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Bruno Contrada

A quattro giorni dall' anniversario dell' attentato al giudice Borsellino il sostituto procuratore generale Ugo Ricciardi ha espresso il suo parere favorevole per la scarcerazione di Bruno Contrada, di 77 anni, ex funzionario del SISDE che sta scontando la sua pena di 10 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere. Notizia riferita dall' Avv. difensore Giuseppe Lipera: " il pg ha espresso parere favorevole alle istanze di differimento della pena".


Ho cercato nel web a riguardo, si trovano perfino le dichiarazioni di alcuni pentiti.

Strano di come il sistema giudiziario abbia reagito nei confronti di quest' uomo, soprattutto quando furono messe per iscritto dichiarazioni di pentiti in cui indicano esplicitamente la posizione e la conoscenza dei fatti riguardo Contrada. All' udienza dell' 8 giugno 1994 il pentito Gaspare Mutulo dichiara: "Sino dalla prima metà degli anni settanta, Contrada, insieme ad altri integerrimi funzionari della polizia, Boris Giuliano, Ignazio D' Antone e Antonio De Luca, era per la mafia un nemico da eliminare. C' erano due linee all' interno di Cosa nostra, quella morbida dei boss Gaetano Badalamenti e Stefano Bontade che sosteneva di avvicinare i poliziotti e quella dura, del clan dei corleonesi che propendeva per un attacco frontale allo Stato. Ebbi l' incarico di pedinare Contrada, per scoprire le sue abitudini. Quando fui scarcerato, nel 1981 Rosario Riccobono mi disse che Contrada era a nostra disposizione. Cosa nostra poteva contare su una miriade di uomini delle istituzioni per ottenere protezione per aggiustare i processi e nell' udienza del 13 luglio 1994 prosegue: "Riccobono mi diceva che Contrada gli dava notizie sulle operazioni di polizia. Quando era in arrivo una retata, lui lo chiamava e i mafiosi scappavano". Nel luglio del 1995 gli avvocati difensori presentarono una richiesta di scarcerazione accolta dal tribunale il 31 luglio. All' udienza del 20 settembre 1995, i PM chiedono l' acquisizione agli atti del processo di alcune pagine dei diari di Contrada relativi agli incontri avvenuti fra il 1979 ed il 1990 con l' avvocato Bellassai, capogruppo della loggia 2P in sicilia.

Il 24 dicembre viene arrestato a Palermo mentre si accingeva a trascorrere le vacanze natalizie con la famiglia, perchè accusato di concorso esterno in associazione mafiosa sulla base di quattro collaboratori della giusizia, impropriamente chiamati come pentiti".

Il 3 luglio 1993 (sette mesi dopo l' arresto di Bruno Contrada) l' attività informativa da lui coordinata ed avviata portava al sequestro di beni ed immobili, titoli di credito ed azioni che facevano capo a Totò Riina e Bernardo Provenzano. Questa operazione, imposta dal dott. Contrada dopo l' attentato del 1992 dove perse la vita il giudice Borsellino, fu il frutto di una ricerca sui legami di parentela fra i vari appartenenti alle cosche mafiose vincenti.

Ben facile intuireche le azioni dell' ex funzionario SISDE avrebbero portato di lì a poco ad un rafforzamento in una più specifica azione antimafia, dato che in quel periodo l' attività mafiosa aveva raggiunto livelli tali da destabilizzare le istituzioni. Incarico affidato a Contrada, data la sua esperienza nel campo della lotta alla criminalità organizzata. Azione che cominciava a fare una grande ombra sulla neonata DIA (direzione investigativa antimafia) la quale probabilmente non avrebbe potuto permettersi l' avvenire di tale mossa, in quanto avrebbe fatto scandalo e portato ben presto ad altre operazioni seguide dal SISDE e non più dalla DIA, la quale all' epoca si occupava proprio di questa guerra contro la criminalità...

Riporto un link ad un blog, uno dei tanti dove si possono trovare approfondimenti dettagliati sulla questione a riguardo...
Un saluto a tutti, resto in attesa di altre notizie a riguardo per andare avanti nel discorso...

Marco