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STRANGE SOUNDS, I SUONI DELL' APOCALISSE

Post n°456 pubblicato il 21 Gennaio 2012 da njo28
 
Foto di njo28

Certi dicono che è la moda del momento, cè chi dice che si tratti degli alieni che stanno cercando di comunicare con noi, e altri ancora dicono che è l'inizio della fine del mondo, certo siamo arrivati al famoso 2012!!!
Io sono molto scettico in questi casi, e penso che chiunque può creare un video come questi che ho trovato su YouTube.

La cosa strana è che chi fa le riprese è l'unico a sentire e registrare i suoni, e in una città mi sembra molto improbabile che nessuna altra segnalazione sia arrivata alle forze dell'ordine, o in qualche telegiornale.

Ora ho sentito che anche in Italia si sono sentiti, e spero di avere qualche vostra segnalazione, e magari perchè no sentirli anch'io!!!

 

 
 
 

SCOPERTI I PRIMI 4 FRATELLI DELLA TERRA

Post n°455 pubblicato il 22 Dicembre 2011 da njo28
 
Foto di njo28


Ricostruzione artistica dei pianeti sopravvissuti alla morte della loro stella (fonte Stephane Charpinet/Università di Tolosa)

La Terra ha quattro 'fratelli' lontani: sono pianeti che ruotano intorno a due stelle diverse dal Sole descritti in due studi indipendenti pubblicati su Nature di cui uno vede anche il contributo dell'Italia con l'Istituto Nazionale di Astrofisica.

Nessuno dei quattro pianeti ha le caratteristiche per ospitare la vita, ma il risultato è importante perché, sottolineano gli esperti, dimostra che la scoperta dell'eventuale 'gemello' della Terra potrebbe essere vicina in quanto le tecniche e gli strumenti per cercarlo sono sempre più raffinati.

Tutti e quattro i pianeti sono i più piccoli mai individuati e sono stati scoperti da Kepler, il telescopio spaziale della Nasa realizzato proprio per dare la caccia a mondi simile al nostro.

Due pianeti devono il nome al telescopio della Nasa, Kepler-20e e Kepler 20f, e sono descritti da un gruppo di ricerca coordinato dall'astronomo Francois Fressin, del centro americano per l'astrofisica Harvard-Smithsonian. Gli altri due, Koi 55.01 e Koi 55.02, sono descritti da un gruppo guidato dall'astronomo francese Stephane Charpinet, dell'università di Tolosa e hanno una storia molto particolare, perché sono sopravvissuti alla morte della loro stella.

Nessuna delle 'due coppie', secondo gli esperti, può ospitare la vita. Kepler-20e e Kepler 20f, che hanno il raggio rispettivamente di 0,87 e 1,03 volte quello della Terra, orbitano molto più vicino alla loro stella, Kepler 20, rispetto alla distanza che separa Mercurio dal Sole, in una fascia considerata dagli esperti non abitabile, quindi sottolineano ''é difficile a fantasticare su oceani caldi che possano ospitare forme di vita'', considerando le temperature roventi dei due pianeti, 760 gradi, e 430 gradi. I due mondi extrasolari, che hanno anche tre 'fratelli' maggiori grandi quasi quanto il nostro Nettuno, ruotano intorno a una stella un po' più fredda del Sole che si trova a 950 anni luce dalla Terra.

I pianeti Koi 55.01 e Koi 55.02 alla cui scoperta ha contribuito anche Roberto Silvotti, dell'Inaf-Osservatorio Astrofisico di Torino invece sono 'testimoni' sopravvissuti alla morte della loro stella e la loro scoperta può fare luce sul destino di sistemi planetari simili al nostro. I due pianeti orbitano molto vicini (circa 2,3 e 3 volte la distanza Terra-Luna) alla loro stella, Koi 55, che una volta era grande quanto il Sole e che giunta alla fine della sua evoluzione, dopo aver convertito tutto l'idrogeno in elio, ha espulso gli strati più esterni gonfiandosi e trasformandosi in quella che gli astronomi chiamano una gigante rossa. Lo stesso destino che toccherà al Sole fra circa 5 miliardi di anni, quando esaurirà il suo combustibile ed espellerà gli strati più esterni trasformandosi in una gigante che ingloberà i pianeti più interni, Mercurio, Venere, Terra e Marte.
Anche se hanno dimensioni simili alla Terra, potrebbero essere i nuclei di pianeti giganti come Giove e Saturno, che in origine orbitavano più lontani dalla loro stella e che sarebbero stati spinti nelle orbite attuali dal processo di rigonfiamento della supernova, che li avrebbe spogliati anche dei gusci di gas.

Fonte - Ansa

 
 
 

DUE MOSTRI COSMICI

Post n°454 pubblicato il 08 Dicembre 2011 da njo28
 
Foto di njo28

Sono i due più grandi buchi neri mai scoperti.


Rappresentazione artistica del movimento delle stelle nella regione centrale di una grande galassie ellittica nella quale si trova un buco nero gigantesco (fonte: Gemini Observatory/AURA artwork by Lynette Cook)

Hanno una massa quasi dieci miliardi di volte quella del Sole, i due buchi neri piu' grandi mai scoperti. Sono descritti sulla rivista Nature da un gruppo coordinato da Chung-Pei Ma, dell'università della California a Berkeley e i ricercatori sono convinti che questi mostri cosmici senza uguali potranno aiutare a chiarire come si formano questi oggetti e le galassie che li ospitano.
   Con una massa pari a 9,7 miliardi di masse solari, i due buchi neri si trovano al centro delle galassie NGC 3842 e NGC 4889, entrambe distanti circa 320 milioni di anni luce dalla Terra. Prima di questa scoperta, il più grande buco nero noto era quello che si trova nella galassia ellittica Messier 87, con una massa di circa 6,3 miliardi di masse solari.
  Resa possibile grazie al telescopio spaziale Hubble, gestito da Nasa e Agenzia Spaziale Europea (Esa), e a due fra i più grandi telescopi basati a terra, Gemini North e Keck nelle Hawaii, la scoperta suggerisce che i processi che influenzano l'evoluzione delle galassie molto grandi e dei loro buchi neri siano diversi dalle dinamiche che interessano le galassie più piccole.
I buchi neri sono più grandi rispetto a quanto suggerito dalle misure relative alla velocità delle stelle delle due galassie che li ospitano. Secondo gli autori le galassie gigantesche al cui centro dimorano i due buchi neri sono il frutto di una fusione fra galassie che contenevano buchi neri grandi circa la metà di quelli scoperti. Come risultato i buchi neri si sarebbero fusi, ma la velocità di dispersione della galassia è rimasta invariata, ha osservato Tomaso Belloni dell'Osservatorio Astronomico di Brera dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).
Si ipotizza che oggetti lontanissimi ed estremamente brillanti, come le galassie attive chiamate quasar che si sono formate quando l'universo era giovanissimo, possano essere alimentate da buchi neri con masse che superano dieci miliardi di volte la massa del Sole. Questi buchi neri, secondo Michele Cappellari dell'università di Oxford, potrebbero essere proprio i relitti 'dormienti' dei quasar, e ora i buchi neri non  sarebbero più attivi perche è venuto a mancare il loro carburante, cioe' il gas. La scoperta, ha concluso Belloni, ''non fornisce tutte le risposte sull’evoluzione delle galassie molto grandi, ma aiuta sicuramente a chiarire alcuni aspetti e, come sottolineano gli stessi autori, è importante in futuro condurre ulteriori studi di questo tipo con i piu' grandi telescopi a disposizione’’.

Fonte - Ansa.it

 
 
 

"QUALCOSA" CADE DAL CIELO-RINVENUTO IL PEZZO DI UN UFO?

Post n°453 pubblicato il 04 Dicembre 2011 da njo28
 
Foto di njo28

Detriti dal cielo: non è la prima volta e non sarà l’ultima, soprattutto in un paese ad intenso traffico aereo come possono esserlo  gli Stati Uniti d’America. Solo che, e qui sta tutta la particolarità della vicenda, i frammenti rinvenuti nei pressi di Plymouth, in Massachusetts, non sembrerebbero appartenere ad un velivolo convenzionale.

Tutto ruota intorno al rinvenimento di un un solido oggetto metallico caduto sul tetto di un magazzino di mobili Plymouth. L’episodio è avvenuto giovedì primo dicembre. Il proprietario dell’esercizio commerciale, intervistato dalle TV statunitensi, ha dichiarato di essere stato particolarmente sorpreso di trovare insieme ai detriti a terra anche un vistoso buco sul tetto dell’edificio. Segno di come l’oggetto sia giunto da un’altezza piuttosto elevata. Sul posto sono giunti gli ispettori della FAA (Federal Aviation Administration), con lo scopo di aiutare la polizia locale nelle indagini.

Dalle prime rilevazioni si escluderebbe che, l’oggetto metallico, possa essere parte di un aeroplano.

Almeno ad un primo riscontro non apparirebbe come tale.  Da qui sono iniziate le teorie e le speculazioni mediatiche da parte degli appassionati del fenomeno UFO. Acronimo che nessuno, tra polizia e personale della FAA, si è lontanamente sognato di pronunziare. Almeno ufficialmente. Le indagini sono ancora ad uno stadio iniziale e le alternative convenzionali molteplici. Secondo molti accostare questo episodio alla casistica UFO potrebbe essere prematuro e forse non pertinente.

 

E’ possibile consultare i dettagli ed un ampio video-reportage sulla vicenda, collegandosi sul sito ufficiale della Boston.cbslocal.com.

Insomma, un bel rompicapo per gli investigatori locali e la FAA. I più possibilisti ed i fautori della teoria aliena, sembrano avere già la risposta in tasca. Su internet e nei ritrovi abituali di appassionati e ricercatori rimbalza con insistenza una suggestiva teoria: quelli caduti a Plymouth sarebbero parti di un UFO. Al saldo degli elementi concreti: un reale sospetto o solo una inconscia speranza?

Fonte - http://notiziefresche.info

 
 
 

SPAZIO - LANCIATA SONDA VERSO MARTE

Post n°452 pubblicato il 27 Novembre 2011 da njo28
 
Foto di njo28

E’ stata lanciata la missione della Nasa Msl (Mars Science Laboratory), che nell’agosto 2012 porterà su Marte Curiosity, il più grande rover-laboratorio mai sceso sulla superficie del pianeta rosso e destinato ad andare in cerca di forme di vita, microrganismi vissuti in passato o forse attualmente presenti. La missione è partita puntualmente dalla base dell'Aeronautica degli Stati Uniti a Cape Canaveral (Florida) con un Atlas V, lo stesso lanciatore con il quale sono state lanciare le sonde Mro (Mars Reconnaissance Orbiter), che si trova attualmente nell’orbita marziana, e New Horizon, diretta a Plutone. Costata 2,5 miliardi di dollari, la nuova missione della Nasa è decisamente la più ambiziosa mai tentata su Marte.

Il rover Curiosity è infatti senza precedenti. Pesante 9 quintali, compresi 80 chilogrammi di strumenti scientifici, e lungo 3 metri, ha le dimensioni di una piccola automobile, ma è un gigante a confronto degli altri due rover americani che attualmente si trovano sulla superficie del pianeta, Spirit e Opportunity, lunghi un metro e mezzo e pesanti 174 chilogrammi, compresi i 6,8 chilogrammi di strumenti. Spostandosi su sei ruote e capace di superare ostacoli alti fino a 75 centimetri, Curiosity prenderà di mira le rocce marziane con un laser, colpendole su una superficie piccola come una capocchia di spillo. In questo modo il laser ridurrà la materia a un getto di gas, il cui spettro sarà analizzato dal laboratorio del rover, chiamato ChemCam (Chemistry and Camera), per identificare gli elementi che lo compongono.

Grazie a queste analisi istantanee, Curiosity potrà selezionare le aree più interessanti da esplorare nel raggio di sette metri, scavando il suolo o raccogliendo campioni in superficie. Ulteriori analisi potranno essere condotte con i dieci strumenti di bordo per accertare se la zona esplorata è adatta o meno a forme di vita microscopiche o se lo sia stata in passato. Il lancio di Curiosity è stato programmato in questo periodo dell’anno in modo da garantire una minore durata del viaggio, considerando l'allineamento di Terra e Marte. Inoltre, quando la missione Msl arriverà a destinazione, le due sonde americane attualmente nell'orbita marziana, Mro e Mars Odyssey, si troveranno nella posizione più favorevole per inviare a Terra il massimo numero di informazioni nelle fasi di discesa e atterraggio di Curiosity, previsto il 5 agosto 2012.

Fonte - ansa.it

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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