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Post N° 228

Post n°228 pubblicato il 06 Giugno 2006 da vittoriaflower
 
Foto di vittoriaflower

PIANETA CIBO : MANGIA CHE TI PASSA…..
Il rapporto  che ciascuno ha  con il cibo ha origini nell’infanzia.Il cibo puo’ essere semplicemente usato per nutrirsi e assunto quando si ha fame oppure avere un altro ruolo legato agli stati emotivi( il cibo come gratificazione, conforto, sostituto dell’affetto, arma di ricatto, di offesa).
Penso che sia capitato a tutti di desiderare un particolare piatto che ci ricorda e ci fa rivivere determinati momenti piacevoli,il luogo in cui siamo cresciuti….
Questi cibi vengono chiamati soul food,cibi dell’anima.
Personalmente, per esempio, il riso e latte mi ricorda alcuni momenti gioiosi dell’infanzia.Ci sono poi i ‘comfort food’ cioe’ tutti quei cibi che ci gratificano e ci consolano Secondo una ricerca quando siamo contenti il primo cibo della lista che scegliamo per gratificarci e’ il gelato seguito dal cioccolato mentre se siamo tristi le donne  scelgono biscotti e gli uomini pizza e bistecca.
Il tipo di comfort food scelto quindi dipende dal tipo di emozione.Per esempio, le persone annoiate si fiondano su un sacchetto di patatine mentre per calmare l’ansia i carboidrati( pasta…) danno un senso di tranquillità e di benessere, perché contribuiscono ad elevare il livello di serotonina nel sangue.
PERCHE’ IL CIBO CI FA SENTIRE MEGLIO?
Il primo approccio col cibo appena nati e’ legato al nostro contatto con la madre che ci allatta e che ci tiene in braccio( l’allattamento al  seno o col biberon non ha importanza in se’ ma e’ il contatto che ci comunica l’equazione cibo/amore).
Questa equazione si rinforza via via quando ci vien data una caramella o un dolce per premiarci,consolarci.Questo accade nell’infanzia e si ripete nella vecchia.
Avrete notato,se siete a contatto con una persona anziana,che la sua giornata e’ scandita dai pasti.Gia’ ore prima di pranzo o cena l’anziano aspetta ed entra in ansia se si ritarda.
L’abitudine di ricorrere al cibo per consolarsi nei momenti di stress puo’ diventare potenzialmente problematica e sfociare in un rapporto distorto col cibo.
IL FATTORE  SOCIOCULTURALE
I modelli imposti dai media e il martellamento quotidiano possono influire sul rapporto con la sfera alimentare. La tendenza a volersi adeguare a tutti i costi a modelli stereotipati di immagini maschili e femminili socialmente approvati, può indurre a seguire diete squilibrate che espongono a sbalzi di umore e innescano un circolo vizioso perche’ non si riesce ad essere come il modello proposto.
La fame emotiva
La fame emotiva non ha nulla a che fare con il senso reale di fame ma riguarda il’come ci si sente’.Si usa il cibo o un particolare cibo per superare un disagio. perche’ si ha l’impressione di ‘prendersi cura di se’’
Il quando si presenta questa fame e’ assolutamente soggettivo (nel pomeriggio, alla sera, prima o dopo cena, oppure, in modo intermittente, nel corso della giornata).
Il sollievo e’ temporaneo perche’ quando si termina  il gelato o il dolce di solito ci si arrabbia con se stessi o ci si sente in colpa per aver mangiato o ci si sente una frana fino a odiare la propria immagine riflessa nello specchio.
Perche’ allora lo si fa? per distrarsi temporaneamente dalle proprie emozioni negative.
la differenza fra fame reale e fame emotiva 
1. la fame emotiva arriva all’improvviso mentre quella reale arriva in modo graduale
2 quando si mangi per riempire un vuoto emotivo( e non dello stomaco) in genere si cerca un cibo particolare mentre non avviene cosi’ quando abbiamo realmente fame.
3 la fame emotiva richiede una immediata soddisfazione mentre quella fisiologica puoì aspettare l’orario del pasto
4 la fame emotiva spinge a mangiare ad oltranza anche se si e’ gia’ sazi.Non accade questo quando si mangia per nutrirsi e si e’ sazi
5 la fame emotiva lascia spesso dietro di se’  il senso di colpa al contrario della fame fisica
CHI  PUO’ AVERE PROBLEMI COL CIBO?
 - persone compiacenti, influenzabili che mettono al primo posto i bisogni degli altri invece che i propri  perche’ hanno timore di non essere amate, accettate.
-persone con una bassa autostima e senso di inferiorita’
-  persone che si trovano di fronte a problemi difficili da risolvere,caricate di troppe responsabilita’ o avversità della vita,delusioni…..Si sentono impotenti,incapaci.Il cibo diventa allora rassicurante
-  persone con relazioni personali difficili con la famiglia o il/la partner
-  persone con un rapporto negativo col proprio corpo,l’immagine di se’,la sessualita’.Paura dell’intimita’
-  persone incapaci di controllare le proprie pulsioni.
Ho parlato nel post130  delle 3 personalita’ o stati   dell’IO:GENITORE.ADULTO,BAMBINO
La scelta del cibo,la preferenza per un gusto ecc e’ suggerita dal nostro Stato dell'Io Bambino.L’Io Adulto valuta poi  che il cibo ingerito non danneggi il nostro peso e la nostra salute.
Per chi ha problemi col cibo l'alimentazione riattiva antichi sentimenti dell'Io Bambino (rabbia, tristezza,ribellione…)  che bloccano l’intervento della parte  adulta (Io Adulto)
Il ‘dover’ dimagrire’ a tutti i costi e’ una  spinta che proviene da un Io Genitore critico ed esigente che costringe la parte bambina (Io bambino) ad ubbidire e in seguito a ribellarsi abbuffandosi o boicottando la dieta
LE EMOZIONI
La maggioranza dei disordini alimentari ha alla base degli stati emotivi.
Il primo passo quindi e’ capire come ci si sente e quali emozioni fanno scattare la fame emotiva.
Chi ha problemi a livello alimentare usa il cibo come meccanismo di difesa dal proprio disagio emotivo.Queste persone passano da un rigido controllo sul cibo al lasciarsi andare a mangiare e poi punirsi vomitando o entrando in un meccanismo ossessivo di ‘fare ginnastica’ per eliminare le calorie in eccesso.
Il problema e’ un eccessiva attenzione sul cibo che diventa poi ossessione.
E’ importante quindi,quando il cibo diventa un problema,rivolgersi a persone qualificate ( medico,counselor,psicologo….) che possono veramente aiutare a capire le proprie emozioni,imparare a gestirle  e a ristabilire un rapporto corretto con il cibo.
E’ importante anche avere intorno una rete di persone che non giudichino e non pressino sul ‘cosa e come mangiare’ perche’ il cibo e’ solo la punta dell’iceberg di un disagio piu’ profondo.
Nel prossimo post parlero’ delle emozioni che fanno scattare la fame emotiva.

 
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