Stultifera Navis

Non sono ubriaco, ma diversamente sobrio

 


Vado alla ricerca della felicità naturale e possibile
sapendo che la felicità non è una meta,
ma un modo di viaggiare

 

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« Quella porta...Quel maledetto aereo per Lahore »

Ars Moriendi

Post n°540 pubblicato il 17 Marzo 2017 da hieronimusb

Con riferimento al post precedente, stamattina sono stato al commiato funebre del mio amico che si è tenuto presso il Tempio Crematorio in un paesino vicino.

Il tempio è molto bello, un'architettura moderna, pulita, linee morbide, molta luce in questa giornata di protoprimavera e la prima impressione che ho avuto è stata di una casa accogliente.
Musica classica ad accompagnare l'attesa del rito e fino a qui, tutto bene.

Da una porta laterale è entrata la ragazza che aveva il compito di presiedere al rito
Una ragazza sui venticinque-30 anni, con una voce bassa, ma chiara, indossava un completo blu ravvivato  da un foulard granata che riempiva lo spazio aperto della giacca indossata su una dolcevita bianca.

L'impressione era buona, sobrietà, cura,rispetto, attenzione.

Come detto ero amico, ma non intimo, per quando quando la ragazza ha invitato chi lo voleva a parlare per dare il suo saluto non mi sono persentato e nessun altro lo ha fatto.

Sono stati letti un paio di brani, non male roba vagamente new age che però non si capiva a chi fossero destinati, se al defunto o ai suoi familiari.

Come detto all'amico piaceva ballare per cui, quando i presenti sono stati invitati intorno al feretro a dare l'ultimo saluto la musica era una bachata.

Poi il feretro è stato portato via per "proseguire il suo cammino"....

Tutti sono usciti ed io mi sono trovato a pensare "Beh? E' tutto qui?" , avevo dentro un gran senso di vuoto e mi chiedevo perchè, cosa mi fosse mancato.

E mentre tornavo indietro verso il lavoro mi sono trovato a pensare che in tutta questa preparazione è mancata la... Speranza, o forse più che altro è mancato il Cuore.

E' stata una cerimonia bella, preparata a tavolino, ma fredda, senza nulla per chi rimane e, di solito in questo nostro mondo la morte è un problema per chi rimane più che per chi se ne va.

Pare che parlare di Speranza, in un mondo iper tecnologico sia qualcosa di obsoleto, di poco moderno, in fondo sappiamo che dopo non c'è nulla,  con la morte tutto finisce...

SAPPIAMO??????

Noi non sappiamo un bel niente, chi dice che l'anima non esiste ha la stessa credibilità di chi ne sostiene invece l'esistenza, perchè ad oggi non ci sono prove scientifiche nè per l'una che per l'altra versione.

Noi possiamo anche creare fegati, cuore, organi artificiali, possiamo alimentare il cervello con elettricità e soluzioni fisiologiche, ma una persona che è stata abbandonata dal soffio di vita non tornerà più ad essere ciò che era, noi non siamo solo la sommatoria della materia e dei processi fisiologici ed elettrochimici, siamo qualcosa di più e lo percepisce chiaramente chi riesce a sintonizzare la sua anima sull'intima bellezza di ciò che ci circonda, di chi ha provato un amore vero e corrisposto.
Nessuno potrà mai convincermi che aggiungendo sali e zuccheri a Salvino lo si possa trasformare in Madre Teresa di Calcutta e che con opportuni accorgimenti Trump possa diventare un novello Kennedy.

C'è qualcosa di più e questa consapevolezza accoglie e consola chi rimane.

E' questo che è mancato nel rito funebre di oggi. E' questo che manca troppo spesso in questo nostro mondo che ha dimenticato l'Ars Moriendi.


("la viola d'inverno" di Vecchioni è stata suonata ieri durante il rosario)


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Commenti al Post:
GothMakeUp
GothMakeUp il 22/03/17 alle 15:23 via WEB
Ciao, blog molto interessante il tuo, noi siamo una coppia e nel nostro blog parliamo di molti argomenti che spero possano interessarti, spero tu possa passare a trovarci e dire la tua, il tuo pensiero per noi conta molto ;) buona giornata
 
 
hieronimusb
hieronimusb il 22/03/17 alle 20:58 via WEB
Sinceramente mi stanno sull'anima quelli che vanno in giro facendo finta di commentare , ma si limitano a fare pubblicità ai loro blog , lo trovo eticamente squallido.
 
alexandra68a
alexandra68a il 24/03/17 alle 18:32 via WEB
La cremazione sembra essere molto di moda, è pulita, non occupa spazio, è economica e non si sono i problemi di scadenza dei loculi. Ti leggo e mi fai pensare, però non saprei cosa dire
 
 
hieronimusb
hieronimusb il 27/03/17 alle 21:33 via WEB
Vabbè, non mi pongo come maitre a penser :)
 
lab79
lab79 il 27/03/17 alle 01:28 via WEB
I riti si fanno per i vivi. Le procedure di smaltimento dei morti possono variare, dalle più crude come lo Jhator (o Sepoltura Celeste), alle più asettiche o pratiche, come la cremazione. Ma di disfarsi di un corpo si tratta. Invece da vivi abbiamo bisogno di consolazione, di rappresentazione del nostro dolore, di speranza. Mi torna in mente il funerale di un lontano parente della mia famiglia (la definizione è imprecisa, ma non sto qui a spiegare perché): in attesa che la cremazione vera e propria si concludesse, parenti e amici del defunto si sono recati nel ristorante in cui di solito si trovavano con lui. Hanno bevuto il suo vino preferito, hanno pranzato, riso e un pochino anche pianto, raccontato episodi della vita appena conclusa. Alla fine, se ne sono tornati tutti a casa con uno strano senso di serenità addosso. Una serenità triste, malinconica. Ma priva di dolore, come se questo fosse stato lasciato sulle tovaglie bianche, insieme alle briciole del pane, e alle macchie di vino rosso versate alla fine di un brindisi.
 
 
hieronimusb
hieronimusb il 27/03/17 alle 21:40 via WEB
Anche la recita del rosario, inteso come un mantra ha lo scopo di dare un senso di pace, di consapevolezza interiore, la ripetizione salmodiante delle preghiere facilita la concentrazione e permette di accedere ad uno stato di serenità interiore.
Per quanto riguarda lo "smaltimento dei cadaveri", mi trovo più in sintonia con lo Jhator, (con gli opportuni distinguo), piuttosto che con la cremazione che richiede invece un dispendio di energia.
Credo che la materia una volta diventata inerte debba tornare alla "mater" da cui è stata generata, per cui preferisco l'inumazione nella terra, in modo che il corpo ritorni nel ciclo vitale.
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 
 

INFO


Un blog di: hieronimusb
Data di creazione: 10/12/2008
 

UANDEO (E SE) MORIRò

Quando , (e se), un giorno morirò
non voglio un prete che mi parli di un dio in cui non credo
o di paradisi che non mi interessano,
di inferni che non ho meritato
e se un purgatoriò ci deve essere
non sarà diverso dal mondo in cui ho vissuto

quando , (e se), un giorno morirò,
non voglio tombe costruite come casa
nè che si estirpino  fiori
se il senso della vita deve essere
nel tornare da dove son venuto
sarà l'utero della terra la mia ultima casa

Quando, (e se) morirò
sarà perchè ho vissuto
in un lungo istante senza tempo
raccolto come seme che diventa albero e poi frutto
come il fiume che corre e corre per tornare al mare
senza pensare neppure un momento
che questa vita possa finire

Se e quando morirò,
sarà perchè ho cercato nell'ultimo viaggio
la chiave segreta del tutto

 Alex

 
 

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