Stultifera Navis

Non sono ubriaco, ma diversamente sobrio

 


Vado alla ricerca della felicità naturale e possibile
sapendo che la felicità non è una meta,
ma un modo di viaggiare

 

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« Come si cambia... »

Quando ti "fregano" la caserma

Post n°536 pubblicato il 27 Febbraio 2017 da hieronimusb

I ragazzi della mia generazione, quando si incontrano, quando si conoscono, parlano, si raccontano e poi inevitabilmente esce fuori la domanda : "Tu dove hai fatto il militare?"

Già, perchè i ragazzi della mia generazione hanno questa esperienza in comune: Il servizio militare o naja che dir si voglia.

Un tempo era un rito di passaggio, si era pirlotti fino a prima di partire, poi dopo la naja si diventava uomini, si poteva pensare a trovare un lavoro serio, sposarmi, mettere su casa e famiglia e via dicendo, prima no!, prima non si iniziava nulla di serio perchè "poi tanto devo partire" e quindi nessuno ti assumeva e le ragazze ti mollavano al momento in cui arrivava la cartolina, (a me è successo così,  ed ero appena arrivato a toccarle le tette,  di quei tempi le cose andavano per le lunghe)

L'arrivo della cartolina è un ricordo che mi porto impresso. Sono arrivato a casa una srea dopo il mio normale lavoro e mio padre mi è venuto incontro per le scale felice agitando un tagliandino rosa ed esclamando felice "Ciau bajett", dove "bajett", in dialetto piemontese significa soldatino.

Non ho mai capito se fosse felice perchè suo figlio stava per diventare uomo o perchè si toglieva dai piedi per un anno intero.

La mamma no!, la mamma non era felice, era seduta sulla sua seggiolina vicino alla finestra a lavorare a maglia ed intanto tirava su con il naso e aveva gli occhi rossi.

14* battaglione Bersaglieri Sernaglia, caserma Piave Albenga, questa è stata la mia destinazione iniziale, ma non vi tedierò con gli innumerevoli aneddoti che sono riservati alle cene tra amici, quando si beve e si ricordano quei tempi felici.

A me fare il militare è piaciuto, mi sono divertito, ho girato in lungo ed in largo Friuli e Veneto, Dolomiti e laghi, mare e cittadine deliziose per poi tornare sempre alla caserma Gio Batta de Gasperi di Vacile di Spilimbergo (PN).

Ci sono stato tanto bene che ho deciso di ritornarci per  vedere come era adesso, ho ritrovato la strada, il bivio, lo skyline delle montagne era quello, ma... la caserma non c'era più, ho vagato stupito, sono arrivato fino al paese, tornato indietro al bivio, ma niente, di tre palazzine, capannoni, piazze d'armi, adunate ed alzabandiere non era rimasto nulla, al loro posto un anonima instalalzione di pannelli fotovoltaici.

E che caspita, come si permettono di portarmi via così un pezzo della mia storia?

Ho dato un' occhiata su internet, ho trovato due video e tanti ricordi di quelli che sono passati dopo, la mia generazione forse ha altri ricordi e si sa che solo i veri acrobati della nostalgia sanno andare così indietro nel tempo, però è stato come se qualcuno mi avesse chiuso una porta, come un'altro pezzo della mia vita in cui mi è impedito ritornare.

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Commenti al Post:
Stolen_words
Stolen_words il 28/02/17 alle 20:33 via WEB
Ho avuto anch'io il moroso a Naja, in un posto bellissimo : san Candido. Ricordo quell'anno come uno dei più freddi , e io e le mie amiche siamo partite in quattro con la macchina presa in prestito dall'autosalone di una di loro che aveva il ragazzo nella stessa caserma.. Io sono stata fortunata perché il mio era al centralino, dormiva lì e potevo chiamare quando volevo:: ricordo i saluti alla stazione quando partiva e la gioia quando arrivava all'improvviso . Ho ancora delle cartoline dell'epoca, una addirittura con una stella alpina vera .. Mi dispiace per la tua caserma, davvero:)
 
 
hieronimusb
hieronimusb il 13/03/17 alle 08:36 via WEB
Le lettere che ricevevo io si riconoscevano ...a peso... Erano specie di diari :o)
 
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Un blog di: hieronimusb
Data di creazione: 10/12/2008
 

UANDEO (E SE) MORIRò

Quando , (e se), un giorno morirò
non voglio un prete che mi parli di un dio in cui non credo
o di paradisi che non mi interessano,
di inferni che non ho meritato
e se un purgatoriò ci deve essere
non sarà diverso dal mondo in cui ho vissuto

quando , (e se), un giorno morirò,
non voglio tombe costruite come casa
nè che si estirpino  fiori
se il senso della vita deve essere
nel tornare da dove son venuto
sarà l'utero della terra la mia ultima casa

Quando, (e se) morirò
sarà perchè ho vissuto
in un lungo istante senza tempo
raccolto come seme che diventa albero e poi frutto
come il fiume che corre e corre per tornare al mare
senza pensare neppure un momento
che questa vita possa finire

Se e quando morirò,
sarà perchè ho cercato nell'ultimo viaggio
la chiave segreta del tutto

 Alex

 
 

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