Stultifera Navis

Non sono ubriaco, ma diversamente sobrio

 


Vado alla ricerca della felicità naturale e possibile
sapendo che la felicità non è una meta,
ma un modo di viaggiare

 

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« Vivi e lascia vivereTorino Magica »

To Onar

Post n°298 pubblicato il 08 Settembre 2012 da hieronimusb

I miei sogni, soprattutto quelli ripetitivi, hanno più o meno lo stesso soggetto ; un'onda anomala, un buio in cui percepisco una presenza maligna che mi aggredisce ...
Da bambino sognavo spesso di un cane lupo che mi inseguiva, il sogno era così ricorrente che sapevo esattamente cosa sarebbe successo dopo, potevo anticipare le mosse del lupo, ma senza mai sentirmi davvero al sicuro.

A parte il cane che riportava una paura reale, frutto di un episodio accaduto veramente, gli altri sogni non hanno riferimento alcuno con la realtà e rimango sempre abbastanza stupito al risveglio nel pensare "ancora quel sogno?"

Non sono incubi, non c'è paura , paradossalmente c'è quasi un sollievo per qualcosa che comunque attendevo e che si è realizzato, al massimo c'è l'angoscia quando ho con me un figlio piccolo per non poterlo aiutare.

Stanotte invece mi è accaduto di fare un sogno strano.

Ero in cucina, in quella che sapevo essere la mia casa , avevo una sensazione strana nelle gambe come fossi su una nave che dondola sulle acque.

Guardavo lo spazio che separava il cucinino dal tinello e che recava il segno di riparazioni recenti.
Il pilastro ed il muro ad esso collegato portavano una grossa crepa che un asse teneva insieme.
Il pavimento continuava ad ondulare e quel movimento si trasformava in quel tremore che preannuncia l'arrivo del terremoto.

D'istinto faccio per correre verso la figura che c'è al di là del tavolo e che immagino la mia compagna, ma mi accorgo che in un angolo c'è un bambino piccolo, mio figlio.
Attraverso la stanza, lo prendo in braccio e poi cerco riparo sotto un'architrave.

L'altra persona è un uomo grande e grosso che si guarda intorno, lo abbraccio e mi tengo stretto il bambino "stiamo qui vicini, vicini, canticchio al bambino" per farlo stare tranquillo e la mia voce è quella di una donna.

L'uomo si guarda intorno mentre la scossa aumenta d'intensità "Ecco che sta arrivando", penso, cerco di abbracciare l'uomo che mi volta le spalle e guarda un punto.

La scossa sembra calare di intensità, poi subito riprende più forte ed io tengo stretto il bambino mentre vedo una crepa tra il muro ed il soffitto che si allarga sempre più.

A quel punto mi sono svegliato e sono rimasto a pensare...

E' vero, sono un terremotato, il mio comune è tra i dodici del reggiano colpiti dal sisma, la rocca, le chiese sono ancora chiuse, ma la mia casa non è stata danenggiata e soprattutto ho fatto ababstanza abitudine ai terremoti , ero in Friuli nel '76 e poi ancora nel '78.

Ho subito quello dell'80 a Torino e mai una volta mi è capitato di sognare quei momenti.

La mattina del 20 Maggio, svegliato alle quatrro di mattina dalle cose che piombavano al suolo in casa ho pensato tra me e me, con una punta di stupore "allora è così che devo finire?"

Certo l'atmosfera nel paese dopo le scosse del 29 maggio non era piacevole, la sera prima era una sera di festa, c'erano stati i fuochi artificiali e tanta allegria, la sera dopo il paese era pieno di gente in strada, ma c'era un atmosfera strana, silenziosa di gente che si apprestava a passare la notte fuori casa.

Nel mio cortile due famiglie hanno dormito in auto.

Si, ero preoccupato, ero triste, ma non avevo paura, non sono mai stato scombussolato.
Per questo il sogno di stanotte mi sembra strano, come se l'avessi visto con occhi non miei, come se avessi vissuto il sogno, o l'incubo di qualcun altro

Mah!

 
 
 
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INFO


Un blog di: hieronimusb
Data di creazione: 10/12/2008
 

UANDEO (E SE) MORIRÒ

Quando , (e se), un giorno morirò
non voglio un prete che mi parli di un dio in cui non credo
o di paradisi che non mi interessano,
di inferni che non ho meritato
e se un purgatoriò ci deve essere
non sarà diverso dal mondo in cui ho vissuto

quando , (e se), un giorno morirò,
non voglio tombe costruite come casa
nè che si estirpino  fiori
se il senso della vita deve essere
nel tornare da dove son venuto
sarà l'utero della terra la mia ultima casa

Quando, (e se) morirò
sarà perchè ho vissuto
in un lungo istante senza tempo
raccolto come seme che diventa albero e poi frutto
come il fiume che corre e corre per tornare al mare
senza pensare neppure un momento
che questa vita possa finire

Se e quando morirò,
sarà perchè ho cercato nell'ultimo viaggio
la chiave segreta del tutto

 Alex

 
 

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