Coniglio mannaro
Un blog di Elena Percivaldi - Tutto il materiale è protetto da copyright
* Giovedì 22 ottobre 2009 alle ore 21 a BONATE SOPRA (BG), presso il Centro culturale Don Lorenzo Milani (P.zza Vittorio Emanuele II 23)
* Venerdì 23 ottobre 2009, alle ore 20, a PREGNANA MILANESE (MI) presso la Saletta "Giorgio Carenzi" della Biblioteca
* Sabato 24 ottobre 2009, alle ore 21, a GRASSOBBIO (BG), presso Palazzo Belli (Via Roma 46)
* Lunedì 26 ottobre 2009, alle ore 21, a OPERA (MI) presso la Biblioteca Comunale (via A. Gramsci 21)
* Sabato 31 ottobre 2009 alle ore 17.30 a LISSONE (MB), presso la Biblioteca Civica (piazza IV Novembre, 2)
* Venerdì 20 novembre 2009, alle ore 20.45, a TREZZO SULL'ADDA (MI) presso la Società Operaia di Mutuo Soccorso (piazza Santo Stefano)
* Domanica 22 novembre 2009, alle ore 15.30, ad ALBIATE (MI), presso Villa Campello (via Dante 15)
* Sabato 5 dicembre 2009 alle ore 17 a MILANO, nello spazio Eventi della Libreria Feltrinelli di via Manzoni, 12
PRESENTAZIONI GIA' SVOLTE:
* Venerdì 9 ottobre 2009 alle ore 21 a CERESARA (MN), presso la SALA CIVICA (Via Agli Orti)
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Operazione di marketing internazionale e un commissario “plenipotenziario” come quello dei Fori Imperiali di Roma: ecco i due punti fermi per il 2010 della Grande Brera annunciati dal sindaco di Milano, Letizia Moratti e dal ministro per i Beni Culturali Sandro Bondi. A fare da “grimaldello” alla “(ri)conquista”, da parte di Brera, del palcoscenico mondiale sarà il volume Brera. La Pinacoteca: storie e capolavori, edito da Skira in edizione italiana e inglese, presentato ieri in un'affollata conferenza stampa.
Dentro c'è tutto: i celeberrimi gioielli, dal Mantegna a Piero della Francesca, da Caravaggio a Raffaello, ma anche le opere meno note, spiegati con un linguaggio semplice comprensibile anche ai non “addetti ai lavori”. Il libro, dunque, sarà esportato nelle grandi capitali della cultura mondiali in un vero e proprio tour che partirà il 5 novembre da New York e toccherà via via Parigi, Londra, San Pietroburgo, Berlino, Madrid, Tokyo, Buenos Aires, Abu Dhabi.
E con esso, anche il progetto della Grande Brera, che - ha detto Bondi - “comincerà nel 2010 per concludersi nel 2015 in tempo per l'Expo”, e avrà come commissario straordinario Mario Resca, attuale Direttore Generale per la valorizzazione del patrimonio culturale. La nomina sarà resa ufficiale nei prossimi giorni. “In futuro - ha aggiunto il ministro Bondi - avremo anche una fondazione che riunirà tutti gli imprenditori che vorranno partecipare a questa impresa”. Un'impresa che, almeno stando alla carta, sembra avere i numeri per sfondare: 300mila visitatori a tre mesi dalla fine dell'anno, quando in tutto il 2008 erano stati 200mila. E ben 12mila presenze nel solo giorno di Ferragosto, durante l'apertura straordinaria della Pinacoteca per festeggiare i suoi duecento anni.
I lavori, intanto, fervono, ma non fermeranno la programmazione. Come ha detto l'assessore alla Cultura del Comune di Milano, Massimiliano Finazzer Flory, “aspettando palazzo Citterio utilizzeremo palazzo Cusani per mostre, esposizioni e conferenze. Entro fine mese, poi, porterò in giunta una delibera per far sì che da novembre chi acquista il biglietto per la Pinacoteca possa visitare gratis anche il Museo del Risorgimento”. La Grande Brera, a suo dire, passerà anche attraverso la creazione di un'area pedonale per passeggiare alla scoperta di antiquari e gastronomie. E con un Orto botanico piantumato a rose, visto che “il roseto per tradizione è l'angolo riservato alla poesia”.
Mentre c'è attesa per le prossime mostre che concluderanno il bicentenario - “Brera e la guerra”, dal 10 novembre al 21 marzo 2010, e “Carlo Crivelli e Brera”, dal 25 novembre al 28 marzo prossimi - la voce che si alza sempre più convinta è che la grande crisi sia ormai alle spalle. Speranza o realtà, lo si vedrà presto. (elena percivaldi)
[exibart]
LA NOTIZIA E' PUBBLICATA SU EXIBART:
http://www.exibart.com/notizia.asp?IDNotizia=29015&IDCategoria=204
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La "Navigatio Sancti Brendani", ossia la Navigazione di san Brandano, classico della letteratura medievale, ha vinto l'Edizione 2009 del Premio Italia Medievale bandito dalla prestigiosa Associazione Culturale Italia Medievale (AICM). Il Premio ha ricevuto il riconoscimetno del Presidente della Repubblica Italiana.
Il libro, edito da "Il Cerchio Iniziative Editoriali", presenta il testo latino dell'opera, la traduzione, il commento e un'ampia introduzione a cura di Elena Percivaldi, e una prefazione di Franco Cardini.
ANONIMO DEL X SECOLO
LA NAVIGAZIONE DI SAN BRANDANO
Introduzione, traduzione, note e commento a cura di Elena Percivaldi
Prefazione di Franco Cardini
pp. 224 - € 18,00
Il CERCHIO INIZIATIVE EDITORIALI
IL LIBRO
L’autore, anonimo, fu probabilmente un ecclesiastico irlandese, che si basò sul patrimonio leggendario della sua terra, inserendovi spunti di derivazione cristiana. Brandano, abate benedettino irlandese (Clonfert), è un santo, vissuto nel VI secolo: si procurò fama di navigatore fondando monasteri sulle isole tra l’Irlanda e la Scozia. Forse sbarcò, prima di Cristoforo Colombo e dei Vichinghi, nelle terre che poi si sarebbero chiamate America. Il mito lo trasfigurò, immaginandolo alla testa di una ciurma di monaci, alla ricerca di un paradiso terrestre e dei santi situato su un’isola misteriosa, facendo vari incontri con creature fantastiche di ogni tipo che fanno quasi di questo libro un precursore della letteratura fantasy. L’opera, tradotta nel corso dei secoli in varie lingue, è considerata tra le fonti di ispirazione della Divina Commedia di Dante.
L'AUTRICE - Elena Percivaldi
Medievista e saggista, nata a Milano nel 1973, vive a Monza. Giornalista professionista, critico d'arte e musicale, si occupa di storia, arte, archeologia, musica antica e classica. Collabora con numerose testate specialistiche. E' membro, tra le altre, della Società Storica Lombarda, dell'AISSCA (Associazione Italiana per lo Studio dei Santi, dei Culti e dell'Agiografia) e della Società Friulana di Archeologia.
IL PREMIO ITALIA MEDIEVALE
http://premioitaliamedievale.blogspot.com/
http://www.italiamedievale.org/sito_acim/premio_italia_medievale/2009/premio09.html
Ecco tutti i risultati della sesta edizione 2009:
Categoria A (Editoria (scrittori, editori, tipografi, grafici, librerie)
ELENA PERCIVALDI
http://www.ilcerchio.it/ilcerchio/san_brandano.htm
Categoria B Arte (pittura, scultura, artigianato, modellismo, abiti)
GIOVANNA FANTONI
http://www.arcumadducere.it/ceramiche/ceramiche.htm
Categoria C Spettacolo (attori, registi, produttori, musicisti)
PAOLO GRAZIOSI
http://www.paolograziosi.it/
Categoria D Gruppi storici (associazioni, gruppi d'arme, giochi storici)
COMPAGNIA GRIFONE DELLA SCALA
http://www.grifonedellascala.com
Categoria E Istituzioni (enti pubblici, università, musei, biblioteche)
MUSEO ARHEOLOGICO DELL’ABRUZZO BIZANTINO E ALTOMEDIEVALE
http://h1.ath.cx/muvi/sistema/mubiz/
Categoria F Turismo (agenzie, tour operator, apt)
LA VIA CAROLINGIA
http://www.viacarolingia.it/
Categoria G Multimediale (internet, web agency)
ITINERARI MEDIEVALI
http://www.itinerarimedievali.unipr.it/
Il sito dell'Associazione Italia Medievale
http://www.italiamedievale.org/
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I LOMBARDI CHE FECERO LA RIVOLUZIONE
La rivolta antiborghese di un gruppo di giovani “spettinati” e arrabbiati. Che vollero cambiare l'arte all'insegna del naturalismo, contro ogni convenzione e con molte concessioni al morboso. Inquietudini forti, ma dai contorni sfumati, in mostra a Palazzo Reale
MILANO - Correva l'anno 1862, l'alba dell'unità d'Italia. E già qualcuno storceva il naso nei confronti del nuovo assetto politico, via gli Asburgo dentro i Savoia, e con loro il prossimo trionfo del borghese senza qualità, politically correct e amante di trine e merletti, tanto moralista di facciata quanto provincialmente chiuso nella contemplazione della sua piccola “bottega”. Quel “qualcuno” era <b>Cletto Arrighi</b>, al secolo Carlo Righetti, autore del romanzo <i>La Scapigliatura e il 6 febbraio</i>, in cui raccontava la fallita rivolta antiaustrica del 1853 condotta da giovani ribelli, «vero pandemonio del secolo, serbatoio dello spirito di rivolta e di opposizione a tutti gli ordini costituiti», ormai già di nuovo e per sempre disillusi. Arrighi era il primo di una folta truppa di ragazzotti ribelli che al profumo di lavanda delle lenzuola delle stanze da letto borghesi preferivano l'odore acre e pungente dei postriboli. Gente come <b>Carlo Dossi</b>, <b>Emilio Praga, <b>Arrigo Boito</b>, <b>Iginio Ugo Tarchetti</b>, che tanto deprecava il Romanticismo italiano specie se di marca storica, quanto adorava lo strano, il deforme, il perverso e il malato fino ad elevarlo a ideale di vita. E infatti le loro furono quasi tutte vite brevi ma intense, molto <i>maudit</i>, ispirate alla <i>bohème</i> francese, con padre putativo scelto, <i>ça va sans dire</i>, <b>Charles Baudelaire</b>. Questa fu la base letteraria della Scapigliatura, che ebbe come epicentro una Milano all'epoca ancora fucina di cultura e creatività. Ma dalla carta alla tela il passo fu breve, e l'attenzione verso il vero osservato col piglio dell'anatomopatologo, senza idealizzazione alcuna ma anzi perfino didascalico nel mostrare le sue impietose brutture e imperfezioni, travolse come un fiume in piena anche l'arte. Per apprezzare quello che a ragione si può considerare l'unico movimento - Futurismo a parte - davvero e autenticamente rivoluzionario prodotto sotto la Madonnina si deve visitare la mostra allestita a Palazzo Reale, che raccoglie circa 250 opere di 38 artisti: esposizione abbastanza completa, dopo quella storica della Permanente nel 1966, soprattutto se accoppiata alla rassegna della Biblioteca di via Senato, che presenta per la prima volta il Fondo Sommaruga ricco di lettere, biglietti postali, cartoline, volumi, riviste e caricature.
A Palazzo Reale dunque incontriamo la vaporosità pastosa e il cromatismo “alla veneta” di <b>Tranquillo Cremona</b> (1837-1878): <i>I cugini</i> sfumati al punto che i contorni si dileguano mostrando volumi su cui la luce rimbalza e si rifrange come un prisma ottico, gli amanti appassionati avvinti come <i>L’Edera</i>, opere che scandalizzarono i fautori del compassato verismo del Bertini suscitando invece gli entusiasmi di <b>Medardo Rosso</b>. Tranquillo morì 41enne avvelenato dal piombo contenuto nelle tempere, che si spalmava sulle mani. Spirò in preda alla follia <b>Daniele Ranzoni</b> (1843-1889), le cui vedute del Verbano trasudano malinconia e si scompongono in virtuosistici giochi di luce. Si può poi apprezzare l'esordio scapigliato dei futuri divisionisti come <b>Vittore Grubicy</b> (<i>Ritratto di donna alla finestra</i>) o <b>Angelo Morbelli</b> (<i>Venduta!</i>), e le tappe di realizzazione del Monumento alle Cinque Giornate di <b>Giuseppe Grandi</b>. Dalla genesi “ideale” alla fine accademica, con l'eredità che la Scapigliatura lasciò -grazie all'estetica del “non finito”- nella creazione dello spazio moderno, la mostra fa riflettere su quanto questo movimento a lungo e a torto considerato “locale” abbia invece anticipato, col suo insistere sul destino di un uomo ormai solo, disilluso, alle prese con le proprie fragilità, insicurezze, manie e nevrosi, tutto il tormento tipicamente novecentesco. Allestimento forse un poco da rivedere per quanto riguarda le luci, catalogo (Marsilio) degno di lode.
Elena Percivaldi
Fino al 22.XI.2009
Scapigliatura. Un “pandemonio” per cambiare l'arte
Milano, Palazzo Reale
Piazza Del Duomo 12
+39 02875672 +39 02875672
www.comune.milano.it/palazzoreale/
a cura di Annie-Paule Quinsac
Orario: lunedì dalle 14.30 alle 19.30; martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 9.30 alle 19.30; giovedì dalle 9.30 alle 22.30.
Ingresso: 9,00 €, ridotto 7,50 €
Catalogo Marsilio
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Grazie all'amico Alberto Lombardo del Centro Studi La Runa per aver ripubblicato, tradotto in francese, un mio vecchio articolo sui Celti e il calendario. Lo trovate qui:
www.centrostudilaruna.it/quand-les-celtes-mesuraient-le-temps.html
Buona lettura!
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Ciao a tutti! Con grande piacere comunico la nascita - da pochi giorni - della fan page che mi hanno dedicato su Facebook. Ecco il link:
http://www.facebook.com/pages/Elena-Percivaldi/93783051930
La mia pagina personale, invece, è:
http://www.facebook.com/elena.percivaldi
A presto risentirci!
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di ELENA PERCIVALDI
PROMOSSI
PORTO D’ARMI... O PORTO D’ARTI. Il grande Luciano Caramel ha preso otto artisti di livello assoluto - Franco Batacchi, Ennio Finzi, Ferruccio Gard, Riccardo Licata, Gianmaria Potenza, Santorossi, Livio Seguso, Ottorino Stefani -, denominatore comune il particolare legame con Venezia, che ciascuno ha scelto come luogo dove creare le proprie dieci opere. Location straordinaria (la duecentesca chiesa sconsacrata di Santa Marta, all'interno bookshop, caffetteria e spazio conferenze) e mission not impossible: usare il Porto restaurato, luogo di approdo e scambio tra culture diverse, per dimostrare che nella Serenissima l’arte continua, come in passato, a fare la Storia. Obiettivo centrato.
UN BACON DAGLI ARMENI. Una piccola mostra gioiello in un grande gioiello architettonico. La Punta dell’Iceberg, curata da Alberto Agazzani e Edward Lucie-Smith, propone una ventina di disegni su carta di Francis Bacon che delineano una galleria di personaggi umanamente mostruosi tipici dell’iconografia del celebre pittore irlandese scomparso nel 1992. Evento e contesto di rara emozione.
BERLUSKA ÜBER ALLES. In mezzo alla bagarre elettorale, tra riforme sulle intercettazioni e il cancan mediatico delle note vicende coniugali e noemiane, il premier fa bella mostra di sé in un'installazione al padiglione russo. Un salto alla mostra di Birnbaum, ed eccolo lì, sogno (o incubo) di George Adéagbo che ne ha fatto il soggetto principe del suo intervento. Berlusconi ha il dono dell’ubiquità. C’è anche quando manca. Vizio o virtù?
BOCCIATI
FARE MONDI... O DISFARLI? Making Worlds, rassegna principe di Birnbaum collega in un’unica mostra le sedi espositive del rinnovato Palazzo delle Esposizioni ai Giardini e dell’Arsenale, e riunisce – inclusi i collettivi – più di 90 artisti da tutto il mondo, con nuove opere di tutti i linguaggi. Ma risulta inutilmente e fastidiosamente parcellizzata nonché dispersiva. Il percorso all’improvviso si interrompe per lasciare posto ad una serie di padiglioni nazionali (Cile, Turchia, Italia) e poi riprende con i lavori di Miranda July e di Lara Favaretto. In mezzo, una giungla senza capo nè coda. Disorientante e fuorviante, si esce con la sensazione di essere passati in un frullatore.
L’ARSENALE IN BARCA. Le opere esposte all’Arsenale lasciano quantomeno perplessi. Poche le cose degne di nota. Come la seconda opera, una installazione di Michelangelo Pistoletto con una serie di specchi infranti, che lo restituisce all’Arte dopo una lunga e non giustificata interruzione. Ma in mezzo a video che mostrano figurine intente ad amplessi collettivi, pareti piene di bastoni da passeggio appesi, madie colme di pani del mulino bianco, il tono generale è incline al caos. Sulla terraferma, viene il mal di mare.
100 SEXES D'ARTISTES. Prima ancora di essere allestita, è stata bocciata dagli organizzatori, direttore Birnbaum e presidente Paolo Baratta in testa. Jacques Charlier voleva esporre alcuni disegni nei quali proporre in maniera caricaturale il ritratto immaginario degli “organi di riproduzione” degli artisti che a suo avviso, a partire da Marcel Duchamp, hanno segnato l'arte del XX secolo. Il ministero della cultura belga suggerisce di esporne 100 come cartelloni in giro per Venezia. Ma il Comune nega gli spazi per le affissioni, sostenendo che «alcuni cartelloni potrebbero offendere il comune senso del pudore». La mostra è stata fatta ma una barca ormeggiata sulla Riva dei Sette Martiri, vicino ai Giardini. Lontano dagli occhi degli spettatori più pudìchi.
PREMIO ALLA CARRIERA A YOKO ONO. L’Omaggio a Yoko Ono a Palazzo Contarini del Bovolo, con tanto di megaparty e bagno di folla all’inaugurazione, ha suscitato molti sorrisi stiracchiati. Possibile che la moglie di John Lennon, scopertasi artista "di tendenza" in età ormai veneranda, meriti un Leone d’Oro alla Carriera? Poi si scorrono i nomi dei giurati e tutto diventa subito più chiaro. Pure troppo.
ORGANIZZAZIONE. Cartelli piazzati male. Indicazioni inesistenti. Il percorso dell’Arsenale buttato come capita. Difficoltà a trovare informazioni. Giravano poi voci di biglietti a costi folli (350 euro, ma stiamo scherzando?) per vedere le mostre durante i giorni dell’inaugurazione per chi, a parte i pochi fortunati, non aveva l’accredito. D’accordo che la Biennale è lunga. Ma l’arte non dovrebbe essere alla portata di tutti e non solo dei soliti noti o danarosi?
IL SINDACO CACCIARI. Infine, consentiteci una nota biografica. Siòr sindaco, ci spiega per favore per quale motivo i ponti che passano sulle calli - e non solo quelli minori: anche quelli lungo Riva degli Schiavoni tranne uno - sono privi di scivoli? Come si fa a passare con la carrozzina (i disabili) o più semplicemente con un passeggino (la sottoscritta, gravata dal dolce peso di un bimbo piccolo)? Al settimo ponte di seguito, superato solo grazie alla solidarietà di qualche gagliardo turista, mi sono arresa. Stremata. Possibile che una città che attira milioni di turisti debba essere ostaggio delle barriere architettoniche? Provvedere, please.
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01/03/2009 - L'ARGONAUTA.
In viaggio fra libri e cultura. Puntata n. 265.
1 - Focus di Antonella Ambrosioni:Lo sapevate che anche animali, piante e fiori possono essere per cosi' dire "clandestini"? Ci svelano questo aspetto ignorato dalla natura che ci circonda Marco Di Domenico autore di "Clandestini" e Michela Pasquali autrice di "I giardini di Manhattan".
2 - Cosa leggiamo stasera?:Elena Percivaldi ci consiglia un libro di storia e di arte "La nascita delle mostre" di Francis Haskell.
3 - Non solo libri di Riccardo Paradisi:"Leggere" per capire le tendenze del mercato editoriale.
4 - Scaffale delle muse (libri e scienze) di Elio Cadelo:Una "Storia della matematica" per cercare di uscire dal nostro analfabetismo scientifico.
5 - All'insegna del libro proibito di Riccardo Paradisi:I due milioni di tedeschi morti dopo la fine della guerra di cui parla "Naufraghi della pace" a cura di Guido Crainz, si possono definire un olocausto dimenticato, o no?
6 - Fame usurpate di Marco Cimmino:Ricordiamo i 90 anni del senatore a vita Giulio Andreotti, con questo ritratto controcorrente.
7 - In cauda venenum:Il professor Attilio Mastino cita un motto latino inedito, perche' solo di recente scoperto in Africa.
[ ASCOLTA LA PUNTATA ]
http://www.radio.rai.it/radio1/argonauta/archivio_2009/audio/argonauta2009_03_01.ram
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Splende a Venezia il Breviario Grimani, capolavoro del Rinascimento fiammingo
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pubblicato martedì 3 febbraio 2009 |
PUBBLICATO SU EXIBART:
http://www.exibart.com/notizia.asp?IDNotizia=26289&IDCategoria=204
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Il Futurismo che compie cento anni e va debitamente festeggiato nella città che ne è stata la culla intellettuale. I Musei (e le fondazioni) in costruzione in città. Il rilancio del Pac e il giudizio sul predecessore Vittorio Sgarbi. Ecco la Milano che si acconcia per l’Expo del 2015. Ed ecco il suo nuovo assessore alla cultura, Massimiliano Finazzer Flory...
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pubblicato venerdì 30 gennaio 2009 Entriamo subito nel merito. Il suo programma a Milano per l’arte contemporanea.
Parto dal presupposto che occorra chiedersi in che direzione procedere. Per me, si deve andare sia avanti che indietro: indietro, perché bisogna “fare” la storia dell’arte contemporanea, tentare di comprendere l’arte che finora non abbiamo compreso per capire cosa sta succedendo oggi; avanti, perché dobbiamo cercare nuovi orizzonti nei quali siano comprese anche le nuove tecnologie. Mi piacerebbe ad esempio fare una mostra di videoinstallazioni per ragionare e riflettere sul rapporto tra estetica e tecnica. Oggi lo trovo indispensabile. Il difetto meneghino che vuole correggere subito. Milano deve “fare sistema”, e lo dico senza retorica. Credo fermamente che sia indispensabile creare un coordinamento tra galleristi, collezionisti, mercanti d’arte, critici e artisti senza dimenticare il pubblico. Agli artisti, in particolare, soprattutto giovani, bisogna offrire visibilità rompendo il mercato dei soliti noti. Purtroppo è ormai passato il concetto che il bello debba per forza costare molto, e che quindi se un’opera costa molto automaticamente è bella. Ma chi l’ha detto? L’arte è arte in sé, nel momento in cui si quantifica il valore dell’arte contemporanea in denaro, la storia è bell’e finita. Scacco alla crisi di idee in due mosse. La prima? Investire molto sulla formazione. A gennaio al Pac ho organizzato un ciclo di incontri sul tema Che cos’è il contemporaneo. Alla fine ci sarà un dibattito al quale potrà intervenire anche il pubblico. L’arte e la cultura non possono viaggiare a compartimenti stagni. La seconda? Ho creato subito una Commissione per la Liberazione della Cultura e ho chiamato a parteciparvi trenta intellettuali che stimo molto e che credo daranno un impulso decisivo al rilancio culturale di Milano. Come artista ho invitato Debora Hirsch, che esprime alla perfezione il tipo di figura alla quale guardo in questo momento. Brasiliana di nascita ma milanese d’adozione, ha una formazione scientifica ma come artista è poliedrica e ama sperimentare ed esprimersi con linguaggi tra loro diversi. Proprio come ho sempre fatto io. Problema spazi. O mancano, o sarebbero da rilanciare. Da dove cominciamo? Dal Pac. Molto sinceramente, penso che debba essere ripensato con una strategia che proceda secondo un doppio binario: da un lato, deve tornare a ospitare mostre non scontate ma originali sia per forma sia per contenuto; dall’altro, deve essere reso internazionale, diventare un po’ il laboratorio del nostro mondo, che cambia in continuazione. Museo del Novecento di Italo Rota, a che punto siamo? Il Museo del Novecento è molto atteso perché offrirà a Milano un luogo di rappresentazione della modernità , di una storia aperta alla libertà. Perché siamo tutti figli del Novecento. Sarà un museo connesso non solo idealmente ma concretamente al contesto urbano al fine di una fruttuosa interazione con gli altri asset culturali della città. Verrà inaugurato entro il 2011, quasi certamente nel 2010. La parte della collezione che riguarda il primo Novecento è di grande valore e non vi è dubbio che in questo museo sarà anche protagonista Lucio Fontana, presente con opere impareggiabili. Cosa sarà, invece, la Città delle Culture di David Chipperfield negli spazi dell'ex-Ansaldo? Il cantiere procede regolarmente? La Città delle Culture in primo luogo è Milano. Gli spazi dell’ex Ansaldo potrebbero riconoscere finalmente che l’identità di questa città è plurale, non indifferente alle differenze. La riconversione creativa di un’area industriale è la grande occasione per ripensare alla parola cultura attraverso una logica capace di coniugare l’estetica e l’etica delle idee e delle opere. Naturalmente il progetto oggi soffre di una scena internazionale e nazionale che dal punto di vista economico e finanziario non è favorevole, ma è nostra volontà andare avanti con determinazione. A proposito di nuovi spazi, è in costruzione la Fondazione Prada, a opera di Rem Koolhaas, e sono in piena attività le fondazioni Pomodoro e Trussardi. Qual è il giudizio sul lavoro dei privati in città e come imposterete una collaborazione? Le fondazioni non sono solo dei soggetti privati, ma hanno iscritto in se stessi uno statuto di relazionalità con il territorio. Il terreno di collaborazione tra il pubblico e il privato non può che essere perciò proprio il territorio interpretato attraverso simboli e segni in grado di fornire fattori di sviluppo al contesto urbano. Ovviamente ritengo non solo legittimo ma doveroso il fatto che venga riconosciuta all’Istituzione che rappresento il compito di disegnare strategie e offrire sistemi culturali al fine di facilitare la produzione creativa delle Fondazioni. Gli eventi top dell’immediato futuro. Punteremo moltissimo, com’è logico, sul Futurismo, visto che nel 2009 ricorre il centesimo anniversario dalla pubblicazione del Manifesto di Marinetti. Abbiamo in programma la grande mostra di Palazzo Reale, ma sarà solo uno degli oltre cento eventi che faranno rivivere il Futurismo in maniera significativa e suggestiva in tutta la città, dal centro alle periferie. Musica, teatro, letteratura, danza in luoghi inaspettati. Per dare una visione poliedrica e sfaccettata di un movimento artistico che è stato centrale per Milano e ancora oggi non ha smesso di esercitare la sua influenza. Poi all’inizio della primavera, il 21 marzo, ci sarà la prima Giornata della Lettura: tante iniziative per riscoprire il piacere del libro che raggiungeranno il culmine nella “Notte bianca” con letture in biblioteca a lume di candela. E per l’arte contemporanea? A maggio un grande appuntamento dedicato al rapporto tra scienza e arte contemporanea. Giudizio secco sul suo predecessore, Vittorio Sgarbi. Senza polemica: lo Sgarbi uomo è molto migliore dell’immagine che egli dà di se stesso. Da assessore si è mosso sempre cercando di attirare l’attenzione su Milano, ma io credo che se questo è stato possibile, è perché Milano è bella in sé e per sé e ha molto da offrire di suo. L’ho scoperto anche io raccontando le bellezze inconsuete di Milano in una serie di libri pubblicati da Skira. Quindi andrà coi piedi di piombo… No! Anche io oso e sono, per così dire, temerario... Ma i rischi che voglio correre sono su cose concrete. In direzione della formazione in primo luogo, e della creazione di un lavoro di équipe che sia in grado, come dicevo prima, di “fare sistema”. Poche chiacchiere, insomma, e rimboccarsi le maniche. Il suo motto? Una frase di Pascal che amo molto: “Per conoscere le parti bisogna conoscere il tutto, per conoscere il tutto bisogna conoscere particolarmente le parti”. Ogni parte di Milano ha già in sé un’idea della città. Non resta che individuarla e svilupparla. articoli correlati Liberazione della cultura, da esterni un comitato per dialogare con l'assessore Finazzer Flory Celant al Pac a cura di elena percivaldi *articolo pubblicato su Exibart.onpaper n. 54. Te l’eri perso? Abbonati! [exibart] |
PUBBLICATO SU EXIBART:
http://www.exibart.com/notizia.asp?IDNotizia=26233&IDCategoria=45
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fino al 15.III.2009 Scheletri danzanti, cadaveri di persone in vita appartenuti ai ceti più diversi che girano in tondo, a ricordare che la morte è uguale per tutti. E che colpisce sempre senza ritegno. Ecco il tema della “danza macabra”, che si diffuse nell'Europa tardo-medievale e divenne un “classico”...
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pubblicato giovedì 29 gennaio 2009 |
PUBBLICATO SU EXIBART:
http://www.exibart.com/notizia.asp?IDNotizia=26221&IDCategoria=1
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fino al 15.II.2009 Piccolo è bello, e di gentile aspetto. Così le opere colte di Girolamo il miniatore, che amante dei libri lo era di nome e di fatto. Un’arte calligrafica e raffinata la sua, che cita Mantegna e Perugino. Ma non senza un tocco di originalità...
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pubblicato mercoledì 28 gennaio 2009 |
PUBBLICATO SU EXIBART:
http://www.exibart.com/notizia.asp?IDNotizia=26210&IDCategoria=1
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fino al 22.II.2009 Viaggio nel Belpaese. Con William Turner, il più grande paesaggista di tutti i tempi, a far da guida. Quadri sublimi, che risentono delle suggestioni antiche, di Ovidio e Virgilio, e contemplano fasti perduti. Raccolti in una mostra impeccabile ma fredda. E l’emozione?... |
pubblicato mercoledì 21 gennaio 2009 Le sontuose e terribili rovine di Roma, i sinuosi e arcadici paesaggi della campagna italiana. Ma anche la luce tenue e vibrante della laguna di Venezia, colta nei suoi scorci più intimi e raccolti. Questi gli highlights della mostra Turner e l’Italia, che espone un’ampia selezione di oli, acquerelli, tele, disegni e incisioni del grande pittore inglese che rivoluzionò l’arte di ritrarre il paesaggio, superando i limiti della raffigurazione prospettica e restituendo gli aspetti più segreti dello spettacolo della natura.
dal 15 novembre 2008 al 22 febbraio 2009
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restauri Una terracotta del Quattrocento stranamente ben conservata. Un’indagine dell’Opificio fiorentino in quel di Fiesole. Per scoprire che quella Madonna e quel Bambino sono opera di Brunelleschi...
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pubblicato martedì 23 dicembre 2008 |
PUBBLICATO SU EXIBART:
http://www.exibart.com/notizia.asp?IDCategoria=51&IDNotizia=25935
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E' uscito il mio nuovo libro. Si tratta dell'edizione, con traduzione, testo latino a fronte, commento e ampia introduzione, della "Navigatio sancti Brendani", testo anonimo del X secolo composto con molta probabilità da un monaco irlandese e che narra la peripezie di san Brandano e dei suoi monaci alla ricerca della "Terra repromissionis sanctorum", la terra promessa dei santi.
Un classico assoluto della letteratura medievale. Prefazione di Franco Cardini.
Anonimo del X secolo
La Navigazione di san Brandano
A cura di Elena Percivaldi
Prefazione di Franco Cardini
Ed. Il Cerchio, Rimini
pp. 224, euro 18
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NE PARLANO:
GR2 (RAI RADIO 2): INTERVISTA (9 gennaio 2008, ore 19.30) Dal minuto 20' 14''
http://www.radio.rai.it/radio2/gr2.cfm#
ASSOCIAZIONE CULTURALE ITALIA MEDIEVALE
http://medioevo.leonardo.it/blog/la_navigazione_di_san_brandano.html
IL SECOLO D'ITALIA p. 8
http://www.alleanzanazionale.it/public/SecoloDItalia/2008/12-dicembre/081214.pdf
ARIANNA EDITRICE
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=23436
GRUPPI ARCHEOLOGICI DEL VENETO, p. 12-13:
http://www.gruppiarcheologicidelveneto.it/VA129.pdf
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http://www.classicaonline.com/inviato/appuntamenti/09-12-08.html
Di Elena Percivaldi
Si dice sempre che alle prime teatrali non bisogna mai indossare il viola, che porta sfortuna. Ma anche l’eccessiva sobrietà, per quanto scelta semiobbligata in un momento di crisi, non sembra attirare il favore degli Dei su una stagione che parte decisamente con il piede sbagliato. Pochi fiori, poco sfarzo, in sala anche abiti “reciclati” dagli anni precedenti. E basterebbe questo, forse, a dare un’idea del clima dimesso che si respirava nella prima scaligera. Una serata terminata con soli otto minuti di applausi, e in una tempesta di fischi.
Quanto questi ultimi fossero meritati e quanto invece organizzati, è questione che sarà dibattuta a lungo. Certo, ha pesato e non poco la scelta (ancora non ufficialmente giustificata) da parte del maestro Daniele Gatti di accantonare, il giorno prima dell’esordio, Giuseppe Filianoti nel ruolo eponimo. I fan del tenore, presenti in massa nel loggione, si sono fatti sentire, cominciando nel primo atto e finendo all’ultimo. Ma c’è da dire che, in scena, una delle più possenti e magnifiche partiture verdiane veniva maltrattata ai limiti del ridicolo da alcuni interpreti totalmente fuori ruolo, svilita da una regia nel complesso soporifera e non del tutto esaltata da una direzione corretta ma non sempre (preludi a parte) emozionante.
Verdi, che lo si voglia o no, è sempre politico. E non solo quando scrive il “Nabucco” o i “Lombardi”. Lo è nella Trilogia (che si metta alla berlina la morale piccolo borghese o i vizi dei potenti, non cambia) e lo è anche nel “Don Carlo”. Dove l’aspro conflitto personale padre/figlio per motivi di cuore si trasforma progressivamente in aperta ribellione di quest’ultimo all’assolutismo del sovrano. Don Carlo si erge a paladino delle libertà dei popoli (in questo caso i Fiamminghi) oppressi. E sacrifica a questa sua missione anche l’amore. Quella che ne è stata data da Gatti è, purtroppo, una lettura piuttosto monolitica, che privilegia gli aspetti eroici, schilleriani appunto, di un lavoro invece assai più terribile e complesso, penalizzandone gli accenti umani e personali . Più tragedia “pubblica”, insomma, che “privata”. E la resa di quest’ultima viene lasciata unicamente alla qualità (molto discontinua) degli interpreti.
Due-parole-due su regia e scenografia, entrambe firmate da Stéphane Braunschweig. La messa in scena è minimal, senz’altro elegante ma senz’anima. E a volte persino ridicola, quando nell’autodafè fa involare (letteralmente) il piccolo Carlo verso il cielo da funi invisibili. Richiamo alla macchinalità barocca? Mah, secondo noi solo colpo ad effetto oleografico. Unico tocco geniale: la presenza di bambini come “doppi” dei protagonisti, a ricordare il contrasto eterno tra l’Età dell’oro e il Paradiso della fanciullezza, che si perderanno nel cinismo e nella delusione quando si cresce. Sinceramente suggestiva invece la scena finale, con Don Carlo che si addormenta sull’avello di Carlo V riparato dal suo mantello imperiale. Bellissimi e sfarzosi i costumi cinquecenteschi di Thibault van Craenenbroeck, tocco di filologia riservato ai nobili. Per il coro della plebe, ecco invece abiti della Spagna franchista, a ricordare quanto l’immortalità dei temi verdiani (qui l’oppressione dei potenti) superi le barriere del tempo.
L’americano Stuart Neill ha preso tra le polemiche il posto di Giuseppe Filianoti e la scelta purtroppo non si è rivelata vincente. Totalmente privo del physique du rôle – una montagna grande e grossa a rappresentare il malaticcio, pallido e nevrotico don Carlo - risulta molto poco credibile come amante struggente ed eroico sobillatore di popoli (soprattutto per chi ha in mente un Domingo o un Carreras). Goffo e sgraziato, l’Infante di Spagna sembra un ragazzotto esploso troppo in fretta. E alla fine risulta grottesco. Pure vocalmente non è a suo agio. Poco smalto, emissione a tratti sentorea, acuti un po’ strozzati. Decisamente, da rimandare. Non troppo meglio l’Elisabetta di Fiorenza Cedolins, regale sì ma pure troppo, al punto da risultare immobile come una stella fissa. Nell’interpretazione non emoziona, nell’esecuzione non sbaglia nulla ma si limita al compitino da 6 politico. E risulta fredda. Incapace di riscaldare i cuori, anche nei momenti di maggior pathos.
Decisamente meglio Dalibor Jenis, un Rodrigo dotato di voce limpida, che non crolla, e buone capacità attoriali. Forse un tantino esacerbato il suo “giovanile ardore”, meglio sarebbe stato riequilibrare i toni conferendo al personaggio una maggiore dignità aristocratica. Ma nel complesso ascoltabilissimo e guardabilissimo. Imponente il Filippo II di Ferruccio Furlanetto, ormai tanto abituato al ruolo che quasi ci si identifica. La sua statura è esattamente così come l’avrebbe voluta Verdi: immensa, nel bene e (soprattutto) nel male. Il suo è un imperatore tutt’altro che monolitico. Se infatti impressionano i suoi toni gravi, che lo portano a farci intravvedere l’inferno, il suo Filippo riesce per un attimo ad essere umano quando si strugge di delusione per l’amore non ricambiato della consorte e per il tradimento del figlio. Furlanetto lavora di scalpello intorno al personaggio come con una scultura a tutto tondo. Indimenticabile. Dolora Zajick è una Eboli di primissima categoria, dotata di acuti potenti e imperiosi che la rendono magnifica nell’esprimere rabbia e vedetta. Non altrettanto, invece, nelle parti leggere come i vocalizzi della “canzon saracina”, che peccano di fluidità e risultano poco ariose. Disastroso il Grande Inquisitore di Anatolij Kotscherga. Registro centrale floscio, acuti strozzati e gravi inesistenti. Da dimenticare, senza se e senza ma. Benino i ruoli di contorno, ottimo il coro di Bruno Casoni: come sempre, una sicurezza.
Foto: Marco Brescia – Teatro alla Scala
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GIUSEPPE VERDI, DON CARLO
Dicembre 2008: 07, 10, 12, 14, 16, 19, 21 Gennaio 2009: 04, 08, 11, 15
Nuova produzione Teatro alla Scala. Direttore DANIELE GATTI
Personaggi e Interpreti:
Filippo II Ferruccio Furlanetto Matti Salminen
Don Carlo Stuart Neill Giuseppe Filianoti
Rodrigo
http://www.teatroallascala.org
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Dalibor Jenis Thomas Johannes Mayer
Il grande inquisitore Matti Salminen Anatolij Kotscherga
Un frate Diogenes Randes Gabor Bretz Petri Lindroos
Elisabetta di Valois Fiorenza Cedolins Micaela Carosi
La principessa d'Eboli Dolora Zajick Anna Smirnova
Tebaldo Carla Di Censo Roberta Canzian
Conte di Lerma Cristiano Cremonini Ki Hyun Kim
Araldo reale Carlo Bosi Ki Hyun Kim
Voce dal cielo Julia Borchert Irena Bespalovaite
Sei deputati fiamminghiFilippo Bettoschi Davide Pelissero Ernesto Panariello Chae Jun Lim Alessandro Spina Luciano Montanaro
, regia e scene Stéphane Braunschweig, costumi Thibault van Craenenbroeck.
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fino al 25.I.2009
Medioevo a Trieste
Trieste, Castello di San Giusto
Non solo Svevo e Joyce. Tra monete, pergamene, affreschi e sculture gotiche, ecco il volto medievale, inconsueto, della città che fu il porto degli Asburgo. Sospesa tra castello e cattedrale...
di ELENA PERCIVALDI
pubblicato martedì 9 dicembre 2008
http://www.exibart.com/notizia.asp/IDNotizia/25748/IDCategoria/1
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MAO SOTTO LA MOLE
A Torino apre il Museo d’Arte Orientale. 1500 reperti, cinque sezioni, tre piani. In un palazzo antico, reso trendy da un cubo di vetro. Un viaggio multimediale. Dal Sol Levante all’Islam...
di ELENA PERCIVALDI
pubblicato giovedì 4 dicembre 2008
L’attrazione di Torino per l’Oriente non è certo una novità dell’ultim’ora. Già nel Cinquecento il buon Carlo Emanuele I aveva infatti promosso studi in tal senso. Oggi, oltre al celeberrimo Museo Egizio, la città è sede di una delle più importanti università italiane, nota a livello mondiale per una signora tradizione di studi di sanscrito grazie a nomi quali Gaspare Gorresio (1808-1891), fondatore dell’indologia italiana e titolare dal 1852 della prima cattedra in Italia di Lingua e Letteratura Sanscrita, Mario Vallauri (1887-1964), iniziatore degli studi sui miti contenuti nelle antiche storie dei Purana, e Oscar Botto, scomparso nell’agosto scorso, grande esperto di buddismo. Ma non basta. Da Torino sono partite importanti attività archeologiche, culminate nella creazione del Centro Ricerche Archeologiche e Scavi di Torino per il Medio Oriente e l'Asia e nell’ultimo nato, il Cesmeo - Istituto Internazionale di studi asiatici avanzati.
A ospitare il MAO è la settecentesca residenza nobiliare di Palazzo Mazzonis, posta nel cuore del quadrilatero romano, in passato oggetto di ruberie e devastazioni che lo hanno praticamente svuotato, e che ora grazie al suggestivo allestimento firmato dall’architetto Andrea Bruno rinasce in un modo che farà tendenza: il cortile interno, coperto da un cubo trasparente, come una soglia immaginaria traghetterà come una sorta di Caronte di vetro il visitatore dal suo mondo di certezze e pragmatismi occidentali in quello, spirituale e impalpabile, dell’Oriente. E cosa troverà il curioso voyageur ad attenderlo? Ben 1500 opere provenienti da diversi paesi dell'Asia, la sintesi in tre piani di un Continente.
Il viaggio parte, al primo piano, dall’India con le grandi teste di Buddha in arenaria rossa e le statue di divinità come Tara, Shiva (Maheshvara) e la consorte Parvati (Uma). Si prosegue lungo il sudest asiatico con le petrose sculture Khmer di Angkor e il legno e bronzo, laccati e dorati, birmani e thailandesi (X-XVIII secolo). Tra questi campeggia il monumentale Buddha coronato di legno alto oltre 180 centimetri e intagliato, meraviglia più unica che rara, in un unico tronco.
Niente sete fruscianti, ma il variegato vasellame prodotto in oltre duemila anni di storia, dal 3.000 a.C. al 900 d.C., si troverà invece nella sezione cinese, che insieme alle tante statuette funerarie presenta pezzi unici come gli originali cammellieri e mercanti dei periodi Han (206 a.C.-220 d.C.) e Tang (618-907) che rivelano l'influenza esercitata dal mondo occidentale attraverso le vie commerciali. Tra gli oggetti più belli, ci sono anche la preziosa brocca con coperchio a testa di fenice in gres porcellanato, dell’epoca della Dinastia Sui (inizio VII secolo), e la statuina di uno straniero dal volto velato - forse un cammelliere persiano o un sacerdote zoroastriano intento a officiare il rito del fuoco -, rarissimo perché modellato a mano mentre di solito questi oggetti erano realizzati a stampo.
Purtroppo le distruzioni operate in Tibet nel corso della Rivoluzione Culturale cinese hanno disperso moltissime testimonianze della civiltà himalayana. Ecco perché visitare il secondo piano – dove è allestita la sezione dedicata alla regione stessa– consente di prendere coscienza della tragedia avvenuta (e tuttora in corso), che rischia di risolversi in un vero e proprio genocidio culturale. Si entra nel mistico con l’arte buddhista tibetana ispirata ai tantra: sculture in legno e in metallo, strumenti rituali decorati e dipinti a tempera su tessuto (thang-ka) databili dal XII al XVIII secolo, ma soprattutto due splendidi manoscritti del XV secolo, che si affiancano a una delle maggiori raccolte europee di copertine lignee dei volumi del Canone Buddhista Tibetano (bKa'-'gyur) intagliate e dipinte. Pezzi veramente suggestivi.
Dall’Estremo Oriente all’Islam il passo è più breve di quanto non sembri. Almeno a guardare le ceramiche prodotte in medio oriente tra il IX e il XVII secolo, che citano la porcellana cinese e influenzeranno a loro volta le maioliche e faenze italiane. Basta salire al terzo piano, ed ecco la ricca collezione di vasellame e piastrelle invetriate che ci fa intravedere lo splendore delle grandi lussuose costruzioni di Isfahan, Samarcanda e Istanbul. Qui il colore e i temi denunciano l’incontro tra mondo arabo e civiltà artistica bizantina e sasanide, esaltati nei prodigiosi elementi decorativi: ornati geometrici che esplorano tutte le possibilità della simmetria piana, ma anche arabeschi che richiamano elementi fitomorfi del mondo tardo-antico assumendo però la valenza mistico-religiosa della declamazione - tramite l’arte calligrafica - del Corano. Che dire poi di fronte ai manoscritti arabi in caratteri cufici su pergamene del X secolo, ai cinquecenteschi volumi miniati persiani e ai soffici velluti ottomani degli inizi dell’Ottocento?
Il viaggio finisce nel Sol Levante. Nelle due sale al primo e secondo piano della manica laterale troviamo statue lignee di ispirazione buddhista - come l'imponente Kongo-rikishi (alto ben 230 cm e scolpito in legno di cipresso) raffigurante un dvarapala, ossia il guardiano del monastero -, tre armature samurai ma soprattutto i diafani paraventi seicenteschi che descrivono templi ed edifici dell'antica Kyoto e illustrano eventi dell’epica giapponese.
Lievi come ninfee, volano infine i ventagli dipinti e traslucono le xilografie policrome settecentesche che, insieme alla ricca collezione di oggetti laccati, restituiscono l’immagine del Giappone come quella di un mondo fluttuante e sospeso. Ex Oriente lux, si dice spesso. Da dicembre, a Torino, questa luce illuminerà un po’ anche noi.
elena percivaldi
Inaugurazione giovedì 4 dicembre 2008 ore 20.30-24
MAO - Museo d’Arte Orientale
Via San Domenico, 9/11 - 10122 Torino
Info: tel. +39 0114429523; www.arteorientaletorino.it
*articolo pubblicato su Grandimostre n. 1. Te l’eri perso? Abbonati!
[exibart]
PUBBLICATO SU EXIBART: http://www.exibart.com/notizia.asp/IDNotizia/25687/IDCategoria/1
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Un classico assoluto della letteratura medievale. Prefazione di Franco Cardini.
Anonimo del X secolo
La Navigazione di san Brandano
A cura di Elena Percivaldi
Prefazione di Franco Cardini
Il Cerchio, Rimini, 2008, pp. 224, euro 19
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fino al 30.XI.2008 Tra brughiere brumose e pianure solcate da fiumi, i protagonisti del ramo cadetto dei Gonzaga riemergono finalmente dalle nebbie padane. Personaggi di spicco, come Vespasiano e Giulia, tutti da riscoprire. E a Mantova, un cammeo... di Elena Percivaldi |
pubblicato giovedì 20 novembre 2008 Li hanno ribattezzati i Gonzaga delle nebbie perché, invece che sulle sponde del Mincio, avevano stabilito i loro domini nella vasta brughiera che si estende tra Oglio e Po. Tra filari di pioppi, pianure infinite declinanti verso le acque del Grande fiume, caldo afoso e zanzare d’estate e brume ovattate d’inverno, il ramo cadetto della grande dinastia mantovana qui iniziò le sue vicende nel 1478, anno in cui Ludovico II morì di peste. Fu allora che si svilupparono i rami collaterali dei Gonzaga, che già governavano su località staccate dal marchesato e che andarono configurandosi sempre più come feudi indipendenti. Uno di questi, originatosi dal terzogenito di Ludovico, Gianfrancesco, comprendeva i borghi di Gazzuolo, San Martino dall’Argine, Bozzolo, Pomponesco, Isola Dovarese, Ostiano, Commessaggio, Rivarolo Mantovano e Sabbioneta: luoghi che conservano un aspetto architettonico nobile ed elegante, a dimostrazione del ruolo non di mera appendice del potere, ma di centro nevralgico, soprattutto culturale e artistico.... LEGGI TUTTA LA RECENSIONE SU EXIBART: http://www.exibart.com/notizia.asp/IDNotizia/25492/IDCategoria/1 |
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E' uscito il mio nuovo libro. Si tratta dell'edizione, con traduzione, testo latino a fronte, commento e ampia introduzione, della "Navigatio sancti Brendani", testo anonimo del X secolo composto con molta probabilità da un monaco irlandese e che narra la peripezie di san Brandano e dei suoi monaci alla ricerca della "Terra repromissionis sanctorum", la terra promessa dei santi.
Un classico assoluto della letteratura medievale. Prefazione di Franco Cardini.
Anonimo del X secolo
La Navigazione di san Brandano
A cura di Elena Percivaldi
Prefazione di Franco Cardini
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NE PARLANO:
GR2 (RAI RADIO 2): INTERVISTA (9 gennaio 2008, ore 19.30) Dal minuto 20' 14''
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ASSOCIAZIONE CULTURALE ITALIA MEDIEVALE
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IL SECOLO D'ITALIA 12 dicembre 2008 p. 8 - SEGNALAZIONE
http://www.alleanzanazionale.it/public/SecoloDItalia/2008/12-dicembre/081214.pdf
IL SECOLO D'ITALIA 01 gennaio 2009 p.8 - RECENSIONE
http://www.alleanzanazionale.it/public/SecoloDItalia/2009/01-gennaio/090110.pdf
ARIANNA EDITRICE
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=23436
GRUPPI ARCHEOLOGICI DEL VENETO, p. 12-13:
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IRLANDAONLINE:
http://www.irlandaonline.com/notizie/notizia.asp?ID=1231329012
Giornali, siti e altri amici che parlano di me e delle cose che faccio (le recensioni dei miei libri le ho linkate a parte):
http://www.archaeogate.org/classica/pubblicazione/536/elena-percivaldi-gli-ogam-antico-alfabeto-dei-celti-kel.html
http://www.storiaonline.org/mi/rassegna.1.specchio.htm
http://www.filologia.org.br/vicnlf/anais/caderno05-01.html
http://www.irlandaonline.com/notizie/notizia.asp?ID=-1035191989
http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=7114463&a=2
http://www.bibrax.org/news/news.asp?Guid=3175
http://www.bibrax.org:80/celti_druidismo/ogam.htm
http://www.antikitera.net/libri.asp?ID=222
http://medioevo.leonardo.it/blog/gli_ogam_antico_alfabeto_dei_celti.html
http://freeforumzone.leonardo.it/lofi/D6330841.html
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=17389
http://www.agensu.it/archivio/articoli/186/gli-ogam-antico-alfabeto-dei-celti
http://www.centrostudilaruna.it/ogam.html
http://medievale.splinder.com/archive/2008-02
http://www.dnetwork.it/forum/viewtopic.php?f=10&t=862
http://www.medievistica.it/index.php?option=com_content&task=view&id=158&Itemid=2
IL MIO INTERVENTO A RADIO RAI nella trasmissione NUDO E CRUDO, in onda su RADIO 1 a proposito di Halloween e dei Celti:
1 novembre, Europa tra sacro e profano
1 novembre, Europa tra sacro e profano. Ne hanno parlato al microfono di Giulia Fossà: Elena Percivaldi, giornalista e studiosa di storia antica e medievale; Flavio Zanonato, sindaco di Padova; Marino Niola, Professore di Antropologia Culturale all'Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa di Napoli; Sonia Oranges, giornalista de 'Il Riformista'; Alberto Bobbio, capo della redazione romana di 'Famiglia Cristiana'; Ennio Remondino, corrispondente Rai in Turchia. La corrispondenza di Alessandro Feroldi sulle politiche dell'immigrazione a Pordenone.
ASCOLTA: http://www.radio.rai.it/radio1/nudoecrudo/view.cfm?Q_EV_ID=230636
ELENA PERCIVALDI, "I Celti. Una civiltà europea", 2003, Giunti (Firenze), pagine 192, euro 16.50
ACQUISTALO CON IL 10% DI SCONTO:
http://www.giuntistore.it/index.php3?SCREEN=libro&SCHEDA=1&sid=w5BNJSuwLwowzuxLJX4wizNrpOYnniok&TIPOCM=55215R
TRADOTTO IN TEDESCO (ED. TOSA)
ELENA PERCIVALDI, I Celti. Un popolo e una civiltà d'Europa, 2005, Giunti, pagine 190, euro 14.50
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Elena Percivaldi, GLI OGAM. Antico Alfabeto dei Celti, Keltia Editrice, formato 150x230 -pagine 176, euro 15
brossura, con xx tavole fuori testo in b/n
ISBN 88-7392-019-5
Il libro è il PRIMO saggio COMPLETO in italiano sull'argomento.
L'alfabeto ogamico è un originalissimo modo di scrivere che fu inventato presumibilmente intorno al IV secolo d.C. Il nome "ogam" è stato collegato a quello di un personaggio chiamato Ogme o Ogmios: per i Celti il dio della sapienza. Nella tradizione irlandese del Lebor Gàbala (Libro delle invasioni), Ogma è un guerriero appartenente alle tribù della dea Danu (Tuatha Dé Danann). Un testo noto come Auraicept na n-éces (Il Manuale del Letterato), che contiene un trattato sull'alfabeto ogam, dice: "al tempo di Bres, figlio di Elatha e re d'Irlanda (...) Ogma, un uomo molto dotato per il linguaggio e la poesia, inventò l'Ogham.”
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SOCIETA' STORICA PER LA GUERRA BIANCA
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SOCIETA' FRIULANA DI ARCHEOLOGIA
http://www.archeofriuli.it/
AISSCA - Associazione italiana per lo studio dei santi, dei culti e dell'agiografia
http://www.flashinlabs.eu/aissca/index.php
Tibet. Land of exile
di Patricio Estay
Skira Editore
pp. 224, euro 39
Volti, cerimonie rituali, frammenti di vita in seno ai templi delineano attraverso la fotografia i segni del ritratto di un mondo in cui le difficoltà morali, il fervore spirituale e la profondità d’animo vanno di pari passo con la gentilezza, l’allegria e l’immensa generosità. Le suggestive immagini in bianco e nero, fortemente spirituali, della prima parte del volume si contrappongono alle intense fotografie a colori dedicate alla realtà di tutti i giorni (centri commerciali, prostitute) pubblicate nella seconda parte. Il libro è introdotto da un accorato messaggio di pace del Dalai Lama che pone l’accento sulla grande forza d’animo con cui il popolo tibetano affronta continuamente ardue prove nel tentativo di continuare a perpetuare l’affermazione delle proprie idee e della propria spiritualità.
Inviato da: eleperci
il 30/12/2008 alle 23:38
Inviato da: eleperci
il 28/12/2008 alle 22:30
Inviato da: lorenzopellegrini
il 28/12/2008 alle 16:58
Inviato da: autonomist
il 28/12/2008 alle 16:27
Inviato da: lorenzopellegrini
il 17/12/2008 alle 16:46