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11 SETTEMBRE 2001 INGANNO GLOBALE
Di Massimo Mazzucco
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La sonda LRO (Lunar Reconnaissance Orbiter) invia in continuazione fotografie ad altissima risoluzione agli scienziati della NASA: a questi ultimi spetta l’improbo compito di analizzarle alla scoperta di novità o di caratteristiche nuove, assolutamente sconosciute finora, visto che mai erano state realizzate immagini con un livello così elevato di definizione. Ma lasciamo la parola ad Ingrid Daubar del Team Scientifico dell’LRO.
Ecco un nuovo cratere da impatto sulla Luna! Dato che questo cratere non era visibile nelle immagini realizzate dalla missione Apollo 15, si deve essere formato in questi ultimi 38 anni. Questo cratere ha un diametro di circa 10 metri, ma il materiale emesso durante l’impatto (ejecta) si estende molto più in là, evidenziando nettamente questo cratere rispetto agli altri nelle vicinanze. L’immagine ha il lato che copre 400 metri. [Foto NASA/GSFC/Arizona State University]
Paragonando le foto dell’era passata dell’esplorazione lunare con i dati ad alta risoluzione inviati dalla Narrow Angle Camera della sonda LRO, possiamo identificare i nuovi crateri che si possono essere formati negli ultimi 40 anni. In questo caso, i brillanti ejecta e soprattutto i raggi si estendono a partire da un punto di impatto non presente nelle immagini panoramiche dell’Apollo 15.
La Wide Angle Camera della sonda LRO ha ripreso questa immagine in cui si vede la posizione della prima foto ad alta risoluzione, nell’estremità orientale del Cratere Franz. [Foto NASA/GSFC/Arizona State University] - ingrandisci
L’immagine AS15-9527 era stata ripresa dall’Apollo nell’Agosto del 1971 con il Sole posto ad un’altezza di 64° sull’orizzonte, mentre l’immagine M108971316L dell’LRO è stata ripresa il 30 settembre 2009 con il Sole posto a 72° sull’orizzonte: immagini come queste, riprese con condizioni simili di illuminazione, sono le più utili per identificare e comparare le caratteristiche superficiali lunari. Usando queste due immagini come viste “prima” e “dopo”, possiamo concludere che un oggetto naturale (un asteroide o una cometa) di circa mezzo metro di diametro deve aver impattato il suolo lunare negli ultimi 38 anni. C’è da tenere ben presente che le coordinate del sito analizzato (posto alla latitudine 16.92° N e alla longitudine 40.5° E) non corrispondono ad alcun sito di impatto per sonde inviate in questi anni e nemmeno si trova in vicinanza di siti in cui sono avvenuti gli atterraggi delle navicelle Apollo o dove successivamente sono stati fatti impattare sul suolo lunare i moduli di ascesa del LEM, dopo aver riportato al modulo di comando in attesa in orbita i due astronauti che avevano effettuato l’allunaggio.
Le comparazioni da parte del Team Scientifico dell’LROC delle immagini della Apollo Panoramic Camera e della Narrow Angle Camera dell’LRO possono rivelare crateri d’impatto formatisi nei 38 anni di tempo. [Foto NASA/GSFC/Arizona State University] - ingrandisci
L’impatto ha reso visibile del materiale che prima si trovava sotto alla superficie. Raggi di questo materiale più chiaro si estendono a partire dal cratere centrale, consentendoci di identificarlo completamente, dato che si tratta di materiale che è tre volte più riflettente del basalto circostante. Perciò, anche se il cratere ha un diametro di appena 10 metri, le macchie più chiare avrebbero permesso comunque di identificarlo nell’immagine dell’Apollo, se il cratere fosse già preesistente nel 1971.
La scoperta di simili crateri da impatto, recenti e databili, permette di calcolare la percentuale corrente degli impatti sulla Luna, che permetterà una migliore conoscenza della percentuale di bombardamenti da impatto della parte interna del Sistema Solare. Meteoriti di questa grandezza potrebbero infatti rappresentare un pericolo per futuri esploratori sulla Luna come in ogni altro luogo della parte interna del Sistema Solare, laddove non esista uno schermo protettivo da parte dell’atmosfera.
Se avessimo un valore migliore per questa percentuale di impatti, relativamente a questa scala di grandezza degli oggetti impattatori, ecco che potremmo disegnare meglio l’habitat e gli schermi di protezione per gli esploratori umani. Eppoi un cratere così giovane non è stato modificato da alcun altro processo, così potremmo studiare l’aspetto di queste caratteristiche superficiali lunari che sappiamo essere molto fresche. In aggiunta, dato che l’età viene stimata in base al numero di crateri presenti sulla superficie planetaria, ecco che conoscendo quanti crateri vengono attualmente prodotti avremo una migliore conoscenza della storia geologica della Luna, Marte e degli altri pianeti. In particolare, dobbiamo basarci su piccoli crateri come questo appena scoperto per poter datare le aree e i terreni recenti dal punto di vista geologico.
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Fonte - http://www.astronomia.com
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