Stultifera Navis

Non sono ubriaco, ma diversamente sobrio

 


Vado alla ricerca della felicità naturale e possibile
sapendo che la felicità non è una meta,
ma un modo di viaggiare

 

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« Aria buonaVivi e lascia vivere »

Che ci posso fare?

Post n°296 pubblicato il 06 Settembre 2012 da hieronimusb

A me Napoli piace ed ancora non riesco a capire , razionalmente, il perchè.

Mi piace Napoli o forse mi piace  la napoletanità, non l'ho ancora capito bene anche se difficilmente l'uno e l'altro potrebbero esistere in modo autonomo, voglio dire che questo stile di vita, questo modo di essere ha la sua patria solo qui, tra questo degrado, reale o apparente, tra questo splendore assolutamente reale, con questi squarci di azzurro e di verde, tra il vociare di chi può gridare ed i silenzi di chi osserva la vita con disincantata ironia.

Napoli è , cantava Pino Daniele ed è assolutamente vero, Napoli è al tempo stesso i suoi guai e le sue bellezze ed il Vesuvio che incombe alle sue spalle è simbolo di questa rassegnazione, la gioia di vivere in uno dei panorami più belli al mondo e la percezione di un disastro sempre imminente.

Anche i Napoletani sono al tempo stesso vittime e carnefici di se stessi, ieri passavo sotto un cavalcavia in una zona periferica, ai due lati della corsia un canyon di immondizia, sacchetti, cestini, ogni sorta di rifiuti gettati lungo la strada e la situazione non è molto differente in ogni luogo che non sia il centro.

Non so e non voglio dire che la colpa sia dei cittadini, ma quel distinto signore in cravatta che getta a terra il fazzolettino di carta sicuramente non è stato obbligato da nessuno a farlo.
E' vero, è difficile trovare un cestino per i rifiuti, ma la carta della pizza al taglio che ho preso da "o cafone", e che ho mangiato mentre camminavo verso il lavoro l'ho ripiegato e me lo sono ficcato nella borsa del PC per buttarlo in azienda.

Poi svolto un angolo e mi trovo i ragazzi seduti sulle scele del loro liceo, muri scrostati, macchie di umidità, grate alle finestre ed alle porte ed allora mi rendo conto che è questione di habitat, di imprinting, non puoi stare meglio se non sai come si può stare meglio ed allora si continua a vivere, a sopravvivere, ad arrangiarsi ed a vedersi sorridere daglie stranieri che capitano qui e si innamorano di questa disperata voglia di vivere e di sorridere.

Eppure, nonostante tutto questo, Napoli mi attrae, è un cuore che batte, una città che non dorme mai, forse perchè non ci sono abbastanza letti, è un pensiero sempre un po' oltre il nostro ; Dove si trova, altrove in Italia il caffè dei poveri? Dove può essere possibile che un senzatetto possa entrare in un bar e chiedere c'è un caffè pagato per me? Perchè qualcun altro ha pagato un caffè in più!

Devo ancora capire cosa mi lega davvero a questa città, cosa mi da piacere nel camminare per questi vichi, su queste lastre di pietra, bianca come il marmo e lucida di pioggia.
Napoli è una città del cuore, che la ragione non capisce.
Meglio così!

 
 
 
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Un blog di: hieronimusb
Data di creazione: 10/12/2008
 

UANDEO (E SE) MORIRÒ

Quando , (e se), un giorno morirò
non voglio un prete che mi parli di un dio in cui non credo
o di paradisi che non mi interessano,
di inferni che non ho meritato
e se un purgatoriò ci deve essere
non sarà diverso dal mondo in cui ho vissuto

quando , (e se), un giorno morirò,
non voglio tombe costruite come casa
nè che si estirpino  fiori
se il senso della vita deve essere
nel tornare da dove son venuto
sarà l'utero della terra la mia ultima casa

Quando, (e se) morirò
sarà perchè ho vissuto
in un lungo istante senza tempo
raccolto come seme che diventa albero e poi frutto
come il fiume che corre e corre per tornare al mare
senza pensare neppure un momento
che questa vita possa finire

Se e quando morirò,
sarà perchè ho cercato nell'ultimo viaggio
la chiave segreta del tutto

 Alex

 
 

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