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One Art e relative traduzioni

Post n°42 pubblicato il 29 Gennaio 2015 da AngelaF77
 

One Art

The art of losing isn't hard to master;

so many things seem filled with the intent

to be lost that their loss is no disaster.

 

Lose something every day. Accept the fluster

of lost door keys, the hour badly spent.

The art of losing isn't hard to master.

 

Then practice losing farther, losing faster:

places, and names, and where it was you meant

to travel. None of these will bring disaster.

 

I lost my mother's watch. And look! my last, or

next-to-last, of three loved houses went.

The art of losing isn't hard to master.

 

I lost two cities, lovely ones. And, vaster,

some realms I owned, two rivers, a continent.

I miss them, but it wasn't a disaster.

 

 

--Even losing you (the joking voice, a gesture

I love) I shan't have lied.  It's evident

the art of losing's not too hard to master

though it may look like (Write it!) like disaster.

(Elizabeth Bishop)

E ora le varie traduzioni: quale preferite e per quale motivo?

UN'ARTE

L'arte di perdere non è troppo ardua.
Tante cose dimostrano l'intento
d'esser perse. Se avviene, non è un dramma.

Perdi una cosa al giorno. Accetta l'ansia
delle chiavi smarrite, dell'ora male spesa.
L'arte di perdere non è troppo ardua.

Perdi di più e più in fretta, per far pratica.
Luoghi, nomi, e dov'era che volevi
fare un viaggio. Nulla sarà un dramma.

Ho perso l'orologio della mamma.
Ora, l'ultima o quasi di tre case dilette.
L'arte di perdere non è troppo ardua.

Ho perso due città, molto belle. E più vasti
regni che possedevo, due fiumi, un continente.
Mi mancano, ma non è stato un dramma.

Anche perdere te (la voce gaia,
un gesto amato) non mi smentirà.
L'arte di perdere non è troppo ardua
anche se può sembrare (scrivi!) un dramma.

(Traduzione di M. Guidacci)

 

UN’ARTE

(Traduzione di Damiano Abeni)

Dell’arte di perdere si è facili maestri;
ogni cosa pare così colma dell’intento
d’andar persa, che perderla non è un disastro.

Perdi qualcosa ogni giorno. Accetta l’estro
delle chiavi perse, dell’ora senza sentimento.
Dell’arte di perdere si è facili maestri.

Poi allenati a un perdere ulteriore, un perdere più lesto:
luoghi, nomi, e ogni dove che la mente
voleva visitare. Nulla di ciò sarà un disastro.

Ho perso l’orologio della mamma. Impiastro!
E di tre amate case non ho salvato niente.
Dell’arte di perdere si è facili maestri.

Ho perso due città stupende. E in quel contesto,
diversi regni miei, due fiumi, un continente.
Mi mancano, ma non è stato un disastro.

Perfino nel perderti (il riso nella voce, un gesto
che amo) non avrò mentito. E’ evidente,
dell’arte di perdere non si è difficili maestri
anche se può sembrare (e scrivilo!) un disastro.

[da Nuovi Argomenti n.11, Quinta serie, Luglio-Settembre 2000]

UN’ARTE

(Traduzione di Marilena Renda)

L’arte di perdere non è una disciplina dura
tante cose sembrano volersi perdere
che la loro perdita non è una sciagura.

Perdi qualcosa ogni giorno. Accetta la tortura
delle chiavi di casa perse, delle ore spese male.
L’arte di perdere non è una disciplina dura.

Esercitati a perdere di più, senza paura:
luoghi, e nomi, e destinazioni di viaggio.
Nessuna di queste perdite sarà mai una sciagura.

Ho perso l’orologio di mia madre. Era
mia ed è svanita – ops! – l’ultima di tre case amate.
L’arte di perdere non è una disciplina dura.

Ho perso due vasti regni, due città amate,
due fiumi, un continente. Mi mancano,
ma non è mica un disastro averle perdute.

Nemmeno perdere te (la figura, la voce allegra
il gesto che amo) mi smentirà. È chiaro, ormai:
l’arte di perdere non è una disciplina dura,
benché possa sembrare (scrivilo!) una sciagura.

 

Un’arte

L’arte di perdere non è difficile da imparare;

sembra che così tante cose vogliano

essere perse che la loro perdita non è una tragedia,

 

Cerca di perdere qualcosa ogni giorno. Accetta la noia

delle chiavi perse, dell’ora trascorsa malamente.

L’arte del perdere non è difficile da imparare.

 

Cerca di perdere sempre di più e sempre più velocemente:

luoghi e nomi e mete che ti attendono

ancora. Lasciale andare tutte quante.

 

Ho perso l’orologio di mia madre. E vedi, l’ultima

delle mie tre case amate se n’è pure andata.

L’arte di perdere non è difficile da imparare.

 

Ho perso due belle città. E due terreni

che erano miei, due fiumi, un continente,

mi mancano, ma non era una tragedia.

 

Perfino perdere te ( la tua voce scherzosa, un gesto

che amo) non è la prova contraria. E’ ovvio,

l’arte di perdere non è troppo difficile da imparare

anche se sembra (scrivilo!) proprio una tragedia.

(Traduzione di Stefanie Golisch)

UN'ARTE

Perdere è un'arte e non vuole maestro;
son tante le cose che naturalmente
si perdono, e perderle non è disastro.

Perdi un cosa al giorno. Accetta il maldestro
di chiavi perdute, di un'ora insipiente.
Perdere è un'arte e non vuole maestro.

Poi prova a perdere ancora, perdere presto:
i luoghi e i nomi, una meta imminente
e niente di ciò ti sembrerà un disastro.

Ho perso l'orologio di mia madre. Tosto
ho perso tre case: non ho più niente.
Perdere è un'arte e non vuole maestro;

Ho perso due belle città. E tutto il resto,
i miei regni, due fiumi e un continente.
mi mancano, certo, ma non è un disastro.


--Anche perdere te (gli scherzi, un gesto
che amo). Non m'inganno. E' evidente
Perdere è un'arte e non vuole maestro.
anche se all'occhio sembra (scrivilo!) un disastro.


(Traduzione di Andrea Sirotti)

 

Una sola arte

 

L’arte di perdere non è difficile da imparare;

così tante cose sembrano aspettare

di essere perse, che perderle non è un disastro.

Ogni giorno perdi qualche cosa. Accetta l’ansia

di chiavi perdute, di un’ora spesa male.

L’arte di perdere non è difficile da imparare;

allora impara a perdere di più, a perdere

più in fretta:

luoghi e nomi e dov’è che avevi in mente

di andare. Non sarà mai un disastro.

Ho perso l’orologio di mia madre. E guarda!

l’ultima

o la penultima di tre amate case ho perso.

L’arte di perdere non è difficile da imparare.

Ho perso due città, belle. E, più vasti,

i regni che possedevo, due fiumi, un continente.

Mi mancano, ma non è poi un disastro.

Anche perdere te (la voce giocosa, i gesti

che amo) sarà la stessa cosa. È evidente

che l’arte di perdere s’impara fin troppo presto

anche se pare (scrivilo!) un disastro.

 

(versione di Gabriella Sica, dal suo libro Emily e le Altre.

Con 56 poesie di Emily Dickinson, Roma, Cooper, 2010)

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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Mark Veznaver il 06/02/24 alle 09:38 via WEB
Condivido anche la mia, in verso libero: Un'arte L'arte di perdere s'impara presto. Molte le cose piene dell'intento d'andar perdute. Perderle non è un grave disastro. Perdi una cosa al giorno. Accetta il fiasco delle chiavi smarrite, l'ora mal spesa. L'arte di perdere s'impara presto. Poi esercitati a perdere ancora, perdi più in fretta: luoghi, e nomi, e dov'è che dovevi arrivare. Nulla di tutto questo sarà mai un disastro. Ho perso l'orologio di mia madre ed ecco! l'ultima o la penultima di tre amate case se n'è già andata. L'arte di perdere s'impara presto. Ho perso due città, splendide, e ancora più vasti, dei regni che possedevo, due fiumi, un continente. Mi mancano, ma non è stato un disastro. Anche perdere te (la voce scherzosa, un gesto che amo) non dovevo mentire. È evidente anche questo: che l'arte di perdere non troppo a fatica, ma presto s'impara, benché (Scrivilo!) potrà sembrare un disastro
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Mark Veznaver il 06/02/24 alle 09:48 via WEB
Nel primo commento mi è saltata tutta la versificazione. Un'arte L'arte di perdere s'impara presto. / Molte le cose piene dell'intento / d'andar perdute. Perderle / non è un grave disastro. // Perdi una cosa al giorno. Accetta il fiasco / delle chiavi smarrite, l'ora mal spesa. / L'arte di perdere s'impara presto. // Poi esercitati a perdere / ancora, perdi più in fretta: / luoghi, e nomi, e dov'è che dovevi / arrivare. Nulla di tutto questo / sarà mai un disastro. // Ho perso l'orologio di mia madre / ed ecco! l'ultima / o la penultima di tre amate case / se n'è già andata. / L'arte di perdere s'impara presto. // Ho perso due città, splendide, e ancora / più vasti, dei regni / che possedevo, due fiumi, / un continente. Mi mancano, / ma non è stato un disastro. // Anche perdere te / (la voce scherzosa, un gesto / che amo) non dovevo / mentire. È evidente anche questo: / che l'arte di perdere / non troppo a fatica, ma presto / s'impara, benché / (Scrivilo!) / potrà sembrare un disastro.
 
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