immunity

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Fra le tante retoriche e pressapochismi che ci accompagnano durante le nostre giornate e con le quali facciamo colazione al mattino, poi a pranzo e infine a cena, il 25 aprile ci ha servito, come fa ogni anno, la stucchevole retorica sulla sacralità della libertà. Nel nostro pressapochismo culturale, mi chiedo, quante volte abbiamo riflettuto, a prescindere dalle puttanate fra dittature e democrazie, su quel dato di fatto che in un mondo teoricamente ed idealmente libero non dovrebbero esserci leggi perché ogni legge, anche la più banale, è essa stessa una limitazione della libertà. Ora è ovvio che se vogliamo darci un’organizzazione sociale che impedisca di vivere in continuo conflitto, l’obbligo di darci delle leggi che uniformino i comportamenti dividendoli fra leciti ed illeciti, è necessaria. Ed è necessaria soprattutto se teniamo conto che l’individuo è il più imperfetto fra gli esseri viventi perché, pur avendo un quoziente d’intelligenza maggiore rispetto agli altri esseri viventi, ha purtroppo anche un quoziente di stupidità maggiore del proprio quoziente d’intelligenza e le due cose, a differenza di quello che pensiamo, si conciliano fra loro perché la stupidità non è mancanza d’intelligenza. Che una persona sia meno intelligente di un’altra non significa che è, quindi, più stupida di un’altra, ma significa solo che ha un’intelligenza meno rapida, meno reattiva e, magari, meno analitica di un’altra. La stupidità, invece, ha una scala che non è la stessa dell’intelligenza ovvero una persona meno intelligente non è detto che debba essere più stupida. Un esempio chiaro e banale è il nostro atteggiamento verso l’ambiente oppure verso l’energia nucleare. Indubbiamente averla compresa è indice di una grandissima intelligenza, averla messa in pratica per farne armi nucleari o centrali nucleari è indice, invece, di una stupidità che surclassa l’intelligenza. Come si fa a negare l’intelligenza notevole di personaggi come Hitler, così come, allo stesso tempo, come si fa a negargli altrettanta ed ancor più stupidità? Intelligenza e stupidità possono tranquillamente convivere in uno stesso individuo e non sono affatto inversamente proporzionali. Così come la bellezza e la stupidità possono convivere nell’individuo senza essere anch’esse inversamente proporzionali.
Tornando alla necessità delle leggi, l’importante è essere consapevoli che ogni legge è uno spicchio di libertà che ci viene sottratta e, quindi, andrebbe messa in conto anche la comprensione, la vigilanza e la critica verso ognuna di esse, nuova o vecchia che sia.
Stessa, identica attenzione, vigilanza e critica andrebbe fatta nei confronti della tecnologia quando, in modo generalizzato, la definiamo progresso e, soprattutto, quando essa assume utilizzi piuttosto ingombranti e particolarmente pericolosi e riduttivi rispetto alla libertà.
In realtà, leggi e tecnologia, quando vanno a limitare la libertà (sempre), fanno in fretta a nascondersi dietro l’alibi che noi stessi chiamiamo “sicurezza”. Così sempre nel nostro pressapochismo culturale, diventiamo noi stessi complici di leggi e tecnologie insulse, affermando che esse sono necessarie alla nostra “sicurezza”. Così abbiamo ormai consentito che il pianeta fosse videosorvegliato in ogni suo angolo fino a controllarci anche nel buco del culo. Ci sfugge però che la videosorveglianza nella quasi totalità dei suoi utilizzi non serve ad aumentare la sicurezza evitando il crimine, ma serve dopo il crimine per poter fare giustizia ovvero individuare i colpevoli. Ben venga? E perché no, ma non generalizziamo in sicurezza anche quello che non lo è. Così come riflettiamo su operazioni come Immuni che se da un lato serviranno a tracciare le persone con le quali è venuto in contatto un potenziale infetto, è altrettanto vero che, in ogni caso, diventerà un database totale sulle persone con le quali quotidianamente viene in contatto chiunque di noi e, quindi, un ulteriore database che, aggiunto a quelli che già ci pedinano e monitorano in ogni nostro movimento – telefoni, videocamere, carte di credito, cookie e web – chiuderà il cerchio su quella che blableggiamo per libertà reale e che, invece, nella realtà delle banche dati è una libertà che, nei fatti, è del tutto inesistente ed illusoria.
E’ ovvio che questo post è aperto a qualunque riflessione tranne ad idiozie tipo: “e chi se ne frega, io non ho nulla da nascondere”, ovvero considerare la privacy non un diritto e quindi, fino a prova contraria legittimo ed inviolabile, ma solo una concessione.
immunityultima modifica: 2020-04-28T13:12:25+02:00da arienpassant

14 pensieri riguardo “immunity”

  1. E invece, se me lo permetti, parto e finisco proprio da quel “e chi se ne frega, io non ho nulla da nascondere” perché è così: io non ho niente da nascondere ma per principio non scaricherò l’app. Se ne parla tanto tra amici e, sai, credo che non avrà grande successo l’ennesimo grande fratello. Perché siamo tutti più o meno stupidi e tutti più o meno intelligenti, ma la lezione l’abbiamo imparata, ccà nisciun è fess 🙂

  2. Lo slang è perfetto, quindi niente matita blu. L’affermazione “io non ho nulla da nascondere”, invece, non autorizza nessuno a raccogliere informazioni su chiunque. Quindi il “io non ho nulla da nascondere”, in termini di diritto e di libertà, è del tutto inutile ma, troppo spesso, viene usata proprio per dare man forte o giustificare abusi di potere che sono all’ordine del giorno.
    Fra l’altro è in evidente contrasto con tutto quanto viene sventolato come diritto alla privacy.
    In realtà, quando affermi che non hai nulla da nascondere, dici una bugia, perché immagino che il pin della tua carta, così come la pwd della tua email o quella del tuo blog, tu come tutti li custodisca gelosamente ed immagino che se vai ad un pos e qualcuno ti sta col fiato sul collo mentre prelevi, tu gli chiederai, cortesemente o meno, di stare al di là della linea gialla. Non è mica detto che “non ho nulla da nascondere” debba per forza significare “qualcosa di illecito”, non ti pare?
    Quindi, se in casa mia venissero a farmi una perquisizione, anche se non avessi nulla di illecito da nascondere, se non mi mostrano un regolare mandato, possono tornarsene là da dove sono partiti perché le mani fra le mie mutande non gliele faccio mettere.
    Non vedo quindi il motivo per il quale, senza alcun mandato, debbano essere autorizzati a raccogliere informazioni sulle mie frequentazioni. Immagino che, come hai detto, alludevi proprio a questo in linea di principio.

  3. ma tu lo sai che le avevo arrotondato gli spigoli proprio perché mi inquietava, ma non è servito? La tolgo, mi fa anche impressione :))

  4. E dell’immagine del post precedente ne vogliamo parlare?addirittura firmata…tu non devi diritti a nessuno:)

  5. ehhh qualla l’ho firmata primo perché ci ho messo due ore a disegnarla… il mouse è una fatica pazzesca… e poi spero di venderla come Cattelan ha fatto con la sua banana :)))

  6. Mi è venuto il cosiddetto dubbio atroce: per caso, l’immagine di quel post sull’imbuto, l’hai creata tu? perché se così fosse, comincerei a piangere (anche se Cattelan l’apprezzerebbe molto).

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