|
Contatta l'autore
Nickname: vittoriaflower
|
|
Sesso: F Età: 69 Prov: MI |
Area personale
Menu
Tag
Cerca in questo Blog
GO AND SEE
- Donne intelligenti
- Salute A-Z
- News intelligenti dal mondo
- Fiori di Bach
- Aromaterapia
- Nutriterapia
- Ansia-Per sapere
- PNL-per avere una idea
- Psicologia utile
- Psico bufale metropolitane
- Manuale gratis
- Effetti degli psicofarmaci-
- LINKS-PER TUTTI I GUSTI
- Violenza sulle donne
- BRICIOLE DI PANE
- FLORITERAPIA E CRISTALLI
I miei Blog Amici
« Messaggio #262 | Messaggio #264 » |
Post N° 263
GLI ATTREZZI PER IL TERZO MILLENNIO
CAPACITA' DI RISOLVERE I PROBLEMI
Eccomi qui a lanciare l’attrezzo numero 6.Gli attrezzi sono dieci quindi ho appena superato la meta’.Volevo cavarmela con qualcosa di piu’ breve ma ho la mania di espandere perche’ mi piace spiegare anche le virgole.
Mi fa piacere che i post diano qualche spunto di riflessione.Una specie di break.L’attrezzo numero 6 riguarda la
Capacità di risolvere problemi (Problem solving):
Saper affrontare e risolvere in modo costruttivo i diversi problemi e’ di fondamentale importanza nella vita quotidiana perche’ se li lasciate irrisolti possono causare stress mentale e tensioni fisiche. Un problema è un invito al cambiamento e.come si dice, niente e’ stabile come il cambiamento. Secondo la regola di Einstein ‘Non puoi risolvere un problema con lo stesso tipo di pensiero che hai usato per crearlo’. Avere un problema significa che la nostra mappa della realtà è diventata insufficiente, e che se vogliamo risolvere un problema qualsiasi o raggiungere il nostro obiettivo dobbiamo impegnarci a modificarla, ampliarla o integrarla; quindi dobbiamo individuare, inventare e sperimentare stati mentali e comportamenti nuovi.
La legge di Pareto ( vedi post 234) ci da’ un’altra indicazione utile cioe’:
- dobbiamo usare il 20% del tempo per analizzare il problema
- e l’80% per trovare la soluzione.
Di solito facciamo il contrario. Passiamo l’80% del tempo non a esaminare il problema, ma a farci domande distruttive.Ad esempio:
“Perché è capitato proprio a me?
Perché sono così sfigato/a?
Come ho fatto ad essere così cretino/a?”
A domande cosi poste in negativo corrispondono risposte distruttive:
Perché sei un idiota”,
perche' tutti ce l’hanno con me ecc ecc…
Non si va lontano con queste risposte..e ci si deprime.
Meglio cercare domande che aprano la strada invece di chiuderci in un vicolo cieco.Ma quali?
DOMANDE COSTRUTTIVE
Chiedete ..e vi sara’ dato.si dice nella Bibbia.
Se le domande sono giuste ti sarà data la risposta giusta.
Se le domande sono stupide avrai risposte stupide
Quali sono le possibili domande giuste? Per esempio:
- Cosa c’è di buono in questa sfida?
- Cosa posso imparare?
- Come posso vincerla?
Nel problem solving ci sono 4 fasi che possono essere applicate a qualsiasi problema ci capiti
Prima fase: identificare il problema.
atteggiamento conoscitivo: osservare per conoscere.
Conoscere o ri-conoscere cio’ di cui abbiamo bisogno,sapere cio’ che vogliamo veramente ma anche conoscere cio’ di cui abbiamo paura e che ci impedisce di andare oltre e risolvere il problema.Puo ‘essere un cambiamento di lavoro,un rapporto affettivo che ci fa star male
Seconda fase: trovare delle possibili soluzioni.
atteggiamento creativo: lasciare spazio al pensiero,alla nostra intuizione.Lasciar emergere le nostre emozioni e le sensazioni.Da qualche parte dentro di noi c’e’ gia’ la soluzione.Diamo il tempo alla nostra saggezza interiore di prendere contatto con le nostre risorse e di dissipare la nebbia della confusione.
Possiamo aiutarci con la visualizzazione o ascoltando un brano di musica che ci aiuti a liberare la mente in modo che dentro di noi si inizino a collegare tra di loro elementi apparentemente lontani, formulare anche quelle ipotesi che normalmente escluderemmo con il ragionmento. La ricerca di soluzioni, infatti, richiede a volte l’abbandono di alcune convinzioni che ci hanno guidato in precedenza, oppure la loro integrazione o modifica.
Terza fase: valutare i pro e i contro di ogni soluzione( per questo puo’ servire il rasoio di Occam,ne ho parlato nel post 260),scegliere quella ok e metterla in pratica
atteggiamento realistico e critico.Ora dobbiamo produrre dei veri e propri piani di azione dettagliati.L’idea inizia a diventare azione concreta quindi è importante valutare se e’ fattibile e che impatto avra’ con la realtà.
Quarta fase: e’ la fase esecutiva per poi valutare i risultati.
atteggiamento operativo, pratico, esecutivo.
Nessun problema può essere affrontato e superato solo con la chiarezza delle idee o solo con la creatività, con la critica, o un buon atteggiamento pratico. Tutte queste componenti sono indispensabili.
Quando siamo di fronte ad un problema a volte c’e una lotta tra le varie parti di noi stessi.Alcune hanno piu’ voce in capitolo e altre sono piu’ silenziose.
Per una persona razionale sara’ difficile lasciarsi andare ed ascoltare la sua intuizione,per esempio. In questo caso il nostro scopo e’ quello di attivare, stimolare e far crescere le parti più “pigre”,
Il Problem Solving può essere considerato l’arte di armonizzare le nostre parti: quelle creative e quelle osservative, quelle realistiche e pratiche.Ognuna deve lavorare per noi non contro di noi se vogliamo arrivare alla soluzione.
2 http://www.internetbookshop.it/ser/serdsp.asp?shop=1&c=RNOG5G6POLAQQ
MANUALE DA SCARICARE
http://www.hrdonline.it/inc/extra/problem-solving.html
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |