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Dati allarmanti...

Post n°79 pubblicato il 24 Maggio 2007 da maxpao1977
 

"Per le emissioni di Co2 siamo di fronte ad un vero e proprio disastro: è previsto che continueranno ad aumentare del 2 per cento all'anno". Questo l'allarme lanciato dal Premio Nobel per la Fisica Rubbia durante la terza conferenza sui cambiamenti climatici, organizzata dall'Accademia internazionale di Scienze Ambientali e tenutasi presso la città lagunare di Venezia questo 19  maggio.


Nostante si preveda il decadimento del petrolio verso il 2030, la nostra società sembra rivolgere le proprie richeste energetiche verso il carbone, "il peggiore di tutti i materiali", continua Rubbia. Tuttavia, il problema pare non  privo di soluzioni: è necessario un cambiamento di prospettiva che porti ad aprirsi verso le energie rinnovabili, il riscaldamento solare, il vento, il fotovoltaico. In particolare, è importante rivolgersi all'energia solare non in Europa ma nel sistema Sahara. "La grande soluzione è rappresentata dall'Africa".
 
Secondo gli studi condotti dal German Aerospace Center (DLR) a cavallo tra il  2005 e il 2006, infatti, l’aumento della produzione di energia pulita nelle aree desertiche del Nord Africa, favorito anche dalla creazione in Tunisia del MEDREC, potrebbe rappresentare una grande fonte di energia alternativa disponibile in modo permanente per i paesi europei. Per realizzare questo progetto sono però neccesarie le donazioni da parte di investitori internazionali, sia per via dei costi elevati che delle tecnologie necessarie (l'ambiente non ha prezzo!!!). Notizie favoreoli giungono altresì dalla Francia, dove il neoeletto Sarkozy ha messo come priorità del suo mandato la questione ambientale (chissà che non restino solo promesse).
E nel frattempo, o meglio pare nel giro di poco più del ventennio appena trascorso, i ghiacciai della "nostra" Val d' Aosta si sono ridotti di 35 chilometri quadrati. E' il dato allarmante riferito qualche giorno fa dall'assessore regionale all'Ambiente Alberto Cerise.

Secondo i dati resi noti dalla Regione Valdostana, nel 1977 i ghiacciai si estendevano per circa 154 chilometri quadrati, mentre nel 1999 la superficie sarebbe calata del 18 per cento. Ancor più devastante la situazione dell'acqua; dal 2003 ad oggi la regione pare abbia  perso qualcosa come 45 milioni di metri cubi d'acqua. Per intenderci, l'intero contenuto dell'invaso della diga di Place Moulin, in alta Valpelline. 
Ma il problema non riguarda solo la nostra piccola Italia, bensì l'intero pianeta. E' sempre di questi giorni  la notizia  riguardante il  Polo Sud: la Nasa ha annunciato che i ghiacci dell'Antartide si stanno sciogliendo sempre più rapidamente.

Si tratta del più significativo scioglimento osservato dai satelliti negli ultimi trent'anni. Per l'inarrestabile  effetto del riscaldamento del pianeta, un'area dell'Antartico grande circa 400mila chilometri quadrati (per aver una misura, corrisponderebbe circa alla nostra penisola) mostra segni evidenti di scioglimento.
 
I risultati sono frutto di una ricerca condotta nell'ambito di un progetto avviato dal Jet Propulsion Laboratory della Nasa, in collaborazione con l'Università del Colorado. Le osservazioni via satellite riguardano il periodo compreso tra il 1999 e il 2005 e mostrano una situazione che non si era mai verificata prima: una preoccupante trasformazione della natura morfologica dei ghiacci nella zona occidentale dell' Antartide.
 
"E' una novità assoulta - ha spiegato il direttore dell'Istituto di scienze ambientali del Colorado, K. Steffen - anche perchè a differenza di altre zone antartiche, questa penisola non aveva mai mostrato, nel recente passato, segni di scioglimento".
 
I dati della ricerca hanno infatti mostrato che dal 2005 le temperature della zona interessata hanno raggiunto anche i 5 gradi sopra lo zero, cosa mai avvenuta prima. L'accertamento è stato possibile grazie ad un nuovo sistema messo a punto dalla Nasa che permette di distinguere i diversi tipi di ghiaccio formatisi col trascorrere del tempo. Le aree in cui i ghiacci si sono sciolti e poi ricostituiti, si sono estese molto. Il ghiaccio trasformato in acqua è rimasto sopra la superficie ghiacciata del continente antartico e se per caso (poi non troppo remoto) quell'acqua dovesse infiltrarsi nei crepacci antartici fino a raggiungere il mare, potrebbero arrivare conseguenze disastrose per l intero ecosistema.
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In foto sono ben visibili dai colori gialli e rossi le aree a maggior esposizione di scioglimento dei ghiacci in Antartide, che corrispondono circa a una superfice pari a quella della penisola italiana.

 
 
 
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