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« La costellazione dei GemelliStrana sensazione »

Periodi chiaroscuri

Post n°21 pubblicato il 14 Ottobre 2007 da threecharlie
 

Non è una novità; alle volte sparisco per giorni, alle volte per mesi. Un motivo solo non c'è mai, dato che non c'è mai un motivo solo per sorridere o crocefiggersi. Non sono nemmeno convinto di esservi veramente mancato perché, se sparisci, ci vuole una buona dose di pazienza, amicizia o addirittura amore per sopportare queste tue sparizioni. Il miglior metodo per gestirle è un bel "ma va a quel paese" o un altrettanto buon "ma chi ti credi di essere". Volete veramente un po' di cronaca? Ok, cercherò di essere essenziale. In questi mesi ho lavorato badando più alla necessità di raggranellare denaro, non tanto per me quanto per la banca a cui li debbo restituire, con l'incoscienza di chi non si rende conto di superare i propri limiti fisici. Così dopo questa strana sensazione di non avere energie e cercare di recuperarle solamente dormendo il più possibile alla prima magagnina il mio corpo mi ha presentato il conto di tanta ingratitudine. Come spesso accade non sono molto bravo né a prevenire né tanto meno a curare, non riesco a guardarmi in terza persona fisicamente e... patatrac. Tra reale malattia, complicazioni, sfighe aggiunte, un mese a casa, a vanificare anche il mese in cui ho dato più che me stesso alla causa "annulla il debito bancario". Vi risparmio il mio solito caos sentimentale, dove sto combattendo una guerra con me stesso per togliere strati di cemento armato nei rapporti con un'altra donna, quelli intensi dico, però tutto questo mi ha dato finalmente lo spunto per cominciare a scrivere quello che dovrebbe essere il mio primo reale progetto di racconto breve, o se ce la faccio, un romanzo breve.
Non vi ho mai fatto partecipi delle mie creazioni "artistiche", un po' perché ho abbondato nella mia prima parte della mia vita sul web, un po' perché mi è stato insegnato il valore di certe cose, ossia che non sempre è il caso di mettere parti di te stesso, delle tue emozioni, dei tuoi ricordi, alla stregua di chiunque. Sono situazioni che mantengono un valore solamente se non sono buttate lì, spero dio spiegarmi, così quando scrivo qualche nuova poesia, o credo di avere una buona idea per scrivere un incipit, un paragrafo, un capitolo, una nuova situazione, ho un fidato gruppo di ascolto, forse troppo buono, che pazientemente (non è vero, sono sempre attente) ascoltano o leggono quello che ho scritto e mi danno un giudizio. Giuro che alle volte mi è capitato di pensare di postare qualcosa anche qui, ma ci sono persone che continuano a sconsigliarmelo perché di squali in rete ce ne sono tanti, pronti ad appropriarsi di tue idee e di scriverci un testo er una canzone, o uno spunto in ul libro. A parte il possibile danno economico, anche se io non sono certo in grado di avere dei contatti seri con qualche casa editrice, mi si ricorda quanto potrebbe essere spiacevole vedere i propri concetti scritti e/o interpretati da qualcuno che ha un nome editorialmente parlando. A questo punto, se a qualcuno incuriosisse la cosa, potreste sempre provare a richiedermi quello che ho scritto personalmente, chissà che anche voi non entriate a far parte viva di quel gruppo di ascolto e di revisione delle bozze.
Per ora ringrazio tutti della solita costanza nella lettura, ringrazio nuovamente le persone che ho incontrato nella vita, alcune delle quali sono presenti ancora (altre perse, altre ancora sono fuggito io) perché è da queste esperienze cha attingo nello scrivere, nelle interazioni che ho ed ho avuto con loro. Sappiate che semmai riuscirò a pubblicare qualcosa, voi tutte che avete incrociato la mia via avete un posto in quello che scrivo, perché avete un posto nella memoria ed uno più o meno importante nel mio cuore (vi prego di interpretare positivamente quel più o meno importante).
Postilla; si può voler bene a più persone, ma questo impegna tempo e risorse al limite del prosciugamento. Alle volte bisogna fare delle scelte di priorità per non rischiare di trascurare le persone a cui vuoi dedicare tutto il tempo che meritano, o in caso di una possibile relazione sentimentale, tutto il tempo che merita.

Alle prossime news; ciao a tutti.



 

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Commenti al Post:
concy.75
concy.75 il 15/10/07 alle 18:43 via WEB
Ciao three e ciao a tutti. Mi sembra, mentre ancora lo faccio, strano scrivere in un contesto come questo. E’ la prima volta. Non so ancora bene cosa mi stia spingendo a farlo; il padrone di casa è sicuramente un ospite speciale, ma non è solo questo che mi muove le dita sui tasti. Scrivere mi piace, mi è sempre piaciuto. Lo faccio puntualmente in determinate occasioni o sulla scia di sensazioni precise, bisogni espliciti di dire, manifestare. Quando, insomma, qualcosa si muove appena appena dentro di me o quando un terremoto mi mette sottosopra. Ne vengono fuori biglietti d’auguri, lettere alle persone care e a me stessa, bigliettini scritti qui e lì, chat lunghe come treni, e-mail simili a sedute dallo psicoterapeuta, appunti sui miei tanti quaderni colorati come o di più di quelli dei miei alunni, dediche a chi ancora non ha visto la luce del giorno, pensieri per chi non c’è più e sms che di certo non fanno parte dei modelli inclusi nei cellulari. Scrivere è un po’ un rito e, per questo, non lo faccio così spesso. Mi occorrono concentrazione, silenzio, solitudine e l’ombra del mio carissimo professore di italiano del liceo seduta accanto a me; a lui devo l’amore per la lettura, la pignoleria maniacale nello scegliere se e dove mettere una virgola o un punto. Oggi, come ieri, non è una gran giornata. Nulla o quasi è successo. Ma che il problema sia proprio questo? Complice il mio 32esimo compleanno che galoppa puntuale come ogni anno, mi ritrovo a pensare a quello che ho costruito finora, a quello che ho voluto demolire, a quello che lascio in sospeso per paura che nell’andare troppo in su possa crollare, a quello che ormai sono quasi ossessionata dal voler innalzare. Tempo di bilanci, insomma. E i bilanci, mi dicono, fanno quasi sempre dolore, almeno a noi che bonariamente “non ce la possiamo mai fare”. Noi ipersensibili, ipercritici verso noi stessi e le nostre scelte, noi sempre alla ricerca di noi, noi sempre a caccia di altri come noi. E così, tra uno sbuffo e un rigirarmi da una parte e dall’altra, sta trascorrendo questo lunedì, mentre inutilmente cerco voglie e stimoli. Il lunedì! Qualcuno mi direbbe che di per sé non è un gran giorno e che, pertanto, sarebbe meglio se la smettessi di pensare, se mettessi “il cervello a folle”, se staccassi la presa e la inserissi in un giorno comunemente più felice, che ne so, di sabato. Ma è proprio vero che i nostri pensieri possono cambiare così facilmente da un giorno all’altro? Non credo. Cambia probabilmente il canale attraverso cui vengono fuori. E così se passano in quello dell’ottimismo, arrivano su brilli e pieni d’energia, se passano in quello dell’apatia riescono con difficoltà a sporgere la testa, se attraversano quello della tristezza una volta fuori si accucciano su se stessi, se schizzano veloci in quello dell’illusione per un attimo, o anche un po’ di più, credono di avere il mondo in mano. Penso alle persone che mi sono intorno e sorrido, hanno di me l’idea di una persona pacata, dolce, affettuosa, disponibile. Tutte ottime qualità, certo, ma chissà quanti di loro percepiscono la mia irrequietezza. Non mia madre che al massimo può arrivare a sentenziare che il freno di tutti i miei pensieri cattivi potrebbe giungere su un cavallo bianco, mia sorella probabilmente sì ma è troppo chiusa su se stessa per preoccuparsene, mio padre…chissà, non le mie colleghe che hanno modo di vedermi quasi sempre energica e nascosta dietro quella parte di me che fa del proprio lavoro una missione e che, perciò, lascia tutto il suo bagaglio fuori dalla porta della propria aula (quell’aula da cui, tra l’altro, attinge l’ossigeno che a volte mi salva la vita), qualche amico, sì, senz’altro. Quelli da cui ho deciso di farmi scrutare a fondo, quelli a cui ho veramente aperto le porte dell’anima, quelli che l’hanno aperta a me, perché in fondo siamo simili e non corriamo grossi rischi nel denudarci a vicenda. E chissà voi, che mi leggete per la prima volta oggi qui e a cui, chissà perché, ho deciso di scrivere queste righe, che impatto avrete. In ogni caso, sono contenta di aver svuotato un po’ il sacco, non lo facevo da tanto, mi sento un po’ più leggera e questo dà un senso a questo lunedì.
 
threecharlie
threecharlie il 17/10/07 alle 17:01 via WEB
Mia cara Concy, credo sia inutile ribadire ancora una volta che leggerti è sempre più che un piacere, mai banale e sempre profonda. Sai bene quanto sia stata una sorpresa leggerti qui perché se tu non avessi fatto in modo di farmi venire la curiosità di chi era passato a visitare il mio blog forse non avrei letto per un bel po’. Non sono mai bravo a fare dei progetti, e quello di scrivere costantemente qui sopra non lo è di certo. Ci sono blogger che sentono il bisogno di affidare ogni sentimento a questa sorta di diario virtuale, ma come ho già scritto, non sempre è una buona cosa affidarlo in mani distratte. Alle volte hai bisogno di scrivere per dire qualcosa a te stesso, tanto per cercare di chiarirti dei concetti, per farli uscire allo scoperto e leggendoteli come quando guardiamo la nostra immagine allo specchio per cercare di riconoscerci. E’ terapeutico pare, e ti costringe a metterti davanti ai lati che non hai troppa voglia di cogliere o, ancora più arditamente, metterti in condizione di combatterli o farteli amici evitando una discreta e, solo in apparenza, rassicurante indifferenza. Io alle volte sono “costretto” a scrivere qui dalla mia macchina, in parcheggio taxi con il mio portatile, mediando alle volte tra la voglia di scrivere ed aver qualcosa da scrivere che ne vaga la pena; alle volte sono i clienti che mi tolgono il tempo per farlo, peraltro giustamente, perdendo lo stimolo, l’intuizione, per qualcosa che mi sembrava una buona idea ed irritandomi quando non la ritrovo più o la stessa non ha conservato lo stesso fascino a distanza di decine di minuti. Spero non si noti troppo che questa mia risposta si sta srotolando in ore di lavoro e che dia appunto l’idea di essere un collage più che un discorso, i tempi sono purtroppo rammentati. Non puoi farmi che sorridere alla lettura di tanti termini che uso e che non riesco ancora a capire, a distanza di tempo, se sono entrati a far parte del tuo modo di parlare avendoli sentiti tante volte da me o se, come altro, abbiamo lo stesso modo di definire sensazioni comuni, d’altra parte una conoscenza comune ha sentenziato quasi da subito che sono “uno che non ce la può fare”. Il “cervello in folle” o ultimamente “in centrifuga” è una sensazione comune alla “nostra razza”, a quelli che come noi non fanno a meno di farsi quelle che, per chi non ci comprende, sono solamente “pippe mentali”. Si potrebbe più naturalmente vivere con tranquillità senza farsi troppe domande, senza perdere troppo tempo a pensare e pesare il proprio mondo con positiva leggerezza, ma noi non ci riusciamo, io non ci riesco, e quando lo faccio non mi sento mai sufficientemente appagato. L’ho scritto già in qualche post precedente, non deve essere considerato solo come una cosa negativa, si tratta solo di saper gestire questo desiderio se non bisogno di trovare una collocazione al puzzle che ci identifica, e se questo lo si fa con una certa serenità e senza frenesia non può che trasmettere altrettanta serenità con l’aggiunta di una profondità d’animo che è, come hai scritto tu stessa, un biglietto da visita per riconoscerci tra la folla. Sai, c’è stato un tempo in cui ero ipercritico con la massa, ergendomi a entità superiore in grado di elevarsi sempre e comunque tra il pattume socioculturale che ci circonda, ora sono più dell’avviso che ci siano più persone che abbiano semmai potenzialità no sfruttate, sedate per inutilità di essere esternate, per fattori sociali o lavorativi. Essere un “artista”, come recentemente sono stato ancora invitato a riconoscermi, necessità una certa dose di desiderio di affermare la propria posizione miscelata alla sana ed equilibrata consapevolezza di avere delle qualità che non sono solo votate all’autogratificazione ma hanno il dovere sociale di essere condivise per una crescita comune. La sensazione, nel mio piccolo, di aver anche solo creato serenità al termine di un concerto dedicato a Battisti, in una piazza di 300 persone, è una gran bella gratificazione, e se non ci fossi stato io ed i miei compagni di canto forse quelle stesse persone non avrebbero immagazzinato nuove emozioni, anche piccole, non avrebbero fatto un viaggio nei ricordi sentendo un certo brano, in pratica sarebbero potenzialmente un pizzico più poveri. Arrogante tutto questo? Forse, ma tutto questo è un fondamento per dare un senso filosofico alla vita ed una risposta alle domande fondamentali come “chi siamo”, “cosa facciamo qui” e “che scopo abbiamo”, quindi Concy, tornando ai momenti in cui ti ritrovi a stilare dei bilanci, non puoi non considerare che i ragazzini a cui hai insegnato e stai insegnando sicuramente porteranno i tuoi insegnamenti magari sulle piccole cose, rendendoti più educatrice che semplice insegnante. Se ben ricordi quando cito la mia amica Paola, ancora la “odiano” per aver insegnato ai suoi allievi ad amare talmente tanto la natura che un topolino o anche uno scarafaggio hanno diritto ad un rispetto ben più nobile che la loro semplice esistenza a questo mondo, e questo è un marchio di fabbrica altrettanto nobile che si spera trasmettano anche a tutti coloro che incontreranno sulla strada della loro vita; fosse anche solo per questo, Paola ha fatto un regalo al mondo. Se parliamo di scelte non fatte o non andate a buon fine non faccio che rimandarti a qualche argomento fa trattato sempre in questo blog, e se questo è relativo a rapporti sentimentali ripeto che forse non si era nel posto giusto al momento giusto per avere quella compatibilità possibile ma non vissuta. Si cresce in momenti diversi ed in modi diversi e quello che era possibile prima si ritrova stridente più tardi (o viceversa), Ma ora basta così, o rischio di far stancare i lettori di questo nostro dibattito, che mi auguro possa essere ulteriormente arricchito ada altri lettori che so passare di qui ogni tanto. A tutti ed a te, Concy, un abbraccio.
 
scilla5
scilla5 il 17/10/07 alle 17:35 via WEB
che dire? mi è piaciuto leggere sia il post sia il commento. intelligenti e profondi.riprendi a scrivere! ;-)
 
alilulla
alilulla il 18/10/07 alle 13:41 via WEB
Bentornato :o). Auguro a te di riuscire a realizzare il tuo progetto. Di parole ne ho scritte tante, nel mio blog intendo... ho voltato la pagina del mio libro ed ora custodisco gelosamente, (come ho sempre fatto dopotutto) quella che sono io. Buone cose. V.
 
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