Questo post serve per accelerare il racconto storico dell'Etiopia per poi passare ai vari racconti singoli che sono di interesse maggiore di quanto sia solo un testo i storia.
STORIA D'ETIOPIA IN SINTESI
L'Etiopia è stata probabilmente la culla dell'umanità. Ramidus, lo scheletro di un australopiteco, è stato scoperto proprio nei pressi qui. Questo ominide è ritenuto l'anello di congiunzione tra la scimmia e l'uomo.
Già la scoperta dell'Australopithecus afarensis Lucy nel 1974 (di circa 80mila generazioni più giovane) aveva dato prova finalmente delle teorie darwiniane. Vent'anni più tardi, nel 1992 un paleontologo giapponese, Gen Suwa, nei pressi di Addis Abeba nella valle del fiume Awash scoperse resti di un ominide. Due anni di scavi portarono alla luce una ventina di resti di Australopithecus ramidus preistorici vissuti 4 milioni e mezzo di anni fa.
Le prime tracce storiche risalgono invece a 5000 anni fa. L'Etiopia era crocevia di migrazioni di animali e uomini fra area mediterranea, Africa Nera e penisola arabica. Qui si incontrarono e scontrarono, commerciarono e si mischiarono popolazioni cuscitiche, camitiche e semitiche per millenni.
I greci antichi parlano delle terre d'Etiopia nei loro libri classici.
Geroglifici egizi testimoniano di relazioni commerciali con questa zona. Qui gli egizi trovavano spezie, incensi, resine e mirra.
Gli Habash (provenienti probabilmente dalla penisola arabica), conquistarono probabilmente questa zona del mondo e nominarono un loro principe, il primo "re dei re", il Negus Neghesti.
Nel nord dell'Etiopia nella regione conosciuta in seguito come Trigray, ai confini con l'altopiano protetta alle spalle da montagne invalicabili e, verso la costa, da precipizi impressionanti, emerse il primo potente regno della storia d'Africa.
La tradizione etiope fa discendere la stirpe reale dei negus dall'amore tra la regina di Saba e il mitico re d'Israele Salomone. Hailè Selassié stesso, ultimo negus etiopico, sarebbe stato il duecentoventicinquesimo discendente diretto di Menelik, leggendario figlio di Saba e Salomone.
Corano, Vecchio Testamento e Nuovo Testamento parlano della visita della regina di Saba alla corte di Salomone. E' probabile quindi che non si tratti di pura leggenda ma che ci sia un fondo di cronaca.Come personaggi storici i capostipiti sarebbero vissuti tra il 1000 e il 950 a.C.
Secondo la tradizione Saba curiosa di vedere il ricco regno a nord di cui si favoleggiava a corte, organizzò un viaggio. Venne accolta trionfalmente da Salomone che se ne innamorò. Tornata ad Axum Saba ebbe un il figlio Menelik. Quest'ultimo si recò adulto da Salomone. Il padre gli fece conoscere i rappresentanti delle dodici tribù di Israele e gli anziani di Israele. Menelik aveva però un sogno: fondare ad Axum una seconda "Sion". Con un gesto spettacolare trafugò l'Arca dell'Alleanza (la cassa che conservava le Tavole dei Dieci Comandamenti. Il trasferimento dell'Arca è all'origine della tradizione della Chiesa copta. La leggenda di Saba e Salomone ha conferito inoltre legittimità divina alla dinastia millenaria dei negus.
Giuliano, ambasciatore dell'imperatore bizantino Giustiniano, fu testimone stupefatto della grandezza del regno di Axum. In Etiopia ancora oggi vige il calendario giuliano. La potenza di Axum, agli inizi del VI secolo d.C., era immensa. Da secoli il regno axumita dominava le rotte mercantili fra l'Africa e l'Oriente, rivaleggiando con la Persia. Adulis (antico porto nei pressi dell'attuale Massawa) divenne un passaggio obbligato per le carovane d'avorio, di incenso e di mirra.
L'apogeo del regno axumita fu toccato durante gli anni di Re Ezana, il primo sovrano cristiano: espanse i confini in tutte le direzioni. Re Kaleb, uno dei successori si spinse anche oltre. Con la scusa di difendere le popolazioni cristiane della penisola arabica dominò per quasi mezzo secolo (dal 525 al 572) nella regione corrispondente all'attuale Yemen. Una controffensiva persiana mise fine allo strapotere axumita e diede luogo alla sua lenta decadenza.
L'impero si spaccò in principati autonomi. Nel VII secolo eserciti musulmani occuparono l'Egitto e si spinsero in tutto il Medio Oriente. I rapporti fra Islam e Axum non furono cattivi. 615 musulmani perseguitati in Arabia si rifugiarono in Etiopia; persino una delle future mogli di Maometto fu accolta in Etiopia. Il profeta dell'Islam ne fu riconoscente chiedendo ai suoi fedeli di lasciare in pace gli abissini.
Nonostante ciò alla fine del VII secolo i califfi arabi reagirono alle scorribande delle navi dei principi axumiti a Jeddah (il porto della Mecca) attaccando la costa dell'Etiopia. I principi etiopi si ritirarono nelle loro inaccessibili montagne. Axum fu abbandonata e cadde in rovina.
Nel frattempo un altro mitico Re si affacciava al mondo edificando un'intera città tra le montagne: Lalibela. L'ottava meraviglia del mondo, che porta il suo nome, nacque dal villaggio di Roha e fu scavata nella roccia nell'idea di creare una copia di Gerusalemme.
Fu uno dei principi dell'altopiano che comprese come l'unione dei popoli basata sulla passata grandezza di Axum potesse essere la chiave di volta per riportare stabilità e ricchezza nella regione. Yekuno Amlak (il suo nome significa "che egli sia Re") strinse un solido patto con Tekle Haymanot, il santo più celebre della tradizione copta. Yekuno concesse terre e monasteri alla Chiesa e ordinò la scrittura del libro della "Gloria dei Re", la saga nazionale etiopica. Il nuovo re costruì uno stato feudale. Era il 1270, i "salomonidi" avevano ripreso il potere e per oltre 700 anni lo mantennero. Sino al 1974 con una sola eccezione il negus fu sempre un sovrano amhara (l'etnia dominante sull'altopiano centrale).
Il più celebre tra i re dei re fu Zara Yacob. Tra il 1413 e il 1468 riconquistò territori strappandoli ai mussulmani e si spinse sino nel Sidamo. Costituì un potere centralizzato arginando il potere dei ras locali. Riorganizzò l'amministrazione dello stato, impose tasse, diede grandezza alle sontuose feste cristiane e dettò il Feta Negast ("la legge dei re"), le norme della tradizione imperiale destinate a essere applicate fino al 1930. Zara riuscì ad allacciare i rapporti con l'occidente, mandando nel 1439 teologi al concilio di Firenze e ad aprire a Roma una chiesa copta (S. Stefano dei Mori).
L'equilibrio della tensione fra cristiani dell'altopiano e mussulmani dei bassopiani fu frantumato da una devastante "guerra dei trent'anni". Il sultano Ahmed Ibn Ibrahim, signore di Harar si rifiutò di pagare il tributo annuale ai negus abissini. Mosse un esercito di somali e dancali dotati per la prima volta di armi da fuoco fornite dai turchi seminando il terrore per dieci tra gli etiopi. Solo nel Tigray gli etiopi resistettero all'avanzata musulmana. Nel 1535 Ahmed attaccò Axum e in breve tempo si spinse sino alle sponde del lago Tana. Nello stesso periodo altre potenze (Turchia e Portogallo) si avvicinavano. Il negus Lebna Dangal si decise a chiedere aiuto al Portogallo, ma non fece in tempo a vedere l'arrivo dei soccorsi. I 400 uomini spediti da Lisbona al comando di Cristoforo De Gama arrivarono quando sul debole trono dei negus sedeva Galawdewos (conosciuto in Occidente come re Claudio). La spedizione finì con una carneficina. Persino De Gama fu catturato e impiccato. Nei pressi del Lago Tana, tuttavia, lo scudiero del Capo portoghese, Pedro Leon, uccise per caso Ahmed e l'esercito invasore (composto per lo più da nomadi), senza guida si disperse allo sbando e fu sconfitto definitivamente nel 1559.
Gli altopiani etiopici furono attaccati anche da sud dal popolo cuscitico degli Oromo. Essi erano pastori guerrieri con una forte organizzazione. Riuscirono a scalare i contrafforti dell'altipiano e si spinsero nello Shoa e fino al Tigray. Si mischiarono alle popolazioni delle montagne. Nel frattempo la chiesa di Roma pretese l'adesione al cattolicesimo dei cristiani d'Etiopia e riuscì a convincere il negus a convertirsi. La rivolta della potente Chiesa copta fu imponente e il negus fu costretto ad abdicare. I gesuiti furono espulsi dall'Etiopia e le loro missioni.
Nel 1632 Fasilladas decise di tentare nuovamente l'unificazione del paese. Il centro dello stato divenne Gondar. La città divenne stupenda, furono edificati castelli, monasteri e le sponde del Lago Tana divennero un ricco emporio commerciale. Tutta la regione divenne capitale religiosa e culturale per l'intero altipiano. Per Gondar fu un secolo di splendore. Poi i ras locali della periferia dell'impero si ribellarono nuovamente. Congiure e complotti insanguinarono la corte e lo scontro fra clero e gerarchia imperiale si fece palese. A metà del Settecento cominciò un oscuro periodo della storia etiopica: la Zamana Mesafint, l'era dei principi.
Nella guerra di tutti contro tutti e in assenza di un potere centrale ne approfittarono le potenze straniere. I francesi si allearono con i ras del Tigray, gli inglesi puntarono le loro carte sugli amhara, la Chiesa romana inviò il vescovo Guglielmo Massaja nel Sud con il compito di evangelizzare i popoli di quella zona.
Un uomo di umili origini rivoluzionò l'Etiopia. Kassa Haylù, abile soldato alla corte del ras Alì, fu nominato ufficiale e riuscì poi a sposare la figlia del suo principe. Nel 1853 spodestò ras Alì, lo sconfisse in battaglia, si alleò con un altro ras e marciò contro il re del Tigray. Il 7 febbraio 1855, padrone di mezza Etiopia, si fece incoronare "re dei re". Scelse per se un nome profetico; Tewodros II. In seguito conquistò la Shoa. Trascinò alla corte il figlio del re sconfitto, destinato a divenire il futuro Menelik II, il negus che sconfisse gli italiani ad Adwa. Tewodros abolisce la schiavitù e la poligamia, cerca di arginare la corruzione a corte, costruisce le prime strade, riforma il sistema di tassazione, combatte i feudatari ribelli, vuole un esercito moderno e di professione. E' il primo "monarca moderno" dell'Etiopia, ma il suo destino è segnato. Contro di lui si alza la ribellione delle forze conservatrici; il clero, i nobili, i ras locali. La repressione è spietata. Chiede aiuto all'Inghilterra per creare un industria civile e bellica ma la regina nemmeno gli risponde. Tewodros, offeso, s'infuria e imprigiona tutti gli europei. Londra cerca di abbindolare il negus con regali inutili e costosi ma questi. infuriato, fa arrestare anche tutti i membri della missione. La Gran Bretagna mette in piedi allora la più poderosa spedizione militare che ci fosse mai stata. I ras si ribellano e l'impero cade a pezzi. Il ventenne Menelik II, nominato successore, scappa e fa insorgere lui stesso la Shoa contro il negus. Lo scontro contro gli inglesi è impari. Nella battaglia finale muoiono 800 fedeli al negus contro 2 soli europei. I britannici lasciarono le terre ai ras e tornarono in Europa.
Nell'ennesimo vuoto di potere con l'aiuto delle armi inglesi il negus del Tigray prende il potere e si fa incoronare ad Axum Yohannes IV, unico sovrano tigrino a sedere sul trono. Il nuovo re dei re si trovò a fronteggiare le mire espansionistiche dell'Egitto e dei sudanesi, ma cadde in battaglia.
Menelik, prende il potere. Si fa incoronare a Entoto. Fa costruire Addis Abeba, apre scuole, ospedali, banche, uffici postali. Fa importare le prime automobili e le prime biciclette. Avvia la costruzione della ferrovia. Allarga i confini e fronteggia le mire colonialiste europee.
Ma questa è storia nota che si trova in tutti i nostri libri di testo. In breve...
L'Etiopia sconfisse l'Italia e poi gli europei ad Adwa e a Dogali.
Menelik si ammala gravemente nel 1906. Rimane paralizzato e nel 1909 perde la parola. Nel 1913 muore.
Yasu lo succede ma avendo simpatie islamiche viene ferocemente osteggiato dalla chiesa copta. Nel 1916 viene scomunicato e deposto da una congiura di palazzo. Dopo un periodo di reggenza di un consiglio di nobili viene incoronato Tafari Makonnen. Ha grandi ambizioni. E' un uomo moderno, colto e istruito (conosce le lingue). Modernizza l'Etiopia e cerca appoggi tra le potenze europee conscio del fatto che l'Etiopia è circondata da colonie. Ottiene un seggio a Ginevra (nonostante la ferma opposizione di Italia e Gran Bretagna). Viaggia all'estero. Nel 1930 ha campo libero dopo aver sconfitto le congiure di palazzo e si fa incoronare re dei re. Il suo nuovo nome è Hailé Selassiè. Fa compiere un grande balzo all'Etiopia. Vara la prima Costituzione, crea il primo Parlamento.
Mussolini scatena la guerra. L'Italia con un poderoso sforzo bellico (vengono impiegate anche enormi quantità di armi chimiche) conquista l'Etiopia. Heilé Selassiè scappa. Durante l'occupazione italiana vengono costruiti strade, ospedali, scuole, anche se la repressione è spietata.
La guerriglia e gli inglesi sconfiggono gli italiani che già perdono la guerra al fianco di Hitler.
Torna Heilé Sellasiè. Si apre la questione dell'Eritrea. Viene concessa una nuova Costituzione (partiti vietati no elezioni). Colpo di stato fallito nel '63. Rivolte studentesche represse nel sangue nel '69. Scioperi e rivolte nel '74 fanno scattare un nuovo colpo di stato. Il Derg (il comitato) governa per poco tempo, spazzato via da uno dei suoi componenti (Menghistu Hailé Mariam). Dittatura sanguinaria e spietata. Regolamenti di conti. Stato di terrore. Alleanza con il Patto di Varsavia e Cina. Nel 1987 L'Etiopia diventa Repubblica Democratica (ma è una farsa). Fame e carestie negli anni novanta. Rivolte nel Tigray. Guerra contro i partigiani tigrini. Nel 1991 gli eritrei sconfiggono definitivamente l'esercito etiopico. Menghistu scappa.
Governo provvisorio. Alla guida Meles Zenawi (aveva già partecipato alla rivolta contro Sellasiè). Nel 1995 cambia la Costituzione e diviene primo ministro. E ancora lì...
Meles Zenawi promuove la guerra contro l'Eritrea (probabilmente per coprire problemi interni).
E' di pochi mesi fa la notizia di nuove rivolte studentesche per la richiesta di democrazia represse nel sangue (80 morti e 200 feriti, parrebbe). Su pressione delle diplomazie straniere viene stipulata una tregua.
09/06/2005 - Come alcuni anni fa gli studenti stanno protestando contro il governo in carica e in particolare contro Meles Zenawi. Gli studenti, appoggiando i partiti di opposizione, chiedono nuove elezioni nella convinzione che le ultime elezioni siano state truccate.
Il Presidente qualche settimana fa, all'indomani delle elezioni, aveva vietato ogni forma di protesta schierando polizia ed esercito per le strade delle maggiori città.
Ieri durante l'ennesima manifestazione di protesta sono scoppiati gli scontri e la polizia ha sparato sulla folla. Alcuni giornalisti europei hanno riferito, dopo aver visto i corpi all'obitorio, che la polizia ha ucciso i ragazzi con singoli colpi alla testa (si tratterebbe quindi di vere e proprie esecuzioni).
Dopo aver trascinato in una guerra tragica il suo popolo Meles Zenawi sembra ora non avere nessuna intezione di lasciare il potere.