Centinaia di milioni di persone nel mondo soffrono di malattie respiratorie: 300 milioni solo gli asmatici, cui si aggiungono 210 milioni con malattie croniche ostruttive ai polmoni e altri svariati milioni con riniti allergiche e altre malattie croniche, spesso non diagnosticate. Sono i dati forniti dalla Gard, la Global Alliance against Chronic Respiratory Diseases, che racchiude 70 organizzazioni, istituzioni e agenzie di tutto il mondo. Proprio la Gard ha presentato al congresso annuale dell'European Respiratory Society, a Stoccolma, un libro che analizza dato per dato l'impatto nel mondo delle malattie respiratorie, proponendo un approccio integrato per combatterle e elencando fattori di rischio e strategie di controllo e prevenzione. Sempre più necessarie, visto che solo nel 2005 sono morte di malattie respiratorie oltre 4 milioni di persone, e che si prevede un incremento del 30% degli ammalati nel 2030.
Tabacco e smog i nemici numeri uno, che mietono vittime soprattutto nei paesi meno sviluppati: l'80 per cento dei decessi per malattie respiratorie si registra in nazioni in via di sviluppo. Non a caso cresce la preoccupazione anche in paesi come la Cina, dove a uno sviluppo impetuoso corrisponde uno stato dell'aria piuttosto grave, e le malattie respiratorie crescono, anche a causa dell'alto tasso di fumatori (il 54 per cento degli uomini e poco piu' del due per cento delle donne, che però si ammalano lo stesso a causa del fumo passivo). Fenomeni relativamente nuovi per la Cina, ma che gli esperti guardano con attenzione e preoccupazione.
Le misure messe a punto dall'Unione Europea per contrastare lo smog, in particolare la direttiva con i limiti per le polveri sottili che sarà approvata da Strasburgo nelle prossime settimane, sono insufficienti e "inaccettabili". Dal congresso dell'European Respiratory Society, che riunisce a Stoccolma 17.000 esperti di malattie respiratorie, giunge la denuncia contro le politiche europee sull'inquinamento atmosferico. Bert Bruneekref, professore di Epidemiologia all'Utrecht University sottolinea che "quando si occupa di protezione della salute pubblica, l'Unione Europea apparentemente non vuole competere seriamente con altre nazioni sviluppate".
In particolare i limiti sulle polveri sottili, secondo l'esperto, sono "inferiori a quelli di Stati Uniti, Canada, Australia e altre nazioni sviluppate, e inferiori rispetto alle raccomandazioni dell'Oms, dando poche motivazioni agli stati membri per ridurre l'inquinamento da particolato". I membri del congresso si dicono d'accordo con Brunekreef: "Lo smog - sottolinea il professor William MacNee - è un importante priorità nella difesa della salute pubblica, e i livelli di polveri sottili proposti dall'Ue sono inaccettabili". E per Laurent Nicod, presidente della European Lung Foundation, "è ora un imperativo per i politici europei sviluppare una politica contro l'inquinamento dell'aria che faccia la differenza per la salute della popolazione europea".
Inviato da: magazine enfance
il 12/08/2013 alle 09:57
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il 06/03/2011 alle 19:46
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il 19/10/2009 alle 18:39
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