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« Una nuova scoperta: "Il ...Post che ritengo doveros... »

La differenza tra un'alba ed un tramonto è solo nella prospettiva in cui si guarda...

Post n°6 pubblicato il 02 Maggio 2006 da threecharlie
 
Foto di threecharlie

Alle volte si chiude una stanza e non la si riapre, così con il passare del tempo sugli oggetti di quella stanza si deposita una piccola quantità di polvere giorno dopo giorno, per mesi. Ti dicono è il passato, ed il passato non ha più importanza, non è certo il presente, men che meno il futuro. C'è del vero in questa affermazione, ma non ci si può basare solo su essa. Nel passato c'è il percorso della nostra vita, le nostre scelte, che se sono vincenti (o fortunate) diventano successi, gioie, mentre se sono sfortunate diventano dolori da portarsi addosso. Non si può vivere con questi dolori appesi come fardelli che ti appesantiscono l'anima, non ci si riesce... io non ci riesco... Così, dopo aver intrapreso la strada del "lasciarmi alle spalle il mio passato", dove volevo dimenticare i dolori, dove chiudere tutti i ricordi in un cassetto, come si fa con le vecchie foto che appartengono al passato sto tentando una strada difficilissima; aprire quella stanza, guardare gli oggetti ad uno ad uno, spolverarli e... non usarli, nemmeno uno, nulla.
Se ti comperi una pianta per arredare le stanze della tua anima però, una cosa viva, se non le dai da bere, rinchiusa in quella stanza morirà, e morirà per sempre. Ne guarderai le foglie accartocciate, secche, ripiegate su se stesse, la terra brulla, talmente secca che nemmeno la muffa è resistita ed ha lasciato una sottile polvere bianca. Ha un senso spolverare un vaso che ha la funzione di mantenere viva quella pianta se quella stessa pianta invece è morta? E se non ha senso spolverare il vaso, perché mai spolverare il resto? E perché mai aprire quella porta se nulla ha un senso in quella stanza, perché è spenta, perché non puoi accenderla più? E' sbagliato allora spazzarla via o è sbagliato tenerla viva nonostante tutto?
Qualcuno dice che mantenere i ricordi e la coscienza di quello che si è fatto aiuta ad affrontare le avversità. Se ricordi i tuoi errori potrai imparare da essi e non ripeterli... facile a dirsi perché è una bellissima utopia e, cosa ancor più sacrosanta, in cuor tuo non li ritieni errori, anzi.
Non ha senso recriminare su una strada sbagliata intrapresa, perché in quel momento era la scelta giusta, e solo la fiducia nel provare quella strada ti potrà dire se era quella giusta... ma anche questo è relativo. E si ritorna sul discorso iniziale; è giusta se ti va bene, ed è sbagliata se ti va male. Chi può dire allora se era giusta o sbagliata? Dio? Il fato? Il caso?
Se sei solo e percorri da solo quella strada puoi anche decidere di prendere i mattoncini lego della tua vita e ricombinarli in modo da intraprendere un'altra strada da solo... ma se hai preso i mattoncini lego di un'altra persona, una donna con cui speravi di costruire qualcosa di comune, perché i mattoncini per costruire se stessi non bastano mai... una volta che hai mischiato quei mattoncini fai una faticaccia a determinare quali siano i tuoi e quali i suoi, perché se li lasci di un colore diverso ogni volta che guarderai quello che si ha costruito vedrai un io ed un tu, mai un noi... quei mattoncini dal colore neutro... se li scarti, perché non ci si può costruire nulla, non sei mai sicuro di quali scarti... perdi sempre qualcosa.
Ed alla fine, come in tante cose nella vita dove hai messo veramente te stesso, dove hai condiviso, dove hai messo intimità, non saprai più dove finisci tu e comincia lei.
E se il sole è all'orizzonte, non capisci più veramente se è un'alba od un tramonto...

 
 
 
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