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« Credenze sulle streghe n... | Dopo alcune torture e mo... » |
Si era, nel 1587, in piena Controriforma. Meno di vent'anni prima il calvinista Bartolomeo Bartoccio aveva predicato nella zona la sua dottrina ed era stato ascoltato e seguito, prima di venire arrestato a Genova ed estradato e bruciato a Roma. A Triora, i maggiorenti erano sempre più preoccupati che le madri di famiglia più disperate per la carestia cominciassero a concepire il disegno di un assalto liberatorio ai ben forniti granai dei possidenti locali che, preoccupati per i loro sacchi di grano, tirarono in ballo le streghe. Intanto, ad Albenga (dalla cui curia dipendeva il paese), a Sua Eminenza il Vescovo non pareva neanche vero di trovare un'occasione per mettere le mani addosso ad alcune streghe e magari arrostirle, il che magari gli avrebbe fruttato una promozione. A Triora, fino a quel momento, le autorità si erano limitate a tener d'occhio i convegni notturni alla Cabotina, ma visto che tutti i semi di grano stavano seccando e la povera gente accecata dalla fame era sul punto di organizzare una rivolta, era il momento giusto per tirar fuori qualche strega e riportare con fermezza l'ordine nel paese. Le donne un po' strane, le solitarie, le amanti del vivere appartato, quelle esperte di erbe ed unguenti, furono tutte giudicate potenziali streghe, mangiatrici di bambini, succhiatrici di sangue, scatenatrici di rovinose tempeste, causa di carestie, moria di bestiame, infertilità delle donne e delle campagne. Il Comune adunò quindi il Parlamento, formato da tutti i cittadini del luogo, ed il Podestà convocò ai primi di ottobre il vicario del vescovo di Albenga e quello dell'inquisitore di Genova. Tutto iniziò con una predica in chiesa, come era prescritto, tenuta dal vicario vescovile per eccitare lo zelo della popolazione affinché fossero denunciate le streghe; in essa fu fatta una descrizione particolareggiata di tutte le nefande azioni che si credeva potessero commettere quelle sciagurate femmine. I due vicari fecero adibire delle case private a carceri delle streghe, poi, ordinarono l'arresto di una ventina di queste e, istruendo la causa, dichiararono presto ree tredici donne, più quattro ragazze ed un fanciullo. Parecchie di quelle poverette, in mezzo ai tormenti della tortura, avevano denunciato delle complici e già nel gennaio del 1588 erano circa una trentina le donne trioresi di ogni condizione sociale che vennero additate come streghe da quelle già arrestate. E tutte, prive di qualsiasi difesa, furono sottoposte a tormenti. |
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