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Caro istante

Post n°505 pubblicato il 28 Febbraio 2013 da nagel_a


seguo questo corso di sabbia che scorre
tra i ciotoli e la duna
la pioggia d'estate piove sulla mia vita
su me la mia vita che mi sfugge mi insegue
e finirà il giorno del suo inizio

caro istante ti vedo
in questa tenda di bruma che indietreggia
dove non potrò più calpestare quelle lunghe soglie mobili
e vivrò il tempo di una porta
che si apre e si richiude

(S. Beckett, Poesie)

Ogni istante è monade sospesa nel tempo, pescata su scaffali impolverati di un archivio mai sigillato. Imparo l'arte dei ricorsi e dei ritorni.
Scarto nei passi che compio, fingendo sia di volta in volta un nuovo percorso con nuovi panorami. Poi il desiderio di materia intatta agli occhi scompare e ritrovo più varietà tra le foglie degli alberi che tra i caratteri degli uomini.
Quando svanisce, negli istanti rubati alla coscienza, la mia desolata tenerezza per l'essere umano, divento per un attimo pianta e sasso.

Imparo a tornare fino alla prossima curva, fino alla prossima latitanza, fino alla prossima fase di silenzio: fino al prossimo istante.

 

 
 
 
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IL REGNO DEL SENSO PROFONDO

"Oltre alla realtà empirica e banale c'era l'ambito dell'immaginazione, costituito da quello stesso mondo percepibile grazie alla vista, al tatto e all'odorato, ma con in più le schiere infinite degli spiriti e delle ombre. [...] Allora non mi capacitavo del fatto che la maggioranza assoluta dell'umanità appartiene al regno del senso profondo non in virtù del proprio sapere - dono assai raro -  bensì della vita, della raggiante, viva sostanza, e che, dunque, accusarli di ignoranza era sciocco e assurdo. Invece di interrogatori, inquisizioni e tormenti, avrei dovuto osservarli e comprenderli. Osservarli con tenerezza e comprenderli con intelligenza"
A. Zagajewski - Due città

 

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