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La capacità di stupirsi di fronte alle cose, senza fare mille congetture...

 

 

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Come gechi e vampiri

Post n°55 pubblicato il 28 Giugno 2007 da soul_woman

E pensare che tutto è iniziato per gioco.

In fin dei conti da bambina io non avevo questa fobia. La mia unica preoccupazione era quella di essere poco femminile. Le signore mi scambiavano sempre per un maschietto, forse perché portavo i capelli corti, i pantaloncini e giocavo sempre a calcio. Però a me dava fastidio questa ambiguità sessuale, ragion per cui ad un certo punto iniziai a fare di tutto per assomigliare al sesso che mi apparteneva. Il mio abbigliamento cambiò e cominciai a preferire il rosa, ovvero il colore femminile per eccellenza. E poi iniziai anche ad avere comportamenti ”femminili”, imitando le mie coetanee. In particolare, quando i maschietti tornavano dalla campagna con il loro bottino di lucertole al cappio che sventolavano davanti ai volti inorriditi di tutte le femminucce, finsi anche io di provare ribrezzo e voglia di scappare via. Fingere mi costava assai poco. Però è anche vero che a forza di fingere ho finito anche io per avere paura delle lucertole e di tutti gli animali che vi somigliano, al punto che oggi mi faccio condizionare la vita da essi.

E non è stato facile visto che casa mia si affaccia in campagna.

Di gechi, lucertole e affini ne ho visti davvero tanti nella mia vita e con alcuni di essi ho avuto rapporti purtroppo assai ravvicinati. Come quella volta che mozzai la coda ad un geco che se ne stava appollaiato nella ringhiera della scala; o come quella volta che uccisi una lucertola che era rimasta incastrata dietro la porta. Tutti incontri accidentali che hanno turbato violentemente la  mia già precaria psiche, al punto da alimentare ancora di più questa assurda fobia.

Già perché di fobia si tratta. Ancora oggi qualcuno cerca di tranquillizzarmi spiegandomi che sono animali innocui e che non fanno niente di male, anzi mangiano le zanzare e quindi aiutano a vivere meglio. Come se non lo sapessi quanto sono innocui. Non è la paura di un pericolo fisico quello che mi turba. È difficile da spiegare: il semplice fatto che esistono mi fa stare male; mi da fastidio la loro bruttezza, il loro viscidume, il loro colore; mi fanno ribrezzo e vederne uno mi paralizza, mi gela il sangue nelle vene, mi crea uno stato di shock permanente. Destino vuole che più abbiamo paura di qualcosa e più questo qualcosa ci si presenta davanti con insistenza, come se volesse sfidarci e mettere a repentaglio la nostra sanità mentale.

Molti anni fa avevamo una cantina in soffitto. Poi la cantina l’abbiamo spostata in garage e quella stanza l’abbiamo trasformato in una specie di stanza per lo studio. All’inizio le pareti avevano parecchi buchi che in realtà erano covi di lucertole di tutte le razze e maniere: ne ho viste davvero di tutti i colori! Dalle classiche verdi a quelle marroni, arancioni, gialle e persino a pallini. Alcune di esse emettevano persino strani rumori e quando avvistavano una farfalla sul muro si proiettavano di gran carriera contro di essa per divorarla in men che non si dica. Entrare in quella stanza era per me motivo di sofferenza perché la visione di queste orribili creature mi gettava in uno stato di sconforto. Poi un giorno i miei decisero di chiudere tutti quei buchi e sistemare la stanza e la situazione, paradossalmente, peggiorò. Tutte le lucertole variopinte sparirono, murate vive per sempre. Tuttavia dalle finestre ogni tanto qualcuna entrava lo stesso, e si nascondeva dietro i mobili, per spuntare all’improvviso, quando meno te lo aspettavi, e terrorizzarti come i migliori film di Dario Argento.

Sono sempre stata circondata da lucertole e gechi, me li ritrovavo ovunque: nelle scale, in bagno, dietro le finestre, sulla porta d’ingresso, dietro i mobili e persino nella mia stanza. Era una persecuzione e più ne vedevo più mi terrorizzavo. E persino in vacanza la loro presenza non ha mai cessato di farsi presente.

Qualche anno fa affittai un appartamento a Lipari per qualche giorno. La casa era molto bella e fresca ma aveva un inconveniente: la cucina era fuori, in mezzo alla campagna. Questo poteva essere suggestivo, se non altro perché il panorama era davvero mozzafiato, però fin dall’inizio notai la presenza di grosse salamandre che gironzolavano attorno. Ma in fin dei conti pensai  che anche loro avevano paura di me, quindi se entrambi ci tenevamo a dovuta distanza nessuno di noi avrebbe subito danni. E così vivevo in pace con me stessa e con la natura circostante. Poi un giorno ne vidi una enorme che passeggiava lungo le pareti della cucina. Mi feci coraggio lo stesso e pensai che in fin dei conti non c’era niente di male e che anzi se la vedevo sulla parete almeno sapevo dove era e non avevo di che temere. Ce la stavo mettendo tutta ed ero stupita del mio coraggio e della mia forza d’animo. Tra l’altro avevo al mio fianco una persona con la mia stessa fobia e quindi ci davamo coraggio a vicenda. Ma una mattina terribile accadde la catastrofe.

Entrai in cucina per preparare la colazione. Della salamandra nessuna traccia, il che un po’ mi inquietava, ma del resto poteva benissimo trovarsi dietro il frigorifero oppure essere scappata via. Accesi il fornello per scaldare il latte e d’improvviso sentii uno strano rumore provenire da sotto i fornelli e con irruenza apparve lei, la salamandra impazzita perché disturbata dal calore: fece un salto di un metro fino a terra e con un tonfo terribile arrivo proprio in mezzo ai miei piedi; poi con scatto felino scappò via ad infilarsi sotto qualche mobile mentre io rimasi lì impietrita. Per sua fortuna non intaccò minimamente i miei piedi perché altrimenti avrei preso volentieri in considerazione l’idea di amputarli! Era troppo, era davvero troppo. Io ce l’avevo messa tutta per lottare contro la mia stessa paura, però questa era una prova troppo grande. Da quel momento uscii dalla cucina e non ci misi più piede, per nessuna ragione al mondo. La padrona di casa invano tentava di spiegarmi che sono animali innocui e che non fanno alcun male, ed io invano cercai di spiegarle che la mia paura aveva ben altra natura.

L’anno dopo andai a Favignana. In 4 affittammo un appartamento in paese. Quando la padrona di casa ci chiese come mai non avessimo preso una casa più in campagna, rispondemmo che ci piaceva avere i negozi più a portata di mano, ma mentivamo sapendo di mentire. In realtà tutti e 4 avevamo paura dei gechi e, memori della orribile esperienza dell’anno passato, eravamo convinti che in paese la situazione sarebbe stata diversa. Ma appena la padrona di casa ci lasciò, io andai in bagno ed indovinate che cosa trovai per terra? Esatto, un geco che a stento si mimetizzava con le piastrelle. Non potevo stare in quella casa: o io o lui e così il mio amico Marcello si fece coraggio e a colpi di scopa lo uccise e lo buttò dalla finestra. Ad ogni modo la vacanza era compromessa perché ogni volta che entravo in una stanza ero portata a scrutarla in ogni angolo temendo la presenza di animali inopportuni.

Anche nelle vacanze successive la situazione non migliorò e persino in Sardegna ne ebbi un rapporto ravvicinato. In poche parole mi sento perseguitata da questi orribili animali che, come se volessero farmi un dispetto, mi seguono ovunque.

Come si fa a guarire da questa stupida fobia? Come si fa ad ignorarli? Come si fa ad entrare in una stanza senza avere il terrore di vederseli spuntare da un momento all’altro? Questo non lo so. Qualcuno sostiene che le paure vanno affrontate ma se mi immagino in una stanza, da sola, piena di lucertole, l’unica cosa che mi viene in mente sono anni e anni da uno psicanalista per riprendermi dallo stato di shock.

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Commenti al Post:
violante_mente
violante_mente il 18/09/07 alle 13:19 via WEB
Paure... Secondo Umbero Eco: "Nulla infonde più coraggio al pauroso della paura altrui." In realtà credo sia vero. E' come se spalleggiati da qualcuno che mostra un cuore impavido divenissimo per la seconda volta vittime della paura.Ricordo che avevo una compagna che si spaventava di qualsiasi insetto avesse dei movimenti veloci ed incontrollabili e che quella sua paura placò la mia tanto da estinguerla solo per prendermi cura di lei. Forse non è un rimedio ma una piccola falena attorno alla luce delle tue parole
 
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Anonimo il 25/12/07 alle 21:13 via WEB
Auguri di un felice, sereno e splendido Natale dal blog Napoli Romantica...
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 20/03/08 alle 13:02 via WEB
Carissima, leggevo il tuo articolo proprio perchè ne ho visto uno poco fa in ufficio.. dico.. a MARZO!!! io non so dove vivi tu, ma io, che \\\"purtroppo\\\" sono siciliana non andrei mai in vacanza a lipari o a favignana proprio perchè questi posti sono infestati di gechi.. comunqu, mi consola sapere che sono sono l\\\'unica.. grazie..
 
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Anonimo il 23/03/08 alle 13:01 via WEB
Auguri per una serena e felice Pasqua...
Kemper Boyd
 
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