Lo scopo: «Far ridere la gente triste e stressata che prende sempre la metropolitana». Coinvolte 300 persone a gruppi di 25
NEW YORK - «Non prendere la vita troppo seriamente». È stato questo il motivo che ha spinto un gruppo di giovani artisti di New York ad organizzare per la quarta volta il «No Pants Subway Ride Day» (che si può tradurre con «Il giorno in mutande in metropolitana»). Per gli organizzatori, «Improve Everywhere», l'iniziativa ha un unico scopo: «Far ridere la gente triste e stressata che prende sempre la metropolitana». Più di 300 newyorkesi (e non solo) si sono fatti coinvolgere da questo curioso raduno. Uomini, donne e ragazzi di ogni età.
GRUPPI DI 25 - I partecipanti sono partiti sabato scorso dalla metro di Brooklyn Bridge City Hall con il treno della linea 6 delle 5 di mattina e si sono poi spostati in gruppi da 25 da una stazione all'altra. Solo quattro le regole per partecipare: non indossare pantaloni o gonne, avere le mutande, comportarsi come viaggiatori qualunque e, se qualcuno chiede spiegazioni, rispondere dicendo solamente «Today I forgot my pants» («Oggi ho dimenticato i pantaloni»). L'iniziativa, che ha avuto ancora una volta un grande risalto sulla stampa americana, è partita nel 2002. Anche questa volta diversi partecipanti sono stati fermati e una trentina sono gli arrestati dalla polizia con l'accusa di «atti osceni in luogo pubblico».
MANIFESTAZIONE RIUSCITA - «Questa, che - a detta dei promotori - dev'essere un'esperienza per i viaggiatori della metrò, è di nuovo riuscita perfettamente. Per noi è come una sorta di missione. Non vogliamo scioccare nessuno. Non vogliamo andare contro nessuna legge. Vogliamo solo che la gente sorrida per una volta e capisca che in fondo siamo tutti uguali», ha detto uno degli organizzatori, Charlie Todd (28 anni). «Per me è stato divertentissimo. Ne avevo sentito parlare anni fa, ma finora ho snobbato questa giornata. Stamattina - mentre mi preparavo per uscire - mi sono detta: i pantaloni? Stavolta non li indosso e, vediamo come reagisce la gente», ha detto Melissa Poles, 31, di Manhattan.
Fonte: Corriere.it
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