Creato da: tasteinmen il 12/01/2006
Avventure di un tranquillo single metropolitano, diviso tra metro, autostrade, discoteche e viaggi interessanti

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Wet Wet Wet

Post n°56 pubblicato il 06 Aprile 2006 da tasteinmen
 
Tag: VM18
Foto di tasteinmen

Quando ci mettiamo in macchina verso casa non sono sicuro di essere capace ad andare avanti. Ma devo farlo. Raccolgo le forze, mi diverto col GPS e parto. L. è nel sedile di dietro, si addormenterà fra un po'. N. finalmente accanto a me. Spero si sia divertito, sono stati momenti un po' forti x la sua timidezza. La cucina-disco, il fumo, il laser, la musica, il cibo e l'alcol. E poi tutti a torso nudo, lui no, ha resistito fino in fondo. Ho letto l'imbarazzo dei presenti alla sua ritrosia. Lo hanno lasciato in pace. Io mi sono lasciato andare. Perfino le chiacchiere al bar del piano di sopra mi avevano convinto che non c'era spazio x me. La confidenza nel lasciarsi toccare da P. mi ha dato qualche indizio. No, non ero io. No, chissà cos'erano gli sguardi agli aperitivi dopo il lavoro... forse la cravatta, forse la professionallità ostentata, la mia gaiezza mancata. Ci siamo raccontati un po'. Parla poco ormai, io ancor meno. Seguo poco la radio, devo tenermi sveglio. All'altezza di BG faccio già dei sogni, inspiro a lungo per la paura, gli tengo una mano nella sua, sulle sue gambe. Gioco con le sue dita, mi lascia fare, forse sa che devo rimanere sveglio. Scherzo col  la stoffa dei suoi jeans, abbandona il capo e sonnecchia. Mi sarei aspettato un gesto di allontanamento, invece nulla. Sposto le dita tra le gambe, voglio sentire come sta. E' già in erezione, chissà da quando. Percepisco la consistenza rigida del suo sesso ma non riesco a calcolarne al posizione, le dimensioni. Mi faccio deciso, l'afferro col palmo aperto e lo massaggio. Manda delle pulsazioni costanti, si accomoda meglio per offrirmi la sua erezione molto generosa alla base, come i suoi polsi. Rimane fasciato dai jeans. L. continua a dormire. Il mio braccio allungato a destra ormai teso, cerco una via di fuga, forse non è il caso, cosa potrei fare? Intanto il gps mi dice che devo spostarmi a destra, siamo già in arrivo. Mi prende il panico. L. è sveglio ormai, ho paura che tutto si risolva qui mentre io voglio andare avanti. Accompagno L. a casa, poi andiamo alla macchina di N. Mi dice subito che ha dormito anche se sentiva quello che facevo. Non mi scuso, ostento sicurezza sapendo che ha gradito. Ritorno sul luogo del misfatto ed è ancora duro. Scendiamo lungo le rotaie di via R. Ha la macchina al parcheggio in fondo, c'è nebbia. Accosto accanto alla sua. Non voglio che scenda. Gli accarezzo il volto, fa le fusa sul mio braccio. Gli do un bacio sulla fronte, cerco le sue labbra, crede che forse è meglio di no. Accetto i suoi timori. Gli affero il membro e continuo a massaggiarlo dall'esterno. Questa volta gli chiedo di aprire, credo non lo faccia e invece, semplicemente, non sento lo scorrere della zip, ed è lì con la patta aperta. Scosto gli slip bianchi, sento la sua carne calda, la tiro fuori. E' umida, bagnata, stretta in cima, troppo. Troppo. Sorrido quando penso che non assaggero' mai quella bava, gioco con le dita, faccio scorrere la pelle, stende le gambe e respira affannosamente. Ha la base larga e mi diverte stringerla. Non vado più giù, forse avrei dovuto. Approfitto dei suoi umori per accarezzargli la cappella, il frenulo corto che gli tiene serrato il prepuzio, lo stimolo con le dita, mi chiedo come faccia a resistermi. Mi ferma con la mano. Dice che gli manca poco. Si avvicina una macchina. Proprio ora. Si fermano a 4 metri da noi.
Avrei dovuto preseguire, incurante. E invece lo ascolto. farfuglia qualcosa. Non vuole sesso, non vuole amore, non vuole me? Sorrido e dico ok. Non siamo soli, altri nottambuli. Mi racconta qualcosa, sorrido e non ascolto. Mi sono spinto + in là di quel che immaginavo. Almeno non avrò l'imbarazzo di dirgli "è stato bello", quando so che tutta quella bavette davvero non l'avrei sopportata. Rido quando penso che sono il pionere, l'esploratore numero 1. Sono felice quando rivedo la faccia felice di P. esultare per aver aperto tutti i bottoni della sua camicia. Povera illusa.
Scende dall'auto, mi ripulisco con le salviette umide e perdo anche l'uscita dalla tangenziale x questa nebbia maledetta di una primavera ormai iniziata.

 
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F.B.I.

Post n°55 pubblicato il 06 Aprile 2006 da tasteinmen
 
Tag: VM18
Foto di tasteinmen

Dovevo smaltire il troppo bere della cena a base di aperol, vino e disco ball. Anche i due long islands istuzionali avevano fatto la loro parte. Ero stato capace di destreggiarmi tra sorrisi, abbracci e approcci inaspettati al gusto di limoncello, riuscendo anche a rovinarmi la camicia, ma almeno stavo mantenendo integra la moralità. Osservato speciale, non potevo sgarrare avevo gli occhi della platea addosso, alla prima uscita senza F., come ai tempi d'oro. Forma smagliante, camicia aperta completamente sul davanti a lasciar intravedere lo stomaco e il pelo. Ammetto di essermi girato a controllare quando ho notato il suo sguardo addosso, forse torvo, forse sguincio, fino a sciogliersi in un sorriso. I capelli rasati in sintonia con le spalle larghe fasciate dall t-shirt FBI. E intanto P. già sghignazza, tanto gioca a spogliare N. ma non ci riuscirà dopo tutti i tentativi della serata. E' il momento che apprezzo di +, il revival commerciale anni '80. Brucio l'alcol per dieci minuti e non posso fare a meno di notare che avanza tra la folla, scruta, studia, mi interroga. Vuole sapere. Vuole me. Oramai tra di noi solo un passo. Si avvicina e mi saluta. L'accento veneto, le origini vicentine, l'ormone che mi esplode. Mi dice che sono molto carino ma ripara immeditamente il colpo cheidendomi se sono fidanzato. Un corteggiamento rapido e d'altri tempi. Ha 38 anni, si chiama S. Siamo soli ora in pista. Devo muovermi. Seguendo il copione collaudato mille volte almeno, lo invito di su. Mi segue. A debita distanza. Sorpasso la fila per la cassa, sussuro un arrivo subito a L., evito gli sguardi indagatori e polemici di P. e vado su per le scale. Non mi volto per sincerarmi della sua presenza. Alzo la testa e vedo la sua maglietta  seguirmi nel riflesso dello specchio in cima alla rampa. Ho solo un attimo di esitazione, mi lascio alle spalle il mondo e le sue dicerie e mi addentro nel corridoio buio, affolato dai saldi di fine serata. C'è la fila per trovare un camerino libero, mi infilo nell'unico aperto, ha la chiusura saltata. Cerco di trattenere la porta con un mano mentre con l'altra gli afferro la testa rasata, me la spingo sul petto e gli annuso la pelle. Ci baciamo così per cortesia, mi piace, con il braccio libero stringo e sento comprimere il suo costato contro il mio. La lingua, i baci. Gli sollevo la maglietta nera FBI, il pelo corto, riccio ordinato e biondo accarezza sul ventre. Affondo la mano nel fianco mentre scendo a leccargli i capezzoli. Sospira con il capo tirato all'indietro, gli spingo il bacino in avanti e gli slaccio la cintura. Sposto la sua mano dal mio collo alla porta, ora sono libero. Gli libero l'erezione, la immagino chiara e regolare, ma l'ho già inghiottita, e ne sento la turgidità stentata e stanca. Afferro' le cosce da muratore con le due mani, lo volto  gli lecco e mordo i glutei, lisci e pallidi. Mi faccio spazio con le dita, mi sputo sul palmo e gioco un po'. Gradisce e mi lascia proseguire. Ho le gambe stanche, mi rialzo, si gira e si china a baciarmi il sesso, mi succhia calmo, come volesse assaporarmi senza fretta. Io fretta ne ho. Gli sussurro oscenità nell'orecchio mentre gli insalivo lobi e collo, scendendo dietro la nuca tra i capelli rasati. Gli alzo un braccio e lo sbatto a palmo aperto sulla parete della cabina. Ha le gambe larghe e i calzoni abbassati, una perquisizione ante litteram. Ho il palmo della mano inumidito, mi fascio il pollice di saliva e lo introduco fino in fondo. Spingo verso il basso mentre premo in avanti. Con l'altra mano gli fascio il sesso e le palle. Cerco un sincronismo, assecondo i suoi spasmi, le sue voglie. Gli lascio il gioco mentre lecco e spingo ancora. Sento la resistenza della sua prostata tesa, la solletico con decisione, ho voglia di uscire. Mi anticipa l'orgasmo a gemiti potenti, mentre i muscoli indolenziti mi fanno grugnire di fatica e piacere. Quando viene voglio sentirlo, concetro le sensazioni alla base del pollice, sento gli orifizi contrarsi ritmicamente, lenti. Ha un lungo e potente getto. Mi adagio sulla sua schiena sudata.
Quando mi rialzo mi chiede della carta. Non ho fazzoletti. Mi dice: a destra. Ho dimenticato il dispenser della carta. Deo gratias. Mi ringrazia e anticipa preseguimenti. Gli è piaciuto, gli piaccio, faccio quello che piace a lui.
Si avventura in questo territorio inesplorato, glielo lascio immaginare.
Mi precipito fuori con la mia lettera scarlatta, gli sguardi addosso, il viso sconvolti, i pantaloni strapazzati.
Quando sono giù cerco di essere indifferente, respingo gli scherzi, giuro fedeltà e andiamo verso casa.

 
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Sol Levante - il tramonto

Post n°54 pubblicato il 30 Marzo 2006 da tasteinmen
 

Beh forse doveva andare proprio così. Non ho retto all'ossessione di L. Ho cercato di spiegare, di dipanare, ma a niente è servito.
Forse mi aspettavo che accettasse quando gli ho detto che dovevamo sentirci un po' di meno.
Forse mi aspettavo che capisse quando ho rivelato che ora c'è F. da vedere e da scoprire.
Forse.
Ho subito la valanga delle sue chiamate senza risposta. Ho inferto silenzi internazionali mentre la vita di tutti i giorni mi scorreva attorno, si infiltrava nel microfono fino a raggiungere le sue orecchie tese in attesa di un cenno, di un saluto, di un i love you che non sarebbe più arrivato.

 
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The sex, the drugs and the complications

Post n°53 pubblicato il 30 Marzo 2006 da tasteinmen
 
Tag: Lyrics
Foto di tasteinmen

I was alone, falling free,
trying my best not to forget,
what happened to us, what happened to me,
what happened as i let it slip.

I was confused by the powers that be,
forgetting names and faces,
Passers by, were looking at me,
as if they could erase it.

Baby...did you forget to take your meds?

I was alone, staring over the ledge,
tyring my best not to forget,
all manner of joy, all manner of glee,
and our one heroic pledge.

How it mattered to us, how it mattered to me,
and the consequences.
I was confused, by the birds and the bees,
forgetting if i meant it.

Baby..did you forget to take your meds?

And the sex and the drugs, and the complications.

Baby..did you forget to take you meds?

I was alone, falling free, trying my best not to forget
.

 
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Inevitabile

Post n°52 pubblicato il 22 Marzo 2006 da tasteinmen
 
Tag: Musa

Ma io non resisto!! Tnx A.

NOME – A.

SOPRANNOME – tasteinmen

PROFESSIONE – troppe

ETA' – over 30

TRE AGGETTIVI PER DEFINIRTI? – metropolitano, sensuale, confuso

IL TUO PUNTO DEBOLE? – Le delusioni

SE VINCESSI UNA CIFRA SPROPOSITATA, COME LA IMPIEGHERESTI? –
Mi tolgo il trentennale dalle spalle e poi regali.

COME TI VESTI DI SOLITO? – giacca e cravatta

QUAL E' LA PAROLACCIA CHE DICI PIU' SPESSO? - cazzo,  porca puttana, vaffanculo

IL GIORNO PIU' BELLO DELLA TUA VITA? – Another day

IL GIORNO PIU' BRUTTO DELLA TUA VITA? – 31.7.1990

UNA COSA CHE TI RENDE FELICE? – ridere con gli amici

LA PRIMA COSA CHE FAI APPENA SVEGLIO? – sposto la sveglia di 15 minuti

L'ULTIMA COSA CHE FAI PRIMA DI DORMIRE? – leggo

UN SOGNO RICORRENTE? – perdere treni/aerei

PIERCING O TATUAGGI? – 2 tatoo e uno in via di elaborazione 

UN ERRORE CHE RICONOSCI? – essere impulsivo, istintivo, frettoloso

HAI MAI RUBATO? – sì

SEI CATTOLICO? – uhm...

ULTIMO LIBRO LETTO –  contemporaneamente: Esperimenti di felicità provvisoria di Matteo B Bianchi (da letto), Con le peggiori intenzioni di Piperno (da bagno)

HAI MAI FATTO UNA CANNA? - l'unica cosa che fumo

BESTEMMI? – evito e mi dà fastidio sentirle

IL BLOG PIU' BELLO? – la vita di alexis

PERCHE' HAI APERTO UN BLOG? – Psicoterapia :D

A COSA NON  SAPRESTI DIRE DI NO? – Al cibo

TI PIACCIONO LE SORPRESE? –  preferisco farle

COSA FAI SE UN GATTO NERO ATTRAVERSA LA STRADA? – se ce la faccio passo prima

LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI? – x me no

DI COSA HAI PAURA? – negli anni '80 della guerra nucleare, ora un po' di altre cose

FILM CULTO? – Le fate ignoranti

DRINK PREFERITO? – margaita frozen alla fragola

PIATTO PREFERITO? – Lonza di maiale all'aceto balsamico

PIATTO DETESTATO? – Pasta e piselli

SPORT PREFERITO? - Sub

GENERE MUSICALE – rock, pop

VAI IN DISCOTECA? – Certo

COSA TI INFASTIDISCE DI PIU'? – Le indecisioni

TI PIACE DISEGNARE? – magari! ma i tatuaggi me li disegno da solo

IL PROGRAMMA TV? – will & grace

HAI MAI FATTO A BOTTE? – Si, prese e date

LA SERATA IDEALE CON GLI AMICI? - happy hour

FRASE PREFERITA? –  L'amante appassionato aspira al ragazzo proprio come il lupo desidera il tenero agnello

QUELLA CHE TI CUCI ADDOSSO? –  Tutto scorre

UN LIBRO DA CONSIGLIARE? – Camere separate di Tondelli

IL GIOCO DA TAVOLA PREFERITO? – Trival Pursuit

LA PAROLA CHE TI ABBINANO PIU' SPESSO? – permaloso

SQUADRA DEL CUORE? – Juve

SAI PERDONARE? – Absolutely not

QUALCOSA CHE NON RITIENI GIUSTO?  - L'impoverimento progressivo

 CREDI AL PARANORMALE? – SI

IL TUO PITTORE PREFERITO? – Botero, Modigliani

UN HOBBY PARTICOLARE? – la fotografia

TI PIACI? – a volte si

GESTORI TELEFONICI? – 3

SEI FAVOREVOLE ALLA DONAZIONE DI ORGANI? - certo, mi farei tatuare il consenso

E ALL'EUTANASIA? - come sopra

E ALL'ABORTO? – chi puo' decidere?

C'E' VITA DOPO LA MORTE? - qualcosa

HAI MAI MEDITATO IL SUICIDIO? – Si

COME VORRESTI MORIRE? – monossido di carbonio

QUALI SONO LE PRIME TRE COSE CHE GUARDI IN UN UOMO? – viso, mani, spalle (con un occhio. con l'altro: occhi, denti e pacco)

UNA PERSONA CHE TI ATTRAE FISICAMENTE? – Joacquin Phoenix

HAI MAI AVUTO ESPERIENZE OMOSESSUALI? - :))

SEI MAI STATO INNAMORATO? - Si

COSA TI FA INNAMORARE? – Le coincidenze e la predestinazione

CANTANTI PREFERITI? – Placebo, Madonna, DM e tanti tanti altri

TI PIACCIONO GLI ANIMALI? – Riesco a viverne senza

NUMERO FORTUNATO? - il mio :)

CARNE BIANCA O ROSSA? - tutte e due

HAI MAI ESAGERATO CON L'ALCOOL? – yes

CIBO DOLCE, SALATO O PICCANTE? – Mangio tutto, preferisco il salato, vado in astinenza di dolci, divago col piccante

TI LECCHI MAI LE DITA DOPO AVER MANGIATO? – mangio con le mani ma non mi lecco le dita

QUANTE ORE DORMI LA NOTTE? – Almeno 6 spero

QUANTi UOMINI HAI VISTO NUDI? – eheheh

E QUANTI HANNO VISTO TE? buhf!

SEI MAI STATO BECCATO SBIRCIANDO VERSO IL SENO DI UNA DONNA? – Sì, dalla Cucinotta :)

DI COSA SEI FIERO? – che la mia wish list di quando avevo 20 anni a 30 sia già esaudita

UN SOLO AGGETTIVO PER DEFINIRTI? - permalooooooooRso

A PARTE QUESTO? – determinato

IL TUO LIVELLO DI AUTOSTIMA? – Overflow

COME TI VEDONO GLI ALTRI? – agitato

UN TUO GRANDE PREGIO? – saper ascoltare

UN TUO GRANDE DIFETTO? – interrompere :)

IL REGALO PIU' BELLO CHE HAI RICEVUTO? – quelli che mi son fatto

IL GIORNO IN CUI TI CADDE IL MONDO ADDOSSO? – la prima volta che ho scoperto di essere stato tradito

IL TUO RAPPORTO CON LA TUA FAMIGLIA? - sempre troppo lontani, ma sempre instancabilmente adorato

SEI SODDISFATTO DEL TUO LAVORO? – io Si

COSA NON FARESTI MAI? – pagare x far sesso

HAI RIMPIANTI? – qualche storia poteva andare meglio

CHE RAPPORTO HAI CON GLI AMICI? – mi adorano. a piccole dosi

QUAL E' IL SEGRETO PER ENTRARE NELLE TUE GRAZIE? – le cose in comune

CHE DICI DELL'AMORE? – mi piacciono le storie degli altri

LA DISTANZA PUO' ROVINARE UN RAPPORTO?  Si

TI SEI MAI PENTITO DI UN "TI AMO"? –  di non averlo detto

IL TUO UOMO IDEALE? –  ricco :D

QUANTO CONTA L'ASPETTO FISICO? –  basta che sia bello x me

QUANTE STORIE HAI AVUTO? –  2, innumerevoli amanti, tanti tentativi falliti

HAI MAI TRADITO? – si

STATO TRADITO? – si

UN DIFETTO SOTTOLINEATO DAI TUOI PARTNER? – troppo sicuro

COSA PENSANO I PARENTI DELLE TUE RELAZIONI? – teoricamente: non fa x te

COSA PENSI DEL MATRIMONIO? – belli quelli degli altri

TI SPOSERESTI? – non credo, ma ammiro chi decide di farlo

COSA FARESTI PER IL TUO UOMO? – Tutto quello che ho già fatto senza essere apprezzato per averlo fatto

PERDONERESTI UN TRADIMENTO? – ricambiandolo

COS'E' LA SENSUALITA'? – un'attitudine

QUANTO CONTA IL BACIO? – tutto

E IL SESSO? – dopo i baci

LA CASTITA' PER TE E' UN VALORE? - Ha volte ricarica

SESSO ORALE? – uber alles

QUANDO IL PRIMO BACIO? – 19 anni

MAI PROVATO IL KAMASUTRA? – qualcosina

SOPRA O SOTTO? –  multisessione

SEI INNAMORATO IN QUESTO MOMENTO? - ho bisogno di una cartomante per saperlo

 
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Ricorrenza

Post n°51 pubblicato il 22 Marzo 2006 da tasteinmen
 
Tag: Love
Foto di tasteinmen

martedì 21.3.06

Mai mi stupirò ulteriormente, mai muoverò gli eventi affinché si incastrino. E' solo superfluo.

Parto ora, la pioggia, non è primavera, lo sciopero, il traffico, spacco il minuto, come stai, la borsa, il passaporto, la questura, la cartina, l'ortomercato, non sapevo dove scendere, qui ho passato il capodanno, no non in commissariato qui davanti, la fila, il tuo ex, scavalchiamo, la bimba tigre, il porto d'armi, il visto x gli usa, il passaporto a lettura ottica, i moduli, 3 mesi, una risata, il bancomat, la spesa, expert, anche tu? ne ero certo, benvenuto, ecco il colore, il bacio, i baci, andiamo di là?, siamo già di qua, spogliarti, come sarai, come sarò, mi inghiotti, aspetto, il talento, anastacia, i tuoi occhi, non smettere di guardarmi, ti aspetto, vai avanti tu, britney, ops, do it again, un cd e mezzo, la borsa della spesa, la doccia, l'arrosto, sex and the city, la tavola, i bicchieri, il vino, gli spinaci, oggi sarebbero stati due anni, il divano, tutte le puntate, facciamo la nanna, no usciamo, solo mezz'ora, il traffico ancora, i semafori con te, baciarti, morderti le dita, il clacson, avete una sigaretta?, ho paura, l'aperitivo, devo scappare, sono felice, i semafori senza di te, 20 minuti, non ho voglia di stare qui, please friday no more, gli scenari, la sub lussazione della mandibola, la pausa, scappo, ho paura, mi controllo, salgo, la tv, P., M., ho sonno, andiamo a casa, la tv, i dentini, la luce, il volume, le coccole, i pugni stretti, gli schizzi sul cuscino, stammi vicino, baciami, forse mi piaciucchi, abbracciami, niente stilnox e ear plugs, stammi vicino, scaldami, stai bene?, la sveglia, non mi capita spesso di dormire così con qualcuno, non faccio colazione, io nemmeno, il latte e caffè, i biscotti, mtv, i placebo, sei una vertigine, la cravatta arancione, quella rossa, il cappotto, la maglia e i boxer, l'ultimo bacio, il traffico, la metro, mi spiace, mi manchi già.

Ho solo voglia di rivivere queste sensazioni, queste coincidenze. Grazie F. x essere entrato così perfettamente e a tempo nella mia vita.

Mi avrai, vertigine, mi avrai... chiuso nel buio di una stanza

 
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Gandria

Post n°50 pubblicato il 22 Marzo 2006 da tasteinmen
 
Tag: Private
Foto di tasteinmen

flashback: domenica 21.3.04

La primavera tardava a venire quel pomeriggio... Ricordo...
il vento freddo, il sole, gli occhiali, il profumo, la macchina, la stazione, dove andiamo, so un posto ci sono stato in vacanza da ragazzo, il lago di L., la mia ex città, passare da G.,  le pause pranzo, i panini in riva al lago, sembra un presepe qui, ci siamo solo noi, i tedeschi, gli olandesi, baciami, quella lì è l'italia, la finestra, essere sorpresi, le mani, le tue parole, il buio che scende piano, la salita, il fiatone, ti porto sulle spalle, lillo, come fai a saperlo, ci guardano, sono felice, il parcheggio, le mani su di me, la bocca sul mio sesso, come fai ad avere tutta sta roba, io voglio di più, è ancora presto, il primo giorno, ho ancora la casa in affitto, andiamo da me, la casa vuota, il divano, la luce all'ingresso, fammi entrare, sono dentro, è la prima volta, fammi provare, fa male, ancora, il tempo che passa, lavarsi, uscire per cena, il mac donald, le canzoni alla radio, carmen, gli occhi innamorati, forse ci siamo, domani mi amerai.

Comincio' così, sarebbero stati due anni. E dopo due anni sono SenzaDiTe.

 
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Amado señor...

Post n°49 pubblicato il 20 Marzo 2006 da tasteinmen
 
Tag: Lyrics
Foto di tasteinmen

Certamente mi accorgo che è svanito un incantesimo
e abbiamo deposto le ali
tra gli abiti e i trucchi di scena
Certamente saprai cadere in piedi e con abilità
con fascino e stile superbo
avrai calcolato anche questo

La dolce evasione e il rientro
la porta di casa la luce ed il gas
le solite foto sul frigo e il pensiero
di essere altrove

Mi sto allontanando da te
e scherzi a parte è l'ultima romantica rinuncia
Mi sto allontanando da te
dai piccoli e incantevoli frammenti di dolcezza
Mi accorgo che mi sto allontanando da te

Certamente mi accorgo che è svanito un incantesimo
E abbiamo affrontato con nochalance
il breve e inevitabile epilogo

La dolce evasione e il rientro
la porta di casa la luce ed il gas
le solite foto sul frigo e il pensiero
di essere altrove

Mi sto allontanando da te
e scherzi a parte è l'ultima romantica rinuncia
Mi sto allontanando da te
dai piccoli e incantevoli frammenti di dolcezza
Mi accorgo che mi sto allontanando da te
e scherzi a parte è l'ultima romantica rassegnazione


... Mi sto allontanando da te ...

 
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Everything counts

Post n°48 pubblicato il 20 Marzo 2006 da tasteinmen
 
Tag: Love

Tutto è importante, tutto conta. Anche una canzone che mi spinge in pista, tra i volti che mi sono familiari, con il rischio di tenerlo ancora lì vicino a dividerne la compagnia con P. e i suoi amici.

I DM cantano, il ricordo è inevitabile, le sue intenzioni anche. E' a un centimetro da me. Mi perdo tra le sue ciglia. C'è P. qui davanti. Non posso fuggirgli x sempre. Aspetto ancora e non faccio alcuna mossa. Canticchio e mi muovo lento, troppo lento. The grabbing hands. Prendo il volto di F. tra le mani. Il cuore che mi scoppia di gioia. Ci baciamo di baci piccoli e timidi. Fino a che la passione non è lei a vincerci. Ho gli occhi chiusi per la felicità, quando li riapro ormai è tardi. P. si volta, mi sono giocato tutto. Dietro l'anima sento interrogativi chiedere un time out. Richiudo gli occhi e mi bevo tutta la gioia che F. sa darmi. Non mi importa se lo sta facendo apposta x ingelosire P. Non mi interessa se è tutto un gioco, se sono una scommessa. Ora siamo lì e ci stiamo assaporando. Non importa tutto il tempo che è passato da quel lunedì sera.


Non importa se quella sera in cui vi siete conosciuti io non c'ero ed ero tra le braccia di L. Il destino che ti ha portato a me stasera ha attraversato buche e rocce profonde per affiorare nella città degli eterni innamorati.

Ridiamo di gusto quando ci accorgiamo che stiamo invadendo la pista senza ballare. E d'altronde è difficile ballare appiccicati bocca contro bocca. 


Ti porto via, voglio tenerti fra le mie braccia. Guardarti e sospirarti. Stringerti e cullarti.

Sto provocando un po' di squilibri nella coscienza popolare e me ne rendo conto. Mi passano davanti facce stranite a vedermi lì in quella situazione x niente equivoca. Chi sapeva di F. e P. Chi sapeva di me e L. Ora tutto questo non conta, quello che conta sono le sue mani che mi sbottonano la camicia. Gli bacio il collo con avidità e sa di buono. Ha la pelle fresca della giovinezza che inseguo. E' fresco il suo contatto, il suoi petto, i capezzoli gentili freschi.
Mi propone di andare di là, dico un No di gusto. Non è così che l'ho immaginata. Mi ricompongo gli spiego che dovremo vederci con più tranquillità.

Che programmi hai per i prossimi 20 anni?

Mi racconta che doveva tenerselo + stretto P. E so come sono andate le cose. Ho subdolamente tifato che andassero così. Eppure mi dispiaceva saperlo non ricambiato.


Piccolo F. Ora ci sono io a prendermi cura di te. Ti terro' stretto fino a quando me lo permetterai. Anche solo un giorno, come quelle farfalle che vedono la prima luce dell'alba e al tramonto sono già spente.

Aspetterò quel giorno anche io. E non è lontano.

 
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Post n°47 pubblicato il 20 Marzo 2006 da tasteinmen
 
Tag: Private

Quando ho rivisto F. non sapevo ancora cosa mi aspettava. Ho aspettato pazientemente tutti questi giorni, standomene in disparte, in attesa che P. si stancasse.

Quando ci siamo incrociati nello stretto passaggio tra il soppalco e il bagno del R. mi ha sorriso, mi sono voltato per parlargli, lo guardavo nelle fessure strette dei suoi occhi neri che fissavano le mie labbra. I nostri visi inevitabilmente sempre + vicini. Mi strofina il naso con il suo. E' dolce da emozionarmi. Bevo ogni erre arrotolata del suo accento emiliano, la voce sottile e non ascolto quello che dice. Sento gli occhi intorno di tutti, S. e D. che sorvegliano dall'alto. Scompaiono. Sento solo le sue labbra addosso. Ho paura a trattenerlo. Mi sento in colpa e ho il cuore a mille. Spero che P. non mi veda. Non saprei come giustificarmi. L'ho corteggiato con distacco, quasi per gioco. Senza dar peso alle parole. Ma ora so che ci sta. Che era sincero.

Piccolo F. Ho mantenuto la freddezza nel saperti a letto con P. quella notte, un sorriso calmo a sentirne raccontare i dettagli, e ora sei qui, nelle mie braccia, mi accarezzi la testa e ti sono tra le labbra e non ti lascerei mai.

Ci stacchiamo, sorrisi da bambini. Confuso e felice so che non ci scapperemo

 
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Got a fist of pure emotion

Post n°46 pubblicato il 13 Marzo 2006 da tasteinmen
 
Tag: VM18
Foto di tasteinmen

A colazione c'è tanta gente nella sala. Ci mettiamo accanto al finestrone. Mi prendo il sole sulla faccia e faccio i piani della giornata.
Non parla molto. E' intimidito dalla folla. Mangiamo di gusto, come sempre.
Quando risaliamo in camera, c'è l'addetto ai piani del giorno prima che ci guarda stupito. Forse ha intuito.
Lascio il volume della TV alto abbastanza da non far trapelare i movimenti che ho in mente di fare.

Lo accarezzo dolcemente e lo cullo un po' alla luce del sole. Mi eccita l'idea che da qualche parte laggiù qualcuno possa vedermi mentre lo bacio, lo tocco, ne succhio i sussurri.

Si infiamma velocemente il mio amore. Ma questa mattina mi prendero' cura di lui. Lo svesto e lo adagio a pancia in sù, gli faccio scivolare la saliva lungo l'asta e me lo gioco un po'.
Mi allungo e raggiungo il tubetto del Luan. Oggi si gioca come dico io. Il gel è fresco sulle mie dita a contatto con il suo calore interno. Mi sorride splendente.
Con la mano libera gli accarezzo il petto e l'addome, poi con una carezza traditrice sul viso, affondo quattro dita fino al palmo. No mi dice, vuole guardare, ma non smette di smanettarsi l'uccello, il mio piccolo.
E' completamente in mio possesso. Lo scopo a mano aperta, ruoto il polso, sento il tono allentarsi. Incuneo il pollice, proprio come la sera prima. Sono disposto ad andare avanti, più avanti di quanto immagini.
Ho le nocche sulla soglia, sento il calore urgente che mi avvolge. Apro la mano come un fiore e spingo ancora più a fondo.
Immagino il suo tunnel rosa, aprirsi al mio passaggio. La prostata ormai non ha + consistenza sotto il colpi del mio pugno. I polpastrelli spingono verso il basso le nocche verso l'alto, a creare la pressione per la sua esplosione di piacere.
Apre gli occhi e mi sussurra di no. Gli dico si, amore mio, invece. La mano è incandescente, la ruoto e spingo, mi massaggio il polso, lo sento libero. Chiudo appena le dita, il volume è inimmaginabile.
Vorrei essere nei suoi pensieri in questo momento. E' del tutto posseduto. Non sento le contrazioni quando viene. Vedo pirma il liquido schiumoso colargli sul ventre, senza schizzi. Poi finalmente è il momento dell'orgasmo.
Rilascia le mani strette attorno al suo sesso, muovo io dal di dentro. Ha i sensi sconvolti. E' dolce quando incrociamo lo sguardo.
Ti ho toccato il cuore a fondo, piccolo L. Ho sentito annullare la tue resistenze. Sei completamente nelle mie mani.

 
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Siamo luce che cade dagli occhi

Post n°45 pubblicato il 13 Marzo 2006 da tasteinmen
 
Tag: VM18
Foto di tasteinmen

Quando riemergo dalla metro la luce è accecante. E' un pomeriggio di primavera limpido, splendido, gioioso. Il mio piccolo è già lì che mi aspetta davanti al mac.
Lo osservo da lontano, mentre fruga nella sua borsa, legge qualcosa. Lo fotografo di sorpresa. Ho un brivido e un sorriso mentre lo guardo dall'obiettivo del telefonino.
Potrebbe essere tutto mio... mentre io sono tutto quello che ha. Forse.
Ho voglia di approfittare della luce per fare foto col bel tempo. Un salto veloce in hotel, ma le cose precipitano e mi devo accontentare di fotografare il panorama dalla finestra.
Ci amiamo con foga, dopo esserci vestiti per uscire e spogliati per il desiderio.
Sono ancora in imbarazzo sulla mancanza dei suoi orgasmi. Porto avanti performance convincenti che non bastano affatto.
Mentre sono dentro, guardo i suoi lineamenti contorti nello sforzo di raggiungere una meta, un sogno, un piacere.
Gli accarezzo le gambe soffici, fin dentro l'inguine. Mi muovo ritmicamente per lasciare che senta ogni attimo di me.
Faccio pressione con i palmi delle mani sul suo pube rasato, alla base del suo sesso che si massaggia bagnandosi le dita di saliva.
Mentre lo raccolgo come un fiore, il mio pollice sfiora l'ingresso del suo piacere. Con una piccola torsione mi intrometto tra il preservativo e la parete.
Si dilata agevolmente il mio amore, La sensazione del mio dito sulla cappella che scorrere fin dentro mi altera il piacere.
Intanto faccio leva spingendo verso l'esterno il dito e lui apre gli occhi dall'entusiamo.
Basta poco per capire le sue voglie.
Mi sfilo e inserisco il medio e l'indice giù fino in fondo. Ha un sospiro violento, come se gli mancasse il respiro. Lo sento caldo, il mio amore dall'interno.
Le dita diventano 3, poi 4. Mi lascia fare. Sussurra yes my love, e non mi sottrarrei a quella preghiera per nulla al mondo.
Quando il cuneo diventa completo e anche il pollice fa a congiungersi con il nuovo strumento di piacere, sento le contrazioni del suo ano farsi ritmiche.
Eiacula con piccoli getti ad occhi spalancati. Ho violato il suo segreto. E' nelle mie mani.

Ci addormentiamo così, mezzo vestiti. Ogni tanto lo vedo risvegliarsi, affacciarsi alla finestra, fumare, guardarmi stupito.

Usciamo x cena che è quasi notte. Un giro veloce, l'ennesima lotta sul dove NON andiamo. Rovino tutto, sarà nervoso x tutta la notte e on dormiremo affatto bene, anche se ho preso mezzo stilnox.

 
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Inci Pasaji 2, 3 Metro

Post n°44 pubblicato il 10 Marzo 2006 da tasteinmen
 
Tag: VM18
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Scendo il platea. Si accendono le luci. Mi guardo la fauna. Vedo meglio il baffone appena entrato, cosce fasciata dai jeans, camicione verde a quadri, mano da salumiere e naso importante.
E' al suo post e mi guarda mentre sono sulla porta. Si palpa. Prima che faccia buio mi siedo poco distante. A luci spente attacco.
Mi dice qualcosa brusco. Mi alzo e mi sposto nella fila di dietro.
C'è un torello che se lo sta menando. Me lo guardo un po', gli tocco la gamba e toglie le mani scoprendo il salsicciotto monco.
Lo stringo e palpo per bene, poi mi butto giù sulla sua sedia, con la faccia tra i coscioni imponenti. E' bello duro e scorre liscio.
Succhio dal buco della cappella mentre stringo le palle con l'altra mano. Guarda il film ma ansima. Sempre + veloce. Mi dice qualcosa che x me vuol dire "sto per venire".
Mi stacco e viene a schizzi trasparenti, fin sullo schienale di fronte. Si stringe la base e la cappella gli si gonfia nell'orgasmo. Questa non me la perdo, col dito freno le utlime gocce e gliele spalmo x bene.
Con la mano incollata esco a ripulirmi e a chiamare L. che da un po' che bussa al cell. Ho solo mezz'ora. Un ultimo ricordo.

La fila dietro al torello è occupata da un turco arabeggiante, ben vestito. Si sta massaggiando il cazzo lungo e sottile.
Non si scompone quando mi siedo accanto a lui e gli metto la mano sulle sue.
Mi lascia fare e ripeto il rituale del torello. Ormai ho un protocollo collaudato e non lo mollo. Questa volta lui mi dice "vengo", forse, nella sua lingua.
Stacco la mia, gli inclino l'asta in avanti e viene a fiotti biancastri, si ritira indietro per evitare di sporcarsi.
Esco veloce. Mentre mi pulisco mi raggiunge e mi precede giù x le scale. Bello il pantalone del gessato e le scarpe nere, lucidate dallo sciuscià.  Faccio gli occhi dolci al paparino col ventre e il pacco gonfio che sta entrando. Peccato.

Ho voglia di provare la metro. Allungo una lira, al cassiere che mi chiede altri 10 centesimi e non me ero accorto. Prendo il gettone e mi fiondo giù dalle scale mobili.
La metro di Istanbul è nuova, ben curata, pulita, affollata. Ora di punta.
Il cartello mi spiazza. Anche se so dove andare. Taksim - Levent.

My love.

Un'unica fermata come souvenir. Mi mischio tra la folla dell'ora di punta, manco fossi a MI.
Vedo le Tuvalet, pago mezza lira, passo il tornello e la faccio lì al muro, nessuno mi guarda. Guardo io. Dopo l'attività del pomeriggio mi ci vuole un download.
Mi faccio una sega lì, incurante degli scatti che fanno le mie gambe mentre vengo e schizzo sulla porcellana del pisciatoio, mentre qualcuno è in fila x il cesso.

 
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Inci Pasaji 1

Post n°43 pubblicato il 10 Marzo 2006 da tasteinmen
 
Tag: VM18
Foto di tasteinmen

Ho dato appuntamento a L. nel pomeriggio. Voglio godermi questa sua città mentre lui non c'è.
Torno a Taksim e poi mi avvio a piedi verso Sisli.
Mentre passa dal parco, vedo A. in compagnia, cambio percorso, non ho voglia di incrociarlo. Non mi va che pensi che sono qui nello stesso suo posto a battere.
Io vado altrove.
Attraverso lo stradone zeppo di negozi moderni e centri congressi. Mi lascio andare con andatura stanca sulla leggera pendenza che mi porta verso la seconda fermata della metro che conduce fuori dalla città.
Sto cercando un Sinemasi. Lo so. Non dovrei approfittare per cornificarlo, ma nonposso tornare al Ruya. Ne voglio vedere un altro.
Proprio mentre sto per arrendermi, xché non trovo l'Inci Pasaji, attraverso la strada e scorgo una piccola insegna proprio vicino alla fermata della metro.
La galleria in realtà è uncovo di mercerie e negozi di passamanerie, frequentato da mamme e nonne. In fondo c'è un cubicolo con due uomini che vendono i biglietti.
Osservo un avventore pagare e salire le scale. Lo faccio anche io.
L'edificio è fatiscente. Fa quasi senso. Roba accatastata. Vernici staccate.
Entro dalla galleria. Gli occhi non si abituano all'oscurità. Sono immobile. Sullo schermo scene molto spinte. Altro che Ruya coi filmettini del Zequila.
Qui c'è Rocco in tutto lo splendore. Il doppiaggio monovocale sia per uomini che per donne. La vociona di un turco che legge un testo inespressivo.
Io sono quello attento ai dialoghi dei film a luci rosse.
Quando riesco a raggiungere un posto libero e lascio riposare la vista, mi accorgo che c'è molto movimento e la galleria in realtà è un'immensa dark room.
Mi arrampico fino all'ultima fila. Mi viene offerto un membro da succhiare. Li voglio vedere prima tutti.
Un bel turchetto tozzetto, col baffetto lascia sporgere la sua erezione sotto il maglioncino, ancora incatenata dagli slip bianchi.
E' li che se li sfrega, glieli accarezzo e mi lascia fare. Gli tiro fuori il sesso, è caldo per lo sfregamento, cerco di liberarlo.
Quando vede che mi inumidisco la mano, ha un moto di paura. Si ricopre e non vuole che lo tocchi +.
Torno dal lato opposto, mi asicugo la mano sul primo giaccone che mi capita a tiro. Mi faccio annusare e palpare da un ometto brizzolato che mi sorride felice.
Mi apre la camicia bianca, mi accarezza il pelo sul petto, lo stomaco capiente. Si stringe a me, mi annusa il collo. So di buono, lo so. Nel frattempo si masturba.
Lo stacco con gentilezza, seguo la sua mano e la sostituisco con la mia.
Non ho soddisfazione nelle masturbazioni reciproche. Mi accucio e ingoio, aspettando la sua consistenza calda del sesso voglioso sulla lingua.
Sono incurante degli sguardi. Tutti si toccano tra di loro, nessuno fa cenno di unirsi.
Non voglio che mi venga in bocca, mi rialzo e lo masturbo ad asta bagnata. Mi spinge la testa verso il basto, mi sussurra qualcosa a cui rispondo no con la testa. Chissà cosa mai avrà voluto dire... Avrebbe voluto scoparmi? Boh!
Meglio dire di no. Vorrebbe venire, lo sento da come si impegna, stringo alla base, chissà se ha capito che non voglio assaggiare nulla.
Invece mentre mi schiaccia il viso sul ventre sento un sapore metallico in fondo alla gola. Me l'ha giocata. Lo vedo venire a fiotti mentre sputo. Bastardo.
Mi pulisco, scendo la gradinata e continuo a sputare. Altro giro.

 
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Cagaloglu

Post n°42 pubblicato il 10 Marzo 2006 da tasteinmen
 
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flashback: sabato 10 marzo

Ho deciso di cambiare bagno turco.
Ne scelgo uno diverso, risalente al '400.
L'ora non è propizia, l'ingresso è quasi vuoto. Mentre mi spoglio nella stanzetta numero 5, incrocio lo sguardo mezzo strabico al di là del vetro di uno degli inservienti.
Mi copro e mi faccio accompagnare nella stanza calda. Mi adagio sulla grande pietra, in silenzio. Mi rilasso guardando le gocce che cadono dai capitelli, dalla volta, dritto sul mio viso.
Forse è la prima volta che riesco a godere di questo beneficio in completa solitudine.
Purtroppo vengo interrotto dall'addetto al bagno che viene a scuotermi. E' lo sguardo che ho incrociato all'ingresso.
Si è spogliato e si è avvolto nel telo. Per me.
Dopo le presentazioni di circostanza, mi fissa con isuoi occhi falsi e mi fa stedere al bordo dell'ottagno. Prende a massaggiarmi insignificatamente.
Mi impasta le gambe, le braccia il petto, le cosce. Ho un'erezione involontaria. Non me l'aspettavo così esplicita. Ci sarà abituato e forse ne sarà contento.
Ma ci siamo solo noi due. Mi piega le ginocchia sul petto e mi schiaccia le vertebre sul marmo. Sento sollievo, sono ormai del tutto scoperto, col membro rossastro e ineducato che punta il suo viso.
Mi fa girare, mi chiede se va bene e nonsmetterà di farlo.
Mi impasta il restro. Indugia sui glutei, masticandoli coi palmi aperti, cercando di scoprire il mio accesso che sicuramento non libererò.
Con il braccio verso l'esterno cerco di contatto, ma non voglio essere così esplcito.
Dopo il massaggio mi fa accomodare al lavaggio, nella parte più lontana della piccola fontanella da cui attinge acuqa calda e fredda separatamente.
Mi versa bacinelle d'acqua sulla testa e sul corpo. Sono seduto, nudo sul marmo. Ancora in erezione.
Mi si accuccia accanto. Cerca di dirmi con lo sguardo malizioso che ho scelto solo il pacchetto numero 4 ma con un'extra potrei avere il top. Il massaggio veramente speciale.
Il massaggio con la schiuma, dolce, morbido, mima accarezzandomi le gambe.
Dopo i 20 euro dovrei pagarne altri 10 e 5 in nero x lui.
Mi vien da ridere. Non ho voglia di fare una marchetta. Gli rido nel muso. Dico no grazie. Ho pagato e voglio quello che mi spetta, nulla di +.
Si decide a insaponarmi con una coda di crini, dopo avermi passato il guanto per lo scrub.
Per cercare di trattenermi mi porta ancora sull'ottagono. A momenti mi ammazzo perché dimentico di camminare con gli zoccoli.
Sull'ottogono riprende lo pseudomassaggio. Mi chiede se è bravo. Vorrei dire NO, ma c'è di peggio.
Sono piuttosto insoddisfatto, scazzato e vorrei andare via.
Mi rilava esattamente come prima, tutto uguale, un dejà-vu perfettamente inutile. Mi chiede se voglio il massaggio speciale. Dico no.
Mi insapona la testa: ho il capo chino, gli occhi chiusi, le braccia tese sulle ginocchia, tra le sue gambe. Sono sotto il suo telo con le mani insaponate.
Gli sfioro la gamba, ne sento l'umidità, mi basterebbe niente per andar su ad afferrare il mio premio o la mia merce.
Invece mi ritraggo e lascio che mi risciaqui.
Si versa una bacinella d'acqua tra le gambe per cancellare le mie impronte schiumose.
Sorrido per sfida.
Esco e mi faccio asicugare.
In pochi minuti sono già fuori e non lo guardo nemmeno in faccia quando mi porge le scarpe.

 
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Alexandros

Post n°41 pubblicato il 10 Marzo 2006 da tasteinmen
 
Tag: Private
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flashback: sabato 4 marzo

Ho fatto colazione a un tavolo vicino al finestrone dal quale entravano i raggi caldi del sole riflesso sul bosforo.
In camera era davvero caldo quando ho aperto le tende, tanto caldo e luminoso da non riuscire a tenere gli occhi aperti davanti a quello spettacolo.
Ho fatto la mia colazione orientale, poi mi sono buttato in strada alla ricerca di un taxi.
Mi sono fatto portare al Topkapi. Dovevo vedere il museo archeologico.
All'ingresso 3 dipendenti annoiati, rinchiusi in un gabbiotto a leggere il giornale, come 3 tacchini appollaiati.
Li ho immaginati decidere chi tra loro tre mi avrebbe strappato il biglietto.
Ho guardato le facce dei numerosi addetti alla sicurezza, buttati sulle poltrone, annoiati e in attesa del tempo che non scorre mai. Lì dentro il tempo è fermo a secoli prima di cristo.
E loro sembrano eterni e immobili come i reperti di un paradiso abbattuto.

Il paradiso di Babilonia, con i suoi giardini, i suoi palazzi, le sue maioliche colorate.
Mi sono divertito a fotografarne i dettagli, e poi a spingermi attraverso le ere ripercorrendo avanti e indietro quello che Alessandro aveva fatto in quei brevi suoi 33 anni di esistenza.
Voleva raggiungere l'altra estremità del mondo. Piccolo e orgoglioso Alessandro.
Ha trascinato i suoi amici più cari nelle battaglie più cruenti. Ha visto morire davanti ai suoi occhi suo padre, i cavalieri di suo padre, i figli di questi. Eppure quell'alndare oltre non era mai abbastanza.
Too much is not enough.
Ha costruito sogni, Alessandro. Ha stupito le sue genti, i suoi popoli, i suoi conquistati. E' stato clemente, ha amato, è stato amato. E' stato ucciso. Forse.
Me lo ritrovo così, col volto distante, su un corpo che è una composizione pop di marmi raccattati chissà dove.
Sei tu Alessandro?
Ho viaggiato con te lungo quei deserti, giù nel caldo Egitto, stupito dai coccodrilli. E poi al di là dell'Ellesponto, fino in Asia dove tuo padre voleva rimanere.
Sopraffatto dagli elefanti, impaurito dagli ippopotami.
Ho cercato di immortalarti nei miei scatti, cercando le tue espressioni nei blocchi di marmo, nei lievi intarsi, nello scene concitate dei cenotafi.

Uscire da quel posto è stato come ritornare alla vita. Stanco per tutti i secoli e le strade percorse attorno al mondo antico. Troia, Alicarnasso, le meraviglie del mondo.
Ho fatto un giro tra i turisti delle moschee, il richiamo dei muezzin risuonava tra i minareti di Santa Sofia e della moschea Blu.
Ho osservato i fedeli accorrere al grido dell'adhan, mentre io mi godevo la pace e la serenità di un giardino immerso nella solennità e nella liturgia di un sabato mattina.
Il mio sabato mattina.

 
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Svegliarsi la mattina

Post n°40 pubblicato il 09 Marzo 2006 da tasteinmen
 
Tag: VM18
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flashback: venerdì 3 marzo - sera

E' sceso il buio su Taksim quando scendo anche io dal bus. L. non c'è, lo chiamo. Fissiamo il nostro appuntamento classico davanti al Mac.
Quando mi volto mi è già sulle spalle. Mi abbraccia caldo e caloroso, il sorriso negli occhi e tra le labbra.
Ho bisogno di quella stretta, di sentirmi a casa, di sentirmi con lui.
Mi piace la gente che ci guarda. Mi fa sentire parte di quel mondo.
Cerchiamo l'hotel, quando lo troviamo saliamo in camera, liquido il facchino con due monete e non mi fa nemmeno chiudere la porta.
Mi bacia col trasporto di quella prima volta, senza prese d'aria, senza darmi tregua. Mi stringe a sé, passandomi le braccia sotto le ascelle,
la testa stretta e china sul petto per sentirmi vicino. Il mio piccolo L. E già mi trema il cuore.
Spalanco le tende. Il panorama sul Bosforo mi mozza il fiato. Le luci, l'Asia, la torre di Leandro, le navi e i traghetti con le luci e le strie colorate.
Ci spogliamo veloci, non resistiamo. Cerco sulla TV un canale con la musica. Metto su 102.5, così mi sento a casa.
Giochiamo come due orsetti innamorati. Il mio cucciolo impaziente.
Lo bacio a lungo, lo accarezzo dappertutto. Accarezzo il suo ventre morbido, le braccia tenere e da mordere, le gambe soffici.
Voglio che mi senta ovunque. Mi prendo cura di lui e della sua erezione generosa. La bagno e la inghiotto come avrebbe desiderato in tutte quelle sere dietro un monitor dagli occhi stanchi.
Ci amiamo così, come se fosse la prima volta. Mi adagio sulla sua schiena, lo stringo a me, lo sento muoversi e gemere.
Mentre riprendo a succhiarlo, mi ricambia. Gli sono sopra e ho poco controllo. Sento spingergli nella gola, guardo la sua circoincisione esplodermi tra le dita, stringo e osservo i capillari gonfiarsi, reclamare, pulsare.
Mi alzo di scatto, devo bloccarmi. Inspiro profondamente, butto i pensieri altrove, ma riesco solo a bloccare le sensazioni piacevoli, mentre le contrazioni spingono fuori il seme senza orgasmo.
Un po' mi vergogno, ma in fondo va bene così. Riesco a ripulirmi e a stargli un po' abbracciato a farci le coccole.
Parliamo poco. La lontananza ha accentuato la sua timidezza nel parlare inglese. Mi dice che per quella sera non potrà restare in albergo con me e che sabato dovrà lavorare. Faccio l'offeso, poi mi faccio sedurre e lascio tornare l'erezione.
Questa volta voglio che venga anche lui. Ricordo che gli piaceva essere posseduto da me. Mi ricopro, lubrifico ed entro. Lo giro e lo rigiro per fargli sentire tutta la sua voglia riappagata.
Lo domino con lo sguardo, con i colpi, con le mani. Lo sollevo ritmicamente, voglio colpire i suoi punti deboli.
Passono 3, forse 4 canzoni in TV. Ansimiamo ma non viene. Cedo, riverso l'orgasmo nel preservativo, lo sfilo e metto il broncio.
Per la seconda volta mi ha negato il suo piacere. Mi mette in crisi.
Propongo di uscire.
La serata è frizzante, vorrei uscire in camicia. Camminiamo abbracciati per Istkal Caddesi. Mangiamo al Mac e ci prendiamo un caffè da Starbucks. Il top del global.
Nel frattempo cerca di dirmi che domani non vuole andare in ufficio. Io mi faccio già i miei progetti. Mi organizzo perfino la serata dopo che sarà andato via. Non può saltarmi tutto così.
Lo porto al bus, arricchisco il mio vocabolario e rabbrividisco per la nottata che si fa gelida.
Aspetto fino a mezzanotte, mi vedo due risse, poi torno al Tekyon. Mi prendo una Efes e mi guardo intorno. Saluto A. a cui avevo promesso una next time, che forse non si verificherà nemmeno questa volta.
Sorrido, lui si scusa ancora per l'incidente col folle omofobo.
In giro c'è poco. Mi puntano ma non gradisco.
Gradisco solo quei calzoni blu, col cavallo largo e il contenuto voluminoso proprio sotto quei baffetti e quegli occhi che non sorridono mai.
Me lo ricordo dalla volta scorsa. Non capisco se ci è o ci fa. Guarda e non fa cenni. Sono esplicito e contiuo a tirarmela.
Sono stufo di queste canzonette, del fumo denso che mi brucia gli occhi e la gola. Mando tutti a cagare e torno in hotel.

 
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Forget my way back home

Post n°39 pubblicato il 09 Marzo 2006 da tasteinmen
 
Tag: Lyrics
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Well it's not about them
It's all about us
Can you hear it again
And just take on trust?
Yeah you still got a way
To get out of this
One story town

So you swallow your pride
When you're filling with gas
And they're laughing inside
About you kicking your ass
And you gotta stand up, if you don't
Then they're just falling down

So why don't you
Turn your car around
Forget your way back home?
'cause it's not me there anymore


Turn you car around
We're better off alone
I'll get myself up off the floor
So I'll tell you it's black
But you know that it's white
I say everything's cool and
You don't have to fight
And there's nothing outside
In the dark there
Just waiting for you
And I wish it was true

 
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Beklemeden birdenibre

Post n°38 pubblicato il 08 Marzo 2006 da tasteinmen
 
Tag: Private
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flashback: venerdì 3 marzo

Ho preso il trenino la mattina presto col biglietto che mi ha preso P. il giorno prima. Ho fatto colazione sul baretto in banchina.
Circondato da hostess in partenza, con i loro trolley sul mio trolley. Ho messo su il cd di L'aura, mandato gli ultimi messaggi dall'italia.
Check-in rapido e veloce. Attesa interminabile per i ritardi accumulati, connection leggermente a rischio causa neve.
Ingoio in sequenza un frisium, una birra, un frisium e un vaprom + birra a Zurigo. Il primo volo è stato un po' agitato, questa neve mi rende instabile.
Il secondo volo procede tranquillo. Il franco-arabo accanto a me si agita contro le mie gambe. Gliele osservo, gli squadro il volto, la linea delle labbra.
Si fa accarezzare le ginocchia, la coscia, arrivo quasi all'inguine. Respira affannoso. Il tavolino abbassato, la rivista di tecnologia in francese, l'hostess che vende i prodotti in promozione bloccata su di lui col carrello ingombrante.
Mi tolgo la giacca, rimango in maglietta, il tatuaggio che spunta dall'orlo della manica. Io muovo le dita, non so cosa pensa. Se mi allontano si avvicina.
Approfitto delle turbolenze x avvicinarmi di più. Sbircio in cerca di turgori. Vorrei afferarglieli e farlo sospirare.
Chiede permesso alla hostess e si alza. Forse è eccitato. Mi alzo e lo seguo verso la coda. Entra nel lavatory davanti al mio. Si prolunga più del dovuto.
Lo immagino masturbarsi con foga, sputandosi sulle dita e scaricare nel flush ad alta pressione.
Quando ritorno al mio posto non c'è ancora. Torna molto più calmo e riposato, evidentemente sazio e senza + eccitazione.
Mi abbandono al Picasso. Attendo che il sole sul bosforo mi colpisca il viso. E sento il sogno che si realizza. Ho aspettato settimane questo momento, ho sognato questo volo, questo viaggio.
Ora ci sono, le onde increspate del mar di Marmarma, i mercantili, i ponti sullo stretto, i minareti, le strade brulicanti di automezzi, la pista, gli alberghi, l'atterraggio.

Esco: a Istanbul è già primavera. Questa volta all'improvviso non pioverà.

 
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Ieri

Post n°37 pubblicato il 08 Marzo 2006 da tasteinmen
 
Tag: Private
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...mi piaceva accarezzargli il capo, sentire i capelli morbidi sotto le mie mani, il calore della sua nuca, il collo forte, le spalle larghe.

...è stato bello sentirlo riposare sulla mia spalla, negli ultimi minuti prima dell'addio, dopo la notte insonne.

...era un deja-vù la sua camicia, le sue lacrime sul mio petto, il mio raptus di rabbia e devastazione.

...prega mio piccolo L., che tutti i tuoi segreti siano custoditi dietro i tuoi occhi.

 
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