Aisha

bandiera

La prima cosa che mi viene da dire è che Aisha è un bel nome, una scelta molto femminile, a differenza di Muhamed Alì. Al suo posto avrei scelto Cassius Alì. La seconda cosa e chiudo, è l’assenza di vergogna intellettuale che Aisha ha fatto venir fuori proprio come se avesse scoperchiato il bidone dell’organico e contano e conteranno poco i motivi della sua scelta perché sono motivi privati che rientrano nella sfera delle sue libertà ovvero quelle libertà di cui tanto ci vantiamo ma, quando arriviamo alle strette, come in questo caso, ecco che la belva dell’intolleranza e della sottocultura, viene fuori pronta a sbranare chi si è presa una libertà che, guarda un po’, non era “autorizzata” a prendersi. Quando la libertà del gregge è ballerina ovvero siamo liberi, ma dobbiamo prima chiedere il permesso.
Aishaultima modifica: 2020-05-11T23:03:05+02:00da arienpassant

12 pensieri riguardo “Aisha”

  1. Penso che lo Stato debba mettere sempre in atto tutto il possibile per salvare le vite. “Scendere” a patti con i terroristi o i rapinatori che fanno ostaggi, è usare un verbo che già condiziona la risposta. “Venire” a patti, è il verbo superpartes, e si può e si deve farlo.
    Quello che, invece, non si può fare, è rinfacciare al rapito quanto è costato salvarlo. Non mi risulta che si sia mai rinfacciato a nessuno quanto ci è costato salvare l’alpinista o il crocierista o il gattino in difficoltà.

  2. Dal punto di vista umano, il tuo ragionamento non fa una grinza ma come la mettiamo se rapiscono un’altra persona tra quindici giorni, e poi un’altra tra un mese e così via di questo passo?

  3. Quel “come la mettiamo” dovrebbe valere sia se i rapimenti sono fatti da banali delinquenti sia se sono fatti dai cosiddetti terroristi. Premesso ciò, nel primo caso, vale anche per chi investe la vecchietta sulle strisce, bisogna porre più attenzione al fenomeno, individuarne le cause ed intervenire sia dal punto di vista della sicurezza stradale che dal punto di vista giudiziario per ridurre al minimo possibile il rischio del reato.
    Nel secondo caso, fare lo stesso considerando però che non ci troviamo di fronte alla banda di delinquenti, ma di fronte ad un vasto gruppo di persone che agiscono assumendo una connotazione politica e, quindi, capire che il dialogo non è “abbassarsi” al loro livello ma è un dialogo alla pari. Troppo comodo, intellettualmente, fare i distinguo e, di fronte a persecuzioni ed esecuzioni di massa, sciacquarsi la bocca con i dittatori di turno che fanno del “terrorismo” verso i propri sudditi, ai quali però riconoscendogli la sovranità siamo disposti a dialogare seguendo tutte le strade diplomatiche.
    Altrettanto comodo fare altrettanto terrorismo inventandoci dossier e vestendo i nostri terroristi con divise militari oppure inventarsi “missionari di pace” invadendo paesi altrettanto sovrani per “imporgli” democrazie più fasulle delle loro.
    Reagire come abbiamo reagito rispetto all’abito di Aisha è continuare a guardare agli altri dall’alto in basso, è continuare a discriminare, è continuare ad essere proprio noi i genitori del terrorismo.

  4. Sugli insulti ad aisha non ci piove, ma sarebbe preferibile optare per una par condicio in tutti i campi, quindi intervenire ogni qual volta un connazionale all’estero ha bisogno di aiuto. Tutti quelli in carceri straniere, senza che le nostre ambasciate facciano nulla, c’hai mai pensato?

  5. Certo che sì. Ti pare che uno che non negherebbe il suo aiuto perfino ad un alpinista – dove il “ma stattene a casa e non rompere i coglioni”, non ci starebbe mica tanto male – non vorrebbe che fosse esteso anche a quelli che sono rinchiusi in carceri all’estero?

  6. Bene, scopro un Arien che ha molto a cuore il prossimo; indagherò fino a che punto 🙂 ora però dimmi, perché mi vuoi così male da costringermi a leggere, chissà ancora per quanto, quell’obbrobrio sulla bandiera? già lo slogan in sé è insopportabile, proposto con quello spelling è davvero troppo. Pietà! 🙂

  7. Nessuna pietà, così scopri pure che Arien non ha cuore, quindi nemmeno per il prossimo. Quello che gli sta sul cazzo, invece, è l’ipocrisia con la quale ci vantiamo di democrazia e, poi, facciamo della tanto decantata libertà un quaderno sul quale ognuno se la colora come gli pare.
    🙂 🙂 🙂 🙂 🙂

  8. Il problema è che ognuno di noi è convinto, in buona fede, d’essere una persona democratica ma è altresì convinto di saper discernere tra diritti sacrosanti o meno; quindi quello che a te è lampante, Aisha libera senza se e senza ma, per un altro lo è molto meno…magari è un animalista convinto e tante altre belle cose, ma sulla questione non si trova d’accordo con te. Chi è più democratico tra voi due? del resto anche tu, su altri argomenti sei molto duro…in questo momento mi sfuggono, ma se mi tornano in mente, te li cito 🙂

  9. Ho scoperto che oltre i 10 commenti non si può rispondere ma bisogna aprire un nuovo commento. Su quanto dici non posso che essere d’accordo perché ogni opinione è lecita. A prescindere dalla vicenda di Aisha, in termini di libertà, invece, c’entrano poco le opinioni perché se la Costituzione di un paese che si vanta di essere democratico parla di parità di diritti e tale parità non esiste, definirsi democratici è solo un esercizio d’ipocrisia o di stupidità.
    🙂

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