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Post n°391 pubblicato il 13 Marzo 2007 da viralastrega
 
Tag: BLOOD
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polizia municipale: buongiorno mi dica
io: salve, ho ricevuto un paio di settimane fa, una cartella contenente 3 multe, risalenti al 2005, da pagare in un unico bollettino di 436 euro. siccome nel giro di pochi mesi mi sono arrivate una decina di multe, se lei controlla vede che ho pagato tutto quello che ho potuto e
queste mi devono essere sfuggite... ora, dato ke io guadagno 500 euro al mese, è chiaro che non posso permettermi di pagarne 436 in un colpo. la mia domanda è: posso dividere l'importo in 3 bollettini, così da pagarne un pò per volta mentre mi cerco un secondo lavoro?
p.m.: adesso mi informo se può ratealizzare.
io: no, non voglio ratealizzare che poi mi tocca pagare di più.
p.m.: signorina la procedura è questa, lei deve andare al cas a farsi fare l'isee
io: eeee? il cas?
p.m.: sennò vada dal suo commercialista
io: ma io non ho un commercialista.
p.m.: e la dichiarazione dei redditi come la fa?
io: ehm... mm (porcodio adesso mi vengono a prendere) sa con 500 euro al mese, come lo mantengo il commercialista se non mi mantengo neanke io?!
p.m.: se lei non paga xkè non ha i soldi, poi appena guadagna un pò di più vengono a prenderle lo stipendio e le portano via anche il mezzo.
io: anche se vale meno delle multe?
p.m.: sì sì.
io:ma se ratealizziamo poi quanto devo pagare di più?
p.m.: mi dispiace ma lei non può ratealizzare se la cifra è inferiore alle mille euro.
io: e allora non ho scelta. devo dividere il bollettino in tre, e conservare le ricevute.
p.m.: io non le posso dire di fare così, perchè non è la prassi.
io: sì ma poi, se mi vengono a prendere il motorino e io gli faccio vedere le ricevute di pagamento, se ne vanno?
p.m.: non le posso dire di sì, ma faccia così!
io: e vabbè, le rate non le posso chiedere, 436 euri in una botta non le posso dare xkè ne guadagno 500, devo per forza fare così ke non è la prassi e lei non mi garantisce niente.
p.m.: essì.
io: vabbè, grazie. buongiorno
p.m.: a lei!

e quest'è, l'Italia!
ieri sera mi ha chiamata mia madre. aveva un tremendo bisogno di sfogarsi con qualcuno riguardo mio fratello. e, poteva farlo solo con me. ma io non sono stata capace di risollevarla. lei mi ripete in continuazione ke è stanca, ke non ce la fa più, ke mio fratello ha bisogno di andare via da quella merda ke è il mio paese, dove il futuro è nero, ma nero nero. la mia vicina, per esempio, ha un anno più di me, da piccole giocavamo insieme, si è laureata l'anno scorso in lettere e adesso fa la commessa (più o meno come me) dal lunedì al sabato dalle 9 di mattina alle 9 di sera per 200 euro al mese. mio fratello invece lavora per una bancarella in un posto che ogni giorno vede passare migliaia di turisti. lavora due giorni sì e due no, dalle 6 del mattino alle 8 di sera, tutto il giorno in piedi, per 25 euro al giorno. considerando ke nei bar ne ha sempre presi 10 per tutta la giornata, adesso dovrebbe essere più contento. e invece no. perchè gli altri che lavorano con lui vanno solo alle 6 per montare e alle 5 per smontare e gliene danno 20. naturalmente mio fratello dice che non è giusto dargli solo 5 euro in più per stare tutta la giornata lì. mentre altri che pure stanno tutto il giorno prendono 35,40 euro. e mio fratello non ne può più di queste umiliazioni, di questo sfruttamento. lui è un ragazzo ke si butta nel lavoro con entusiasmo e tanta buona volontà già da quando aveva 15 anni, andava a scuola tutti i giorni e la domenica a lavorare. una volta chiese una domenica libera xkè il sabato prima era il suo compleanno e voleva almeno per una sera, rilassarsi come tutti. lo licenziarono solo xkè si era permesso di chiedere.
domenica prossima compie 18 anni. volevo esserci al suo compleanno, lui ci teneva tanto. e invece neanke quest'anno posso andarci. l'ultima volta ke l'ho visto soffiare le candeline aveva 12 anni. questo mi fa soffrire come un'idiota. e so ke anke lui è molto dispiaciuto. gli è mancata una sorella nel pieno dell'adolescenza, quando ne aveva più bisogno. penso ke se ci fossi stata, l'avrei aiutato a scuola, e in mille altre cose. e invece sono andata via appena ho potuto, fregandomene di tutto e di tutti. da allora lo vedo ogni 6 mesi circa per poki giorni. in questi anni ogni volta ke lo vedevo mi sentivo male. lui sempre più alto, grande, i peli sulle gambe, la barbetta, la voce... non era più il bambino con cui sono cresciuta e con cui adoravo litigare. quand'era piccolo ci ammazzavamo, ma quando papà mi sgridava lui era sempre pronto a difendermi. e io? sono pronta a 24 anni a difendere lui?
quest'anno sta recuperando due anni di scuola, così a settembre comincia il quinto. visto ke al diplomificio non gli fanno fare niente, mi ha chiesto se può venire qui a bologna a lavorare per un pò. non posso dirgli di no. ma so che non sarà facile. io devo distaccarmi da sto ruolo di seconda madre ke ho da quando è nato. devo smetterla di chiedergli se ha freddo e cosa vuole a pranzo. se viene qui per qualke mese, imparerà a cucinare, lavare i piatti e il bagno, e ad essere indipendente. come ho imparato io. che me ne sono andata a 18 anni che non sapevo fare neanke un piatto di pasta. mia madre ha cercato di proteggermi dai lavori domestici fin quando ha potuto, facendomi crescere come una principessa, servita e riverita. e ora non può inkazzarsi con me xkè non pulisco le porte. però s'inkazza contro il mondo, mia madre. MI CAPISCI? MI CAPISCI? MI CAPISCI? mi avrà detto 300 volte così ieri sera. certo ke la capisco, certo ke so quanto fa skifo la vita giù, ma non è solo una questione di soldi, è anke una questione di cultura, di mentalità. lei vorrebbe che mio fratello frequentasse altri ambienti, conoscesse altre realtà, parlasse di cose diverse... come se io qui facessi kissà ke vita. infatti, ho paura ke mio fratello qui si annoi. non c'è erba e non ci sono soldi per andare per locali. vedi com'è bella l'italia civilizzata, ma da fuori. ke è tutta un'altra cosa.
però io sono una strega. non sono riuscita a calmare mia madre xkè dentro di me sento una specie di rancore, stupido e volgare. hai fatto i figli in un mondo di merda? e adesso te li tieni, cacci le palle e gli dai forza. e non mi piangi per telefono, e non mi urli la tua frustrazione, kakkio. siete voi ke avete scelto di metter su famiglia in un posto ke non offre niente e ne tantomeno concede possibilità. giù da noi, o sei fortunato e fai il lavoro di tuo padre, oppure sei uno sfigato e devi calare la testa e prendere botte tutti i giorni. almeno qui, al nord, ti danno l'illusione di campare col minimo salariale, 800 euro e una stanza in affitto divisa con kiunque. ti danno l'illusione di poter vivere. giù invece sono più onesti in un certo senso. ti fanno capire subito ke tu, povero deficente, sei destinato ad una vita da coglione. e allora ke fai? vai a rubare?
dai, cmq, sono una strega evvero però alla fine, mio fratello è un tesoro. e questa sarà l'occasione per stare un pò insieme.





 
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=.=

Post n°390 pubblicato il 12 Marzo 2007 da viralastrega
 



tu sei quello che tu vuoi
ma non sai quello che tu sei

danni fisici
psicologici
collera e paura
stress
sindrome da traffico
ansia
stati emotivi
primordiali malesseri
pericoli imminenti
e ignoti disturbi sul sesso

tu sei quello che tu vuoi
ma non sai quello che tu sei

 
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NERE INVISIBILI

Post n°389 pubblicato il 08 Marzo 2007 da viralastrega
 
Foto di viralastrega

Nigeriane in Italia. Vendute,
picchiate, stuprate. Non denunciano mai, per paura del rimpatrio.
Anche quando i violentatori sono i maghrebini del Casertano:sfogatoio
perfetto, calmieratore di tensioni sociali ed etniche.


Di Laura Maragnani in Stupro 20 ottobre
2006





il problema è solo questo, dice
Isoke: da dove cominciare a raccontare. Da Judith, 14 anni appena,
che alla sua prima sera di lavoro sui marciapiedi romani della
Salaria è stata stuprata e picchiata dal primo cliente, e poi
lasciata sull'asfalto più morta ke viva? O da Joy, che era
incinta, e che ha perso il bambino ke aspettava? Da Gladys, a cui un
cliente ha distrutto l'ano violentandola tre, quattro volte di fila?
O da Rose, stuprata da chissà quanti e in chissà ke
modo, fino ad avere l'utero perforato; e che, pure, non osava nemmeno
mettere piede in un ospedale per curarsi? Non sono le storie che
mancano. Anzi, sono perfino troppe, quaggiù, sugli affollati
marciapiedi d'Italia. Gli stupri qui sono roba quotidiana; violenti,
se non addirittura atroci; eppure assolutamente invisibili, e dunque
assolutamente impuniti:<perchè le ragazze non denunciano
mai. E nemmeno vanno al pronto soccorso, a meno di non essere
moribonde>, spiega Isoke. E la voce le trema. Le viene da
piangere.
Isoke ha 27 anni, è alta, mora, bella. Nigeriana.
Di Benin City. E' da Benin che provengono, a migliaia, le ragazze
buttate dal racket sui marciapiedi italiani, 10-12 ore al giorno di
macchine e di clienti, esposte in mutande e tacchi a spillo a ogni
genere di violenza e di aggressioni. Lei, trafficata come le altre, è
riuscita a uscirne e a salvarsi. Oggi vive ad Aosta, sta per sposare
un italiano. E insieme, lei e io, stiamo scrivendo per l'editore
Melampo un libro sulla tratta. Sulla sua esperienza di ieri e sul suo
lavoro di oggi: uno, <dare voce a chi non ce l'ha>, ossia alle
ragazze che ogni sera scendono in strada senza sapere se mai
ritorneranno, xkè sono <almeno duecento, stando alle
cronache dei giornali, quelle che negli ultimi anni sono state
accoltellate, strangolate, uccise a furia di botte o di iniezioni di
veleno agricolo>, senza contare quelle torturate e stuprate e
massacrate, ma che in qualche modo sono tornate a casa vive, e dunque
non fanno assolutamente notizia; due <cercare di creare una rete,
di trovare insieme un percorso di uscita, un'alternativa alla
strada
>; tre, <mettere in piedi una casa-alloggio per le
ragazze che non ne possono più
>. Aprirà tra poche
settimane, ad Aosta. E si chiamerà, ovviamente, la Casa di
Isoke. Sottoscrivete. L'indirizzo è rbc_isoke@yahoo.it
.
Allora, dice Isoke. Questa storia degli stupri etnici. Le ragazze
la vivono tutti i giorni, ogni volta ke vanno al lavoro. Ogni sera
escono di casa con due pensieri in testa: forse questa è la
sera che incontro il cliente ke mi aiuta, ke magari mi risolve un po'
il problema del debito. Trenta, cinquanta, sessantamila euro. Il
costo ke le ragazze pagano per arrivare in Italia, con la promessa di
un lavoro che le salverà dalla miseria di Benin City. Arrivano
qui, dice, e scoprono che il lavoro è poi sempre uno e uno
soltanto, il marciapiede. E sul marciapiede succede di tutto; ma voi
non lo sapete
.


E dunque il secondo pensiero che le
ragazze, ogni sera, hanno in testa è questo: speriamo che non
mi succeda niente. Ma a una o all'altra qualcosa succede. Sempre. Gli
stupri sono la regola
. Tutti i giorni, dice Isoke. Tutti i giorni
gliene segnalano uno. Stavamo scrivendo la storia di Osas, arrivata a
Torino dopo due anni (due anni? <sì, due anni interi>)
di viaggio attraverso l'Africa, su su dalla Nigeria fino al deserto
del Sahara. In 60 stipati su un camion, senz'acqua né cibo, e
quelli ke erano di troppo venivano lasciati giù. Così.
A morire. Mentre il camion proseguiva verso il nord del Marocco su
una pista punteggiata di ossa e di cadaveri freschi. Arrivata a
Torino, Osas è stata buttata sulla strada. Caricata da un
cliente. Dove andiamo? Ha chiesto lui. <posto tranquillo> ha
detto lei; era una delle poche frasi ke le avevano insegnato le
compagne di lavoro. Solo che il posto tranquillo di lui era una
cascina semidiroccata nell'hinterland torinese, spersa nella nebbia e
nel freddo. E arrivati lì lui le ha puntato un coltello alla
gola. L'ha violentata, picchiata, rapinata. Lei ha urlato e urlato.
Da un'abitazione vicina una voce ha gridato: <ma bastam ma
finitela. State zitti>. E solo dopo ke l'uomo se n'è andato
qualcuno ha osato mettere il naso fuori. Un ragazzo con un cane. Che
vuoi, ha chiesto mentre il cane le ringhiava contro; che cosa è
successo. Poi l'ha caricata in macchina e l'ha riportata a Torino.
<E' stato uno degli uomini più gentili ke ho incontrato in
Italia> dice Osas adesso.



Bene. Stavamo scrivendo di Osas quando
a Isoke è arrivato un messaggio dalle ragazze di Verona. E'
sparita Prudence. Arrivata una settimana fa dalla Nigeria. Vent'anni.
Analfabeta. Non una parola che sia una di italiano. Prudence non
tornava a casa da due giorni. A casa aveva lasciato i suoi vestiti e
le sue poche cose. Le compagne di strada la stavano cercando
dappertutto. Ospedali, questure. Niente. Fino a che è
ricomparsa. Irriconoscibile. Sfigurata dalla botte. Quasi non
riusciva a camminare. Che cosa è successo, le ha chiesto Isoke
in dialetto ebo. <mi hanno bucato l'utero, mi hanno bucato
l'utero>. Prudence riusciva a dire solo quello, ossessivamente. A
fatica abbiamo saputo che un cliente l'aveva caricata al suo joint,
che è lo spicchio di marciapiede che ogni ragazza ha in
dotazione e per cui paga a chi di dovere un affitto mensile che va
dai 150 ai 250-300 euro. L'aveva caricata e portata chissà
dove. E violentata. E riviolentata. E picchiata. Massacrata.
Derubata. Scaricata in un bosco, a chilometri dalla stanzetta che
Prudence considerava casa sua.
Prudence è rimasta in quel bosco
tutta la notte, tutto il giorno dopo. Senza mangiare né bere.
Sconciata. Sanguinante. A fatica s'è poi trascinata fino ad un
campeggio, c'era gente che faceva vacanza, che l'ha riportata a
Verona. Lì è finalmente riuscita a orientarsi. È
tornata a casa. <mi hanno bucato l'utero, mi hanno bucato
l'utero>. In ospedale non ci è voluta andare, per paura ke
la polizia la rimandasse a casa. Rimpatrio forzato. Così
com'era, in mutande. A marcire in una prigione di Benin City dove le
altre detenute ti violentano con una bottiglia, ridendo e dicendo:
cosa è meglio, dicci, questa bottiglia o quello ke sei andata
a goderti in Italia. Di Prudence non abbiamo saputo più
niente.


E' difficile per una donna italiana
ascoltare storie del genere. Ascoltare Isoke ke dice: ogni africana
stuprata è un'italiana salvata
. E' difficile. E' orribile. Ma
vero. I nostri uomini, gli italiani. Stupratori a pagamento, li
chiamano le ragazze sulla strada. Quelli che perchè pagano i
25 euro della tariffa standard si sentono in diritto di esigere
qualunque cosa. Cazzo ti lamenti, bastarda. I soldi li hai avuti.
Succhia. Girati. Apri il culo. E giù botte. Hanno l'ossessione
del culo, gli italiano che vanno a puttane.< dicono: voglio fare
quello che con mia moglie non faccio mai>, spiega Isoke. <scene
da film porno. Tutto quello ke hanno visto nei film porno e con la
moglie non hanno il coraggio o il permesso di fare>. Ho pagato, è
la frase chiave dello stupratore da 25 euro. E giù botte, se
solo dici di no.


Gladys non riesce quasi più a
camminare. Un cliente le ha sfondato l'ano. Era <come una bestia>
dice, l'ha costretta a subire una, due, tre, quattro violenze, a un
certo punto Gladys ha sentito <come un distacco, nel profondo>.
Da quella lacerazione non è più guarita.


Ospedale? Cure? Denunce? Ha una paura
terribile, Gladys. Non ne vuole sapere. Si trascina sul marciapiede a
fatica, ogni sera. Ormai zoppica. E non c'è verso di
convincerla ad andare da un medico. Dice : <se la polizia lo viene
a sapere mi rimanda a casa>. E' la regola.


Dice Isoke: < a volte le ragazze
ridotte molto male finiscono al pronto soccorso. Ma devono vermanete
essere ridotte molto, ma molto male. Incoscienti. In coma>. Al
pronto soccorso non è che le trattino coi guanti. Dovrebbe
essere rispettata la privacy, certo. Ma chi mai dice ke la legge valga
anche per le puttane negre clandestine?
A volte infermieri e medici
sono cattivi, a volte addirittura strafottenti. Chiamano la polizia.
La polizia prende svogliatamente la denuncia; poi ti da il foglio di
via. Sei la vittima di uno stupro. Ma se anche quella ke ne paga le
conseguenze.


Così le ragazze appena possono
girano alla larga dalla polizia e dagli ospedali. Tornano a casa più
morte che vive. Traumatizzate. Distrutte. La maman dice: ma di cosa
ti lamenti, a me è successo tante volte. E il giorno dopo le
rimanda sulla strada, coi ilvidi e i tagli e i segni dei morsi e
delle cinghiate e delle bruciature di sigaretta in bella vista. I
clienti a volte si impietosiscono, dice Isoke. Ti danno i soldi,
dicono: vai a casa e curati. Allora la maman dice: vedi, anche
ridotta così sei in grado di guadagnare. Di cosa mai ti
lamenti. Sei scema.


Gli stupri di gruppo. Capitano spesso.
Tre-quattro per volta, arrivano, ti caricano a forza. Sei fortunata a
uscirne viva. A volte gli uomini dicono delle cose, mentre ti
stuprano. Cose come: brutta negra. Cazzo vieni a fare qui. Così
impari. Stattene in mutande a casa tua. Ti faccio vedere io. Schifosa
puttana. Chi ti ha mai detto di venire qui. Tornatene nella foresta,
insieme alle scimmie.


Si sentono in qualke modo dei
giustizieri, dice Isoke. Ce l'hanno con te perchè sei donna. E nera.
E puttana. E debole
. Non so perchè ma i più violenti, quelli
più grandi e grossi, si scelgono sempre le ragazze più
leggere e più fragili. Quelle così magre e sottili che
sembrano una foglia di mais. Se ci provano i ragazzini, 16 anni, 18,
bè, dice Isoke, gli molli un pugno da tramortirli e scappi
via. I più pericolosi sono quelli dai 25 anni in su.
Ottanta-novanta chili. Trent'anni. Quaranta. Quelli ke a prima vista
non diresti mai ke sono stupratori. Che non hanno niente nel vestire
ke ti allarmi, nulla nell'approccio ke ti metta in guardia. Sono
quelli ke poi dicono: ho pagato. Che magari hanno l'Aids ma non
vogliono usare il preservativo, per sfregio, e poi ti mettono
incinta. Che dicono negra di merda, adesso ti sistemo io. Che tirano
fuori il coltello o la pistola. Che ti bruciano con le sigarette, ti
riempiono di pugni, ti portano via la borsetta, i soldi, il
cellulare. Che ti lasciano a decine di kilometri da casa tua, nel
buio o nella neve. E queste sono soltanto alcune delle cose ke ti
posso raccontare.


Solo ascoltare è mostruoso. E
ascoltare non finisce mai
. Ci sono le mille altre storie della
strada, le mille vicine di marciapiede delle ragazze di Benin City:
le trans sudamericane, vittima preferita dei Nordafricani. Stupro
omosessuale, lo chiama pudicamente Isoke. C'è la bambina
brasiliana di 10 anni. Ci sono le albanesi violentate coi bastoni e
con le bottiglie dia loro magnaccia, per convincerle ad andare sulla
strada. C'è un campionario osceno di bestialità
maschile, senza filtri e ma e se. E, soprattutto, c'è la paura
delle ragazze. Perenne.


Dice Isoke: il primo stupro è
difficile da superare. Sei distrutta. Qualcosa in te si è
rotto per sempre. Però ti consoli dicendoti: mi sono vista
morta, eppure sono viva. Al secondo dici: capita. Al terzo dici: è
normale. Dal quarto in poi non li conti più. È un
rischio del mestiere.


Di Prudence, dicevo, non abbiamo saputo
più niente. Non è ancora andata in ospedale. Se
l'infezione non si aggrava non ci andrà probabilmente mai. La
curano le sue compagne di strada e di casa. Una di queste è
Eki, che ha avuto finalmente il coraggio di raccontare: è
successo anke a me. Mi hanno stuprata e picchiata e torturata con
sigarette accese. Allora le sue compagne hanno detto: anch'io. Stanno
mettendo in comune la paura, lassù a Verona. Stanno
cominciando a pensare ke forse bisogna trovare il coraggio di sfidare
il racket e decidere di smettere. Non che sia facile, dice Isoke. Non
lontano da Verona una ragazza ke non voleva più saperne del
marciapiede, Tessie, è stata costretta dai suoi magnaccia a
bere acido muriatico. L'hanno salvata per un pelo. E adesso si
ritrova sfigurata e handicappata e quasi muta. Una ragazza africana
di villaggio, semplice semplice. Ignorante. Analfabeta. Che diavolo
di futuro può trovare in Italia. Ditemelo voi.


Poi ci sono le ragazzine. Tredici anni,
quattordici. Vergini. Vendute agli italos dalle famiglie che vedono i
vicini ke fanno una bella vita grazie alle figlie ke lavorano in
Italia. Che si comprano il motorino. Il Mercedes coi sedili
leopardati che quando passa nei villaggi solleva una gran polvere e
tutti i ragazzini gli corrono dietro rapiti. Quando ste ragazzine
arrivano in Italia le maman si mettono le mani nei capelli. Che cosa
devo fare con te, che non sai niente. Allora pagano tre-quattro
ragazzoni africani, grandi bastardi, dice Isoke, che le violentano in
tutti i modi finchè non hanno capito e imparato quel ke si
deve fare sulla strada.


Ora. Vorrei potermi risparmiare almeno
questa parte della storia, ma non si può. Gli extracomunitari
ke raccolgono i pomodori, l'uva, le mele. Dodici, quindici ore di
lavoro per sette, dieci, dodici euro. Frustrazione e rabbia pura. Vi
siete mai chiesti come la sfogano?
Sulla Domiziana, dalle parti di
Castelvolturno, terra senza dio né legge, in provincia di
Caserta, le ragazze vivono in catapecchie senz'acqua né luce.
Guadagnano 5 o 10 euro a botta. Sono la vittima perfetta dei loro
stessi compaesani. Che le schifano, <perchè si vendono ai
bianchi>. E non hanno soldi e non le pagano e le rapinano nella
certezza della totale impunità. Si vendicano della vita di
merda ke fanno. Con loro, le ragazze di Benin City. Isoke dice: però
questo io non lo posso dire. Allora lo dico io. In certe zone la
polizia chiude non un occhio, ma due, e forse anke tre, avendoli, e
pure anche quattro. Ve bene ke ci siano le ragazze di Benin City:
sono uno sfogatoio perfetto, un matematico calmieratore di tensioni
sociali ed etniche. Sono la vittima designata, l'agnello sacrificale.
Perchè ogni africana stuprata è un'italiana salvata. E
l'africana stuprata tace. Ha troppa paura per parlare. È
perfettamente invisibile e dunque non fa notizia né
statistica. Nemmeno di questi tempi, ragazze mie. Pensatele ogni
volta ke uscite di casa a notte fonda, e soprattutto ogni volta ke
rientrate
. Voi, bianche. Voi, sane e salve.

 
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*^* 

Post n°388 pubblicato il 06 Marzo 2007 da viralastrega
 
Foto di viralastrega

Salice piangente con lacrime a forma di ramo,
perchè piangi e non rispondi se ti chiamo?
è perchè un giorno lui ti ha dovuto lasciare?
è perchè non è potuto restare?

Sulle tue fronde si arrampicava
e con la sua piccola mano leggera ti accarezzava
con la tua ombra vinceva l'estate
pensavi fossero eterne le sue risate?

Smetti di piangere salice piangente
perchè questo piangere non servirà a niente,
credi che la morte te lo abbia tolto,
che non tornerà mai.

Ma cercalo nel tuo cuore,
lo ritroverai.

MY GIRL (1991)

 
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=.=

Post n°386 pubblicato il 05 Marzo 2007 da viralastrega
 
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...trattami come se fossi una dea
sfiorami lentamente...

C.CONSOLI_BAMBINA IMPERTINENTE

 
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=.=

Post n°384 pubblicato il 28 Febbraio 2007 da viralastrega
 
Foto di viralastrega

venne il giorno che mi dissi
tu 'Bologna' non mi basti

dei miei sogni che ne hai fatto?
me li hai chiusi in un cassetto!!!

e sognavo di partire, di trovarmi in un bel posto
per poter riaprire quel cassetto ormai nascosto

chiuso con delle catene piene ormai di ragnatele...


mi dicevi da bambina
guarda sempre quelle stelle
basta sai vederne una che va giù, tutto s'avvera!

quante stelle avrò contato
quante ne ho viste cadere
ma l'america è lontana,
ma l'america, l'america...

penso ancora alle parole scritte in alto sul giornale:
chi non ha paura di morire muore una volta sola

non è cambiato niente

tutte le notti aspetto ancora una stella cadente...


da NON HO PIU' LA MIA CITTA'_G. TROVATO
 

 
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Post N° 383

Post n°383 pubblicato il 27 Febbraio 2007 da viralastrega
 
Tag: BLOOD
Foto di viralastrega

ero nel marzo del 2004. e avevo 21 anni.
mia madre mi aveva appena fatto visita per poki giorni.
avevamo parlato delle mie scelte sbagliate e di come potessi rimediare.
l'unica soluzione era togliermi dal guaio il prima possibile.
fu in quei giorni ke presi coscienza di cosa avessi combinato, di cosa significasse per ME studiare al dams e di cosa significasse studiare all'università oggi (come ieri) e per di più a Bologna.
mia madre se ne andò e io le feci una promessa, la prima ke sapevo avrei mantenuto.
avrei annullato me stessa per un pò, avrei messo al bando tutto per la causa. ai tempi non immaginavo quanto sarebbe stata dura, ma le sfide dure mi hanno sempre appassionata. da quando a 17 anni capìì ke avrei pulito cessi pur di rincorrere i miei sogni. non pensavo ke effettivamente l'avrei fatto, almeno non nel senso letterario del termine. e invece, anke questo ho fatto, per sopravvivere e x rispettare i miei fatidici sogni farei qualunque cosa. (momento chiarificatorio: magari riuscissi a fare qualsiasi cosa!!!magari fossi un pò zoccola, almeno un pò maliziosa, un tantino vanitosa, un pokettino sicura di me, un briciolo di consapevole avvenenza almeno!!) se davvero fossi una persona ke farebbe qualsiasi cosa non credo sarei finita a pulire cessi di un infimo fast food)
in quel marzo ero senza lavoro. avevo appena lasciato "l'ospizzico" e avevo una massa di capelli color lilla.
non sarebbe stato facile trovare lavoro con i capelli lilla.
un conoscente mi disse ke cercavano qualcuno in un'agenzia immobiliare ma ke era necessaria una certa presenza. 4 ore al giorno tutti i giorni 500 euro al mese in nero. quel lavoro doveva essere mio.
quella notte non dormii. l'amOr era x qualke giorno a casa dei suoi, giù.
la mattina alle 9 telefonai alla mia amica Sara e dopo 2 ore ero senza + i miei adoratissimi nastri lilla ke mi avvolgevano la testa e mi davano gioia.
mi rasai i capelli per la seconda volta nella mia vita (la prima volta avevo 15 anni e mio padre voleva uccidermi).qui potete ammirare una diapositiva di un mese dopo.
e decisi ke sarebbe stato l'inizio della mia trasformazione.
decisi di farmeli crescere e con una sorta di voto di non toccarli più con le forbici (uno dei miei hobby preferiti) fino a nuovo ordine.
da allora sono passati esattamente 3 anni.
ogni tanto mi spavento, mi sembra di avere un topo sulla spalla.
quando la gente mi vede con i capelli sciolti rimane così sconvolta ke puntualmente scatta il commento: stai bene con i capelli lunghi sciolti! e io: mmm sì ho liberato un pò il gatto stamattina...
naturalmente il lavoro all'agenzia immobiliare fu mio.
ma fu il primo e unico lavoro ke mi permisi di lasciare dopo un mese: telemarketing.
mi deprimeva disturbare la gente in casa a tal punto da somatizzare tutti gli insulti in quelle 4 ore e tornare a casa piegata in due dal dolore. sì inventarsi un personaggio ke cerca un appartamento aveva i suoi lati creativi... potevo sbizzarrirmi sulle generalità del personaggio ma non potevo continuare.
dopo ke rasai i capelli dalla mia amica tornai a casa mia.
la mia coinquilina Cristina appena alzata mentre andava in bagno si affacciò nella mia stanza per salutarmi e rimase scioccata. xkè quella notte in cui decisi di darci un taglio lei mi sognò esattamente con i capelli rasati. e non poteva crederci al risveglio ke ciò fosse accaduto sul serio. io l'avevo deciso quella notte e non ne avevo parlato con nessuno.
cmq fu quello il momento in cui tutto è cambiato. in cui ho capito seriamente di dovermi assumere tutte le mie responsabilità. mi guardavo intorno e mi sentivo talmente sola ke oggi, in confronto a quel periodo, non è niente... nessuno con cui condividere la mia vita. una cosa impensabile x me ai tempi. nessun compagno di studi, nessun amico ke come me subisse l'ingiustizia della precarietà degli studi dei lavoratori, nessuno con cui andare al cinema, nessuno con cui dividere una passione, nessuno attanagliato dall'angoscia almeno un pò quanto me! le mie coinquiline e i miei amici coi loro bei progetti, le loro indispensabili vacanze, l'happy hour.
fu con la testa rasata ke mi misi sotto terra.
forse x sentire meglio l'umidità del terreno ke poi in poki anni mi avrebbe ridotto a vapore acqueo l'ipotalamo.
come uno struzzo sui libri.
via tutto. via i miei giochi e le mie poesie, via le riunioni del collettivo, via le vacanze, via il tempo libero. nessuna differenza tra estate e inverno. nessun progetto ricreativo. ogni proposta o idea abbuttuta sul nascere. via tutto. e via anke lo studio! xkè x dare 20 esami in poco + di 2 anni qualcosa la devi pure sorvolare... ke tristezza ke tristezza!
ogni idea, ogni desiderio era proibito. proibito desiderare. proibito pensare.
mamma mia da paura... come ho fatto? come ho potuto annullarmi così? non potevo mandare all'aria tutto e restare con la testa alta? kissà oggi cosa farei, invece di stare qui come una giraffa... allunga allunga pure il collo quanto vuoi tanto fin qui non ci vedi! sei miope! sei una giraffa miope!
questa è la storia della giraffa miope, ke aveva il collo più lungo di tutte le giraffe tanto ke si era sforzata di vedere. ma x quanti sforzi ella facesse non riusciva cmq a vedere aldilà degli alberi. e allora una notte decise di non guardare più niente al di fuori della luna e del sole. e così passava il suo tempo. col collo in alto e il muso verso il cielo. la luce del sole e il calore della luna le facevano vedere la savana come non l'aveva mai vista. fino a quando una notte una stella decise di cadere sulla sua testa. la giraffa la avvolse nel suo lungo collo. sentì il suo ardore. la sua vivacità. e desiderò di volare in alto con lei, ke le avrebbe permesso di guardare la savana dall'alto, con la luce e con gli occhi della luna. così la giraffa miope dal collo lungo lungo strinse forte forte a sè la stella fino a bruciarsi in una vampata.

 
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Post N° 382

Post n°382 pubblicato il 14 Febbraio 2007 da viralastrega
 

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faboarts

 
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Post N° 381

Post n°381 pubblicato il 14 Febbraio 2007 da viralastrega
Foto di viralastrega

LOG OUT

dove sono?
non mi vedo e non mi sento

dove vado?
preferisco non vedermi e non sentirmi

da dove vengo?
non vedo più e non sento più

LOGOUT
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Post N° 380

Post n°380 pubblicato il 25 Gennaio 2007 da viralastrega
 
Tag: BLOOD
Foto di viralastrega

stanotte sogno allucinante
io guardo una videocassetta con filmini di famiglia e mi vedo...
... mi vedo mentre mi sposo!!! io ke non mi sposerò mai!
infatti non ero proprio io... cioè ero io, ma uomo!
capelli corti, baffetto appena accennato, vestita con un abito grigio molto elegante... e prendevo in braccio la sposa, come x fare un'allegra foto ricordo...!
mentre mi guardavo pensavo a quanto ero fico! un bonazzo!stavo proprio bene! ero orgogliosa della mia bellezza maschile. oddio...

io ke non posso vedermi in video nè in foto... mi sono guardata compiaciuta xkè non ero donna!

una volta ho desiderato essere uomo. avevo 13 anni (periodo hip hop)e a parte le limitazioni dovute chiaramente al fatto di essere donna (come la ritirata oppure determinati atteggiamenti) mi piacevano i vestiti da maskietto mentre skifavo quelli da ragazzina. dal quel periodo ho iniziato ad avere problemi con la mutter sull'abbigliamento... ma ancora oggi mi succede... per esempio le scarpe, sono il mio incubo. la mia famiglia vuole vedermi con scarpe aggraziate, femminili ma a me, in genere, non piacciono! a me piacciono le scarpe decise, toste e anke un pò cattive, le mie preferite sono le converse o i mocassini, non quelle delicate, col tacchetto ke fa rumore e la punta ke mi sta proprio sulle palle, nn so ma mi sembro una femminuccia!!! ops!immagine cmq quando ne vedo un paio ke mi piace, entro nel negozio, kiedo alla commessa e puntualmente sono scarpe da uomo e quindi partono dal 41.
quella volta ke pensai ke sarebbe stato meglio nascere uomo era x un compito di italiano in primo liceo. lo svolsi tutto d'un fiato! poi lo consegnai ma quando lo rilessi corretto, non mi piaceva più. mi resi conto di quanto sono invece felice di essere donna.
a volte sento dei discorsi tipo : vorrei essere uomo xkè odio le mestruazioni! io penso invece ke proprio grazie alle mestruazioni, ke come un treno arrivano ogni mese e ci devastano, noi ci fortifichiamo e siamo più pronte poi ad affrontare le difficoltà, gli sforzi e anke le sofferenza della vita. proprio xkè la vita delle donne è una continua battaglia ke siamo munite di bombe!

 
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Post N° 379

Post n°379 pubblicato il 24 Gennaio 2007 da viralastrega

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I'll be waiting for you by  Hamstler

yes... just you !!

 
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Post N° 378

Post n°378 pubblicato il 24 Gennaio 2007 da viralastrega

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Post N° 377

Post n°377 pubblicato il 22 Gennaio 2007 da viralastrega
 
Tag: BLOOD
Foto di viralastrega

un percorso lungo 18 anni...
mai più
tra i banchi, mai più giustificazioni, mai più "non
so niente mi boccia"...
lì rivedo tutti...
alle
elementari ero bravissima, non leggevo mai le cose che la maestra ci
dava da leggere, io preferivo le mie storie, i miei libri, gli stessi
ke mia nonna leggeva a mio padre quando era piccolo, come me. però
quando c'era da leggere in classe la maestra chiamava me e questo
succedeva anke alle medie, i professori facevano leggere sempre a me.
i compagni mi odiavano xkè leggevo troppo bene e soprattutto
troppo veloce, così più andavo avanti con le letture e
più erano i compiti che ci assegnavano... ho cominciato la
scuola ke già sapevo leggere e scrivere grazie a mio nonno che
mi ha insegnato a tenere una penna in mano già a due anni.


In seconda elementare volevano
bocciarmi xkè avevo fatto troppe assenze. ricordo ancora la
scena in modo chiarissimo. avevo 6 anni e dall'ultimo banco della
classe vedo l'orlo della gonna della maestra con le scarpe da befana,
con i pugni sui fianchi in atteggiamento nervoso. un ombra pesante
sopra di noi, non era buio, era come se fosse entrata un attimo la
nuvoletta di fantozzi in classe, non lo so può darsi ke
ricordo così xkè ero molto triste x quello ke mi stava
dicendo la maestra e quindi forse i miei sentimenti hanno avvolto
quel ricordo... per legge dovevano bocciarmi, ma siccome ero brava,
praticamente ero l'unica a saper leggere, sarebbe stato un peccato
farmi perdere un anno. anche se, avendo fatto la primina, non avrei
perso molto. ma cmq alla fine le cose andarono bene. non so se si
kiuse un okkio o se ci fu un'eccezione, fatto sta ke come leggevo io
in classe non leggeva nessuno, adoravo leggere e andavo bene a scuola
quindi non fui bocciata ma cambiammo subito casa, xkè dove
abitavo c'era il giardino ke a me faceva male, credo per la polvere,
sono nata con l'asma bronchiale e ai tempi non esisteva l'areosol
quindi mi facevano due punture al giorno, una la mattina e una la
sera, avevo il culo come uno scolapasta! ricordo ancora quando mi
immobilizzavano, io mordevo il cuscino e piangevo, ero terrorizzata
dall'ago della siringa e così mia madre mi diceva ke potevano
non usarlo e me ne davano uno in mano per convincermi ke me
l'avrebbero fatta senz'ago!
poi la maestra dopo la terza
elementare se ne andò in pensione regalandoci a tutti un
dizionario dei sinonimi e dei contrari ke ancora oggi è sempre
al mio fianco. nella prima pagina fece a tutti gli auguri per il
futuro e un disegno ad ognuno diverso, a me disegnò una
spiaggia con gli ombrelloni... kissà perchè!
ricordo
il marito della nostra maestra ke veniva ogni tanto a parlarci della
comunità europea, eravamo nel 1989-90 era appena caduto il
muro di berlino, mi ricordo ke pensavo ke come era stato abbattuto
quel muro così sarebbero finite anke le guerre nel mondo... mi
ricordo ke sul sussidiario annotavo le guerre ke sentivo al tg, tipo:
oggi, data, guerra in ... , e non riuscivo a capire com'era possibile
ke dopo tutte le guerre ke la storia ci raccontava ancora nel mondo
ce ne fossero... xkè?
in quarta elementare venne una
maestra ke poi ci lasciò per insegnare inglese.
della
quinta elementare ricordo le pagine e pagine e pagine di verbi ke la
maestra ci faceva scrivere sui quadernoni, io scrivevo e guardavo
fuori dall'aula gli alunni dell'altra sezione ke facevano sempre
recite e li sentivo correre nei corridoi e organizzare feste, ai
tempi già sognavo di fare l'attrice, mi calavo nei panni delle
mie eroine e sentivo ke quello era il mio mondo, quello delle
emozioni. il libro più caro ke avevo alle elementari era la
storia della principessa sara, da principessa a cenerentola... altro
ke walt disney! mi sono sempre piaciute le storie tristi, sarà
x questo ke sono melodrammatica! e quanto invidiavo quelli dell'altra
classe ke stavano sempre in teatro mentre noi a scrivere verbi,
l'amOr era nella classe degli spettacoli e mi dice sempre ke però
almeno io i verbi li so, lui no! e vabbè...
poi ricordo
l'arancione, era il mio colore preferito e la mia amica del cuore,
Valentina. ke dopo un paio d'anni, alle medie, si dimostrò una
stronza. era gelosa della mia amicizia con altre compagne della
classe come Valeria, Titty, Marina ke sono mie amike ancora oggi, e
allora andava da loro a dire ke io avevo detto ke erano delle stronze
e veniva da me a dire ke loro dicevano ke io era una puttana...
quindi ci fece litigare, ma un giorno, grazie a Titty se ricordo
bene, chiarimmo tutto e così finì la storia con la mia
prima amica del cuore. non me lo spezzò mica, ma scoprìì
per la prima volta la gelosia delle donne... l'arancione andò
via ed entrò nel mio cuore il viola, da allora è
rimasto il mio colore preferito.
mi piaceva la mia classe delle
elementari, mi sembra di vederli ancora tutti se kiudo gli okki,
dov'erano seduti... c'era Francesco ke odiava le femmine, e allora la
maestra lo fece sedere accanto a Marina, ke però era sempre in
piedi da qualke parte, poi c'era Daniela, una bambina molto dolce ke
non ho + rivisto, Paolo l'inglese ke fu il mio primo fidanzatino, ho
ancora una foto di un mio compleanno dove lui mi regalò una
scatola di cioccolattini con un cuore e la scritta ti amo. poi c'era
Alfonso, avevamo un rapporto di odio-amore, ricordo ke ogni tanto
andavo a giocare a casa sua a subbuteo, non mi piaceva un grankè
però mi piaceva la sua baby sitter... ke era stata una mia
maestra all'asilo. kissà se ha sempre quel sorriso e quella
massa di capelli neri arruffati ricci ricci... kissà se la
rivedrò mai più. Alfonso un periodo mi faceva sempre
piangere, mi prendeva in giro xkè abitavo in campagna, mi
kiamava la zappatora, e poi c'era Ciro ke era innamorato di me, ma io
ero innamorata di Paolo ke poi si rivelò innamorato di Valeria
ke però era innamorata di Ciro! ke giro!!! Valeria mandava
sempre bigliettini, era l'organizzatrice ufficiale delle feste,
serate in pizzeria o pigiama party nella mansarda di casa sua...
Clara, nata il mio stesso giorno, mese e anno ke era un
maschiaccio... faceva sempre a pugni con qualcuno...! ke tristezza
non ricordare tutti i compagni di classe. cmq già ai tempi
avevo un certo successo con i compagni, infatti quando suonava
l'ultima campanella e si usciva dalla scuola, le maestre ci facevano
uscire in fila per due con la manina, e siccome tanti volevano uscire
con me, io organizzai i turni per accontentare tutti. kissà
come mai. non lo so, non me lo spiego. forse se avessi un pò
di autostima saprei il motivo di tanto affetto...
e poi l'esame di
quinta elementare, non ricordo nulla dell'esame in sè, ricordo
solo di quando salii in macchina ke tutto era finito e parlai con mia
madre. le dissi ke mi dispiaceva lasciare la mia classe, ma ormai
stavo diventando grande e quello era solo il primo passo... ricordo
ke piansi. in fondo sarei rimasta un altro pò alle
elementari... si stava così bene!

 
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Post N° 376

Post n°376 pubblicato il 22 Gennaio 2007 da viralastrega
 
Tag: ritagli
Foto di viralastrega

La Rai non è soggetta a interferenze politiche. Va detto. E’ invece un ambiente familiare di figli, padri, cugine, cognati e nuore. Impermeabile ai partiti. Un blocco di relazioni indistruttibile che sopravvive a qualunque governo. Con matrimoni combinati sin dalla nascita tra i figli di capostrutture e di programmisti. Una difesa naturale dall’ingerenza della politica e anche della libera informazione. Una riaffermazione dei valori della famiglia e dell’impiego statale. L’elenco che pubblico è in rete da tempo. E’ probabile che sia incompleto o in parte superato. E che tra relazioni affettuose e accoppiamenti dei circa 11.000 dipendenti del gruppo , all’interno e all’esterno della struttura, il numero dei figli di, nipoti di, cognati di, sia proliferato. Un po’ come avviene nelle conigliere.

Figli (f):
Tinni Andreatta, responsabile fiction di Raiuno, (f) dell'ex ministro dc Beniamino. Natalia Augias, Gr, (f) del giornalista e scrittore Corrado. Gianfranco Agus, inviato, (f) dell'attore Gianni. Roberto Averardi, Gr, (f) di Giuseppe, ex deputato Psdi. Francesca Barzini, Tg3, (f) dello scrittore e giornalista Luigi junior. Bianca Berlinguer, conduttrice del Tg3, (f) di Enrico, segretario del Pci. Barbara Boncompagni, autrice, (f) di Gianni. Claudio Cappon, direttore generale, (f) di Giorgio, ex direttore generale dell'Imi. Antonio De Martino, Gr, (f) dell'ex ministro socialista Francesco. Antonio Di Bella, direttore Tg3, (f) di Franco, ex direttore del "Corriere della Sera". Claudio Donat-Cattin, capostruttura Raiuno, (f) dell'ex ministro democristiano Carlo. Jessica Japino, programmista regista delle edizioni di "Carramba", (f) di Sergio. Giancarlo Leone, amministratore delegato di Rai Cinema e responsabile della Divisione Uno, (f) dell'ex presidente della Repubblica Giovanni. Marina Letta, contrattista a tempo determinato, (f) di Gianni, sottosegretario alla Presidenza a Palazzo Chigi. Pietro Mancini, Gr, (f) del socialista Giacomo. Maurizio Martinelli,Tg2, (f) del giornalista Roberto. Stefania Pennacchini, Relazioni istituzionali Rai, (f) di Erminio, ex sottosegretario Dc. Claudia Piga, Tg1, (f) dell'ex ministro dc, Franco. Francesco Pionati, notista politico del Tg1, (f) dell'ex sindaco di Avellino. Alessandra Rauti, redattore del Gr, (f) di Pino, segretario del Movimento Sociale-Fiamma Tricolore. Silvia Ronchey, autrice e conduttrice di programmi, (f) di Alberto, ex ministro dell'Ulivo ed ex presidente di Rcs. Paolo Ruffini, direttore Gr, nipote del cardinale e (f) di Attilio, ex deputato e ministro dc. Sara Scalia, capostruttura di Raidue, (f) della giornalista Miriam Mafai. Maurizio Scelba, Tg1, (f) di Tanino, ex portavoce del presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Mariano Squillante, ex corrispondente da Londra, poi a RaiNews 24, (f) dell'ex giudice Renato. Giovanna Tatò, Raitre, (f) di Tonino, consigliere di Enrico Berlinguer. Carlotta Tedeschi, Gr, (f) di Mario, senatore Msi. Daniel Toaff, capostruttura e autore della ‘Vita in diretta’, (f) dell 'ex rabbino di Roma, Elio. Stefano Vicario, regista di Giorgio Panariello, (f) del regista cinematografico Marco. Stefano Ziantoni Tg1 (f) dell' ex presidente dc della Provincia di Roma Violenzio. Rossella Alimenti, Tg1, (f) di Dante, ex vaticanista Rai. Paola Bernabei, Ufficio stampa, (f) dell'ex direttore generale della Rai, Ettore, proprietario della società di produzione Lux. Giovanna Botteri, Tg3, (f) di Guido, ex direttore sede Trieste Rai. Manuela De Luca, conduttrice Tg1, (f) di Willy, ex direttore generale Rai. Giampiero Di Schiena, Tg1, (f) di Luca, ex direttore dc del Tg3. Annalisa Guglielmi, sede Rai di Milano, (f) di Angelo Guglielmi, ex direttore di Raitre. Piero Marrazzo, conduttore di ‘Mi manda Raitre’, (f) dello scomparso giornalista Giò. Simonetta Martellini, Raiuno, (f) di Nando, radiocronista sportivo. Luca Milano, dell' ufficio contratti, (f) di Emanuele, ex direttore Tg1 ed ex vice direttore generale. Barbara Modesti, Tg1, (f) dell'annunciatrice Gabriella Farinon e del regista Rai Dore. Monica Petacco,Tg2, (f) di Arrigo, storico e consulente di programmi Rai. Andrea Rispoli, Raidue, (f) del conduttore Luciano, ex Rai. Fiammetta Rossi, Tg3, (f) di Nerino, ex direttore del Gr2, e moglie del ex segretario dell'Usigrai, Giorgio Balzoni, caporedattore al politico del Tg1. Cecilia Valmarana, (f) di Paolo, uno dei padri del cinema coprodotto dalla Rai, nella struttura di RaiCinema. Paolo Zefferi, (f) di Ezio, giornalista, è a Rainews 24.

Fratelli (fr) e sorelle (s):
Angela Buttiglione, direttore dei Servizi Parlamentari, (s) di Rocco, segretario del Cdu. Nicola Cariglia, sede Rai di Firenze, (fr) di Antonio, ex segretario del Psdi. Silvio Giulietti, telecineoperatore nella sede Rai di Venezia, (fr) di Giuseppe, uomo Rai e Usigrai, ex responsabile dell'informazione dei Ds. Max Gusberti, vice di Stefano Munafò a Raifiction, (fr) di Simona, capostruttura di Raidue. Sandro Marini, Tg3, (fr) di Franco, ex segretario del Ppi. Giampiero Raveggi, capostruttura di Raiuno, (fr) dell'ideatore del programma "Odeon" Emilio Ravel (nome d'arte). Antonio Sottile, programmista regista di "Linea Verde'', (fr) di Salvo, portavoce di Gianfranco Fini. Maria Zanda, capo della segreteria di Roberto Zaccaria, (s) di Luigi, ex responsabile dell'Agenzia del Giubileo.

Mogli e mariti (m):
Milva Andriolli, sede Rai di Venezia, è l'ex (m) di Silvio Giulietti, fratello di Giuseppe. Anna Maria Callini, dirigente alla segreteria di Raidue, (m) di Gianfranco Comanducci, vice direttore della Divisione Uno. Roberta Carlotto, direttore Radiotre, (m) dell'ex esponente Pci Alfredo Reichlin. Sandra Cimarelli, Palinsesto Raidue, (m) di Franco Modugno, direttore dei Servizi immobiliari Rai. Antonella Del Prino, collaboratrice a "La vita in diretta", (m) del giornalista Oscar Orefice. Simona Ercolani, autrice di programmi Rai, (m) del giornalista Fabrizio Rondolino, ex portavoce di Massimo D'Alema. Paola Ferrari, conduttrice, (m) di Marco De Benedetti. Anna Fraschetti, vice del capo ufficio stampa Bepi Nava, (m) di Mario Colangeli, vice direttore Tg3 e sorella di Luciano, quirinalista Tg3. Giovanna Genovese, compagna di Sergio Silva, padre della ‘Piovra’ è delegata alla produzione. Ginevra Giannetti, consulente Rai International, (m) di Altero Matteoli, ministro dell'Ambiente, An. Giuseppe Grandinetti, Gr, (m) della senatrice verde Loredana De Petris. Francesca Manuti, produttrice di "Sereno variabile" di Raidue, (m) di Paolo Carmignani, vicedirettore Raidue. Lucia Restivo, capo struttura Raidue, (m) di Sergio Valzania, direttore Radiodue. Anna Scalfati, Tg1, conduttrice di programmi, (m) di Giuseppe Sangiorgi, membro dell'Authority ed ex portavoce di De Mita. Cristina Tarantelli, Servizi Parlamentari, (m) di Carlo Brienza, RaiSport. Daniela Vergara, anchorwoman del Tg2, (m) del conduttore Luca Giurato.

Nipoti (n), cognati (c) e vari:
Ferdinando Andreatta, dirigente di Rai- Way, (n) di Nino. Guido Barendson, conduttore Tg2, (n) di Maurizio. Aldo Mancino, dirigente RaiWay (n) dell'ex presidente del Senato, Nicola. Giuseppe Saccà, (n) di Agostino, direttore di Raiuno, nell'orchestra del programma di Raiuno ‘Torno sabato-La lotteria'. Adriana Giannuzzi, ufficio Diritti d'autore, (c) dell'ex senatore ed ex membro del Csm Ernesto Stajano e moglie del vicedirettore della Divisione Due Luigi Ferrari. Alfonso Marrazzo, Tg2, cugino di Piero. Marco Ravaglioli, Tg1, marito di Serena Andreotti, figlia di Giulio. Tommaso Ricci, Tg2, (c) di Angela e Rocco Buttiglione. Carlotta Riccio, regista, (c) di Claudio Cappon direttore generale Rai. Luigi Rocchi, dirigente area Business&development, genero di Biagio Agnes. Laura Terzani,Tg3, nuora di Antonio Ghirelli.

dal blog di Beppe Grillo

immagine di Alex Casteels
 

 
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"...feci il mio ingresso nel mondo con una radicale abitudine alla verità che ha automaticamente eliminato dalla mia vita quella piatta monotonia che devono provare i bugiardi ... e così sono rimasta, in una crudele ricerca di verità e perfezione, come il carnefice inumano di ogni ipocrisia , evitata da tutti, tranne da quei pochi che hanno vinto la propria avversione alla verità per poter liberare quanto di buono c'è in loro."immagine


LOUISE BROOKS

 

IO AMO

IO_AMO: l'amOr mio, la mia gatta nera fetente e la nostra splendida routine, la mia piccola famiglia di amici e mia cugina ke passa sempre a trovarmi, svegliarmi al tramonto con la voglia di bere, aspettare l'alba per darle il buongiorno, le canzoni ke hanno dato una svolta alla mia vita, i film di Nanni Moretti, la mia determinazione, correre in scooter, conoscere gente, le citazioni, ki mi fa ridere, ki mi fa piangere, il bisogno di aiutare gli altri, i temporali estivi, ki non ha peli sulla lingua, il viola e il nero, il cielo grigio piombo, giocare, il vino e la birra, sperimentare sostanze che alterano i livelli di percezione, mangiare, dormire a culo aperto, la considerazione di cose o persone, immaginare la fine del mondo, la schiettezza, l'autoironia, le fate e i folletti, la fotografia e le mie fotografie, il gelato cioccolato e fragola e mi raccomando prima il cioccolato, ki nn è mai stanco, i concerti e il pogo, ki sorride agli sconosciuti, accettare caramelle dagli sconosciuti, chiacchierare con gli autisti dell'autobus, dare significato a quello ke indosso, le cenette a casa con l'amOr, l'umiltà, andare al parchetto, i falò sulla spiaggia, andare a zonzo, l'idea di viaggiare senza una meta, il living theatre, le cianfrusaglie ai mercatini, conservare le mie scarpe rotte, inkazzarmi di prima mattina leggendo i giornali, i cuscini, le stelle, far ridere senza averne la consapevolezza, il mio blog, i gatti, immaginare, sapere tutto della gente, l'mp3, le imperfezioni, le voci fuori dal coro, i cartoni di Matt Groening, le bolle, ... 
 


 

IO ODIO

IO_ODIO: la maggior parte delle persone, svegliarmi a mezzogiorno con tremila cose da fare, gli studenti fankazzisti ke vengono a fare la spesa un quarto d'ora prima della kiusura, gli ipocriti, quelli ke ti aggrediscono quando sanno di avere torto, credere nelle mie emozioni, a volte me stessa, dire sìmammahairagione, quando piove solo in quei 5 minuti in cui io mi sposto in motorino, le farse, ki fa finta di niente, ki fa finta in tutto, dio, i punkabbestia miliardari, le donne in macchina che mi fanno fare il semaforo rosso, il mio istinto di fuggire, fare ciò ke non vorrei fare, il tempo, le previsioni e i discorsi sul tempo, la fretta, i rapporti di comodo, il mio lavoro e i galoppini, ki se ne frega di tutto, le mie tette giganti, fare le pulizie, dire ti kiamo e poi nn kiamare mai, le soluzioni temporanee, i miei capelli e il mio colore naturale, il processo di femminilizzazione ke mi aspetta, il culo pesante, l'arroganza dell'ignoranza, l'indifferenza, gli egocentrici e gli egoisti, freud, la competizione e la fatica, la malinconia, gli skieramenti, ki nn vede oltre il proprio naso, ki se ne lava le mani, ki segue la moda, le spazzole, tutti i poteri del mondo a cominciare dal soldo ovvero il potere d'acquisto, la tecnologia ke anzikè aiutarci ci complica, il mio compleanno, fare la fila, le discoteche, il sabato sera, quelli ke fanno tanto gli alternativi e poi scopri ke sono le prime pecore, gli americani, avere sempre qualcosa da fare, i sacrifici e ki non sa cosa siano, i miei incubi, i primi 3 minuti della giornata, le feste comandate, gli ereditieri, i figli Di, la democrazia, piergiorgio il vicino, gli amici lontani, le religioni ke si basano sulla favola di adamo ed eva, i frisbee, la sveglia, i programmi, il bianco, le scadenze, la legge della giungla, quando ho bisogno di un abbraccio, commuovermi tutti i giorni, le tradizioni senza radici, i giornalisti in generale, il gossip, i programmi televisivi che vogliono fare... ma ke alla fine..., i sensi di colpa, l'impotenza, la paura di essere violentata, i miei complessi, l'idea del sesso debole e del sesso forte, preferire il silenzio alla guerra cioè evitare risse x il bene di ki mi sta vicino, dare per scontato ke siamo tutti buoni, l'educazione maschilista, le gerarchie, i benpensanti, la morale borghese, le diete, l'estate e il caldo, rispondere agli squilli, rispondere Pronto al telefono, andare al cinema da sola, il mio essere troppo polemica, la sindrome del foglio bianco, le visite mediche, gli aghi, fare le cose sempre all'ultimo minuto, ...
 
"Quando me metto 'n testa 'na cosa io, deve da esse quella! O il mondo ammazza a me, o io ammazzo a lui."

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DA ACCATTONE

 

Yes, there were times, I'm sure you knew When I bit off more than I could chew. But through it all, when there was doubt, I ate it up and spit it out. I faced it all and I stood tall; And did it my way.

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