Creato da Web_London il 15/04/2015

Note a margine

A volte di vince, a volte si perde ma la lotta è sempre impari

 

« "E io ci credo ... Perc..."Io domani, questa è l... »

E (finalmente) arriva Diana ...

Post n°180 pubblicato il 25 Febbraio 2016 da Web_London

 

Diana non è un personaggio letterario.
Diana l'ho conosciuta un paio di anni fa frequentando il Cenacolo Letterario in un locale dalle mie parti
Mentre leggeva da sopra il palco io ascoltavo in silenzio.
"Scrive come un treno" pensai una sera.
Al Cenacolo del mese dopo le chiesi se aveva voglia e tempo di scrivere un post per il mio blog.
Me ne ha regalato più uno che nel tempo sono emersi come perle rare nel mare di cazzate che io scrivo.

Diana ha un blog su wordpress che leggo ed è talmente diverso dal mio che non mi ha mai lasciato indifferente.
Affascinante e inquietatante.
Nel suo Blog ci sono le sue cadute, le risalite, i suoi voli e la realtà con cui ferocemente si batte tutti i giorni.
Credetemi, leggerla non lascia mai indifferenti e c'è molto di lei dentro quel suo spazio virtuale.
E' sincero
E' per questo che mi piace
Quando le chiesi un post, le lasciai carta bianca su tutto, sul testo, sulla foto e sulla musica da inserirci.
"Presentati e scrivi quello che vuoi, io pubblico" le dissi la prima volta che glielo chiesi.
Mi scrisse un post e poi un altro e un altro ancora.

Il primo, lo ripubblico stasera, sapendo che qualcuno l'ha già letto.
Diana ci ha messo la faccia, la sua vera faccia, e nelle parole che mi ha regalato c'è molto di lei.
Se potete e se avete dieci minuti di tempo leggetele, ne vale veramente la pena.
E una piccola finestra socchiusa - a leggerla forse non troppo socchiusa - sulla sua vita.
E questo capita raramente
Un saluto

Ola

 

...

Mi dice: "presentati e non farti paranoie".
Non me ne faccio. Non è casa mia questa, porto il rispetto di un'ospite invitata. Mi sfilo le scarpe, indosso le pattine, mi siedo composta senza mettere i piedi sul divano.
Accarezzo il gatto, ammiro le pareti.
Hai una bella casa amico, apprezzo sopratutto la selezione musicale.
Anche quello che scrivi non è male. Si vede che stai aggiustando il tiro, dai primi testi hai imparato a capire quali nodi sciogliere.
Non parlo di quello che scrivi qui, parlo del circolo.
Anche se non sembra, ascolto tutto, penso alle parole, e quanto differente è sentir leggere un testo dal suo autore, piuttosto che leggerselo da soli.
La voce è importante. Da corpo e densità a quello che si dice.



 

Io mi presento, sono Diana.
Niente di buono e di bello da mostrare. Solo una bulimica, di cibo prima, di parole dopo.
Per tutta la vita ho frantumato tonnellate di cibo ed emozioni. Fino ad arrivare a distruggere tutto.
Pesavo centocinquanta chili. Quanti sono? Prendete in braccio uno che vi somiglia e camminate con lui addosso, fateci le scale, andateci a lavorare. E tutto questo fatelo per quarantanni della vostra vita.
Ah lo so, non me l'ha ordinato il dottore. Me l'ha solo ordinato il cervello. Poi si è spento.
Non giustifico un atto incivile di suicidio, intendiamoci. Semplicemente in poco tempo, ho perso due grandi amori. L'uomo che volevo accanto a me, e mia madre.
Qualcosa nel meccanismo si è rotto. E ho iniziato a desiderare di scomparire.
Vabbè il resto è storia. Ingrassata, sformata, imbruttita, arrabbiata.
Eh si. Perchè ti incazzi a morte se non ti dicono che sei come tutti gli altri. Perchè ti illudi di essere viva.
E fai tante cose.
Compensi.
Compensi la solitudine col cibo.
La mancata sessualità, diventando un'aguzzina.
Imparando che se vuoi, puoi metodicamente fare male a te stessa, e c'è chi vuole il dolore che sai infliggere.
E' semplicemente perfetto. Fateci caso. Nel gioco dei ruoli, io comunque vinco.
Poi un giorno pensi che non stai vivendo, che il limite è toccato e non basta più nemmeno scavare. Decidi che vuoi smettere. Basta mangiare, basta calorie. Basta nascondersi, basta!
"Soldato Diana a rapporto!"
"Signor sì Signore!"
Un uomo di nome Paolo mi ha aperto la pancia. Mi ha installato un alieno (bypass) e da quel giorno ho iniziato la trasmutazione.
Ho perso quasi 70 kg.
Ho rasato i capelli.
Sono diventata vegana.
Continuo a pensare che un uomo docile e con un collare, sia erotico.
Ho sostituito il cibo con le parole.
E ho sfidato me stessa.
Mi appendo con i ganci sotto pelle. Ma non sono più una balena all'amo. Sono Diana che cerca un abbraccio.
Quando mia madre era viva, l'ho abbracciata poco.
Lei è andata, portandosi via le mie storie, il mio amore, e ho pianto. Mentre l'acqua usciva dal mio corpo è entrato tanto, tanto, tantissimo cibo.
E ho smesso di vivere.
Un giorno, con 60 kg in meno, ho deciso che volevo salire, affrontare le mie paure. Ho deciso che su quei fottuti ganci, avrei appeso anche la mia fame, il mio lutto, le mie paure. E ho permesso che mi staccassero da terra.
Mi sono lasciata andare.
E se volete sapere, fa male. Se vi dicono il contrario, vi dicono una stronzata. Fa male.
Ma quando sei su, sei immortale. E bellissima. E sei ad un passo dal cielo. E li le senti finalmente...
Senti mani amorevoli che ti accolgono.
Le mani di mia madre. E il vento che mi dice "amore mio, ti amo".


 

Now, I'm not looking for absolution
Forgiveness for the things I do
But before you come to any conclusions
Try walking in my shoes
Try walking in my shoes

...

Aspiro al martirio.
"Un martyr (du grec ancien μάρτυς / mártus (« témoin »)) est celui qui consent à aller jusqu'à se laisser tuer pour témoigner de sa foi, plutôt que d'abjurer. « Martyr » appartient essentiellement, et à l'origine, à la terminologie chrétienne ; il doit être différencié du martyre qui est l'acte même de mise à mort ou les tourments infligés."

...

Non mi mostro nuda. Mai. Eppure per i ganci, mostro la mia decadenza. Il mio desiderio profondo di diventare quella che nel mio cuore è sepolta e languisce.
Se potessi... se solo potessi...
Il cammino è lungo. E disseminato di cicatrici.
"oh che scar, belle, dove le hai fatte?"
Sorrido. Le ha fatte un chirurgo. Mi ha tolto pelle e anima.
Che belle scar... E pensare che c'è chi ha paura di mostrarle.
Ma perchè poi? I miei non sono più nemmeno segni di guerra.
Sono solo ingressi da cui si scorge l'anima che possiedo.
Come lo spiego? Se ci fossero parole da usare le userei.
Ma per ora, mi vengono solo immagini di Suplizianti, Cenobiti.

Noi che ci siamo perduti, senza pelle, "tirami su, fammi salire verso il cielo"

 

...




Depeche Mode - Walking in my shoes

 

 
 
 
Vai alla Home Page del blog

ULTIME VISITE AL BLOG

cassetta2moon_IEstelle_knadiaemanubisou_fatalGiampiero1982movlacprefazione09rwb121per_letteraSoloDaisyfederico.bombonatosaturno_leoQuartoProvvisoriolisa.dagli_occhi_blu
 

ULTIMI COMMENTI

 

_____________________________

 

 

_____________________________

 
 

_____________________________________

 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963