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Illuminati: Metodi di controllo mentale

Post n°132 pubblicato il 07 Novembre 2011 da yatri0

Gli Illuminati possiedono i mezzi per introdurre pensieri, influenzare i sogni notturni e produrre, a quanto pare, proiezioni visive nello spazio tempo.

Hanno sponsorizzato le neuroscienze poichè la chiave finale è l’abilità di produrre il cosiddetto controllo mentale .

Il principio operativo di questa tecnologia, per il controllo mentale, è l’esistenza del ‘sesto senso’ – cioè il campo elettromagnetico del cervello. La valutazione scientifica dimostra che questo campo reagisce agli stimoli – risulta quindi “controllabile”.

Questa tecnologia di controllo mentale in mano agli illuminati non è solo in grado di leggere qualsiasi pensiero con assoluta precisione, ma soprattutto di utilizzare degli schemi prevedibili di firing neuronale (‘risonanza’) come punto di rilascio. In altre parole, possono essere inseriti pensieri nelle menti più deboli.

CONTROLLO MENTALE PROFONDO

L’affinamento del ​​processo di controllo mentale ha diverse fasi.

SCANSIONE: Le menti di alcuni individui prestabiliti ‘vengono monitorate al fine di stabilire un programma che stabilisca una lista di pattern dell’attenzione. Cioè, di abitudini. Facciamo la maggior parte delle cose senza pensarci!

Questo è il punto di ingresso. Una volta che la mappa mentale ed emotiva del “pensiero ridondante” viene redatta, la prima fase di condizionamento può inziare. Il sistema elettromagnetico di diffusione mentale interrompe un flusso abituale di pattern di firing neuronale con un breve stato di “vuoto mentale”, immediatamente seguito da un nuovo e breve modello, progettato dagli Illuminati.

Non appena il soggetto accondiscende al breve modello imposto, la durata del pattern può essere allungata in una nuova e completamente controllata serie di schemi mentali.

Questo metodo si chiama ‘acclimatazione emozionale’. -Deriva dai più elementari principi di apprendimento umano, e si differenzia dall’educazione di casa e scolastica solamente per due fatti: l’informazione viene nascosta allo studente ed essa viene trasmessa a distanza attraverso della tecnologia avanzata.

OCCULTAMENTO: Il pensiero che deve essere introdotto va nascosto: L’introduzione di idee, la presentazione di immagini che stimolano la fantasia e l’influenza emotiva delle scelte comportamentali non devono essere palesi.

Ci sono numerosi mezzi di occultamento, vi presenterò quelli più ovvi.

E’ particolarmente importante, per gli illuminati, che il mercato della pornografia sia florido. Più estremo è, meglio è. Le fantasie erotiche abitudinali sono un comodo punto d’accesso per l’inserimento di nuovi pensieri. Anche i taboo sono una buona zona di intrusione.

Un uomo che nasconde dei desideri sessuali tabu non ha alcuna fretta di mostrare il suo segreto al mondo. I pensieri indotti, oppure un qualsiasi meccanismo di controllo più profondo attuati in questo oscuro spazio, sono destinati per definizione pratica ad insinuarsi nella mente dell’individuo e ad operare ad un livello profondo.

Gli Illuminati apprezzano questo fatto, poichè rende la loro opera molto più facile. Le fantasticherie abituali forniscono la cornice ideale per la mappatura del comportamento su qualsiasi psiche.

RAZIONALIZZAZIONE: Non è sufficiente introdurre solo nuovi pensieri, idee, impulsi per attivare un controllo mentale profondo. Il “ricevitore” deve, alla fine, essere disposto ad accettarli e seguirli a livello conscio.

Gli individui influenzati dal controllo mentale decidono loro stessi di compiere la scelta psicologica imposta, di essere controllati dall’esterno. Questa è la chiave del successo dell’intero processo. La ribellione allo stesso comporterebbe un rischio.

BOMBARDAMENTO CULTURALE A 360 GRADI: Vi siete mai chiesti perché Hollywood tende a produrre più film con lo stesso tema, lo stesso materiale e lo stesso soggetto in tempi ravvicinati?

Per esempio, l’anno scorso vennero rilasciati 2 film importanti, riguardo la nona legione romana, due, sull’amicizia sessuale, e almeno tre, sulle invasioni aliene. Voglio ricordare che siamo arrivati già a CINQUE “Pirati dei Caraibi” con quello che uscirà. Cinque.

La maggior parte delle persone potrebbe pensare che si tratti di mera competizione (si potrebbe far notare però che nessun’altra casa cinematografica ha prodotto film sui pirati). I motivi reali sono ben più oscuri. La saturazione dei media comporta che milioni – a volte miliardi (come con ‘Avatar’, e soprattutto con la serie dei ‘Pirati dei caraibi’) – di persone pensino alle stesse cose, memorizzando le stesse immagini, ponendo le stesse domande, assumendo tutte insieme le nuove idee.

Vedete, anche se la precisa disposizione neurale di ogni singolo cervello è unica (ogni mente è unica), i modelli di attivazione neurale sono prevedibili. Ogni azione della mente si muove nel cervello umano attraverso un modello statistico prevedibile.

Gli illuminati utilizzano i loro soggetti per delle ricerche atte a stabilire modelli comportamentali diffondendoli tramite i media.

Una volta che viene stabilito un modello e viene deciso il punto di rilascio, il processo di inserimento dei messaggi subliminali può cominciare.

Questa procedura ha molto successo perché il pubblico felicemente abbraccia la ripetitività – facendo quindi crescere la prevedibilità- di pensieri e comportamenti.

I servizi dei media che presentano forti contenuti sessuali e violenti sono di particolare efficacia, poichè i temi che creano tensione/ansia abbassano drasticamente il livello di autoriflessione. Questo fornisce un pò di spazio alla trasmissione, che entra ed influenza la mente senza interrompere il pensiero cosciente.

Ecco un elenco di categoria di media utilizzati per la sincronizzazione e l’assuefazione del pensiero di massa:

Serie tv
Notizie principali
Romanzi popolari
I film con un tema simile
Epopee cinematografiche
Videogiochi
Giochi interattivi on line
Siti di social network
Slogan politici
Campagne religiose
Musica pop
Pubblicità
Tendenze della moda
La pornografia

Se volete la conferma dei metodi di base - si prega di consultare questo articolo, pubblicato sul Daily Mail di qualche giorno fa. Tenete a mente che questa è una versione “per bambini” di come viene in realtà utilizzata la tecnologia :

Si prega inoltre di consultare questo articolo, per maggior informazioni sulla tecnologia di mappatura dei sogni

Non ho incluso materiale o riferimenti nell’articolo, perché non conosco i dettagli tecnici. So di un sistema di diffusione “soppressore / compressore di campo” . Descriverlo sarebbe una distrazione dal punto principale e cioè che le persone dovrebbero astenersi da alcune routine mentali e comportamentali perchè ci si rende suscettibili agli effetti della macchina.

Fonte

 
 
 

GHEDDAFI ERA UN TIRANNO ?? 16 cose che i libici non rivedranno mai più

Post n°131 pubblicato il 07 Novembre 2011 da yatri0
Foto di yatri0

1 – Non vi è alcun bolletta elettrica in Libia; l’elettricità è gratuita per tutti i cittadini.

2 – Non vi è alcun interesse sui prestiti, le banche in Libia sono di proprietà dello Stato e i prestiti concessi a tutti i suoi cittadini hanno, a norma di legge, lo zero percento di interesse.

3 – Avere una casa è considerato un diritto umano in Libia.

4 – Tutti i novelli sposi in Libia ricevono 60 mila dinari (US $ 50.000) da parte del governo per acquistare i loro primo appartamento contribuendo così all’avvio della famiglia.

5 – Istruzione e cure mediche sono gratuite in Libia. Prima di Gheddafi solo il 25 per cento dei libici erano alfabetizzati. Oggi, la cifra è dell’83 per cento.

6 – Se un libico volesse intraprendere una carriera agricola, riceverebbe terreni agricoli, una casa in campagna, attrezzature, sementi e bestiame per avviare la propria attività, il tutto gratuitamente.

7 – Se i libici non fossero riusciti a trovare il sistema medico o scolastico di cui avessero avuto bisogno (in Libia), ci sarebbero stati dei fondi governativi per andare all’estero e non solo, avrebbero ottenuto mensilmente US $ 2.300 / al mese per indennità di alloggio e auto.

8 – Se un libico compra una macchina, il governo sovvenziona il 50 per cento del prezzo.

9 – Il prezzo del petrolio in Libia è di $ 0,14 per litro.

10 – La Libia non ha un debito estero e le sue riserve monetari sono pari a $ 150 miliardi (ora congelate).

11 – Se un libico non è in grado di trovare lavoro dopo la laurea lo stato paga l’equivalente dello stipendio medio per la professione. (ciò vale anche per le professioni per cui non serve una laurea)

12 – Una parte degli introiti derivanti dalla vendita del petrolio libico viene accreditato direttamente sui conti bancari di tutti i cittadini libici.

13 – Una madre che dà alla luce un bambino riceve 5.000 dollari USA.

14 – 40 pagnotte di pane in Libia costano $ 0,15.

15 – Il 25 per cento dei libici è laureato.

16 – Gheddafi rese possibile il più grande progetto mai sperimentato al mondo di irrigazione, conosciuto come il Great Manmade River project, al fine di rendere disponibile più facilmente l’acqua nella regione desertica.

http://www.stampalibera.com/?p=33631

 
 
 

Barnard: Montezemolo, ultima maschera del vero potere ( un lupo travestito da agnello)

Post n°130 pubblicato il 07 Novembre 2011 da yatri0
Foto di yatri0

Fumo negli occhi: precisamente, «il linguaggio che il Vero Potere usa per dominarci con l’inganno». Mentre ce la prendiamo con la casta politica, che ad ogni famiglia costa 350 euro l’anno, l’élite finanziaria ci sfila di tasca 20.000 euro. Paolo Barnard torna all’attacco contro gli strateghi della crisi, “smascherando” l’ultimo apprendista stregone: Luca Cordero di Montezemolo, autore di una lettera al premier. Attenzione, meglio leggere tra le righe: «L’unica persona a cui di certo non si rivolge è Silvio Berlusconi». Ben altri i veri destinatari: l’alta finanza europea e internazionale. E’ una candidatura, quella di Montezemolo, che secondo Barnard suona così: “Io sono l’uomo dei mercati, al vostro servizio; leggete la mia retorica e apprezzate il modo in cui so elencare le vostre esigenze socialmente criminose, bilanciandole col necessario fumo negli occhi ai cittadini”.

Montezemolo dice che “la politica e le istituzioni devono mettere mano ai loro stessi costi”. Peccato che, secondo Confcommercio, la politica costi ad ogni famiglia italiana appena 350 euro all’anno. «La crisi finanziaria cucinata dalle élite di cui il Cordero è membro e sostenitore ci è costata, secondo la Banca d’Italia, 20.000 euro per famiglia, come ricchezza nazionale perduta», scrive Barnard sul suo blog, in un intervento ripreso da “Megachip”. «Mettere mano alla politica ci fa risparmiare due o tre miliardi di Euro all’anno, che nei bilanci di uno Stato sono il resto del caffè. Per dare una proporzione di cosa sia un bilancio dello Stato, sappiate che l’Italia il prossimo anno dovrà trovare 300 miliardi di Euro per le scadenze sui titoli di Stato. Trecento miliardi solo per quella voce, poi c’è tutto il resto. Ok, abbasso la Casta!, così saranno 297 i miliardi da trovare».

Montezemolo vorrebbe “abolire il novanta per cento delle provincie”, ma «senza dirci dove finisce il reddito di tutte le famiglie dei dipendenti che andranno a spasso». E soprattutto: senza dirci «il motivo per cui lo Stato oggi non può permettersi di pagare stipendi a chi lavora nelle Province». Quei dipendenti ci costano troppo? Macché. Il problema è ben più drammatico: «Lo Stato non ha più una sua moneta con cui pagare senza problemi quegli stipendi, che crucialmente continuerebbero a creare economia quando quei dipendenti li spendono». E il crollo della domanda nei consumi, dopo il taglio del personale e quindi dei redditi? non è proprio montezemolo ad vere a cuore  la “domanda aggregata”, cioè la crescita italiana?

Poi: “Non possiamo più permetterci di avere un fisco che premia rendite e patrimoni”. Giusto, non fosse che, poche parole dopo, ecco come Cordero dipinge un fisco efficace: “Occorre reperire risorse da destinare all’abbattimento delle aliquote su lavoratori e imprese”. Sì, e quindi? “Con l’introduzione di una imposta permanente sulle grandi fortune e l’abolizione degli incentivi alle imprese si potrebbe tagliare in maniera radicale l’Irap”. Che è come dire, replica Barnard, che tassando i pochi grandi patrimoni italiani (non si sa quanto), ma aumentando il carico fiscale indiretto anche sulle tantissime piccole e medie imprese italiane, si può diminuire un’altra tassa sulle stesse imprese. «Non ci vuole un matematico per capire quanti pochi siano i Bill Gates italiani», mentre sono migliaia le imprese, per cui: «Indovinate da chi verrà la massa del prelievo di denaro?».

Montezemolo si ripete: “Vincolando per legge i proventi della lotta all’evasione alla diminuzione dell’Irpef, ad iniziare dai redditi medi e bassi, si creerebbero le condizioni per un positivo conflitto di interessi tra chi paga e chi evade”. Sempre più fumo, replica Barnard: «Tassare non è altro che addebitare i conti correnti del settore privato di cittadini e aziende, per cui anche qui si usano addebiti di conti correnti (le maggiori tasse incassate dalla lotta all’evasione) per accreditare gli stessi conti correnti (diminuzione Irpef). A livello aggregato la nostra ricchezza di cittadini non fa distinzione  fra persona fisica e azienda, perché è l’azienda che paga lo stipendio alla persona, e qui di nuovo si toglie e si rimette, in un giro senza senso».

Sempre Cordero auspica “un grande piano di rilancio dell’immagine internazionale dell’Italia”, come “valido argine alla speculazione”. Gli unici motivi per cui la speculazione attacca l’Italia, ribatte Barnard, non hanno nulla a che fare con l’immagine del nostro Paese. I problemi sono due: il vuoto normativo che permette «le selvagge speculazioni degli investitori contro interi Stati» e soprattutto la fragilità monetaria dell’Italia, che «come tutti i 17 Paesi dell’Euro, soffre di una debolezza catastrofica per via della sua totale dipendenza dai capitali privati per ottenere moneta». Nessuno Stato dell’Eurozona, ribadisce Barnard, può emettere Euro; la moneta comune, gli Stati devono elemosinarla dai capitali privati prima ancora di poterla spendere. «I mercati sanno benissimo che questa condizione significa che gli Stati dell’Euro sono sempre a rischio di insolvenza, visto che non possono appunto emettere il denaro al bisogno per onorare i propri debiti, ma devono affannosamente trovarlo. Da qui le speculazioni contro quelli più indebitati, ma che via via si allargheranno anche a Germania e Francia».

Quanto alle “esigenze socialmente criminose delle élite” che sarebbero nascoste nel testo, sempre per Barnard non sarebbero neppure così nascoste: “Bisogna intervenire subito sulle pensioni, abolendo quelle di anzianità e passando ad un sistema interamente contributivo”, scrive Montezemolo. “Una parte consistente dei proventi generati andranno utilizzati per investire in un welfare dedicato ai giovani e alle donne”. Secondo Barnard, il concetto enunciato è addirittura «micidiale», perché consiste nel «ribadire sempre che le risorse per cose vitali come il futuro dei nostri giovani e delle donne vanno reperite dissanguando redditi di cittadini». E non, come sarebbe giusto, «permettendo allo Stato democratico di esercitare le sue prerogative di creazione di ricchezza per i cittadini attraverso la sua spesa sovrana con moneta sovrana», come il giornalista e saggista ha più volte ribadito nel saggio “Il più grande crimine”, che denuncia la demolizione della sovranità pubblica ad opera dell’élite finanziaria mondiale.

Eliminare o comunque diminuire redditi pensionistici? «Le conseguenze sociali di questi dogmi di eliminazione dello Stato e di tassazione indiretta per reperire le risorse di cui abbiamo diritto sono ignobili», dice Barnard: «Infatti sono questi i dogmi che da almeno 35 anni stanno depredando la ricchezza comune ad esclusivo profitto di élite miliardarie. E sono anche la fonte prima della crisi economica che ci sta travolgendo». Montezemolo sostiene che “la liberalizzazione di un settore può dare impulso a investimenti e occupazione”, nonostante “le resistenze della politica per mantenerne il controllo”? «Questa è una menzogna – protesta Barnard – che mira all’esatto opposto: creare finta concorrenza e licenziare in massa. Infatti i maggiori investitori finiscono poi con l’acquisire pian piano le concorrenti minori ricreando pochi monopoli, come nel ramo della telefonia».

Giù la maschera: la «legge divina delle privatizzazioni» prescrive di «imporre una produttività sfrenata ai dipendenti», insiste Barnard: se si pensa che 10 persone possano fare il lavoro di 15 o 20, si avrà minore necessità di assumere. Senza contare che «la necessità degli investitori in questi servizi liberalizzati è di ottimizzare il denaro investito, che deve rendere più di quanto accadrebbe se fosse investito altrove». E attenzione: «Se ciò non accade, il differenziale perduto viene recuperato dall’investitore tagliando proprio stipendi e assunzioni, e aumentando le tariffe ai cittadini». Quanto agli investimenti che “il privato” garantirebbe, sono «una chimera»: dopo quelli iniziali, d’ingresso, il privato investirà «solo se c’è aspettativa di crescita (cioè di far profitti)».

In caso contrario,come ampiamente provato dalla storia «gli investitori destineranno i loro soldi alla finanza speculativa che rende spesso di più».

Agitare speranze di salvezza evocando i miracoli della privatizzazione è «criminoso», perché significa «illudere masse di disperati, di giovani, di disoccupati o sottoccupati con menzogne consapevoli», verso un unico obiettivo: il profitto delle élite. Quello a cui Montezemolo mira, citando «la più classica delle frodi contro il bene comune, come era scontato», parlando anche di una “patrimoniale sullo Stato”, ovvero “una vendita massiccia di cespiti pubblici che vada ben oltre quanto attualmente prospettato dal governo”. In pratica: la liquidazione del patrimonio pubblico a esclusivo vantaggio di grandi gruppi. E’ la ricetta classica della «svendita di beni comuni alle élite», con i danni sociali ed economici gravissimi che Barnard ha elencato nel “Più grande crimine”, svelando un piano partito da lontano: indebolire la politica, svuotare la democrazia e neutralizzare gli Stati, per poter mettere le mani – attraverso la leva finanziaria globalizzata – sul patrimonio pubblico sempre più indifeso.

«Note tragiche», infine, sulla ricetta di Montezemolo per il lavoro, che ammette la necessità di riformare gli ammortizzatori sociali, chiamando in causa la spesa sociale. Attenzione: «Non quella che produrrebbe posti di lavoro e che le élite detestano, ma solo quella che tappa i buchi della devastazione del lavoro voluta dalle élite medesime. Cioè: lo Stato non tuteli i cittadini dandogli occupazione, ma rimedi diligente ai danni dei criminali privati con gli ammortizzatori sociali». Quanto ai “licenziamenti facili” che le élite ormai esigono, anche solo per motivi di crisi economica, Montezemolo si allinea con la proposta del giuslavorista Pietro Ichino, che definisce “del tutto condivisibile e attuabile”. Ichino propone una mobilità assoluta dei lavoratori: se un’azienda è in crisi, li cede a un’altra che ne ha bisogno.

Tutto questo , in piena crisi: «A fronte di licenziamenti in massa dovuti alla crescente implosione economica», replica Barnard, «dove si troveranno tutte queste aziende floride in grado di assorbire orde di disoccupati?».

Nient’altro che fumo negli occhi, «per tenere a bada le opinioni pubbliche a fronte di futuri licenziamenti a raffica». Lavoratori spediti come pacchi postali da un’azienda all’altra? Improbabilissimo, specie di questi tempi. E comunque: «Si rendono conto Ichino e Montezemolo che tutto questo castello sono fregnacce, nel contesto di una crisi economica globale in crescita drammatica che metterà anche le aziende più floride nelle condizioni di non assumere nessuno?». Perché mai si dovrebbe sopportare tutto questo, «solo perché le élite non vogliono che sia lo Stato a creare lavoro dove uno vive, a stipendi di dignità e con formazione continua?». Lo Stato interverrebbe solo per la spesa passiva, facendo il tappabuchi, per togliere le castagne dal fuoco alle élite.

«Il fatto disgustoso – conclude Barnard – è che questi tecnocrati sanno benissimo che le loro proposte sono da una parte aria fritta e dall’altra devastanti, e noi dobbiamo sapere che il linguaggio in codice che si nasconde dietro ad esse è sempre e solo questo: “Signori investitori padroni del Paese, noi siamo quelli dalla vostra parte; tenetelo in considerazione per i prossimi incarichi in politica, accademia e finanza”. Di nuovo ci si chieda: ma perché dobbiamo soffrire tutto questo solo per il desiderio di una élite minuscola di nasconderci il potere di creazione di ricchezza e tutele per i cittadini da parte di uno Stato con moneta sovrana moderna?».

http://www.libreidee.org/2011/11/barnard-montezemolo-ultima-maschera-del-vero-potere/

 
 
 

ALLUVIONE IN LIGURIA, il mistero della Diga di Teglia

Post n°129 pubblicato il 05 Novembre 2011 da yatri0

Testimoni: "scaricata quantità eccessiva d'acqua". Documentazione acquisita dai carabinieri

AULLA / Una settimana dopo l’alluvione, tutti gli occhi continuano ad essere puntati sulla diga di Teglia (guarda il video). Nelle prime ore dopo quel maledetto 25 ottobre, alcune persone del posto hanno puntato il dito contro la diga, costruita negli anni 30. Il dubbio degli abitanti è che sia stata scaricata una quantità eccessiva d’acqua, un’autentica bomba d’acqua finita del Magra e andata a sommergere tutto quello che incontrava sul suo percorso, devastando Aulla e soprattutto Mulazzo.
I carabinieri hanno sequestrato la documentazione relativa a lunedì e martedì della scorsa settimana. Bisogna accertare se effettivamente come sostiene Edison le quattro paratoie non siano state aperte oppure se sia accaduto qualcosa di diverso. Il Corriere riferisce di residenti che dicono di aver visto “una persona aprire le paratoie manualmente”.
L’apertura delle paratoie era inevitabile vista la grande quantità d’acqua scaricata al suolo. Altrimenti rischiava di cede la stessa diga. Ma l’inchiesta dovrà verificare se effettivamente tutto si sia svolto regolarmente o ci siano stati problemi.
La diga fu realizzata nel 1921. Negli ani 30 fu acquistata dalla Falck. Veniva utilizzata per portare acqua alla fabbrica di armi di Bagnone. In principio aveva una portata di 1 milione e 200 mila metri cubi d’acqua.
Il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli ha rassicurato la popolazione: “ho parlato con il prefetto che mi ha escluso che ci sia stata un’immissione di acqua in maniera non corretta”. Quella diga, ormai vecchia 80 anni però aggiunge un ulteriore elemento di preoccupazione in vista della nuova ondata di maltempo

Leggi tutto: http://www.cronacalive.it/alluvione-il-mistero-della-diga-di-teglia.html#ixzz1cr4J77xS

 

 

Leggi tutto: http://www.cronacalive.it/alluvione-il-mistero-della-diga-di-teglia.html#ixzz1cr49XgSG

 
 
 

Governo agli sgoccioli, tocca a Gianni Letta ? La verità su Gianni Letta

Post n°128 pubblicato il 26 Ottobre 2011 da yatri0
Foto di yatri0

Fondi neri. Bustarelle. Pressioni sulla Rai e sulla Consulta. E se la piantassimo di dire (anche a sinistra) che è un 'grande statista'?

Ma certo, Gianni Letta è "un galantuomo e un servitore delle istituzioni" (Berlusconi, Pdl). E, ci mancherebbe, "un onesto servitore dello Stato" (Follini, Pd). E, figuriamoci, "gode di una stima a 360 gradi, bipartisan" (Bocchino, Fli). Per cui, ça va sans dire, "è incredibile e indegno solo avanzare dubbi sulla sua correttezza e integrità" (Lupi, Pdl).
Il noto statista di Avezzano infatti "ha sempre fatto gli interessi della collettività" (Galan, Pdl). Un santo laico, "emblema di correttezza e onestà" (Casini, Udc). "Uomo di onestà rara" (Carfagna, Pdl), con "un'attenzione continua all'interesse generale" (Marini, Pd), la cui "integrità sarà dimostrata al più presto" (Maccanico, Pd).

Piacerebbe a molti, se il loro nome finisse in un'indagine, essere immantinente ricevuti dal capo dello Stato e dal presidente della Camera. Ma questa fortuna è toccata solo a Letta, poche ore dopo l'uscita del verbale di Bisignani: "Informavo Letta delle notizie comunicatemi dal Papa (magistrato e deputato Pdl, raggiunto da un mandato di cattura, ndr.) e in particolare di tutte le vicende che potevano riguardarlo direttamente o indirettamente, come la vicenda Verdini e il procedimento che riguardava lui stesso".

E tutti a fare la faccia dell'Urlo di Munch: no, Letta no, è impossibile. Eppure, salvo casi di omonimia, deve trattarsi dello stesso Letta, allora direttore de "Il Tempo", che nel 1984 il presidente Italstat Ettore Bernabei chiamò in causa a proposito dei fondi neri Iri davanti al giudice Gherardo Colombo: "Venne a trovarmi Gianni Letta, al quale consegnai 1,5 miliardi di lire in Cct, dietro promessa di appoggio alla politica economica di Italstat". Letta ammise: "Operazione legittima. L'Iri pagava una campagna promozionale. Chi doveva dirci che i fondi erano neri?". Ma a Bernabei la campagna non risultava: "Nulla so della effettiva utilizzazione da parte del Letta di Cct per 1,5 miliardi di lire". Il processo traslocò a Roma e riposò in pace

Il nostro monumento di onestà, promosso vicepresidente Fininvest, tornò alla Procura di Milano nel '93 per confessare a Di Pietro di aver versato una mazzetta di 70 milioni al segretario Psdi Antonio Cariglia nel 1989, quand'era il lobbista parlamentare del Biscione, alla vigilia della legge Mammì: "La somma fu da me introdotta in una busta e consegnata tramite fattorino". Lo salvò l'amnistia. Un anno dopo andò al governo e parlò subito da statista: "L'ipotesi di un conflitto d'interessi tra l'imprenditore Berlusconi e il presidente Berlusconi è inesistente e impossibile

Nel 2008 finì di nuovo indagato a Roma e poi a Lagonegro per abuso d'ufficio, con l'accusa di aver appoggiato una coop vicina a Cl negli appalti dei centri di raccolta profughi e in un contenzioso fiscale (l'indagine su cui Papa spifferava a Bisignani che soffiava a Letta). Intanto veniva sollecitato dal commissario Agcom Innocenzi a darsi da fare col presidente Calabrò per bloccare "Annozero": "Tu sei l'ultima spiaggia", "Proverò a cercarlo". E quando il suo Abruzzo finì sotto le macerie del terremoto e sotto il fango della Cricca, giurò: "Gli imprenditori che ridevano la notte del sisma non hanno mai messo piede a l'Aquila, non hanno avuto né avranno un euro di lavori". Ma le indagini lo smentirono

Casomai tutto ciò non bastasse, i laudatores dovrebbero rispondere a qualche altra domanda. Che ci faceva nell'ufficio di cotale statista un piduista e pregiudicato per la maxi tangente Enimont come Bisignani? Come ha potuto un simile servitore dello Stato non accorgersi delle imprese dei suoi fedelissimi Pollari (sequestro Abu Omar), Bertolaso e bertoladri assortiti? Che ci faceva due anni fa, come svelò "l'Espresso", a cena con Berlusconi, Alfano, i giudici costituzionali Napolitano e Mazzella alla vigilia della sentenza della Consulta sul lodo Alfano? E a che titolo - come rivela Mentana con l'aria di elogiarlo - "Letta si è adoperato" per agevolare il suo passaggio a La7?

Non vorremmo che Berlusconi, dopo aver messo "le mani e anche i piedi sul fuoco per Gianni", finisse ridotto a moncherino, spianando la strada a Casini, che di mani ne ha da vendere: due le ha già bruciate garantendo per Dell'Utri e per Cuffaro, ma ora mette altre "due mani sul fuoco per Letta". A lui la Dea Kalì gli fa un baffo.

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/la-verita-su-gianni-letta/2154509

 

 
 
 
 
 

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Data di creazione: 21/02/2011
 

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