FONDALI

La rotta dei Balcani

Considerato che questo Blog non è più un diario da anni, ma un modo utile e carino per esercitare la mia residuale voglia di scrivere, eccomi ancora a parlare dei miei libri. Riflettevo di come certi personaggi, con tutte le mancanze di essere dei veri Personaggi creati da un grande o anche mediocre scrittore, mi siano così rimasti dentro...

Seguivo un reportage sull'esodo epico dei curdi siriani dal loro paese verso il nostro, sulla rotta balcanica, e non ho potuto fare a meno che immaginare in uno di loro la reincarnazione di Mirko.

Il protagonista del mio primo romanzo, Villa dei corvi, era nelle intenzioni iniziali un ragazzo rumeno di nome Jan. Diventò Mirko, un clandestino senza particolare nazionalità, per non dare una datazione riconoscibile alla storia, in quanto l'esodo dei rumeni dopo il regime di Ceausescu fu abbastanza circoscritto nel primo lustro degli anni 90.

Credo che terminai quel romanzo verso il 95, sì, mi sembra fosse lo stesso anno in cui rappresentai a teatro la mia prima e unica commedia, a Roma al teatro dei Satiri prima e allo Spazio Zero a Testaccio poi. Fu l'anno precedente alla consegna di un riconoscimento per il manoscritto da parte delle edizioni Universo, quelle di Grand Hotel per intenderci, che mi prospettavano un debutto roseo per un romanzo che era dichiaratamente la versione rosa di un plot vagamente ispirato a Rebecca la prima moglie, uno dei miei film preferiti.

Ebbene, di Mirko ed Elena, così come di Zora, Omar e Cristina ho a tuttoggi un ricordo assai vivido. Erano gli abitanti di quella villa inquietante, il loro passato era il motore del loro presente. Ma è lo status di Mirko ad essermi rimasto così addosso che non posso non guardare ai rifugiati come a dei suoi fratelli, e quindi anche miei!