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Post n°237 pubblicato il 28 Febbraio 2010 da t_xte
Mi trovo a lottare contro i fantasmi. Fantasmi di forma cilindrica dalla testa infuocata, di quelli che tieni tra le dita e aspiri voluttuosamente, traendone grande soddisfazione dopo il caffè o dopo i pasti. Son due mesi, quasi tre che ho smesso di fumare. Ma ancora le sigarette me le sogno alla notte, ancora, a volte, sarei tentata, ma non ci ricasco, no! Non più! Ne son fuori ormai, non ne sopporto più lìodore impregnante e soffocante. Sono ufficalmente una donna libera da ogni schiavitù. Eppure ogni giorno è una lotta, una sfida contro quei diabolici cilindri, simbolo di un passato intimo, mio, ma ormai lasciato alle spalle. |
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IV (PARLA PER ME)
Fossi una foglia appassita che tu potessi portare;
fossi una rapida nuvola per inseguire il tuo volo;
un'onda palpitante alla tua forza, e potessi
Condividere tutto l'impulso della tua potenza,
soltanto meno libero di te, oh tu che sei incontrollabile!
Potessi essere almeno com'ero nell'infanzia, compagno
Dei tuo vagabondaggi alti nei cieli, come quando
superare il tuo rapido passo celeste
sembrava appena un sogno; non mi rivolgerei
A te con questa preghiera nella mia dolente
necessità. Ti prego, levami come un'onda, come
una foglia o una nuvola. Cado
Sopra le spine della vita e sanguino! Un grave
peso di ore ha incatenato, incurvato
uno a te troppo simile: indomito, veloce e orgoglioso.
V
Fà di me della tua cetra, com'è della foresta;
che cosa importa se le mie foglie cadono
come le sue! Il tumulto
Delle tue forti armonie leverà a entrambi un canto
profondo ed autunnale, e dolcemente triste.
Che tu sia dunque il mio spirito, o Spirito fiero!
Spirito impetuoso, che tu sia me stesso!
Guida i miei morti pensieri per tutto l'universo
come foglie appassite per darmi una nascita nuova!
E con l'incanto di questi miei versi disperdi,
come da un focolare non ancora spento,
le faville e le ceneri, le mie parole fra gli uomini!
E alla terra che dorme, attraverso il mio labbro,
tu sia la tromba d'una profezia! Oh, Vento,
se viene l'Inverno, potrà la Primavera essere lontana?
Percy B. Shelley