Si estende fino all’alba,
una canzone, nostalgica, violino,
E piango profondamente nella mia anima
autunno triste, grigio, solitario,
Per gli alberi, il tango,
libera libertà dalle loro braccia, vita,
Ripetutamente dalla betulla della vita, procedette lentamente
per rinnovare la loro speranza.
Vagando nel profondo del vicolo
dipinto con ricordi dell’anima,
Il fantasma assente, quello che indossa
passi, implacabili, per coscienza,
Volare attraverso il passato, caduto
e portato verso una ruggine del tramonto,
Quando ha rapito il colore della cucitura vivente,
quando la notte fredda della notte, li ha catturati.
Solo tortuoso e malinconico,
verso il cielo, freddo, vuoto,
Con il trionfo dell’aria,
andando verso altri orizzonti soleggiati.
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