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La guerra in Vietnam l'inizio - Tratto da cronologia.it -

Post n°60 pubblicato il 20 Giugno 2006 da the_end_of_dream
 
Foto di the_end_of_dream

VIETNAM - I PRECEDENTI

La questione Vietnam inizia quando il Paese era uscito dalla coloniale "missione civilizzatrice" francese. Nazionalista come nessun popolo i Vietnamiti cercarono di guadagnarsi una propria indipendenza chiedendo aiuto agli Stati Uniti, per eliminare le ultime presenze francesi.  Ma caddero dalla padella nella brace.
Il Sud del Paese era considerato dagli USA dopo la fine della Guerra Mondiale un bastione strategico per proteggere tutto il Sud Est asiatico dal comunismo cinese e sovietico. Primo obiettivo fu quello di intromettersi in quella contrapposizione fra il Nord e il Sud del Paese, due entità impegnate in una di quelle ataviche insofferenze e animosità cui non sono immuni tanti altri paesi del mondo al loro interno, quando una parte del territorio per tanti motivi è più ricco dell'altro.
Il giovane senatore John F. Kennedy, il primo giugno 1956, nel corso di una riunione della AFV (American Friend of Vietnam), presentò un’elaborazione della “teoria del domino”: «Il Vietnam rappresenta la pietra angolare del mondo libero nel Sud-Est asiatico, la chiave di volta, il tappo che chiude il buco della diga nel caso che la marea rossa del comunismo inondi il Vietnam, un paese che si trova lungo una linea che unisce Birmania, India, Giappone, Filippine, Laos e Cambogia»

L'obiettivo fu dunque di insinuarsi ambiguamente nella politica interna, cercare con l'aiuto di una fazione di eliminare gli elementi sovversivi che erano presenti nel sud, creare un forte movimento secessionista, foraggiarlo di armi per eliminare quelli del nord, che essendo vicini al confine cinese erano i più pericolosi, e rappresentavano una testa di ponte della Cina. Impossessandosi di questo territorio gli Usa si sarebbero seduti come sentinelle a cavalcioni del confine cinese. 

In caso di debolezza del Sud, per compiere questa operazione, progettavano gli americani di aiutarli, poi di scendere apertamente in campo militarmente per aiutarli in nome della democrazia. 
Insomma misero le due Regioni una contro l'altra aizzando le culture interne. Come sappiamo le differenti culture territoriali di un Paese (religiose, politiche, di tradizioni)  tendono sempre a essere intolleranti all'interno dello stesso Paese e creano sempre animosità e gretto provincialismo. Se poi ad alimentare e a strumentalizzare le intolleranze sono dei capipopolo (fantocci), i contrasti iniziano prima con la ambigua diplomazia, si hanno poi le prime divergenze, si arriva alla rottura, e infine finiscono in una guerra civile fratricida.

Ad aiutare opportunisticamente la fazione secessionista, entrarono dunque in scena gli americani offrendo ai sudisti aiuti e appoggio logistico.
Motivo, affermava Kennedy "gli Stati Uniti devono impedire che l'ondata in piena del comunismo invada l'intera Asia".

1961
INIZIA L'ERRORE DI VALUTAZIONE E CI SI FORTIFICA DIETRO L'ERRORE
(eppure questo precetto "mai fortificarsi nell'errore" " è dell'Accademia di West Point)

Nell'aprile del 1961 Kennedy creò una "task force" per preparare i programmi economici, sociali, politici e militari volti ad impedire il "dominio comunista del Vietnam del Sud". A capo del progetto George Ball. Fu anche deciso di inviare altri cento consiglieri americani in Vietnam, portando così il totale a quasi ottocento; questa decisione comportava un problema giuridico, poichè l'accordo di Ginevra prevedeva che il personale militare straniero poteva essere assegnato all'area del Vietnam soltanto in sostituzione del personale esistente. Rusk raccomandò che i consiglieri venissero mandati senza consultare la Gran Bretagna, copresidente della Conferenza di Ginevra, e neanche la Commissione internazionale di controllo, che aveva il compito di controllare l'esecuzione degli accordi. Raccomandò anzi che "venissero collocati in diverse zone per non suscitare l'attenzione" dei controllori.
Quanto ai progetti militari, il generale Maxwell Taylor era favorevole ad un intervento americano. I soldati degli Stati Uniti, avrebbero "agito come forza d'avanguardia delle forze che avrebbero potuto essere ulteriormente introdotte", minimizzò le potenziali condizioni dei combattenti del Nord, aggiunse che il Vietnam del Sud non era un luogo poi così tanto difficile nel quale operare. Escluse il rischio di una consistente risposta dei Vietcong ad un incremento delle forze americane nel Sud, e qualora ci fosse stata la si poteva subito scoraggiare con un massiccio bombardamento americano nei territori nordvietnamiti.
Si valutò insomma il conflitto in termini strettamente militari.

Il coinvolgimento si rafforzò con il rapido arrivo di altri consiglieri militari americani e materiale bellico vario per appoggiare e puntellare il regime di Diem. Prima di Taylor i consiglieri si erano gia ottuplicati, 800, dopo Taylor questa cifra si era quadruplicata, erano diventati 3000, e nei successivi due anni raggiunse i 16.000.
Quanto ad azioni belliche vere e proprie, i piloti americani cominciarono a fare delle sortite partendo da Bienhoa, su una base aerea a nord di Saigon; i loro voli vennero camuffati come esercitazioni di addestramento per i sud vietnamiti.

 
 
 
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Un blog di: the_end_of_dream
Data di creazione: 16/05/2006
 

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