Creato da i0eroilNumero199 il 01/05/2014

PUNTO SUL VIVO...

parole pericolose come il bacio della Taranta...

 

 

Notti insonni...

Post n°23 pubblicato il 22 Maggio 2014 da i0eroilNumero199

 

La vita è possibile solo grazie alla discontinuità.

La gente sopporta la vita grazie alla discontinuità provocata dal sonno.

Una grandissima percentuale dei suicidi è da attribuire all'insonnia.

Quello che rende tollerabile la vita è l'idea che si possa uscirne di scena quando si decide di farlo.

Anche questo è un modo di sopportarla meglio, la consapevolezza di poter farla finita quando si vuole.

Sono due grandi problemi che assillano chi pensa troppo ed è sempre ipercosciente: come sopportare la vita e come sopportare se stessi..

 
 
 

Punto G ...

Post n°22 pubblicato il 20 Maggio 2014 da i0eroilNumero199

 

Quel gran “patriarca” che fu Sigmund Freud, distinse il piacere sessuale femminile, in orgasmo di tipo clitorideo e orgasmo di tipo vaginale.

Lui che era un gran sacerdote dell'ideologia patriarcale, sosteneva che il sesso vero , il sesso che caratterizza una donna psicologicamente matura era prevalentemente il sesso vaginale, scandito dalla necessaria e ineguagliabile penetrazione vaginale.

Le sue teorie ed il suo compito di sommo patriarca, erano di perorare l'utilità del membro maschile, altrimenti quasi inutile se la donna il suo piacere se lo procura con la clitoride e se per questo basterebbero anche solo le sue stesse dita o quelle di un compagno complice e a conoscenza di questi meccanismi.

Sarebbe ingiusto sostenere una delle due teorie ed escludere l'altra, Come in molte questioni la verità sta nel mezzo. Resta il fatto che per una buona sessualità bisogna conoscere e sperimentare, poi ogni uomo ed ogni donna è libero di scegliere cosa è meglio per sé.

Rimane il fatto che è palese che quelle teorie di Freud, sono state messe in discussione o anche ribaltate sostenendo che invece il piacere della donna è quasi esclusivamente clitorideo.

Non mi spiego altrimenti, se non in una visione dominante pratriarcale. la pratica della “clitoridectomia “ l'asportazione di questo “bottoncino” che era meglio eliminare, pratica vergognosa attuata in un passato recente e mi pare ancora in uso in alcune società prettamente patriarcali, dove appunto deve regnare l' egemonia dell'uomo sulla donna e in primis nella assoluta sottomissione sessuale.

Ogni donna che mi ha permesso la sua intimità, devo essere sincero, il suo primo mistero da svelare è stato sempre capire a quale delle due categorie appartenesse, a qualcuna forse ho insegnato qualcosa che neanche loro sapevano.. (scusate l'mmodestia )

 

 
 
 

Fiamme e luce.. oltre la vita..o qui?

Post n°21 pubblicato il 19 Maggio 2014 da i0eroilNumero199

 

E' sorprendente come la chiesa cattolica parli molto più spesso del paradiso che non dell'inferno.

Quando i cattolici pensano all'aldilà pensano al paradiso, dimenticandosi che invece del premio ci potrebbe essere la pena dell'inferno, da scontare in eterno.

Dopo duemila anni ci chiediamo ancora se il paradiso esiste e una risposta sicura non c'è.

L'inferno spesso è un argomento da evitare.

Gli ebrei non hanno inferno né paradiso in un ipotetico aldilà. Il loro Dio assegna questa pena o premio durante la vita terrena a seconda di come conducono la loro esistenza, si può scegliere tra una vita infernale o una vita paradisiaca e i conti si saldano subito.

Anche gli islamici come i cristiani, aspirano al paradiso o temono le fiamme eterne, ma le medaglie si assegneranno anche per loro solo nell'aldilà.

Scusa Padre Eterno, tu mi hai creato a tua immagine e somiglianza, son figlio tuo e se io pecco vuol dire che assomiglio a Te, tu Dio che diventi imperfetto perchè hai creato me, diventi fallibile anche tu ma per Te l'Inferno non c'è e per me invece si, lo hai creato, lo devo temere e per giunta se ci finisco sarà in eterno !

Potevi farne a meno di crearmi , grazie.

E gli ebrei e i buddisti come fanno a vivere senza un paradiso o un inferno, mete per l'aldilà ?

Eppure gli ebrei sono un popolo in buona salute, florido, anzi si dice che indirizzino i destini del mondo ...

 

 

 

 
 
 

Più malattie abbiamo..più ci vogliono bene..

Post n°20 pubblicato il 17 Maggio 2014 da i0eroilNumero199

 

Da qualche anno si moltiplicano le giornate dedicate a conferenze e convegni medici  dedicati a nuove malattie. Ogni giorno ne festeggiano una nuova di zecca. Dovrebbero farsi un calendario dedicato. Consultabile per onorare queste nuove entrate, ogni giorno invece di un Santo, una nuova patologia.

Nuove malattie , nuovi business.

Santa menopausa, Santa stipsi, Santa osteoporosi, Santa incontinenza..etc etc.

Forse non bastano i 365 giorni del calendario per tutte queste sante malattie.

Se siamo stati creati ad immagine e somiglianza di Dio, per la medicina attuale quel Dio doveva essere un po' claudicante.

Ma uno che diventa anziano non deve mettere in conto di diventare un po' incontinente ? E i bambini che se la fanno addosso, pure loro malati di incontinenza ?

Lo chiamano progresso ma secondo me è cambiamento, non è progresso e stiamo cambiando ma in peggio.

Einstein aveva capito tutto quando disse: “Non c'è nessun progresso scientifico e tecnologico finchè

in questo mondo ci sarà un solo bambino che piange .”

Se siamo in cotanto progresso perchè tutti si lamentano per qualcosa ?

Basta guardarsi intorno, non ne trovi nessuno che abbia qualcosa di cui rallegrasi.

Essere vivi e in buona salute, siamo esseri inutili per la medicina, meglio malaticci e tanto bisognosi di cure..

 

 
 
 

Che guaio il dono della riflessione..

Post n°19 pubblicato il 17 Maggio 2014 da i0eroilNumero199

 

L'uomo è l'unico animale che si riconosce in uno specchio.

Si riflette. Da qui la parola : riflessione.

Potremmo definirla lo spazio tra due pensieri.

Per Socrate la morte era una malattia, che poi quando arriva la morte finisce anche la malattia.

Eraclito diceva : “sono attesi gli uomini, dopo che sian morti, da cose che né immaginano né suppongono.”

Ma ci sarà un Paradiso o l' Inferno ? O il nulla ?

Epicuro risolveva tutto con una grande banalità sostenendo che: Quando ci siamo noi non c'è la morte, quando arriva la morte non ci siamo più noi. Problema eliminato.

Il dilemma vero è che sappiamo che dobbiamo morire, ma non sappiamo come e quando, in pochi attimi o dopo lunghe sofferenze?

Che guaio saper riflettere..

 
 
 

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