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LOISIRS

Post n°22 pubblicato il 20 Ottobre 2007 da suniz
 

Le giornate sono piacevoli, sotto molti aspetti.

L’Erasmus è finito, e si vede. Il numero di francesi con cui ho quotidianamente a che fare aumenta e quello di stranieri, per quanto possibile, diminuisce.

Mercoledì sera sono andata con Blanca, la mia coinquilina, a cena da un ragazzo che si chiama Arthur e ha un appartamento fichissimo qui vicino, sempre nel nono arrdt. Così ho fatto un bel tiramisu nel pomeriggio, Blanca ha comprato il vino, Elena è passata da casa alle sette e ce la siamo portata appresso e insomma, alle nove e un quarto siamo arrivate lì. Arthur era con due amici e più tardi sarebbe arrivato un quarto ragazzo.

I personaggi erano piacevoli. A parte che si tratta di un clan di osteopati in erba –può sempre risultare utile- erano anche molto cari e simpatici.

E bizzarri.

C’era un normanno di campagna che al momento in cui la conversazione è scivolata per un attimo sulla politica ha commentato con: “Mah, non so niente io, da me ci sono le mucche”.

E vabbè.

Solo in Normandia ce le hanno, le mucche. Nel resto del pianeta, si sa, sono state dichiarate specie in via d’estinzione e se ne possono scorgere pochissimi esemplari in determinate zone protette –peraltro facilissime da rintracciare semplicemente seguendo la coprofragranza di letame annessa.

E vabbè.

Comunque era un po’ timido ma complessivamente simpatico.

Poi c’era un parigino, Mathieu, che è un gran bel figliuolo ma un pochino, come dire… Figlio di papà. Insomma, è stato tanto caro e amichevole e ha un sedere che meriterebbe di essere inserito in qualche guida turistica di Parigi come monumento da non perdere, ma con un po’ troppa grana nelle tasche senza aver fatto sforzi per ottenerla.

Infine è arrivato Max, venticinque anni e troppi chili di spumeggiante inclinazione all’ubriachezza goliardica, eskimo e capello lungo, da scatafasciarsi dal ridere. Si è presentato alla porta alle undici con una bottiglia di whisky chiusa tra le mani e quando noi fanciulle ce ne siamo andate, alle due e mezza, aveva ancora quella medesima bottiglia stretta fra le mani, vuota che nemmeno a strizzarla.

Comunque è stata una serata molto piacevole, abbiamo blaterato e disseminato una quantità di vuoti di bottiglie sinceramente ammirevole nel salotto.

Max e Arthur hanno proposto di andare insieme a loro, giovedì, alla manifestazione contro la riforma dei pensionamenti. Blanca non ne aveva minimamente voglia, Elena aveva già abbastanza problemi per tornare a casa sua in banlieu visto lo sciopero dei mezzi e io, appena mi si è proposto di esternare il mio dissenso al nuovo governo ho subito annuito diligentemente all’urlo di “non mancherò per nulla al mondo”.

Ventitre anni sul culo e ancora sembra che na abbia quindici.

E vabbè.

Così ho sentito Marta e l’indomani alle due e mezza eravamo alla Place de la Rèpublique per il corteo. Con Arthur e Max non siamo riuscite a incontrarci ma è stato comunque interessante, ho anche preso delle foto –che in italiano si dice fatto e non preso, ma sono piccolezze. Purtroppo poi al ritorno la metro era ancora più intasata di prima per cui ho dovuto attraversare mezza città a piedi –la mezza in salita, ovviamente- per tornare a Anvers.

Stravolta, mi sono accasciata accanto al tavolo ed ecco che quel tesoro, quel topolino che è Simon –il mio coinquilino maschio- propone un tabacco aromatico e narghilè per distendere la serata.

Quanto lo adoro.

Ieri mattina invece sono andata in pappa per i soldi, il lavoro, l’università e sticazzi. Così sono arrivata in biblioteca tardissimo e ovviamente chiudeva in anticipo per gli scioperi e poi Marta mi ha chiamata dicendomi che era un po’ giù e così ho giusto guardato il Fantsma dell’Opera –Lon, quanto sei dio- e poi ci siamo viste a Bercy. Lei si è presentata con du religieuses ENORMI. La venero.

Chi non sa cos’è la religieuse?

Sedetevi, bambini.

Tanto tempo fa, vedete, l’uomo viveva in condizioni terribilmente diverse. Non c’era il fuoco, né l’energia elettrica, non si aveva l’acqua corrente e gli abiti degli umani erano fatti di pelli di animali, le famiglie degli uomini vivenano nelle caverne e non erano stati ancora scoperti i metalli.

Ma soprattutto, non c’erano le pasticcerie.

Poi, il Signore misericordioso pensò di risolvere i problemi dei suoi poveri figli inviando loro un meraviglioso, sublime, indimenticabile regalo: il fuoco.

E i forni.

E quando gli uomini capirono quale meraviglioso uso avrebbero potuto fare di quello strabiliante strumento, quando le prime cioccolaterie e panetterie cominciarono a sorgere, pensarono di creare un simbolo, un grande indice del loro amore riconoscente, qualcosa che potesse degnamente onorare il grande Padre nei cieli.

E nacque la religieuse.

Due piani di morbida pasta e ripieno al cioccolato e non so cosa, con glassa al cioccolato e varianti analoghe, morbida, gustosa, dolce e quasi indigeribile.

Un assaggio di paradiso.

Tornando a me e Marta, Dopo lo spuntino abbiamo guardato quella serie televisiva che non starò a citare da cui sono diventata completamente e vergognosamente dipendente –grazie, Beppo, per avermi passato quelle puntate rovinando la mia già fragile mente- e da cui ho fatto diventare dipendente anche lei e poi abbiamo cenato inziando a strafogarci con la birra.

Dovevo lavorare, ieri sera, e per ben due ore consecutive. Però in compenso il mio capo mi aveva garantito due posti dentro l’Elysée Montmartre, locale storico e solitamente costosissimo, per cui lei è venuta con me.

C’era un altro ragazzo che doveva lavorare con me, tale Fredérick, une emerito sconosciuto di cui non sapevo nulla. Arriva in ritardo, discretamente carino, simpatico, studente di Arts Plastiques, piacevole compagnia. Poi, un amico di Marta, Greg, ci raggiunge.

Ora, vorrei spendere un paio di parole su Greg, perché è doveroso.

L’avevo già visto un paio di volte l’anno scorso, e mi ricordo che ne ero rimasta molto, molto colpita. Così, di primo acchitto, può non fare una grande impressione, è piuttosto piccolino, sì, direi proprio un po’ basso, esile.

Ma.

Sto cercando un modo per spiegare questa cosa senza essere volgare, anche perché Greg non è assoluatamente volgare né appariscente e trasmetterei l’impressione sbagliata.

Come dire… Greg lo guardi e ti viene voglia un po’ di mangiarlo, un po’ di assalirlo brutalmente per approfittare di lui e un po’ di inginocchiarti ai suoi piedi a mani giunte e stare a guardarlo nei secola secolorum.

Ha un fascino che è una cosa straordinaria.

Ieri era molto in forma.

Comunqure, Greg non è rimasto –purtroppo- per molto tempo e alle due noi tre siamo entrati all’Elysèe. Ma c’era una techno scialba e noiosa, e io già non amo molto il genere ma così era proprio inascoltabile. Allora dopo mezz’ora ce ne siamo andati a bere una birra e chiacchierare, idea che si è rivelata vincente perché è stato molto piacevole e rilassante.

Saluti, baci, numeri di telefono e buonanotte.

Sulla strada di casa io e Marta siamo anche riuscite a farci importunare.

Magnifico.

Avrei tutta un’altra serie di cose da dire, più serie e profonde e sentite, ma per il momento mi fermo qui. Oggi mi andava di raccontare qualcuna delle cose belle e piacevoli che mi stanno capitando, quelle esterne, i divertimenti. Domani passerò alle cose nere e stancanti che stanno galleggiando nella mia testa in questo periodo, portandosi appresso l’insonnia e la tachicardia.

Mi sento un po’ Medardo di Terralba.

Dimezzata.

 
 
 
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Data di creazione: 14/10/2006
 

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