porta (Raiuno), Annozero e 'L'ultima Parola (Raidue), Ballarò  (Raitre), sostituendoli, ove possibile, con tribune elettorali, dando mandato al Direttore Generale di assicurare i termini e le modalità operative per assicurare il rispetto delle previsioni del citato Regolamento. Le puntate delle trasmissioni sospese verranno recuperate appena possibile, comunica la Rai in una nota.

Ma la decisione ha suscitato polemiche e dissensi anche dentro il cda di Viale Mazzini, con il no «convinto» del presidente Paolo Garimberti e dei consiglieri dell'opposizione Rizzo Nervo, Van Straten e De Laurentiis. «Si danneggia gravemente l'immagine della Rai e si colpiscono gli utenti cui viene negato un diritto che coincide con un dovere specifico del Servizio Pubblico: quella di fare informazione», ha spiegato Garimberti che ha concluso difendendo i conduttori: «Si dà un segnale di sfiducia nei loro confronti presumendo che non siano capaci di gestire gli spazi loro affidati. Rifiuto l'idea che dei colleghi, dei giornalisti non siano in grado di comportarsi con giudizio ed equilibrio».

Il direttore di Raitre Antonio Di Bella è sulle barricate: «Raitre si oppone con forza ad una decisione gravissima e senza precedenti ed esperirà ogni tentativo possibile per poter andare in onda con "Ballarò" e con ogni altra trasmissione nel rispetto dei telespettatori, della legge e della Costituzione».

Domani sit-in di protesta a via Teulada I conduttori Rai insieme a giornalisti e cittadini saranno in piazza domani sera alle 20, in via Teulada, davanti agli studi della Rai, dove si sarebbe dovuta registrare la puntata di Ballarò per protestare contro la decisione del Cda Rai. Lo ha annunciato il segretario generale del sindacato dei giornalisti Rai, Carlo Verna, al termine di una infuocata conferenza stampa convocata d'urgenza alla Fnsi. Alla "veglia" hanno già aderito Pd, Idv e alcuni rappresentanti del "Popolo Viola". Domani nei tg serali, aggiunge Verna, andrà in onda un videocomunicato per spiegare le posizioni dei giornalisti, mentre si studiano vie legali per bloccare la «pericolosissima delibera». «Abbiamo dato ai legali il mandato di studiare ad horas la possibilità di bloccare la delibera», spiega Verna che sottolinea come questo sia «uno dei momenti più bui della Rai». Il segretario del sindacato Rai precisa che si erano aperte le procedure per lo sciopero ma che questo non sarebbe stato tecnicamente possibile prima del 28 marzo. «Abbiamo comunque scelto di muoverci nella legalità - aggiunge - perchè il Paese ha bisogno di legalità».

Presente all'incontro anche Michele Santoro, che ha parlato di un danno per la democrazia e di un danno economico, Santoro parla di «prova di forza del governo» e annuncia l'idea di trovare comunque un modo per mandare in onda «dovunque sia possibile» il suo Annozero. «Il 25 marzo proverò ad andare in onda con una vera e propria trasmissione di Annozero. Non so dove. Sarebbe un boato, una risposta formidabile, squarcerebbe questo silenzio sul quale si vuole costringere il nostro lavoro. Un boato che si trasmette di bocca in bocca, come un tam tam, e bypassare questo divieto». Alla domanda se la puntata possa andare in onda via web, Santoro ha risposto che è una delle ipotesi su cui lavorare, «ma anche attraverso tutto quello che ci permetterà di farlo». Fino ad ora, aggiunge, «l'opposizione ha reagito debolmente a questa legge del più forte forse pensando che dare un buffetto ai conduttori è sempre utile. Ma io vorrei che anche gli altri colleghi comprendano che questo buffetto rivolto ai conduttori comprende tutti, nessuno se la scampa rispetto alla legge del più forte». Domani sera Santoro sarà in via Teulada per la manifestazione indetta da Usigrai e Federazione nazionale della stampa: «Il sindacato ha reagito benissimo - nota Santoro - è un momento di tristezza per la tv, per la categoria, per il Paese. Domani ci sarò con la grinta dei miei giorni migliori».

Anche Bruno Vespa è in trincea. «Una decisione grave, ingiusta e sorprendente». «Questa è censura», dice Sandro Ruotolo di Annozero, mentre Lucia Annunziata, pur non toccata dalla decisione della Rai, annuncia l'auto-sospensione del suo programma domenicale su Raitre "In mezz'ora". «Il cda non ha chiuso la mia trasmissione, è vero - spiega la Annunziata  - ma resta il cappio al collo della par condicio: dunque posso andare in onda ma non posso parlare di politica interna. Lo considero una doppia beffa». A queste condizioni «non ci penso proprio ad andare in onda, anche come gesto di testimonianza e di denuncia e di solidarietà nei confronti dei colleghi i cui programmi vengono sospesi».

Il Cda Rai non ha fatto altro che seguire puntualmente le indicazioni del Parlamento», dice il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti «E la par condicio, non è certo un meccanismo che abbiamo inventato noi, visto che l'abbiamo sempre definita "legge bavaglio"». La decisione presa questa mattina dalla maggioranza del Cda Rai era «l'unica concretamente possibile» per adempiere al regolamento varato dalla commissione di Vigilanza ed «escludere il rischio di sanzioni per l'azienda». E' l'opinione espressa da ambienti della direzione generale e della stessa maggioranza del Cda di Viale Mazzini.

Molto netto il consigliere Rai Van Straten:  «È una scelta sbagliata perchè fa venir meno il nostro dovere di servizio pubblico, crea polemiche e conflitti esterni, procura un danno alla Rai in termini di ascolti e quindi anche di ricavi pubblicitari». Secondo l'altro consigliere in quota Pd, Nino Rizzo Nervo, si tratta di «una decisione contraddittoria, sbagliata, che tradisce profondamente i doveri del servizio pubblico che sono quelli di ampliare non di comprimere gli spazi di informazione».

«La decisione presa a maggioranza dal CdA RAI svela quello che fin dall'inizio era l'obiettivo del regolamento-bavaglio, imposto dal centrodestra in Vigilanza: cancellare i programmi in cui si danno notizie e si confrontano opinioni diverse, affidando al filtro dei soli tg l'attualità in campagna elettorale», attacca Paolo Gentiloni, responsabile comunicazioni del Partito Democratico. «La scelta di imporre il silenzio - prosegue l'esponente Pd - non era e non è obbligata. Mi auguro - conclude Gentiloni - che anche la decisione di oggi sia reversibile e non costituisca l'ultimo capitolo di una brutta storia per la libertà di informazione».

Federconsumatori sta valutando se esistono i presupposti per denunciare il cda della Rai per violazione dei doveri da servizio pubblico. «La decisione del cda della Rai di imporre uno stop ai talk show per un mese, fino al voto delle Regionali, è di una gravità assoluta», sottolinea Rosario Trefiletti, presidente Federconsumatori. «Un provvedimento di questa sorta porta l'Italia allo stesso livello di democrazia di quello dello Zimbabwe. I cittadini italiani, dovrebbero, fino alle elezioni regionali, seguire trasmissioni televisive solo di 'barzellette, canzonette e gossip'. Ma, del resto, comprendiamo tale disegno, che rispecchia chiaramente la volontà di sottacere la gravissima situazione economica del Paese, da sempre sottovalutata da parte del Governo».

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Utente non iscritto alla Community di Libero
Winston Montag il 05/03/10 alle 12:10 via WEB
Salve,
L'associazione Articolo21 ha invitato tramite il proprio sito internet, tutti i mezzi di informazione (blog compresi), a diffondere tutte le novità relative all'evolversi della situazione di cui pali nel tuo post (magari pubblicando pezzi di trasmissioni come quella che Santoro vuole realizzare anche senza i mezzi RAI)... Io ho messo a disposizione il mio blog, ma più siamo meglio è...
Grazie
Winston Montag
www.winston.it
 
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