Creato da myk_dee il 19/05/2005

WestSide

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Terzo giorno - I parte

Post n°145 pubblicato il 06 Marzo 2007 da myk_dee
Foto di myk_dee

Improvvisamente apro gli occhi. Vedo la luce filtrare dalle tapparelle abbassate e le ombre degli oggetti si proiettano sul muro di fronte a me. Mi volto a sinistra e guardo la radiosveglia sulla scrivania. Segna le 7.40. E' giunto il momento di alzarmi, raccolgo le mie cose e mi precipito in bagno per la doccia. Ore 8.30, come ieri, siamo sulla strada, pronti ad una nuova giornata. Per fare colazione decidiamo di andare in una caffetteria diversa, ma sempre Starbucks. Ce n'è una all'angolo tra la Lexington Av e la E 51 St. Questa volta noto nella vetrinetta dei dolci una cosa chiamata cinnamon roll e, siccome a me la cannella piace, decido di prenderlo, assieme ad un cappuccino (che lì si chiama proprio "cappuccino"). Il dolcetto è ottimo e così pure il cappuccino: ottima scelta. Anche oggi il cielo è senza una nuvola, azzurro, ma c'è sempre quel fastidioso vento freddo. Magnifica giornata oggi e cogliamo l'occasione per andare a vedere la Statua della Libertà ed Ellis Island. Durante la colazione guardo la pianta della città per cercare la metro più indicata che ci porti nei paraggi. Non è altro che la linea verde, numero 4 (ma anche la 5 o la 6 vanno bene): la fermata è proprio di fronte alla caffetteria e la stazione di arrivo è City Hall, il municipio. Facciamo il biglietto e dopo due minuti passa il treno. Il tragitto è piuttosto lungo e per fortuna ci sono molti posti a sedere liberi. Non c'è molta gente, anche per il fatto che è sabato. Una mezzoretta più tardi scendiamo e ci ritroviamo nella piazza del Municipio di ieri. Per andare alla Statua della Libertà occorre prendere il battello, che parte da Battery Park, a circa un chilometro da dove siamo noi adesso. La mappa dice che la strada più breve è di proseguire sulla Broadway fino ad incontrare il mare. In marcia, dunque. Questo tratto di strada è piuttosto in confusione, nel senso che ruspe e gru e camion stanno facendo dei lavori di manutenzione e costruzione. Nonostante siamo circondati da palazzzi altissimi, il vento non lascia tregua e l'unico rimedio è quello di coprirsi bene. In men che non si dica siamo arrivati al molo da dove partono i battelli per il giro delle due isole. Alla biglietteria, stranamente, non c'è coda e compriamo i biglietti per 11 dollari ciascuno. Tuttavia la fila per la Statua è da un'altra parte: lunghissima. Il motiva è che c'è un battello ogni mezzora e quindi la gente si accalca fino a quando non arriva l'altra barca che azzera il conto. La fila, però, è lunga anche per un altro motivo: i controlli di sicurezza. Sul molo ci sono due baracche, dove nella prima ci sono i dispositivi per i controlli e nell'altra, comunicante con la prima, la coda di gente che ha passato il controllo e che aspetta il battello. Dopo una decina di minuti trascorsi fuori al freddo, entriamo nella prima baracca per il controllo. La temperatura è decisamente migliore e i controlli sono decisamente più precisi che quelli all'aeroporto. Sbrigate le formalità entriamo nel secondo stanzone e ci rimettiamo in fila per aspettare il battello. Una ventina di minuti più tardi siamo sulla terrazza della barca e osserviamo Manhattan che lentamente si allontana. Scatto un po' di foto ma il vento ora è talmente tanto forte che non riesco neppure a tenere la mano ferma. Alcune foto verranno mosse, penso. Piano piano ci avviciniamo all'isola della Statua e finalmente, dopo poco, attracchiamo. Scendiamo, giusto per fare un giro, e notiamo subito, alla base della Statua, un negozio/ristorante ed entriamo. Qui vendono tutti i gadgets relativi alla Statua, dalle miniature alle magliette. Stiamo giusto il tempo per riprendere il nostro colorito usuale e usciamo per fare il giro dell'isola. In centro a questa c'è una piazza con al centro un'asta con la bandiera americana che sventola impazzita. Finita la piazzetta ci incamminiamo sul lungo mare da quale si gode di una vista spettacolare di Manhattan. Incantevole. Alle mie spalle, invece, alta e imperiosa la Statua regge nella mano destra la torcia dorata e nell'altra un libro aperto con la data del giorno dell'Indipendenza. Sebbene la sua altezza non sia spaventosa, circa sugli 80 metri, la Statua è maestosa e sembra avvertire il viandante: «Sei negli Stati Uniti d'America, stai attento. Questa è una nazione che ti può dare tanto ma non appena combini qualcosa ti faremo pentire di essere nato».
Ritorniamo al molo e aspettiamo che arrivi il battello che ci porti ad Ellis Island. Ed eccolo qui, il battello. Durante il tragitto compro un pretzel al bar del vaporetto e lo mangio mentre aspettiamo per attraccare. Ellis Island, in origine, era l'isola dove venivano fermati gli immigranti per le varie formalità da sbrigare per l'ingresso negli Stati Uniti. Alla fine degli anni '50 è stata abbandonata e nel 1987 ristrutturata e adibita a museo, il Museo dell'Immigrazione. L'ingresso è libero anzi, compreso nel prezzo del biglietto del battello e decidiamo di visitarlo. Particolarmente monumentale e suggestiva è la Register Room, uno stanzone enorme e vuoto dove un tempo venivano fatti "accomodare" gli immigranti cui accedevano ai varii controlli e visite mediche. Da quanto ho capito, le formalità da sbrigare per ottenere il visto, o il permesso di soggiorno provvisorio, erano davvero tante. In particolare le visite mediche penso fossero le peggiori: i dottori controllavano soprattutto la presenza di malattie infettive, per rimuovere il rischio di epidemie. Inoltre, stando alle fotografie dell'epoca esposte nel Museo, i controlli dovevano essere anche molto lunghi: c'era infatti un reparto adibito a dormitorio. E chi non risultava idoneo fisicamente veniva messo in quarantena. Insomma, mi piace questo posto, è interessante. Guardo l'ora: sono le 12.30 e la mia pancia brontola. Naturalmente all'interno del museo c'è un fast-food tipo Mc Donald's e decidiamo di fermarci là. Io scelgo il classico hamburger, una Pepsi e le patatine fritte per un totale di circa 8 dollari. Guardo fuori dalla finestra: i grattacieli di Manhattan brillano al sole d'inverno e il mare si stende azzurro come il cielo di fronte a noi.
In foto: la Statua della Libertà vista dal battello.

 
 
 
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