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La politica è morta, la giustizia è malata

Post n°222 pubblicato il 26 Luglio 2011 da vitotroiano

Rino Formica

Prende nuovo e diverso corpo la questione giustizia che in questi ultimi trent’anni è stata influenzata da interferenze politiche.

Lo scontro tra garantismo e giustizialismo vedeva in campo due contrastanti legioni: i garantisti che si richiamavano al principio costituzionale del giudice “ soggetto solo alla legge”; i giustizialisti che si appellavano ad una forzata interpretazione della norma costituzionale per invocare il diritto del giudice a leggere la legge in stretta connessione con l’evoluzione politica e sociale della società.

Questa discussione si sta esaurendo perchè i pregi ed i difetti delle due interpretazioni producono assoluzioni e condanne in tutte le aree politiche. E’ in via di esaurimento il sostegno assoluto e acritico di una parte politica ad una tendenza partigiana della magistratura.

Bene ha fatto il Presidente della Repubblica a porre la questione giustizia come crisi della giustizia all’interno di una più vasta crisi di sistema.Ciò vuol dire una cosa semplice: non bastano più le sentenze per modificare le leggi, e le leggi per correggere le sentenze.

L’attuale giustizia è un elemento di freno e di disorientamento nel processo di sviluppo e di crescita civile della società. Parlamento e C.S.M. non possono più essere camere in conflitto tra di loro, ma insieme devono ridisegnare i confini tra politica, giustizia e società per correggere le disastrose invasioni di campo prodotte dal caos politico del “novismo” anni novanta.
Ecco un bel tema posto dal Capo dello Stato.
Spetta al Parlamento e al CSM svolgerlo.
Ne saranno capaci? Vedremo!

*Tratto da "Critica Sociale"

 

 
 
 
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INTERCETTAZIONI SPETTACOLO

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