These are the days
viaggi e piccole esplorazioni fra parole e fotografie
« USA - Estate 2007 | Sequoia National Park - ... » |
Descrivo quindi la prima tappa del tour che ho presentato nel post precedente. Il viaggio sopra l'Atlantico è pressoché interminabile. Rileggendo un diarietto su cui ho scritto delle cose durante il viaggio si possono rilevare segni di delirio di questo livello: "Non so cosa fare e mancano ancora 3 ore emmezza...uffaffa! Siamo sopra le nuvole. A sprazzi si vede l'oceano... è blu! Un mantello di schiuma! Schiuuuuuuuuuma... si sto sclerando" Prendiamo la BART (monoraaaaail!) Sondaggio della giornata: Secondo voi com'è la vita di un americano (trovato sul'elenco telefonico) che si chiama Fidel Guevara? Io dico che ha il telefono sotto il controllo dell'FBI... La mattina dopo nasce il mio amore per i pancake. Il quartiere dell'hotel non è esattamente dei migliori, non è il più ricco e ci sono un tot di cinema erotici (e ne trovo uno proprio accanto ad una missone cristiana). Su un grosso marciapiede c'è un uomo che si è portato dei tavolini con delle scacchiere e sta facendo una partita con un altro tizio, mentre un po' di gente li osserva. Al ritorno, il pomeriggio tardi, la zona è circondata dal nastro giallo della polizia, un uomo fa delle misurazioni e mi è sembrata di intravedere del sangue a terra. Chi perde a scacchi non perdona! Primo obiettivo (post colazione) è salire sui cable car, i classici tram di San Francisco. C'è una bella coda per farlo, ma non demordiamo. Curioso è il modo in cui cambiano direzione: alla fine dei binari c'è una pedana rotonda girevole con dei binari. I cable car ci salgono sopra, degli omoni giganti la fanno ruotare e il tram può riprendere la corsa nel'altra direzione. Su questo interessante mezzo di trasporto diamo un'occhiata agli edifici e le villette ai lati della strada e raggiungiamo Fisherman's Wharf, un quartiere sulla costa pieno di chioschetti che vendono granchi e frutti di mare. Guardiamo un po' di barche, un po' di navi, un sottomarino, qualche gabbiano (sono quasi riuscita a farne mangiare uno in volo direttamente dalle mie mani, ma per paura che mi amputasse le dita la missione non può dirsi superata). Una tizia passa con un'iguana (iguana è maschile o femminile?), due clown litigano in mezzo alla strada, un ragazzo sullo skateboard si fa trascinare da un'automobile. Io mi trasferisco qui... Escludendo il gelato; credo di aver mangiato una delle cose più dolci del mondo... bleah... Via ancora coi cable car su e giù verso downtown, per raggiungere il Ferry Building, con la scritta Port of San Francisco e la statua di Gandhi per adornare la città della pace. Prendiamo l'11... ops, scusate, la linea F... saliamo su un tram che viene direttamente da Milano, scritte in italiano comprese. Tutti 'sti chilometri per prendere gli stessi mezzi che ho a casa? Massì, ne siamo soddisfatti ed orgogliosi! Alla sera sono devastata. Il jet lag si fa sentire, sostenuto dal sole della giornata che mi ha abrustolito il naso e forse dal vento sconclusionato che c'è qui. Non mangio e mi abbatto sul letto in un momento di depressione. La mattina seguente possiamo riprendere il tour senza problemi. Giro sul battello sotto il Golden Gate (il ponte rosso che è costantemente dipinto perché mantenga il colore) e attorno ad Alcatraz. Visita a Chinatown, quella più grande del mondo se non sbaglio... beh, escludendo Pechino, ovviamente. Osservo il piacevole contrasto fra le lanterne cinesi rosse e la Transamerica Pyramid, che sbuca da sopra i palazzi. Avviandoci verso la compagnia con cui abbiamo noleggiato le auto troviamo un palazzo assurdo: dei mobili deformi sono appesi sui muri esterni ed escono dalle finestre. Tutto l'edificio è una sorta di opera d'arte. Molto simpatica. Ecco che riceviamo i nostri bestioni: due Dodge Gran Caravan che ci permetteranno di continuare il viaggio verso le nostre altre mete. Prima meta è l'altro lato del ponte per fare foto panoramiche. Il Golden Gate mi piace un sacco. Avremmo poi dovuto visitare l'Exploratorium, un museo della scienza in cui ci sono degli strumenti da sperimentare liberamente... la scienza diventa divertente. Ci tenevo un sacco, ma era chiuso -.- Un ultimo giro, discesa per la Lombard Street, la stradina tutta a tornanti con tante piante intorno (ortensie credo). E' stata creata per rendere la via meno ripida e facilitarne la salita. Ha un limite di velocità di 5 miglia all'ora. E questo è un riassunto della mia San Francisco. Consigli in tema: |
https://blog.libero.it/thesearethedays/trackback.php?msg=8908148
I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
THESE ARE THE DAYS
Questo blog racconta i viaggi che ho fatto attraverso le mie descrizioni, i miei commenti e le mie fotografie.
Buona lettura e buon divertimento!
QUOTES
Io preferisco raccontare ciò che i miei occhi hanno visto e la mia testa ha pensato, non sarà la verità oggettiva ma almeno è la verità di qualcuno, cioè la mia.
Syusi Blady
AREA PERSONALE
TAG
MENU
I MIEI BLOG AMICI
ULTIMI COMMENTI
Inviato da: chiaracarboni90
il 27/05/2011 alle 12:51
Inviato da: charliebrowna
il 07/06/2010 alle 20:43
Inviato da: dianavera
il 06/06/2010 alle 21:53
Inviato da: kangaroo71_e
il 06/06/2010 alle 16:51
Inviato da: ESAURITA3112
il 26/05/2010 alle 19:14
CERCA IN QUESTO BLOG
CHI PUŅ SCRIVERE SUL BLOG
COLONNA SONORA
Come si può fare un viaggio senza musica?
Jackson Browne - Late for the sky
Jason Mraz - I'm yours
Jamie Cullum- All at sea
Negramaro - La finestra
Peter Cincotti - Make it out alive
Samuele Bersani - Le mie parole
Tom Petty - Learning to fly
COLONNA SONORA
Katie Melua- My aphrodisiac is you
Armstrong/Fitzgerald - Cheek to cheek
Linkin Park - Numb
Elton John - My father's gun
Hercules - Ieri era zero