Creato da trastevere1956 il 24/10/2008

T R A S T E V E R E

Musica e Poesia di Trastevere1956

 

 

Post N° 69

Post n°69 pubblicato il 13 Gennaio 2009 da trastevere1956
 

 
 
 

Post N° 68

Post n°68 pubblicato il 13 Gennaio 2009 da trastevere1956
 

coda di vitellone - 1 (chilogrammi)
sedano - 1
cipolla -
carote -
olio di oliva -
sale -
pepe -
peperoncino -
vino -
pomodoro in polpa -
dado da brodo – 1

In un tegame, basso e abbastanza largo, fate soffriggere, in olio d'oliva, un trito di cipolle e

carote con il sedano pulito e tagliato a pezzi, finche' il sedano sarà appassito, aggiungendo all'occorrenza un po di vino. Unite la coda, precedentemente bollita (15 minuti di pentola a pressione o circa mezzora) e fatela cuocere per 15 minuti, aggiungendo un bicchiere di vino,

sale, pepe e peperoncino. Quando sara' evaporato il vino, aggiungete la polpa di pomodoro

e un dado da brodo lasciando cuocere fino a che la carne sarà morbida ed il sugo denso

 
 
 

Post N° 67

Post n°67 pubblicato il 13 Gennaio 2009 da trastevere1956
 

 
 
 

POST N° 66 PAOLO PANELLI

Post n°66 pubblicato il 13 Gennaio 2009 da trastevere1956

Diplomato all'Accademia di Arte drammatica”Silvio D'Amico ", ha debuttato nel 1946 ne Il giardino dei ciliegi; dopo alcune esperienze nella rivista, è entrato a far parte del Piccolo Teatro di Roma, dove ha lavorato fino al 1951. Da allora si è orientato prevalentemente verso la carriera radiofonica (cominciata nel 1946 con la Rivista musicale) e televisiva (iniziata nel 1953, ancora nella fase delle trasmissioni sperimentali). La vera affermazione la ottiene con la partecipazione alle commedie musicali di Garinei e Giovannini ( Buonanotte Bettina, 1955-56; L'adorabile Giulio, 1957-58; Un trapezio per Lisistrata, 1958-59). Con Delia Scala e Nino Manfredi ha condotto nel 1959 una celebre edizione della trasmissione musicale Canzonissima, vincendo il Microfono d'argento come personaggio televisivo dell'anno. Mentre al fianco della moglie Bice Valori, sua compagna insostituibile dal 1952 fino alla morte, avvenuta nel 1980, Panelli ha partecipato a numerose trasmissioni televisive divertentissime, come Pep - Piccola Enciclopedia Panelli (1963), Speciale per noi (1971) e Ma che sera (1978). Ospite fisso delle principali trasmissioni televisive degli anni '60, come Studio Uno, ha portato i suoi personaggi - come il celebre Cecconi Bruno o Menelao Strarompi - anche in radio, in numerose edizioni di Gran Varietà. Fra le decine di pellicole interpretate, le più importanti sono IL CONTE TACCHIA(di Sergio Corrucci, 1982), Splendor (di Ettore Scola, 1988) e Parenti Serpenti (di Mario Monicelli, 1991). L'ultima apparizione televisiva è stata nella fiction di Raiuno Pazza famiglia (1995) e in Pazza Famiglia 2 (1996), al fianco di Enrico Montesano. Personaggio fra i più popolari del piccolo schermo, Paolo Panelli è stato un attore comico che ha saputo seguire con le sue scenette ed i suoi personaggi quarant'anni di vita italiana. In teatro come in radio. In cinema come in televisione.

 
 
 

Post N° 65

Post n°65 pubblicato il 13 Gennaio 2009 da trastevere1956
 

 
 
 

Post N° 64

Post n°64 pubblicato il 13 Gennaio 2009 da trastevere1956
 

 
 
 

Post N° 63

Post n°63 pubblicato il 13 Gennaio 2009 da trastevere1956

 
 
 

Post N° 62

Post n°62 pubblicato il 13 Gennaio 2009 da trastevere1956
 

 
 
 

Post N° 61

Post n°61 pubblicato il 13 Gennaio 2009 da trastevere1956
 

 
 
 

Post N° 60

Post n°60 pubblicato il 13 Gennaio 2009 da trastevere1956
 

Perché MATRICIANA e non AMATRICIANA 

Grandi discussioni sono sorte sul termine "Matriciana". C'è chi sostiene che la ricetta sia di Amatrice (da cui Amatriciana), e chi, invece, ritiene che si tratti di un piatto romano. In effetti, se si scava alla radice, si puo notare come le differenze tra le due ricette siano notevoli: in bianco e senza cipolla ad Amatrice, con il sugo e la cipolla a Roma.

La ricetta in realta’ nasce a Roma, e sono gli abitanti di Amatrice a crearne una "copia" riveduta e corretta. Dice la tradizione che gli abitanti di Amatrice venivano a "svernare" a Roma, poiché il loro clima era molto rigido d'inverno. L'origine del termine Matriciana è stato imputato a differenti motivazioni, che riportiamo di seguito:

1) (fondamentale) I pomodori usati per il sugo venivano conservati fin dai tempi dei Romani in speciali otri, o vasi, che in latino son detti "matara". D'altronde il "matraccio" e' a tutt'oggi un recipiente in vetro dal collo lungo che trova uso in chimica.

2) L'origine degli spaghetti alla "matriciana" si perde pero' nella notte dei tempi, quando ancora le sorti dell'umanita' erano rette dall' istituto del "matriarcato". Ed erano un piatto usato solo in riti molto particolari che si svolgevano durante il solstizio d'inverno tra  i monti dell' alto Lazio; da cui i maschi erano non solo esclusi, ma del tutto all'oscuro.

3) Nel sugo, infine, aveva grande parte la "matricale", una pianta erbacea aromatica delle composite con infiorescenze a capolino, simili a piccole margherite, raccolte in corimbo. Il suo uso purtroppo e' ormai fuorimoda in questa brutta societa fastfood, ma la sua impronta e' rimasta incisa nel nome.

St? di fatto che la "Matriciana"  una variante della cosiddetta "Gricia", ricetta degli antichi pastori romani (e non Amatriciani, visto che Amatrice ancora non esisteva...), fatta con guanciale e salsiccie a pezzi.

Comunque, al di la' di qualsiasi diatriba, buon appetito a tutti, con qualsiasi delle due ricette!!

LA MATRICIANA MIA

Soffriggete in padella staggionata,
cipolla, ojo, zenzero infocato,
mezz'etto de guanciale affumicato
e mezzo de pancetta arotolata.

Ar punto che 'sta robba  rosolata,
schizzatela d'aceto profumato
e a fiamma viva, quanno  svaporato,
mettete la conserva concentrata.

Appresso er dado che je Da’ sapore,
li pommidori freschi San Marzano
co' un ciuffo de basilico pe' odore.

E ammalappena er sugo fa l'occhietti,
assieme a pecorino e parmigiano,
conditece de prescia li spaghetti!!

                                          ALDO FABRIZI

 
 
 

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MATRICIANA

Il mio Piatto Preferito

 

PERCHE MATRICIANA E NON AMATRICIANA

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Grandi discussioni sono sorte sul termine "Matriciana". C'è chi sostiene che la ricetta sia di Amatrice (da cui Amatriciana), e chi, invece, ritiene che si tratti di un piatto romano. In effetti, se si scava alla radice, si può notare come le differenze tra le due ricette siano notevoli: in bianco e senza cipolla ad Amatrice, con il sugo e la cipolla a Roma. La ricetta in realtà nasce a Roma, e sono gli abitanti di Amatrice a crearne una "copia" riveduta e corretta. Dice la tradizione che gli abitanti di Amatrice venivano a "svernare" a Roma, poichè il loro clima era molto rigido d'inverno. Non c'erano grandi simpatie tra i Romani e gli Amatriciani, tanto è vero che a Roma girava una battuta, un po' pesante, con la quale si sosteneva che "gli abitanti di amatrice non potevano essere concittadini di Ponzio Pilato, poichè lui si era lavato le mani, mentre loro non si lavavano neanche quelle!". L'origine del termine Matriciana è stato imputato a differenti motivazioni, che riportiamo di seguito:

1) (fondamentale) I pomodori usati per il sugo venivano conservati fin dai tempi dei Romani in speciali otri, o vasi, che in latino son detti "matara". D'altronde il "matraccio" e' a tutt'oggi un recipiente in vetro dal collo lungo che trova uso in chimica.

2) L'origine degli spaghetti alla "matriciana" si perde pero' nella notte dei tempi, quando ancora le sorti dell'umanita' erano rette dall' istituto del "matriarcato". Ed erano un piatto usato solo in riti molto particolari ch e si svolgevano durante il solstizio d'inverno tra i monti dell' alto Lazio; da cui i maschi erano non solo esclusi, ma del tutto all'oscuro.

3) Nel sugo, infine, aveva grande parte la "matricale", una pianta erbacea aromatica delle composite con infiorescenze a capolino, simili a piccole margherite, raccolte in corimbo. Il suo uso purtroppo e' ormai fuorimoda in questa brutta societa fastfood, ma la sua impronta e' rimasta incisa nel nome.

Stà di fatto che la "Matriciana" è una variante della cosiddetta "Gricia", ricetta degli antichi pastori romani (e non Amatriciani, visto che Amatrice ancora non esisteva...), fatta con guanciale e salsiccie a pezzi.

 

ALDONE NOSTRO

LA SUA MATRICIANA

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Soffriggete in padella staggionata, cipolla, ojo, zenzero infocato, mezz'etto de guanciale affumicato e mezzo de pancetta arotolata. Ar punto che 'sta robba è rosolata, schizzatela d'aceto profumato e a fiamma viva, quanno è svaporato, mettete la conserva concentrata. Appresso er dado che jè dà sapore, li pommidori freschi San Marzano, co' un ciuffo de basilico pe' odore. E ammalappena er sugo fa l'occhietti, assieme a pecorino e parmigiano, conditece de prescia li spaghetti.

 

 
 

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