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Dalla mia finestra, con i miei occhi!

 

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A rifletterci bene, i migliori sono sempre allegri. E' molto meglio essere allegri, ed è anche il segno di qualcosa; è come avere l'immortalità mentre si è ancora vivi. Una cosa complicata. ("Per chi suona la campana"di E. Hemingway)

 

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PER LA SERIE: "FAMOLO STRANO"!?

Post n°19 pubblicato il 29 Dicembre 2006 da Entale
 
Foto di Entale

Ieri notte, alla sua lista, uno sconosciuto aggiunge il mio contatto Msn. Io accetto il suo indirizzo solo perché sono convinta che si tratti di un vecchio amico. Incuriosita, noto la foto: un ragazzo davvero niente male, oserei dire bello! Non lo contatto! Dopotutto, non lo conosco. Dopo un po’ è lui a contattare me, esordendo con un apprezzamento sulla mia foto (diciamo pure, su una parte della foto!). Resto allibita per un secondo; mi riprendo e con molta no-chalance gli dico che è un gran maleducato. Mi manda uno smile e mi chiede di inoltrargli la mia foto; ricambio anche io con uno smile e aggiungo subito che può anche scordarselo; chiudo la finestra, sto per eliminarlo e lui mi ricontatta, scrivendo che sono carina ma non sono la tipa che gli darà quel che cerca. Sbatto le ciglia, per schiarirmi la vista e rileggo. No, ci vedo bene. Incuriosita e indispettita, sapendo già la risposta, sorniona, gli chiedo che cosa cerca. Lui, con molta sfacciataggine unita ad un certo amplomb, mi dice che vuole una donna con cui fare sesso virtuale, vuole entrare in simbiosi con una donna, leggerle i pensieri e godere con lei. Penso: "ecco, il povero sfigato pervertito che non ha nulla da fare!!!". Mi spiega che è via da casa, in un altro continente per lavoro, che le donne del posto non le gradisce, le trova sporche e non è omosessuale, che vuole una donna virtuale per sentirsi meno solo e farsi una…vabè, avete capito no!?, in compagnia. Bene, gli faccio un in bocca al lupo, perchè possa trovare una donna virtuale, lo elimino dalla mia lista di contatti.

Chiudo Msn – ne ho abbastanza – ma ripenso alla foto dello sconosciuto, al suo bel volto e alle sue solitudini e alle sue perversioni, romanzo un po’ sulla sua vita, ripenso alle sue labbra, a come lo guarderanno fameliche le colleghe (che trova "sporche"!) della multinazionale in cui lavora, a cosa indossa quando va a fare la spesa, a come si prepara da mangiare, a come rimetta il libro sul comodino prima di spegnere la luce e mettersi a dormire, a come guarda fuori dalla finestra mentre beve il suo caffè prima di andare a dormire, a come stende i calzini, da solo, lontano Km e Km dalla sua terra natia. Ma penso anche a come internet abbia cambiato l’uomo, le relazioni, i contatti, la vita (anche, forse, soprattutto sessuale!), i costumi, la società. Un po’ mi spaventa.

Vado su Libero e leggo che, da una recente statistica, una buona percentuale di olandesi preferisca l’autoerotismo congiunto ad internet al sesso con un’altra persona in carne ed ossa.

Non trovate che sia preoccupante?

Ma come si fa a preferire il Sesso con il "sesso virtuale"?

Come si può rinunciare alla sensazione che si prova quando senti che sta per scoppiare la passione tra te e la persona con cui stai parlando del più e del meno, che ti sfiora senza pensarci la spalla per farti strada tra i passanti, che ti guarda e poi riabbassa gli occhi, che ti sfiora i capelli, che inizia a stringerti tra le sue braccia? Come puoi rinunciare a quella vibrazione che ti parte dalla pancia e ti arriva alla gola, quando senti la consistenza del suo corpo, sotto gli strati di vestiti, di cappotti, di maglioni pesanti, di camicie? Come si può rinunciare alla morbidezza di un bacio, quando le labbra si sfiorano appena, poi si uniscono ancora e si assaggiano e si mordono e le lingue si sfiorano e si intrecciano, come un linguaggio meraviglioso e senti il cuore in gola e i rumori che provengono dalla pioggia che cade sui bordi delle finestre farsi sordidi e ovattati e vengono sopraffatti dalla musica di un pianoforte che suona il tuo componimento preferito (perché lui sa che è il tuo preferito!)?Come puoi rinunciare al tocco delle mani che si intrecciano e poi si accarezzano e si lasciano andare ad esplorazioni prima superficiali, con tocchi leggeri, poi intensi, che aumentano con il respiro e la tensione dei muscoli e la passione e il profumo dolce e il desiderio e la timidezza e si insinuano oltre i vestiti, piano, leggere? Come si può rinunciare alla consistenza della carne bianca del collo in cui affondi i denti e sentire i brividi e l’emozione di chi ti bacia la testa e tiene le ciocche dei tuoi capelli tra le mani e ti bisbiglia che dovreste vedervi di più perché si sta bene insieme e perché il profumo alla vaniglia dei tuoi capelli lo adora e perché…perché come fai a spiegare, a descrivere quello che si prova quando, in un attimo, tutto quello che hai nella testa e intorno a te scompare, quando vi guarderete e vi prenderete in giro per i capelli sconvolti o perché non trovi più il maglione o perché, riacceso il telefonino, trovi i messaggi di tutti coloro che hanno provato a chiamarti e richiamarti, e sbuffare e lanciare il telefono sulla mensola e riabbracciarsi e rivestirsi e tornare in strada a parlare del più e del meno, a scambiarsi impressioni sul quel film del regista spagnolo che avresti voluto vedere e di cui hai letto la recensione, a parlare della finanziaria e della barca a vela che vorrai comprare un giorno, a discutere se sia meglio aprire un wine bar o una sala congressi?

Albert Einstein disse: "Non so con quali armi verrà combattuta la III guerra mondiale ma la IV verrà combattuta con clave e pietre"

Ogni volta che penso a come si evolva rapidamente la tecnologia, ripenso a questa frase; un nugolo di pensieri si rincorrono dentro di me, tra lo sgomento e lo scetticismo. Penso a come,goni qualvolta l’uomo faccia un passo avanti con la scienza, la tecnologia, faccia 100 passi indietro con la propria di evoluzione. Scindo, cioè, l’uomo e il suo prodotto. Il prodotto, una volta fuoriuscito dalla mente umana, ha vita a se stante, indipendentemente dal suo creatore. E mentre il "prodotto" si evolve, passando da mano in mano, da mente a mente, l’uomo diventa schiavo della "cosa" prodotta. Un po’ come il marxiano (ricordo bene?!) concetto dello schiavo che diventa padrone e del padrone che diventa schiavo…anzi, più semplicemente il concetto marxiano di "alienazione" della cosa prodotta.

Nel frattempo, mi pare che l’uomo non si evolva e sia, piuttosto, una sorta di regresso che lo scuote, lo sviscera interiormente e lo deteriora, lentamente, lentamente, fino a macinare il più piccolo granello di "io", assopito, perduto, nel più piccolo angolo del suo essere, rendendolo "sottile", si, come l’effetto che l’anello tolkeniano aveva sul suo portatore.

 
 
 
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Un blog di: Entale
Data di creazione: 01/11/2005
 

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