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"Forse è solo un'illusione: si sta benissimo soli la maggior parte del tempo. Piace di tanto in tanto avere un otre in cui versarvi e poi bervi se stessi: dato che dagli altri chiediamo ciò che abbiamo già in noi. Mistero perché non ci basti scrutare e bere in noi e ci occorra riavere noi dagli altri."
( Cesare Pavese )
benvenidos nell'era del disfacimento dello spirito, della ferita rimarginata, dei sentimenti superficialissimi. quando ce lo raccontavano non ci credevamo, eppure eccoci qui, semi vecchi con i baffi bianchi e una saggezza da istruzioni d'uso. quel momento dell'appagamento del niente, del sorriso finto (ma anche io lo credevo vero), dove non ci si infervora più sui massimi sistemi ma solo perchè non ci è più chiaro quali siano. e quindi il tempo scorre velocissimo, tra smalti e aperitivi al freddo, negozi a saldo e puttanate varie. Chiacchiere a noia, di niente. Che non resta più niente. anche la mia vicina adorata se ne è andata (all'ospedale), da più di un mese. e il mio microcosmo dorato, fatto di piante e urla dal balcone, è finito. per ora. nella fatica generale, non mollo niente. neanche il piagnisteo. e non vedo nulla oltre la punta del mio naso, che è molto lungo, retaggio di papà. ho detto troppi niente. |
Post n°39 pubblicato il 31 Maggio 2013 da raissadub
Cara Cosa, |
Succede quando meno te l'aspetti. E' inutile l'attesa. Coincidenze. Oggi abbiamo chiuso il cerchio. |
Post n°37 pubblicato il 25 Ottobre 2012 da raissadub
Ho fatto viaggi, io, ho trovato parole, spesso, in un uomo di cui conosco la storia a menadito, un uomo che potrebbe essere figlio di una non terra; parole le sue, che avrei voluto pensare io, che avrei voluto aver scritto io. Erri rappresenta la febbre degli anni '70, una febbre che ho avuto anche io, postuma, e che, al contrario, è implosa dentro, prima, ed uniformata al resto, poi. Con frasi e costruzioni semplici apre e dipana l'universo del lessico con quelle mani da operaio, da muratore della sua vita. Leggo molto, io, ma molto di più cerco nella vita di chi scrive, di chi si esprime, il motivo ultimo che ha causato l'atto, le parole, la tela dipinta. Non è uno sprovveduto, non è un intellettuale da scrivania e tv, non è un laureato alla Bocconi, non è un laureato. Mi colpisce il suo desiderio di andare oltre, di costruire parallelismi e iperbole con la sua vita, che è tanto materiale, che è storia. Lo seguo da anni, la sua esperienza e la mia di lui mi portano a onorargli una particolare attenzione didattica che ha favorito l'orecchio alle sue parole, tessuto grigio e tappeto per approcciare ad altro materiale conoscitivo. Mi aspetto da lui sempre quella parola saggia che faccio accomodare di volta in volta al mio proprio conto. Come un nonno che raccontando la sua storia ti insegna cos'è il pericolo e cosa la paura, dove nasce il coraggio e dove finisce la vita, la quale, spesso, finisce nelle mani. E io le sue le ho fotografate, le ho strette, le ho benedette. Le parole, che sono patrimonio mondiale, che sono di tutti e di nessuno, che prese in prestito o regalate, che possono tagliare fino all'osso lasciandoti sgocciolare fino all'ultima disperazione, che dalla gola si riversano nello stomaco, che proclamano, che fanno prevaricare, che si prestano ad un arto, la mano, quando ti fanno un favore. Che stimolano. Parafrasando una nota canzone, quello che non abbiamo, è di farla franca. Nessuno esce vincitore dal conto della storia, i famosi posteri ci perseguiteranno lasciandoci una etichetta che peserà, per certo, sulla politica, sulla finanza, sulle pubblicità. Quello che intendo è che nessuno si è dimenticato dei romani, o di Napoleone, di Hitler, e ancora più indietro, del cavallo di Troia. Nessuno dimenticherà cosa è Lampedusa. Le contraddizioni della nostra condizione di italiani, figli di altrettanti figli di nessuno che abbandonarono la bella terra per una prospettiva migliore e che molto spesso trovarono una condizione migliore. Formulo questo pensiero tutte le volte che sento parlare di immigrati, diritti agli immigrati, trattamento agli immigrati. Gente che rende popolosa la nostra terra, che crede ancora nella famiglia e che non ha smesso di mettere al mondo figli pur non trovandosi in condizioni migliorate. Credere, o meglio "sentire", non nell'accezione di ascoltare. E' questo quello che sento, il vento. Erri è un uomo senza fede ma che ama la lettura dei testi sacri. Nella sua ultima battuta utilizza la preghiera: benedetto il viaggio che vi porta, affinchè vi affranchi dal dolore dal quale fuggite e vi premi per il coraggio che cresce in voi; benedetto il mare rosso che vi lascia uscire, affinchè non vi ingoi come cerchi nell'acqua che non sanno nuotare, affinchè il vostro viaggio sia armonia con la natura affinchè non si frapponga tra voi e la salvezza; benedetto l'onore che ci fate bussando alla finestra, affinchè si restaurino i principi della fratellanza delle genti e degli ordini sociali, affinchè chi può tenda una mano, offra un caffè; affinchè si stabilisca che non ha colpa chi decide di vivere e ci onora ancora della sua presenza su questo pianeta. |
Post n°36 pubblicato il 22 Maggio 2012 da raissadub
tre minuti, solo tre, canterebbero i Negramaro, ma io ne ho solo due. Ok, capitano la nave ha ripreso la rotta. |
Inviato da: raissadub
il 07/05/2013 alle 13:45
Inviato da: zero_complicazioni
il 02/05/2013 alle 23:24
Inviato da: EasyTouch
il 10/01/2013 alle 10:41
Inviato da: esperiMente
il 25/10/2012 alle 22:21
Inviato da: esperiMente
il 02/10/2011 alle 17:41