These are the days
viaggi e piccole esplorazioni fra parole e fotografie
Ho la febbre da otto giorni e sono piuttosto stufa di ciò. Sono stufa anche di passare il tempo a guardare film e telefilm quindi ho deciso di tentare di essere produttiva (non fino ad arrivare a scrivere la tesi, ma almeno a far qualcosa), quindi ho pensato di aggiornare il qui presente blog con un intervento. Avrei una marea di post ancora da fare... un tot sugli Stati Uniti, l'ultimo sulla vacanza in Francia dell'estate scorsa e uno su Ginevra, comunque ho deciso di optare per l'ultima meta... Weekend a Ginevra, Switzerland. Partenza il 13 Novembre 2010 in auto, io e la mia compagna di viaggio Chiara. Il viaggio procede senza problemi, anche se passiamo l'ultima ora e mezza a capire dove sia il maledetto albergo. Abbiamo prenotato un Formule1, dei motel economici diffusi in Francia, ne avevamo già visitato uno quest'estate. L'indirizzo dato su internet non è molto preciso: c'è il nome di una via, ma non il numero civico, ma ho copiato anche le coordinate GPS. Tra l'altro, la sera prima di partire, prendendo le indicazioni, noto qualcosa di strano... PERCHE' DIAMINE C'E' SCRITTO FRANCIA??? Il nostro bell'albergo, spacciato come hotel dell'aeroporto di Ginevra è in realtà in Francia (è una città proprio sul confine). E' infilato in un angolino non segnalato dietro a un Novotel. Ci vuole un miracolo per trovarlo (o le coordinate GPS!). La mattina seguente partiamo nella visita della città (che ovviamente dobbiamo raggiungere in auto... ma il traffico a Ginevra è davvero snervante). Orologio fiorito e giardino all'inglese, vista in lontanantza del Jet d'Eau, il getto d'acqua, una fontana simbolo della città che spruzza fino a 140 m d'altezza (uno sputo di 140 metri, non è che come simbolo sia niente di che, a parere personale, ovviamente). Vediamo un sacco di giovani papà che passeggiano coi figlioletti. Passiamo davanti alla Cattedrale di Saint Pierre, al municipio, in viette carine. Raggiungiamo poi un parco con grosse scacchiere in cui la gente può giocare a scacchi e dama liberamente. Dedichiamo parecchio tempo ad un'appassionante partita a scacchi. Calcolando che a malapena ricordo come si muovano i vari pezzi, l'aver vinto è cosa non da poco! La zona è molto viva, ci sono un sacco di persone di tutte le età, anche riunite in gruppi, che passano del tempo insieme a giocare. Credo che a Milano di quelle pedine non ne rimarrebbero molte se lasciate in un parco pubblico... Diamo un occhiata all'imponente muro dei riformatori. La nostra attenzione è però calamitata da un mercatino e uno skate park poco distante che pullula di ragazzi e ragazzini con pattini, tavole e bmx e che fanno un sacco di salti, talvolta senza mostrare troppo sforzo. Come si può saltare con tanta sicurezza con un monopattino??? Complimenti. Alla sera concerto, di cui ho ampiamente parlato La mattina dopo decidiamo di visitare il palazzo delle Nazioni Unite. Per entrare ti metal-detectano, ti fanno una foto e ti danno un cartellino per visitatori. Si può rimanere in zona solo per il tempo della visita (guidata), poi devi menar le tolle. Roba seria, insomma. La visita è interessante. Mostrano diverse sale dove di solito si riuniscono rappresentanti di tutto il mondo, fanno sedere sulle poltrone ufficiali così che i turisti giapponesi possano esaltarsi con un milione di foto (noi avevamo la famiglia di padre, madre e figlia grande. Erano sempre indietro per scattare fotografie). Visitiamo un'edificio in stile anni '30 (che da fuori ci ricorda un po' il nostro Ospedale Niguarda di Milano) e uno anni '70. Ci sono doni da ogni parte del mondo e varie sculture e opere d'arte lungo le pareti. Una sala è molto particolare, avendo il soffitto molto decorato, con spuntoni colorati che vanno verso il basso. Fa pensare un po' ad un fondale marino. Pranzo in un McDonald's (possibile che i parcheggi dei centri commerciali siano a pagamento?), poi in viaggio. Un viaggio infinito, soprattutto perché non sono abituata a guiare per lunghe tratte. Ma ce l'ho fatta! Concludendo: Ginevra non è entrata nelle mie città preferite. Di gente ce n'è, ma è piuttosto tranquilla (traffico a parte). Ma le manca qualcosa... Consigli in tema: |
Post n°12 pubblicato il 16 Novembre 2010 da SnoopyHood
Ieri si è concluso il mio fine-settimana a Ginevra per assistere al concerto di Jamie Cullum. Della città parlerò poi; questo post è per il grande evento. Arriviamo davanti all'Arena di Ginevra domenica 14 novembra alle 18, mezz'ora prima dell'apertura dei cancelli (beh, di più, dato che li hanno aperti tardi... dov'è finita la puntualità svizzera?). L'attesa ci sta torturando dato che grossi cartelli vietano di portare un tot di cose che noi abbiamo: bottigliette d'acqua (armi pericolossissime, si sa), macchina fotografica, un ombrellino e dei coltelli. E' vero, portare i coltelli è poco furbo, ma li avevamo dimenticati nello zaino dopo il pranzo, non sono lì per cattiveria. Imboschiamo tutto alla benemeglio (non credo si scriva tutto attaccato, ma vabbè) e incrociamo le dita. Mostrerò la bottiglietta così me la faranno travasare subito in un bicchiere e saremo a posto. Il mio zaino è ok, la macchina è sotto alla giacca... forse sembro incinta, ma... ehi... sarebbe un mio diritto esserlo! I coltelli li ha Chiara in fondo allo zaino. Contiamo sul fatto che non rovistino davvero e che un rotolo di carta igienica e degli assorbenti creino disagio in quelli che controllano. Una signora italiana davanti a noi ci assicura che sono precisi e a volte perquisiscono gli uomini, ma il nostro piano funziona! Entriamo e ci piazziamo in prima fila, alla balaustra davanti al palco. Io lì volevo essere; forse un paio di metri più a sinistra per vedere meglio i tasti del pianoforte, ma è fantastico comunque. Assurdità: lo schermo dietro al parco che proietta pezzi di un video di Jamie dice ogni tanto di caricare sul suo sito le i propri video/foto. Tutti sti controlli per cosa, allora? Meglio così, scatterò un tot di foto. In apertura c'è una donna che canta e suona la chitarra. Ci piace molto. E' francese, ma canta in inglese e le sue canzoni sono davvero piacevoli. Se vi interessa si chiama Madjo. -------------------- Passa il tempo. Arrivano le 21. Ed ecco la band che entra sul palco: violoncello, tromba, sax e batteria. Speravo tanto ci fosse la tromba (data la piccola delusione ai concerti di Peter Cincotti per la sua mancanza). Grazie Jamie!
Aggiungo un paio di video del concerto presi da youtube. Il primo ha delle clip da varie canzoni (fantastica l'ultima parte, purtroppo tagliata, con "And I feel fine"). il secondo del momento più bello del concerto, il coro di High & dry.
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Post n°10 pubblicato il 11 Novembre 2010 da SnoopyHood
Continuiamo a parlare di quest'estate. Vi ho lasciati un paio di giorni fa tra le sabbie e le paludi della Camargue, coi suoi torineri/cavallibianchi/fenicotterirosa/zanzareferoci. Giunge il momento di proseguire, quindi... Allons-y! (It's french. For Let's go)
Giorno 7: Siccome si ha il timore di scrosci nottetempo e la tendina rossa di Chiara e Fede non è molto water-proof, si valuta di issare un telone di cerata per creare una tettoia. Questo telo azzurro è stata la cosa che ci ha fatto litigare più di tutta durante la vacanza... un po' per le discordanze su come metterlo, come legarlo, dove piazzarlo... un po' perché io e Claudio dicevamo di non volerlo sulla nostra tenda super-water-proof (così da guadagnare spazio coperto per cenare) mentre l'altra coppia voleva a tutti i costi che stessimo sotto anche noi... Giorno 8: Comincia così il tour dei catelli (per cui è famosa la Loira). In programma per oggi i due di Amboise (ma che belle le casette coi teti grigi appuntiti!). Compriamo ua sorta di carnet con cui abbiamo i boglietti ad alcuni castelli specifici. Con 23,30 euro a testa possiamo vederne 3. Castello pomeridiano: Clos-Lucé, dove si dice che Leonardo da Vinci abbia passato i suoi ultimi anni, ospite di... ((corsa a recuperare le informazioni corrette))... Francesco I (mi ricordavo giusto, ma volevo evitare errori). Conversavano insieme e Leonardo progettava e inventava. Cosa positiva: il castello è "arredato". Non ci sono antiche sale vuote, con veccchie sedie negli angoli con scrotto vietato sedersi. No, nelle cucine c'è il tavolo con vari oggetti sopra, fiori e piante, come se il palazzo fosse ancora abitato. Insomma, non c'è l'atmosfera un po' sterile che sono abituata a vedere in giro, qui sembra tutto più vero.
Giorno 9: Chambord. Straspettacolare e strabellissimo (più da fuori che all'interno, bisogna ammetterlo). Patrimonio dell'Unesco. Per i minori di 25 anni ingresso gratuito... questa è promozione della cultura! E' un edificio enorme, ci hanno messo moltissimo tempo a costruirlo, aggiungendo delle zone di volta in volta. Calcolate che il suo giardino è un parco in cui Francesco I cacciava cinghiali e quant'altro e il cui recinto è lungo 32 km. Giorno 10: Note finali:
Consigli in tema: |
Post n°9 pubblicato il 09 Novembre 2010 da SnoopyHood
Sono passati più di due mesi dalla fine della mia vacanza estiva del 2010. Forse sarebbe il caso di parlarne un po'... Avevo già preannunciato quello che sarebbe stato il mio viaggio e a grandi linee l'itinerario è stato mantenuto, salvo qualche cambiamento di rotta per esigenze di sopravvivenza (come evitare una tirata da millemila ore l'ultimo giorno, decidendo quindi di splittare il rientro in due date). Riassumendo: Partenza iniziale in 6, tre coppie, ma una ci accompagna solo all'inizio (e non sempre durante il giorno è con noi), poi proseguirà lungo la costa mediterranea, mentre noi ci avventureremo verso il gelo del continente. La nostra auto è una Skoda Octavia riempita in ogni suo pertugio: abbiamo borse ovunque, pacchi di pasta in ogni dove, dato che campeggeremo e abbiamo intenzione di risparmiare a più non posso. Primo giorno: Pronti, partenza, via. Si parte verso la prima tappa. Più o meno. Dobbiamo raggiungere un qualche capeggio che sia vicino a Nizza, ma anche ad altri posti che dobbiamo visitare. Finiamo in un paesino fra i monti, Bagnols en Foret, dove provo la primissima esperienza di campeggio della mia vita. Montiamo le nostre meravigliose tende (questa cosa la faccio anche io, non si può mica lasciare tutto il divertimento agli uomini), cerchiamo di capire come devono stare le gambe home-made del fornelletto da campo, apriamo i tavolini e le sedie, sistemiamo corde qua e là per lampade e biancheria, ci agganciamo alla corrente. Efficientissimi. Che figata! Alla sera cena a Cannes. McDonald's. A noi ci piace. Lo stare in questa città, a contatto con ricconi e yatch di varie forme e dimensioni ci fa avviare una discussione sulla gente facoltosa che spende una barcata (anche letteralmente parlando) di soldi per potersi divertire e che non conosce i piccoli piaceri della vita (la fiera dei luoghi comuni, direte... essendo comuni, la gente dovrà pur parlarne, no?). Passeggiata fra mercatini dell'artigianato poi rientro a casa, guidati dal mitico navigatore Garmin di Fabio. Fantastici i Garmin... ne riparlerò più avanti in questo post. [[Giusto! Un accenno ai nomi dei viaggiatori. La nostra auto: io (Laura), il mio ragazzo (Claudio), Chiara e Fede. Altra auto: Elena e Fabio.]]
Secondo giorno: La nostra auto si dirige ad Eze. Promontorio vista mare. Godibile visita al borghetto antico, pieno di botteghe di vario tipo. Concettualmente mi ricorda un po' Calcata, ma la città laziale mi è piaciuta di più. Una bancarella di spezie ci calamita per qualche minuto e la sommergiamo di fotografie, affascinati da quelle polverine colorate. O per lo meno lo siamo io e Chiara. Amare i colori delle spezie è cosa da donne. Seconda tappa è il Parco Phoenix di Nizza. Il biglietto costa solo 2,00 euro ed è una sorta di zoo-giardino botanico. Adorabile lo spettacolo delle fontane danzanti che fa quasi danzare anche noi. Io poi impazzisco a guardare gli animali quindi mi è piaciuto un sacco trovarmi tra wallaby, patatosissimi cani della prateria, iguane, gufi, struzzi, ecc. Ho avuto una discussione animata con un rumoroso pappagallo. Ci tenevo a fargli capire che non era lui a comandare. Andate a vedere la civetta lappone, a noi ha fatto crepar dal ridere solo a guardarla... spero non s'offenda. Se amate i vaporizzatori andate anche dove c'è il parchetto dei giochi per bambini e sballatevi lì. Altra nota: attenti alle oche; sfidarle potrebbe essere rischioso. Ho iniziato a prenderne in giro una e questa ha cominciato ad agitarsi ed inseguirmi. Sono quindi uscita dal suo recinto, ma lei ha radunato il suo esercito e da dietro le sbarre si è avvicinata a noi per minacciarci. Un po' di strizza l'ho avuta.Dopo aver dato da mangiare ad altre, più pacifiche, papere (cosa che mi ha reso molto felice), ci siamo riavviati verso l'auto. Accendiamo il navigatore per tornare in campeggio. Ok. Ho detto, accendiamo il navigatore per tornare in campeggio. Non so se mi sono spiegata. Accendiamo il navigatore per tornare in campeggio. Fantastico!!! E' il secondo giorno e il navigatore si è già impastato. Non perdiamo la calma. Sfoderiamo lo stradario e avventuriamoci per i monti. Evitiamo le strade a pedaggio che dobbiamo risparmiare. Ecco appunto, facciamo la strada più difficile che è sempre uno spasso continuare a perdersi. Comunque, alla fine ce la facciamo. D'ora in poi dovremo riuscire a girare con stradario e fotografando il percorso in qualche internet cafè, su viamichelin. Ce l'abbiamo fatta e io sono piuttosto soddisfatta.
Terzo giorno: Quarto giorno: Visita pomeridiana a Le Baux, un borgo medievale, in parte visitabile solo dopo aver acquistato un biglietto (5,80 euro). Lo compriamo e ci danno una buona audioguida in italiano a testa. La visita ci piace e anche la vista panoramica (vitigni, campi e altri vitigni). Assistiamo all'utilizzo di una catapulta: viene caricata, preparata e un pallone è scagliato. Forte! Ci facciamo anche delle foto alla berlina. Consiglierei questa tappa. Dato che abbiamo visto le griglie andiamo a comprare carbonella, carne e verdure per una super-cena-barbecue. Gnam!
Quinto giorno:
Sesto giorno: Pranzo: prosciutto e melone su una panchina sul lungomare. Di Saintes-Maries... Ci imbrattiamo mani e bocca all'inverosimile, anche perché disponiamo solo di fazzoletti e di un coltellino svizzero tarocco per nutrirci. Comunque è buono :) Il nostro sogno è fare una passeggiata fra i fenicotteri a dorso dei cavalli bianchi e riusciamo a realizzarlo. Ci facciamo un'escursione di un'ora emmezza in uno dei millemila maneggi che sono lungo la strada per il paese. Ovviamente ricerchiamo il più economico, anche se i prezzi sono a grandi linee simili. Spendiamo 28 euro a testa. Purtroppo i tizi del maneggio non capiscono nulla di italiano ed inglese, ma a gesti ci facciamo capire (naturale che non sappiamo nulla di francese!). Ovviamente mi danno il cavallo più pigro di tutti, infatti sono l'unica a cui viene consegnato un rametto-frustino per risvegliarlo un po' quando finisce in stato comatoso. Una delle ragazze che ci guida (tra l'altro mia omonima) cerca di farmi capire come tenere Oscar e come convincerlo a non appisolarsi. Pian piano prendo confidenza con lui. Non completamente, ma, ehi, siamo principianti! Cerco di recuperare tutti i miei ricordi di equitazione provenienti da una campo WWF fatto dieci anni fa in Toscana e in una maniera presumibilmente imbarazzante riesco a trottare senza farmi rimbalzare stroppo su e giù dal mio pigrone. La passeggiata è molto bella e mi lascio affascinare dalle ombre della nostra carovana di cavalieri sulla sabbia. Credo siano poche le cose al mondo più belle di questa, non so spiegarlo, ma è magico. Il ritorno è piuttosto traumatico: siamo a passeggio da molto tempo e le mie gambe non sono conformate per andare a cavallo quindi ho l'impressione che perderò le rotule e/o le caviglie a breve. Inoltre sono reduce da un colpo di frusta (se avete letto il mio post sulla Tuscia viterbese ne sapete qualcosa), e la cosa non aiuta di certo. Alla fine sopravviviamo, ognuno orgoglioso del suo cavallo. Consigli in tema: |
Ed eccomi in quasi-partenza per la mia vacanza estiva di quest'anno. Farò un viaggio di 19 giorni in Francia, girandola un po'. Quattro amici (quelli del week-end in Svezia). Un'automobile. Due tende. Una chiavetta da 8Gb di musica (un po' di spazio per uno... ognuno ascolta cose diverse perdincibacco). Ecco qui i luoghi che visiteremo: Nizza - Eze - Gole del Verdon - Roussillon - Le Baux en Provence - Les Saintes Marie de la Mer - Chambord - Chaumont - Chenonceau - Clos Lucè - Amboise - Villandry - Saumur - Broceliande - capo Frehel - Dinan - Mont Saint Michel - Beyeux - Pointe du Hoc - Caen - Le Havre - Etreat - Rouen Ovviamente alte aspettative circa i luoghi, il divertimento e il risparmio (conti sempre di spendere poco, ma resti fregato ogni volta). ALLONS-Y!!! |
Il viaggio di avvicinamento alla più celebre città del Nevada è molto lungo, dato che sta in mezzo al nulla. E' come una sorta di oasi nel deserto; ti allontani da tutto e vieni a folleggiare per una notte o più, facendo in modo che la coscienza debba penare sotto il sole per molte miglia prima di raggiungerti. Quando arriviamo nel nostro albergo, il Circus Circus, dobbiamo metterci in coda per chiedere le camere. C'è una merea di gente, il parcheggio è grosso, cartelloni con indicazioni. Mi viene in mente Disneyland. Las Vegas è una Disneyland meno puritana. La notizia più entusiasmante e inaspettata è che abbiamo le montagne russe nell'albergo. Cioè... non vicine... DENTRO. Non so in che tipo di hotel siete abituati ad andare voi, ma nei miei se è tanto c'è una palestrina. In questo c'è un piccolo luna park, rendimocene conto! Ovviamente noi gggiovani ci fiondiamo subito nell'esperienza montagne russe & co. Siamo ancora minorenni qui (io per 6 mesi, mannaggia) quindi niente casinò, ma un po' di divertimento possiamo godercelo comunque. Oltre al luna park l'albergo, che ha più edifici, contiene un circo (sennò che senso avrebbe il nome), piscine, casinò, una serie di negozietti e ristorantini, la mega mensa a buffet, un cinema, credo. Dopo cena ci avviamo verso la Strip, la via principale dei Casinò. Il nostro è un po' lontano dal vero centro della vita notturna, ma lo raggiungiamo a piedi. A San Francisco avevamo visto le cassette dei giornali (quelle in cui metti una monetina e poi puoi prenderne una copia). Ci sono anche qui, ma coi giornali spinti. Andiamo quindi a vedere lo spettacolo delle fontane danzanti del Bellagio (che si vede alla fine di Ocean's Eleven). Gli spruzzi d'acqua illuminati si muovono con la musica All that jazz, da Chicago (un film che mi piace molto). Una marea di gente le osserva, le fotografa, le riprende. Sono ancora più belle se si tiene l'albergo sullo sfondo e le coreografie sono splendide, in sincronia con i suoni. Il grande acquisto è una tazza con la scritta Las Vegas/Nevada/CSI. Ero un'amante delle prime serie ed ero contenta di essere nella città di Grissom & co. Da pazzi. Una città da pazzi! Nota conclusiva: il tempo dedicato agli spostamenti non è molto breve negli Stati Uniti. Gli spazi sono diversi qui, tutto è più grosso (le strade, le auto, i bicchieri), tutto è più lontano, tutto è più alto, tutto è più tutto. Anche i treni: abbiamo visto passare dei treni merci con più di sessanta vagoni. Una cosa simpatica delle auto con cambio automatico che avevamo è che si poteva impostare una velocità di crociera e bloccarla e non dover più tener premuto il pedale dell'accelerazione. Certo che con le mega strade rettilinee che abbiamo trovato si correva il rischio di addormentrsi dopo un po'. Comunque fyko! Consigli in tema: |
Post n°6 pubblicato il 05 Giugno 2010 da SnoopyHood
Lasciata San Francisco ci dirigiamo verso il parco delle sequoie. Come vi aspettate le sequoie? Grandi, grosse e altissime, vero? Beh, è così. Enormi alberoni dalla corteccia rossa, che fanno un certo effetto. Ho provato ad abbracciarne una... era morbida, è stato piacevole. Bisognerebbe trovare il tempo per dare un abbraccio ad un albero, ogni tanto. Qualche scoiattolino in stile chipmunk, ma con la coda, fa capolino nel parco e scava una buca sotto i nostri occhi. Veniamo quindi alla presentazione del Generale Sherman: una sequoia che non è la più alta, non è la più vecchia, non è la più larga alla base... insomma mi chiedo cosa abbia di così speciale. Pare sia il suo volume insuperabile. Cioè... è come dire che ha le ossa grosse? Pare cresca piuttosto rapidamente... forse Sherman è un adolescente grasso che dà la colpa alla genetica per la sua stazza. Bah! Alla sera raggiungiamo Visalia, una cittadina che ha un non-so-che di inquietante. E' formata da casette molto basse, mini villette prefabbricate che hanno la consistenza più o meno del cartone. Non ho detto perché Visalia mi è apparsa inquietante. Beh, perchè era pressoché deserta. Non ricordo a che ora di preciso siamo arrivati. Facciamo alle 20? Facciamo alle 20. Nessuno in giro. Facciamo che alle 21:30 andiamo alla ricerca di un posto per mangiare (troviamo solo un ristorante messicano). Ancora nessuno in giro. C'è un cinema ricavato da una chiesetta in cui proiettano La Stangata. Ma abbiamo viaggiato nello spazio o nel tempo? Il mistero di Visalia resta irrisolto. Consigli in tema: |
Descrivo quindi la prima tappa del tour che ho presentato nel post precedente. Il viaggio sopra l'Atlantico è pressoché interminabile. Rileggendo un diarietto su cui ho scritto delle cose durante il viaggio si possono rilevare segni di delirio di questo livello: "Non so cosa fare e mancano ancora 3 ore emmezza...uffaffa! Siamo sopra le nuvole. A sprazzi si vede l'oceano... è blu! Un mantello di schiuma! Schiuuuuuuuuuma... si sto sclerando" Prendiamo la BART (monoraaaaail!) Sondaggio della giornata: Secondo voi com'è la vita di un americano (trovato sul'elenco telefonico) che si chiama Fidel Guevara? Io dico che ha il telefono sotto il controllo dell'FBI... La mattina dopo nasce il mio amore per i pancake. Il quartiere dell'hotel non è esattamente dei migliori, non è il più ricco e ci sono un tot di cinema erotici (e ne trovo uno proprio accanto ad una missone cristiana). Su un grosso marciapiede c'è un uomo che si è portato dei tavolini con delle scacchiere e sta facendo una partita con un altro tizio, mentre un po' di gente li osserva. Al ritorno, il pomeriggio tardi, la zona è circondata dal nastro giallo della polizia, un uomo fa delle misurazioni e mi è sembrata di intravedere del sangue a terra. Chi perde a scacchi non perdona! Primo obiettivo (post colazione) è salire sui cable car, i classici tram di San Francisco. C'è una bella coda per farlo, ma non demordiamo. Curioso è il modo in cui cambiano direzione: alla fine dei binari c'è una pedana rotonda girevole con dei binari. I cable car ci salgono sopra, degli omoni giganti la fanno ruotare e il tram può riprendere la corsa nel'altra direzione. Su questo interessante mezzo di trasporto diamo un'occhiata agli edifici e le villette ai lati della strada e raggiungiamo Fisherman's Wharf, un quartiere sulla costa pieno di chioschetti che vendono granchi e frutti di mare. Guardiamo un po' di barche, un po' di navi, un sottomarino, qualche gabbiano (sono quasi riuscita a farne mangiare uno in volo direttamente dalle mie mani, ma per paura che mi amputasse le dita la missione non può dirsi superata). Una tizia passa con un'iguana (iguana è maschile o femminile?), due clown litigano in mezzo alla strada, un ragazzo sullo skateboard si fa trascinare da un'automobile. Io mi trasferisco qui... Escludendo il gelato; credo di aver mangiato una delle cose più dolci del mondo... bleah... Via ancora coi cable car su e giù verso downtown, per raggiungere il Ferry Building, con la scritta Port of San Francisco e la statua di Gandhi per adornare la città della pace. Prendiamo l'11... ops, scusate, la linea F... saliamo su un tram che viene direttamente da Milano, scritte in italiano comprese. Tutti 'sti chilometri per prendere gli stessi mezzi che ho a casa? Massì, ne siamo soddisfatti ed orgogliosi! Alla sera sono devastata. Il jet lag si fa sentire, sostenuto dal sole della giornata che mi ha abrustolito il naso e forse dal vento sconclusionato che c'è qui. Non mangio e mi abbatto sul letto in un momento di depressione. La mattina seguente possiamo riprendere il tour senza problemi. Giro sul battello sotto il Golden Gate (il ponte rosso che è costantemente dipinto perché mantenga il colore) e attorno ad Alcatraz. Visita a Chinatown, quella più grande del mondo se non sbaglio... beh, escludendo Pechino, ovviamente. Osservo il piacevole contrasto fra le lanterne cinesi rosse e la Transamerica Pyramid, che sbuca da sopra i palazzi. Avviandoci verso la compagnia con cui abbiamo noleggiato le auto troviamo un palazzo assurdo: dei mobili deformi sono appesi sui muri esterni ed escono dalle finestre. Tutto l'edificio è una sorta di opera d'arte. Molto simpatica. Ecco che riceviamo i nostri bestioni: due Dodge Gran Caravan che ci permetteranno di continuare il viaggio verso le nostre altre mete. Prima meta è l'altro lato del ponte per fare foto panoramiche. Il Golden Gate mi piace un sacco. Avremmo poi dovuto visitare l'Exploratorium, un museo della scienza in cui ci sono degli strumenti da sperimentare liberamente... la scienza diventa divertente. Ci tenevo un sacco, ma era chiuso -.- Un ultimo giro, discesa per la Lombard Street, la stradina tutta a tornanti con tante piante intorno (ortensie credo). E' stata creata per rendere la via meno ripida e facilitarne la salita. Ha un limite di velocità di 5 miglia all'ora. E questo è un riassunto della mia San Francisco. Consigli in tema: |
Salve a tutti! Ho deciso di parlare del mio mega-viaggio negli Stati Uniti di tre estati fa. 1. San Francisco (I left my heart in San Francisco) 2. Sequoia National Park (P. Sherman, 42 Wallaby Way, Sydney) 3. Las Vegas (Vivaaaaa Las Vegas) 4. Bryce Canyon (un fottuto posto per perderci una vacca) 5. Arches National Park (Beep Beep) 6. Dead Horse Point e Canyonlands (cacchio è difficile trovare un commento idiota per tutto) 7. Mesa Verde e Four Corners (alla facciaccia del dono dell'ubiquità) 8. Monument Valley (ehia ehia ehia ehia) 9. Antelope Canyon (ma che figata!!!) 10. Gran Canyon (Tank, corso di pilotaggio per elicottero B212) 11. San Diego (Shamu Shamu) 12. Los Angeles (Ehi, C.J.) 13. New York (arriviamo noi, crolla la borsa, si abbatte l'uragano) Ecco, queste erano le tappe maggiori.
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Post n°3 pubblicato il 24 Maggio 2010 da SnoopyHood
Febbraio 2009. Fra poco finisce il periodo d'esami. Partiamo? Va bene, dove andiamo? Non so, cerchiamo su internet sui siti dei voli low cost? Spulciamo le partenze per varie capitali europee e facciamo sapere al sito che siamo flessibili con le date, un week-end vale l'altro. Bene, proposte interessanti. Londra a 35€ è un prezzo folle! Bruxelles a 7€ A/R ci piace, ma dovremmo partire sabato, perdendo troppo tempo. Invece per Stoccolma a 15€ si può lasciare l'Italia già venerdì sera. Deciso. Andiamo a Stoccolma!!! E così con bagaglio a mano riempito di vestiti pesanti e merendine per la colazione ci avventuriamo in Svezia. Siamo in quattro, due coppie di amici (a proposito, in quel momento avevamo 21/22 anni... io sono la vecchia che fa gli anni a Gennaio). Cerchiamo degli ostelli sul nostro sito di fiducia (hostelsworld) e ne troviamo alcuni interessanti, ce n'è uno su una barca. Io mi innamoro di un altro, che però costa più di quanto miriamo a spendere sisolito. Tuttavia è l'unico che esplicita che è aperto all-night-long, quindi ci buttiamo su quello. Il Langholmen! (mettete un pallozzo sopra la A per avere il nome corretto). Cosa ha di così particolare da avermi colpito immediatamente? E' un ex carcere!!! (aggiungete punti esclamativi a profusione) Atterriamo in Svezia tardi. Abbiamo fatto già su internet il biglietto per il pullman che va dall'aeroporto alla stazione dei bus in città, per evitare code e strane sorprese. Il paesaggio, anche se è buio intorno, è diverso dall'Italia. Quest'amosfera nordica a metà fra Babbo Natale e l'Ikea (non mi chiedete il senso di quel che ho appena scritto, perchè non è detto che ne abbia). Comunque spero invano di vedere apparire una renna dagli alberi. Il programma per il giorno dopo è andare al Palazzo Reale a vedere il cambio della guardia. In qualche modo riusciamo ad orientarci coi biglietti della metro, grazie anche ai consigli dei bigliettai che ci offrono il carnet più vantaggioso. La metropolitana di Stoccolma è considerata una sorta di grande museo, essendo piena di opere realizzate da svariati artisti. Noi ne abiamo viste poche, ma ci fidiamo. Il cambio della guardai ci piace. I soldati coi fucili ci marciano accanto, camminano, suonano tamburi e le trombe, armeggiano con le bandiere. Noi facciamo amizcizia con "lo svedese crucco", che fa il cambio con un altro soldato che sembra avere 15 anni. Mi viene il dubbio che i "cambia-guardia" siano le nuove leve schiavizzate in questo spettacolino per turisti. (Nota: facciamo amicizia vuol dire che ce lo vediamo passare davantiin continuazione, mentre cerca di contenere la folla e che gli dedico alcune foto. Nota 2: Svedese crucco perchè è biondo e ha un elmetto con una punta sulla testa che ci fa pensare al rigore tedesco). Sempre imbacuccatissimi continuiamo l'esplorazione della città (almeno dell'isoletta Gamla-Stan, il centro storico). Io sono notoriamente freddolosa, quindi ho collant, pantacollant da sciatori dell'Himalaya e calze in materiale isolante. Ovviamente pile e giacca da sci. Mia madre mi ha comprato delle specie di guantini che si scaldano una volta aperta la busta, raggiungendo i millemila gradi centigradi; si dovrebbero mettere in tasca per diffondere del tepore, nella speranza di non prendere fuoco. Ho deciso di evitare il rischio di provocare un'utocombustione. Freddo sì, ma non abbastanza. Una cosa positiva degli svedesi è che parlano l'inglese. In tv gurdano i film anglo-americani in lingua originale con i sottotitoli. Se si chiede informazione in giro, bene o male capiscono quel che dici. Poi magari sei tu a non capire quello che ti rispondono loro, ma questa è un'altra storia. Problema dell'inverno svedese: alle tre del pomeriggio inizia il tramonto. Per carità, affascinante, ma se alle quattro i musei/chiese chiudono, per i poveri turisti può essere un problema. Dopo essermi fatta affascinare dal fiume ghiacciato, andiamo a vagare fra le vie del centro storico, sempre muniti di cartina. Ovviamente riusciamo a perderci e a finire su non si sa quale delle isole della città (ah, già, non l'ho detto... è una città divisa suvari isolotti. Langholmen, dove c'è l'ostello e uno di queste, Gamla, un altro). Vaghiamo anche tra vari negozietti di souvenir, tentati di comprare gli elmetti con le corna da vichingo. Alla fine acquito solo un peluchetto a forma di renna con le zampe calamitate, da piazzare sul frigo. La domenica vediamo due posti bellissimi: il municipio e il museo Vasa. Il secondo posto bellissimo è il museo costruito intorno al veliero Vasa. Alla sera ci siamo lanciati nell'esperienza pomelo. In un supermercato abbiamo comprato delle cose per la cena, cucinata in ostello. Ecco spuntare (da un mondo lontano) uno strano frutto sconosciuto. Questa specie di pompelmo-pera gigante. Dai, compriamoci la creatura-pomelo, è troppo interessante. Ecco... abbiamo imparato che interessante e buono non coincidono. Immaginate questo frutto di una quindicina di cm di diametro. Fatto? Bene, ora cominciamo a sbucciarlo. Fatto? Sì, ti piacerebbe... scava, scava. In pratica metà pomelo è materiale bianco (quel che c'è sotto la buccia degli agrumi). La parte commestibile ha una consistenza strana e il sapore non ci soddisfa. Posso dire però che da quel giorno il pomelo è diventato un idolo per noi. Il frutto dei valorosi! Alla reception ci siamo fatti prenotare un taxi per le 5 del mattino di lunedì (dato che una di noi deve andare a lavoro, quando arriva a Milano, senza passare neanche da casa). Prendiamo il bus per l'aeroporto. Colazione, chek-in. Gl svedesi vogliono un solo bagaglio a mano, quindi la mia borsa finisce nella valigia. Mi chiedo cosa abbia fatto il tizio che aveva la valigia più il computer. Come avrà risolto il problema? Un viaggio breve in una bella città che si riflette sull'acqua. Ci sarebbe ancora molto da vedere. Polpette di renna, prima o poi vi mangerò!
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Mi fa piacere notare che già dal secondo post inizio ad avere problemi con libero... chi be comincia... Partirò narrando dell'ultimo viaggetto che ho fatto. Partenza nel tardo pomeriggio per raggiungere il nostro B&B a Vetralla, in provincia di Viterbo. Il Pozzo Romano è stato uno degli aspetti più soddisfacenti della vacanza, che è andata piuttosto bene (conclusione esclusa). Situato in campagna, comodamente raggiungibile in automobile, è gestito da una giovane coppia simpatica e disponibile, che ci vive con due cani (Dora la socievole e Tazio il pauroso) e un trio di gatti.
Prima tappa: Parco dei Mostri di Bomarzo (ingresso 9 euro, un po' troppo forse, ma si può stare tutto il giorno ed è pieno di gente in equipaggiamento da pic-nic).
Il giorno successivo partiamo con Tuscania. Carina, anche se la nostra vera meta nel luogo è la Trattoria da Alfreda, che offre un pranzo completo con piatti tipici (provate i lombrichelli) a meno di 15 euro. Mi è piaciuta molto la chiesetta del monastero delle clarisse di San Paolo, piccola, ma bella. Capatina a Sutri per vedere l'arena, che troviamo chiusa. Facciamo quindi un giringiro, ma non siamo pienamente soddisfatti. La cattedrale divide i nostri pareri, ma il suo pavimento di mattonelline colorate un po' storte affascina l'intero gruppo. Ci diciamo più che soddisfattti. Passando da un paese all'altro ammiriamo il paesaggio di campagna, con la flora e la fauna annessa (cavalli, pecore, gazze, corvi, upupe, uno struzzo, ecc.). |
Salve popolo di internet! Ho aggiunto un altro blog all'esercito di web log che infestano la rete. Uno in più non farà saltare tutto in aria (mi auguro che questa frase non rientri nella categoria delle UPF: le Ultime Parole Famose). Come nasce l'idea di questo spazio? Nasce da un altro blog che avevo aperto con degli amici un paio di anni fa per descrivere il nostro viaggio estivo in Spagna. Il diario di viaggio è purtroppo rimasto incompleto per mancanza di collaborazione, ma rileggendolo mi è tornata la voglia di condividere le mie piccole esperienze di viaggio sul web. Non so se qualcuno leggerà oppure no. Non so se sarò in grado di gestire bene questo spazio. Non so quali saranno i viaggi che mi aspettano. So che voglio provarci, anche solo per tenere un diario personale per trattenere i ricordi della mia memoria troppo selettiva. Concludo inserendo il link al blog del mio viaggio in Spagna del 2008: Pan di Spagna Ciao! |
THESE ARE THE DAYS
Questo blog racconta i viaggi che ho fatto attraverso le mie descrizioni, i miei commenti e le mie fotografie.
Buona lettura e buon divertimento!
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Io preferisco raccontare ciò che i miei occhi hanno visto e la mia testa ha pensato, non sarà la verità oggettiva ma almeno è la verità di qualcuno, cioè la mia.
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