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LETTERE DAGLI ABISSI (LETTERA QUINTA)
Post n°188 pubblicato il 19 Dicembre 2013 da lariza
CIAO, COME STAI? Ciao, sono io. Ascolta, devo parlarti di me, di noi, ora che non puoi sentirmi più. Siediti e fa un respiro profondo. Mi sono innamorata, ancora. No, ascolta. Non come ci amammo noi, quello non si può, non potrebbe ripetersi mai. I per sempre sono per sempre, ricordi? E non avevi ragione a pensare che mi fossi fermata un passo dietro di te per disamore o per tradimento. Quello mai. E mai sarà. Io sono ancora un passo dietro di te lo sarò sempre, sei il mio capolavoro, il mio martirio. Però devo dirti che avevi ragione ed anch’io l’avevo. Avevi torto ed anch’io l’avevo. Hai sbagliato a dire quello che hai detto ed io ho sbagliato a fare quello che ho fatto. Ma non avevo scelta. Dovevamo perderci per salvarci. Ma mi manchi. Più che mai adesso che mi sono innamorata. Ma non sei tu. E c’è un problema. Il problema è lui. Sorridi? Si, l’avevi previsto lo so, ma non sorridere di quel sorriso amaro. Anche tu sei innamorato di lei. Non come amasti me, certamente. Ma lui non mi vuole, questo è il problema. Ed io non corro dietro a chi non mi vuole. E forse tu mi vuoi ancora ma non possiamo, non più. Abbiamo passato il limite oltre il quale l’abisso è solo un ricordo.. dunque, Lui dicevamo. È stato un ombra di speranza sulla mia brace, uno scintillio nei laghetti scuri dei miei occhi. Un ora di languore su un mare d’inchiostro, lucente, immobile come vernice data di fresco. Mi ha detto “ti amo”. Poi il nulla. Ne sappiamo qualcosa noi due di quanto scottino quelle due parole, vero? Di quanto siano abusate. No, non ci ho fatto l’amore, tranquillo, per quello ci vogliono istanti lunghi come secoli, tu lo sai quanto lunga è l’attesa di un amore che si incarni. Dio, quanto mi manchi! Tu non avesti paura dei miei occhi, ti giocasti il tutto per tutto e vincesti. Ti tuffasti nella luce e nell’oscurità che sapeva di muschio dolce. Dicesti “ti voglio e ti vorrò sempre”. E così è stato, nel bene e nel male. Così male da diventare malattia. Però te lo devo riconoscere, hai mantenuto la promessa. A costo di impazzire. E sei impazzito d’amore. Ma questa è cosa da noi, è cosa da coraggiosi o folli. Anche nel lasciarti ci è voluto coraggio, tanto coraggio, sai? No non lo sai. E a te nel cercare di mantenere la promessa. Ora che per me nessuno fa follie, nessuno è te, amore. |
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