Creato da Spiky03 il 18/11/2013

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Le Pazze e il Che

Post n°525 pubblicato il 17 Ottobre 2016 da Spiky03
 

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I miei migliori amici sono omosessuali.

Anche mio fratello e mia sorella lo sono.

Senza dubbio, non dovrei iniziare questo articolo chiarendo la mia posizione

se criticare certe idee frivole o posture ideologiche dei gay non fosse considerato politicamente scorretto.
Durante le ultime vacanze estive, ho incontrato molti ragazzi con magliette che mostravano la famosa immagine del Che del fotografo cubano Corda (anche se si dice che i diritti d'autore vengono riscossi dalla dittatura castrista da chissà quanto tempo).

Mi sono avvicinata ai ragazzi e ho potuto constatare dalle loro conversazioni e dal loro

modo di muoversi che nelle loro anime albergava la "bayamesa",

uno dei tanti modi poetici che usiamo noi cubani per descrivere le caratteristiche

effeminate degli uomini.
Vivo nel Marais, quartiere parigino bohemienne nel quale abita una buona parte

della comunità omosessuale, maschile per la maggioranza, dove c'è un grande fiorire

di boutiques dedicate a questo genere.
Intellettuali borghesi, negozianti ebrei, librai e commercianti culinari si spaventano

per l'invasione di negozi cinesi, traiteurs asiatici e locali notturni per omosessuali.

Amo il mio quartiere per la sua amalgama di generi, ma non posso sopportare

la troppa frequenza di magliette con l'immagine del Che, che invadono le vetrine

dei negozi di abbigliamento per "mariposas" (altra licenza poetica per indicare i gay).

Il Che in tutti i colori e a prezzi esorbitanti.
All'inizio dell'anno ho organizzato un'esposizione di disegni erotici del mio amico

Ramón Unzueta, pittore cubano, in una delle mie librerie preferite,

Les Mots à la Bouche. Alcuni mesi dopo, sempre nello stesso posto,

firmavo esemplari del mio romanzo "Lobas de mar" tradotto in francese.

Mi sono affezionata molto al libraio, Walter Alluch. E' un uomo alto, attento,

servizievole, che quando mi consiglia un libro colpisce sempre nel segno.

È stato il caso di "La mauvaise vie" di Fréderic Mitterrand, autore che

ammiro da quando faceva quei meravigliosi programmi sul

cinema francese alla televisione.

L'autobiografia di Fréderic Mitterrand è un gioiello letterario e umano e, visto che

 mi ha intervistato alcune volte, abbiamo potuto conversare su Cuba.

Il suo punto di vista sulla dittatura è chiarissimo.

Mi affascina rimanere rincantucciata in un angolo della libreria e guardare

i film e gli album erotici. Mi sono sorpresa quando, curiosando tra i dvd,

mi sono imbattuta in un film porno girato a Cuba, sulla cui copertina sorrideva un giovane

cubano, nudo dalla cintura in giù, che mostrava le sue parti intime (e che parti)!

Aveva il busto coperto, non poteva essere altrimenti, da una maglietta con la figura

del guerrigliero su sfondo nero. Mi sono detta: "Eccolo là, l'uomo nuovo!"

Oggi ho incontrato una giovane "checca" asiatica, mani sui fianchi,

dimenarsi di anche e occhiolino languido. Ovviamente portava una maglietta

"chea", che a Cuba vuol dire ridicola. Non ho potuto contenermi, le ho chiesto

 se sapeva chi era il Che. Ha sorriso timidamente senza rispondermi.
Arrivata a casa ho chiamato un amico omosessuale.

Mi ha spiegato che questa euforia "culattona" (parola sua!) per il che deriva

dal film di Walter Salles. Nel maggio del 2004 si proiettava al festival di Cannes

"I diari della motocicletta", il cui tema è il viaggio e la scoperta personale del continente latinoamericano di due giovani a bordo di una vecchia moto,

Ernesto Guevara, 23 anni, studente di medicina, e Alberto Granado, 29 anni, biochimico.

Il mio amico mi spiega che un numero rilevanti di omosessuali hanno dedotto che

il Che era una "checca" perché nel film era interpretato da Gael García Bernal,

che nello stesso periodo interpretava la parte dell'omosessuale nel film di Almodovar

"La mala educaciòn".
La contraddizione è lampante. Il guerrigliero argentino odiava gli omosessuali e li ha

perseguitati in ogni modo possibile a Cuba e ora è diventato,

dopo essere stato l'eroe del maggio francese, il martire dell'orgoglio gay.

Curioso. Il personaggio più omofobico che hanno partorito le rivoluzioni

del Novecento ha finito per essere adorato da questo pubblico consumatore

di fanatismi di sinistra. 
Propongo un esempio apparso su "El Nuevo Herald digital"

 il 28 dicembre 1997, che ci spiega come assassinava il Che.

Il suo autore è Pierre San Martin.
"Erano gli ultimi giorni del 1959. In quella cella fredda e scura sedici prigionieri

dormivano per terra e noi altri sedici rimanevamo in piedi per permettere loro

di sdraiarsi, ma questo non ci preoccupava, l'unico nostro pensiero era che eravamo

vivi e questo era l'importante. Vivevamo ora per ora, minuto per minuto,

secondo per secondo senza sapere cosa sarebbe successo l'attimo seguente.
Un'ora prima del cambio della guardia sentimmo la porta di ferro aprirsi e lanciarono

una persona nella già affollata cella. Con l'oscurità non potemmo renderci conto

che era un ragazzino di dodici, massimo quattordici anni.
- E tu perché sei qui?- chiedemmo quasi all'unisono.
- Perché ho provato a difendere mio pare, ma l'hanno fucilato ugualmente,

quei figli di puttana.- ci rispose, guardandoci con la faccia ferita e insanguinata.
Ci guardammo per cercare una risposta consolatrice per il ragazzo, ma non la trovammo.

 Avevamo già tanti problemi... Erano già due o tre giorni che non si fucilava e cominciavamo a sperare che quell'incubo fosse finito.

Le fucilazioni sono impietose, ti tolgono la vita quando più la necessiti

per te e per i tuoi cari, senza ascoltare i tuoi desideri di vita.
La nostra allegria durò poco. La porta si aprì di nuovo e chiamarono dieci di noi,

compreso il ragazzo. Non li avremmo più rivisti.

Come si poteva togliere la vita a un ragazzino in quella maniera?

O forse ci sbagliavamo, forse stavano per liberarci?

Vicino al muro dove si fucilava, con le mani sui fianchi, camminava

l'abominevole Che Guevara.
Diede l'ordine di portare per primo il ragazzo e gli ordinò di inginocchiarsi.

Tutti gli gridammo di non fare quel crimine e ci offrimmo al posto del condannato.

Il ragazzo disubbidì, con un coraggio indescrivibile rispose all'infame figuro:
- Se mi devi uccidere devi farlo come si fa con gli uomini, in piedi, e non in ginocchio come i vigliacchi.
Andandogli dietro, il Che ribatté: - Vedo che sei un giovane valoroso...
Sfoderò la pistola e gli sparò un colpo alla nuca che quasi gli tagliò il collo.
Tutti gridammo: "Assassini, vigliacchi, miserabili" e molto altro.

Si girò verso la finestrella da cui provenivano le grida e svuotò il caricatore.

Non so quanti ne uccise e ferì.
Ci rendemmo conto di questo incubo, dal quale non potremo mai svegliarci, dopo un po', nell'ospedale Calixto García, dove ci avevano portati feriti.

Capimmo dopo non so quanto tempo che la nostra unica salvezza era la fuga,

 la nostra unica speranza di sopravvivere".
Cito integralmente questa testimonianza perché la comunità gay, con la quale mi identifico e con la quale solidarizzo, si renda conto che esibire l'immagine del Che come moda

costituisce un insulto per molte delle sue vittime, fra le quali grandi scrittori

gay cubani, per esempio Virgilio Piñeira e Reinaldo Arenas.
Senza contare i bambini che sono cresciuti traumatizzati dalla famosa frase:

"Saremo come il Che". Vale a dire, guerriglieri e terroristi.

à bientôt,
Zoe Valdes (scrittrice cubana esiliata a Parigi)

 

fonte:http://www.gliscritti.it/blog/entry/3425

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Commenti al Post:
misteropagano
misteropagano il 17/10/16 alle 12:33 via WEB
buongiorno MissSpiky, per curiosità ho cercato l'articolo originale di Pierre San Martin del 97 sull'HeralD COMO ASESINABA EL CHE GUEVARA
Grazie per la riflessione sul marketing dell'Icona ..un saluto caro,M
 
 
Spiky03
Spiky03 il 17/10/16 alle 16:43 via WEB
Buonasera a te;) Oh.. bene, sei riuscita a trovare l'originale, si vero, penso che valga la pena riflettere su certe cose. Grazie a te, ti auguro una deliziosa serata.
 
   
misteropagano
misteropagano il 17/10/16 alle 21:11 via WEB
beh sembra un foglio dattilografato ! senza la testata non fa effetto..però mi è piaciuto molto leggere Zoe Valdes e te, ciao cara,ricambio il pensiero:*
 
     
Spiky03
Spiky03 il 18/10/16 alle 23:55 via WEB

Certo può essere che senza la testata come dici tu, possa far sorgere dubbi sulla veridicità.
Cmq sia, resto del parere che è sempre sbagliato idolatrare una persona se non si hanno prove certe del suo operato.
Io non riesco a farlo nemmeno quando ne sono certa al100% di persone che esercitano azioni benevole di altruismo e quant'altro..
Posso provare rispetto e apprezzamento, più il la non riesco ad andare, ma va da sé..
E io sono molto felice di averti riletta, grazie MissMisty, ti auguro una splendida serata.. abbracci.. (stellari?) ahahaha!/

 
aldogiorno
aldogiorno il 17/10/16 alle 12:47 via WEB
CIAO SPIKY, COMPLIMENTI PER IL POST. UN BUON INIZIO SETTIMANA ED UN CARO ABBRACCIO, ALDO.
 
 
Spiky03
Spiky03 il 17/10/16 alle 16:43 via WEB
Ciao Aldo, benriletto:) sia anche per te un buon inizio settimana e una serena serata. Un caro abbraccio.
 
richard.lionheart197
richard.lionheart197 il 20/10/16 alle 11:52 via WEB
Ernesto Guevara e Fabrizio Corona: come un criminale (grande o piccolo) può diventare un mito, nelle debite proporzioni.
 
 
Spiky03
Spiky03 il 20/10/16 alle 18:35 via WEB

Vuoi forse dirmi che tra poco i suggerimenti della moda, saranno delle magliette con stampato su il volto di Fabrizio?;-)
P.S. Ho problemi in questi giorni a collegarmi ai blog, è un problema solo mio o è un problema generale?
Buona serata.

 
richard.lionheart197
richard.lionheart197 il 21/10/16 alle 00:14 via WEB
Ho problemi anch'io!
 
 
Spiky03
Spiky03 il 21/10/16 alle 01:10 via WEB

Ok, grazie! A me stasera ha funzionato per un po' sono riuscita a scrivere qualcosa..
non ho sonno e ne approfitto per viaggiare da blog a blog per leggere la gente;)
Ciao, buonanotte.

 
richard.lionheart197
richard.lionheart197 il 21/10/16 alle 18:03 via WEB
Ma davvero non hai ancora visto le magliette con la foto di Corona? Sono di gran moda!
 
 
Spiky03
Spiky03 il 22/10/16 alle 16:19 via WEB
Fortunatamente no, che dire? sono una donna fortunata;)))
 
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