Un blog creato da tuttiscrittori il 07/10/2007

tuttiscrittori

A volte, quando si è un grande scrittore, le parole vengono così in fretta che non si fa in tempo a scriverle... A volte. (Snoopy)

 
 
 
 
 
 

SOSTIENE... KREMUZIO

Kremuzio

Sull'orlo del precipuzio

 
 
 
 
 
 
 

ALBERGO A ORE (HERBERT PAGANI) PERF. EDITH PIAF

 
 
 
 
 
 
 

AREA PERSONALE

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

FACEBOOK

 
 
 
 
 
 
 
 

ARTE & DINTORNI

mostra evento di Costantino Giovine presso Il trittico - Roma Piazza dei satiri - inaugurazione sabato 26 febbraio alle 18.30

locandina

 

 

 
 
 
 
 
 
 

YOU'LL FOLLOW ME DOWN - LABORATORIO CONCORSO

Il presidente della giuria, Luigi Bernardi, ci comunica che

   The winner is Paolo Zaffaina

La motivazione:

Statale 61 è un bel racconto giocato su molteplici livelli, tutti resi con stile adeguato.
I continui cambi di prospettiva, fino allo scioglimento finale, ne fanno un testo godibile ed estremamente accattivante.
Un bel saggio di scrittura al servizio di un'ottima idea.

adesso rileggiamolo iniseme >>>clicca qui

Scrivere è viaggiare senza la seccatura dei bagagli (E. Salgari) 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 84
 
 
 
 
 
 
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 
« "Mi sono innamorato(a) di te"Dalla Vetrina d'Autore »

Parole al passo

Post n°97 pubblicato il 21 Giugno 2008 da tuttiscrittori
 

Venerdì 20 giugno , puntata di "Parole al passo", il programma di musica, poesie e racconti, nato dalla collaborazione tra www.tuttiscrittori.it e

dal titolo "Mi sono innamorato(a) di te", dedicata - tra l'altro - anche all'amore per la scrittura.
Abbiamo presentato i racconti selezionati attraverso il nostro gioco letterario, quelli di Dimanto, Lauro58 e IlCavaliereErotico, che potete rileggere QUI.

Abbiamo dato poi spazio a un "esperimento" FIAE e al racconto della nostra amica Carpediem56maestra. Il tutto, come sempre, arricchito da contributi letterari e dalla selezione musicale curata dal nostro BobSaintClair.

Tra qualche giorno sarà disponibile la registrazione della puntata, ma nel frattempo, per ascoltare e scaricare le puntate precedenti, potete collegarvi QUI

ATTENZIONE! Aspettiamo i vostri racconti e le vostre poesie (potete inviare a: redazione@tuttiscrittori.it). I testi selezionati dalla redazione di tuttiscrittori.it saranno presentati durante le prossime puntate di "Parole al passo", su Radio Imago . Il tema? L'amore, la passione. In tutte le infinite sfumature possibili...

*** *** ***


Ed ecco i brani:

PASSI 
Un racconto "collettivo" del FIAE, nato da un’idea di Renata Maccheroni, realizzato grazie agli  “input” di: Fabio Balboni Amneris De Cesare Paolo Ferrante Livia Rocchi, mixati da Nicoletta Bartolini

**

*

- Prova a scriverlo sulla sabbia, il tuo “Ti amo”, almeno lì rimarrà per cinque minuti – poi si era voltata, ma non era andata via.
C’era vento, un vento caldo che soffiava da terra e gettava nell’acqua le nostre parole.
Avrei dovuto abbracciarla, forse, a quel punto, in silenzio. Invece continuavo a confondermi, a sbagliare:
- Ma io sono davvero innamorato di te...
Lei non si muoveva, solo i suoi capelli seguivano gli strappi del vento. E la gonna leggera, che indicava il mare. Non riuscivo a smettere, con le parole:
- ... e innamorandomi ho rinunciato a tutto! A tutto, capisci? ma non sono felice...
Immaginavo che ora si sarebbe voltata, mi avrebbe chiesto a cosa mai avessi dovuto rinunciare e perchè non fossi felice e cosa avrebbe potuto fare per me...
Ma rimaneva immobile. Soltanto, aveva spostato un braccio, una mano in avanti, verso il viso che non potevo vedere.
Sì, forse avrei dovuto fare due passi in avanti e abbracciarla. Prima che davvero lei si voltasse con le guance in fiamme però, prima che piantasse i suoi occhi dritti nei miei, prima che il vento schiantasse nel mare quelle altre strane parole:
- E va bene: penso a un altro, quando sono con te.
Non mi ero accorto che stesse per piovere, prima. Non mi ero accorto del freddo che pungeva la pelle, del buio intorno.
Era stata lei, a quel punto, a fare due passi verso di me, scandendo bene le sillabe:
- Penso ad un altro, quando sono con te.
Immagini sfocate sfilavano veloci davanti ai miei occhi, non riuscivo a chiedere “a chi”, né “perché” o dove avessi sbagliato ... nemmeno rabbia o furore, niente, in quel momento lì. Soltanto la più banale, ingenua, sciocca frase del mondo riuscii a mormorare:
- ... ma io sono innamorato di te...
- Non parlarmi più del tuo amore! Del tuo, tuo e basta. Ho bisogno di aria fresca, per respirare!
Si era voltata di nuovo, allontanandosi in fretta, stavolta
.

*

___________________

*

CONOSCI TE STESSO  (di Carpediem56maestra)

Non sono mai stato interessato all'argomento amore. Non ho mai capito fino in fondo frasi come "ho perso la testa" o "farei follie per lei".
Di solito, di fronte a queste dichiarazioni estreme, annuisco in silenzio, fingendo una consapevolezza che non possiedo.
Io non provo niente.  Sono vuoto dentro.   Vivo di finzione.
Quando scruto dentro di me, nel tentativo di richiamare echi di parole come sentimento, passione, trasporto, scopro  solo il silenzio della mia anima. In me c'è solo fredda razionalità,  lucida analisi, levigata osservazione dei comportamenti altrui.

Non ho termini di paragone, non ho sussulti, né vibrazioni.
Il mio mondo interiore è in bianco e nero e un vento freddo vi soffia perenne, alitando su bianche distese immote.
In me alberga lo sgomento di chi si sente alieno, tra altri esseri preda delle loro emozioni.
Nessun trasporto nemmeno per le ragazzine che ho corteggiato, e qualcuna anche avuto, raccolte lungo la strada della mia vita.
Brevi relazioni intessute per desiderio di omologazione, bruscamente interrotte affinché non emergesse il vuoto ghiacciato che abita dietro il mio sguardo.
Mi sarebbe piaciuto vivere delle passioni, perdere la testa, persino soffrire per qualcuno. Ma così non è mai stato.
Comprenderete dunque la mia sorpresa quando, in una calda mattina di luglio, sperimentai quello che voi chiamate "colpo di fulmine".

 Lei era seduta sui gradini di un vecchio palazzo, avvolta, nonostante la calura, in strati  indistinguibili di coperte e cappotti.
Teneva la testa china ma, all'improvviso, mentre passavo distratto, la guardai e lei mi fissò dritto negli occhi.  Ebbi un sussulto, inaspettato, ma continuai a camminare. Pochi passi e dovetti fermarmi, per tornare indietro e parlare con lei. Dolcemente, come vuole la sceneggiatura che qualcuno ha scritto per me.
Lei mi guardava in silenzio e io la convinsi a seguirmi e me la portai a casa.
Tra le pareti domestiche, con docilità si lasciò spogliare dei mille strati che la ricoprivano e senza un gesto si fece lavar via la sporcizia delle tante strade percorse, immersa nella vasca che avevo preparato per lei.
Insaponai la sua schiena curva e i suoi piedi luridi. Strofinai i suoi capelli, lunghi ed unti. Carezzai le sue mani sciupate e pulii, una per una, le sue unghie.
Poi la misi a letto, avvolta in uno dei miei pigiami.
La lasciai dormire ed uscii per fare la spesa e poterle preparare, al risveglio, una perfetta colazione.
Lungo la strada mi sorpresi a canticchiare una vecchia canzone francese. Una canzone d'amore.
Da quel momento, le mie giornate cominciarono ad acquisire sapori nuovi, che andavo gustando sulla punta della lingua.
La lavavo, la vestivo, cucinavo per lei, le parlavo lentamente, di me e dei miei pensieri. Lei mi guardava sempre silenziosa e faceva sua, fino in fondo, ogni mia più piccola fibra.
Mai avevo sperimentato quella rilassante sensazione di essere al sicuro, accettato nella mia diversità.
Quando uscivo la portavo dentro il mio cuore, continuando l'osmosi con i suoi occhi.
La notte il suo respiro leggero, vicino al mio, non mi permetteva di dormire. Troppa l'eccitazione di poter scendere in fondo alla mia anima, a scandagliare ripostigli e pieghe che non credevo esistessero.
Analizzavo e catalogavo ogni sensazione nuova e finalmente, mi sentivo uguale a tutti gli altri. Uno di voi.

 Poi, un giorno, lei mi parlò.  E fu per dirmi parole senza senso, vapore acqueo che non riusciva a condensarsi.
Ricordo una serie di espressioni di generica, puerile, gratitudine, insulsi apprezzamenti per la mia  "nobiltà d'animo", accenni ridicoli di rammarico per l'imminente abbandono, e parole, parole…
Parlava rapida, senza guardarmi, mentre riempiva uno squallido sacchetto della spesa con le sue piccole cose.
Io, appoggiato allo stipite della cucina, avvertivo solo le vibrazioni dell'aria intorno a me, onde circolari che si espandevano dalle sue labbra. E sentivo il vento, che tornava impetuoso a soffiare sulle distese delle mie nevi eterne.
Le avevo dato il tempo per riprendere fiato, disse, le avevo concesso di fare mente locale e decidere di ricominciare a tessere la sua vita. Le avevo regalato un'altra possibilità, disse.
Mi sorpresi a sorridere senza quasi rendermene conto, finalmente coerente.
Raddrizzai le spalle e mentre inspiravo forte, come chi emerge dalle profondità degli abissi, pensai che anch'io le dovevo gratitudine.
Anche io non potrò dimenticarti, dissi piano, a me stesso.
Non avrei mai creduto di riuscire a sperimentare quello che infine provai, mentre stringevo il suo collo, sempre più forte e dai siderali ghiacciai del mio sguardo, osservavo la vita abbandonare i suoi meravigliosi occhi verdi.
Avevo trovato la mia strada.

*__________________________

*

*

*

Perfino così tardi avviene:

l'amore che arriva, la luce che viene.

Ti svegli e le candele si sono accese forse da sè,

le stelle accorrono, i sogni ti si versano sul cuscino,

sprigionano caldi bouquet d'aria.

Perfino così tardi le ossa del corpo risplendono

e la polvere del domani s'incendia in respiro.


(Mark Strand)

--------

(grazie a Dimanto: questa poesia viene dal suo blog!)

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 
 
 
 
 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

luhisaarzacchiofrancescoconti.fccow75cassetta2serpentelladgl1kremuziosantiago.gamboaariannapellicani3ansa007Sono44gattinfilax6.2Crepuscolandoelymoncadamedusaurticantemariomancino.m
 
 
 
 
 
 
 

ULTIMI COMMENTI

 
 
 
 
 
 
 

BOCCONCINI DI SCRITTURA - 3

 

Terzo bocconcino caldo caldo. Da sbocconcellare in pochi minuti. Questa volta parliamo un po' del punto di vista del narratore. Prima persona? Terza persona onnisciente o quasi? (entra)

 

 
 
 
 
 
 
 

STAT

 
 
 
 
 
 
 

LA VETRATA

PER LEGGERE E COMMENTARE I PRIMI
RACCONTI PUBBLICATI LIBERAMENTE
NELLA NOSTRA VETRATA, CLICCA QUI.

Sign by Danasoft - Get Your Free Sign 

 
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963