Creato da vitotroiano il 08/01/2008
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Probabile discesa in campo di Travaglio

Post n°221 pubblicato il 26 Luglio 2011 da vitotroiano

Come per D'Alema, Travaglio vicedirettore del Fatto Quotidiano; ne ha anche per Bersani.  Ha assestato il colpo di grazia alla candidatura del segretario del Pd alla premiership per il centrosinistra.
Travaglio, dopo aver elencato i rischi di una ’sventata’ (da arresti e indagini) compagine politica bersaniana al governo in caso di vittoria, termina la sua requisitoria chiedendo retoricamente a Bersani se, “visto il suo fiuto da rabdomante nella scelta dei suoi fedelissimi, è sicuro di essere il miglior candidato del centrosinistra alle prossime elezioni”.
Che sia durata poche ore l’illusione del segretario del Pd Pierluigi Bersani di poter approfittare di apparentemente favorevoli circostanze come l’accarezzata prospettiva dell’arresto, bocciato poi al Senato, del senatore Tedesco, democratico vicinissimo a D’Alema, per liberarsi della prospettiva di un patto con Pierferdinando Casini e aprire la strada ad un accordo con Vendola e Di Pietro è cosa evidente.
Tanto più che la carcerazione di Franco Pronzato, ai tempi in cui Bersani era ministro delle Attività Produttive contemporaneamente responsabile dei trasporti del Pd e membro anche nel Cda dell’Enac e ora accusato di aver preso tangenti in una gara d’appalto e ancor più il caso di Filippo Penati, braccio destro e capo segreteriaa del segretario Pd fino a qualche mese fa adesso indagato per corruzione, concussione e finanziamento illecito, pesano molto e rappresentano un probabilissimo cambio di scenario all’interno del Pd.
E’ evidente, dunque, che il coinvolgimento con il caso Penati soprattutto rappresenta per Bersani una macchia sulla sua futura candidatura. Dopo D’Alema anche lui potrebbe finire in retrovia. E la lettera di Travaglio potrebbe accelerarne l’iter. Ciò che non è chiaro però è a quale mulino stia tirando l’acqua Travaglio: quello di Vendola? Anche il presidente della Regione Puglia è finito invischiato dal caso Tedesco il quale sostiene di aver operato in passato su indicazione proprio di Vendola.
O quello di Di Pietro, difficilmente candidabile per quel suo tratto vagamente ipercaratterizzato sebbene ultimamente giochi a ’moderazionando’. O Travaglio punta su de Magistris, che potrebbe sempre spendere in futuro le proprie credenziali di sindaco di Napoli alla candidatura del centrosinistra a premier? E se Marco Travaglio, invece, lavorasse per se stesso e di fronte a cotanto scompiglio del Pd pensasse di radunare la ciurma degli insoddisfatti e salpare verso lidi più prestigiosi? Almeno sulla carta?

 
 
 
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INTERCETTAZIONI SPETTACOLO

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