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Il Berlusconi felino

Post n°208 pubblicato il 07 Febbraio 2011 da vitotroiano

Piaccia o no, Silvio Berlusconi ha sette vite come i gatti. L’hanno dato più volte per spacciato, ma poi come Lazzaro è risuscitato. Giovedì scorso, giorno della doppia votazione sul federalismo e sull’autorizzazione a procedere contro il presidente del Consiglio, è riuscito a pareggiare sul federalismo e a vincere sulla Procura di Milano.

Eppure, in pochi avrebbero scommesso che ce l’avrebbe fatta. Ma Berlusconi ci ha ormai abituati ai suoi scatti di reni nei momenti di maggiore difficoltà. Tanto ha fatto e brigato che ha messo su una maggioranza, mentre lo davano già per morto, politicamente si intende. Avendo un’alta considerazione di sé, Berlusconi si considera un “uomo necessario” ed è convinto di non essere un personaggio nato per caso, ma figlio di una felice congiunzione astrale.
Quando un giorno lontanissimo morirà, sarà difficile collocarlo nella storia della politica, non essendo un politico a tutto tondo ma facendo parte di questo da circa vent’anni. Nato, politicamente, con la fine della guerra fredda e con il crollo della Prima repubblica, da analfabeta politico, è riuscito a sbaragliare i professionisti della politica e ad inventarsi un partito a sua immagine e somiglianza, conquistando il potere.
A conti fatti, per tre volte è stato inquilino di Palazzo Chigi e non è detto che non potrebbe esserlo anche per la quarta volta, visto il nanismo politico che lo circonda. Epperò, se non ci fosse stato la fine di Yalta e quella dell’ancien règime, Silvio Berlusconi sarebbe stato un imprenditore di successo, ma in politica non sarebbe mai sceso.
Troppo compromesso con il potere della Prima repubblica e poco politico per sfidarlo, essendo impolitico e antipolitico. Due attitudini che sono state la sua fortuna nella Seconda repubblica, ma che da sole non bastano, perciò, per incantare l’elettorato, uscito sfiduciato, frustato e depresso dagli avvenimenti di Mani pulite, occorreva quel qualcosa in più per riportare fiducia negli elettori.
Personaggio fuori del comune, fuori dell’immaginario popolare, è stato preso di punta da media internazionali, che non gli hanno perdonato nulla, riducendolo ad “ecce homo”: per il suo stato di imprenditore “self made man”, per le sue diverse vicende giudiziarie comprese le notti “boccaccesche” di Arcore, che hanno fatto il giro del mondo, e, per il suo status di Capo di governo anomalo, avendo più conflitti di interesse che capelli.
Per “l’Economist” non era adeguato a guidare l’Italia, per il “Financial Times”: “Il salvatore è il sintomo dei mali dell’Italia” e per il “Daily Telegraph” il “clown prince of Europe”. Basta e avanza. Fatto sta che Berlusconi, un po’ per la situazione economica che non decolla e un po’ per la sua vita privata vissuta sulla falsariga di un famoso  motivo di Vasco Rossi, vive ora un momento difficile e, per giunta, inseguito dalla Procura di Milano per il Rubygate.
Ciononostante, pare riuscire a destreggiarsi alla grande, nonostante la procura di Milano, con a capo la rossa Ilda Boccassini non gli dia tregua. Comunque sia, ha dato dimostrazione di avere una maggioranza per governare, che sebbene risicata potrebbe trovare nuovi proseliti visto il percorso sbagliato intrapreso dagli avversari, che con la storia che “Berlusconi è bell’e fritto” non avendo i voti sufficienti per governare, hanno illuso gli elettori.
E continuato tuttora a farlo, credendo che si possa realizzare quel “Miracolo a Milano”, che poco ha a che fare con il film di Vottorio De Sica in cui i barboni iniziano a volare a cavallo delle scope dei netturbini in cielo. L’opposizione vuole il miracolo di San Vittore. Non c’è che dire, per Berlusconi, giovedì è stato un giorno fortunato: ha vinto sulla procura di Milano, l’opposizione ha perso e Bossi, non portando a casa il federalismo (anzi, ha peggiorato la situazione, facendo approvare dal Cdm il federalismo con un decreto, il Quirinale l’ha respinto al mittente), dovrà stringersi a lui ancora di più.
A ben vedere, tutti i giri delle sette chiese fatti da Calderoli non hanno sortito alcun effetto. In conclusione. Casini ha perso la fiducia di costruire un governo diverso dall’attuale, Fini non ha raggiunto l’obiettivo di defenestrarlo da Palazzo Chigi e Bersani spera che sia la Procura di Milano a sconfiggerlo.
Ma per come si è messa la vicenda giudiziaria, non è detto che potrebbe dargli una mano: la questione della competenza posta dagli avvocati del Cavaliere potrebbe rivelarsi un boomerang.

 
 
 
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INTERCETTAZIONI SPETTACOLO

La non politica che in Italia ormai manca da quindici anni, in questi giorni, si infiamma sulle presunte intercettazioni che riguarderebbero il Presidente del Consiglio. Silvio Berlusconi, che non è il male di questo Paese, dal '94 ad oggi è stato indagato 800 volte: nemmeno il capo dei capi (Riina) è stato così tanto perseguitato. In un Paese, dove la democrazia è occupata dal potere della magistratura e della stampa la forbice tra benessere e malessere continua ad allargarsi sempre di più. Con questo provvedimento proposto dal Governo si spera di chiudere, per sempre, una lunga stagione iniziata con la falsa rivoluzione del'92 sotto il nome "Tangentopoli". L'Italia stà diventando sempre più un Paese irriconoscibile e, questo, gli Italiani non lo meritano

 
 
 

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