separazione delle carriere

pm1

Finalmente provando a distinguere le pere dalle mele, poco importa con quale mezzo lo si faccia, si metterà mano alla riforma delle carriere.
Per uscire da questa commistione di ruoli ciascuno faccia il proprio mestiere e ben venga che i comici facciano solo i comici e non anche i politici.
Non c’è nessuna discriminazione in questo perché, come conferma la storia di qualunque paese, nessuno ha mai precluso ai politici di farci scompisciare. Del resto, se il pianeta versa in queste condizioni è proprio perché la politica, senza bisogno di ricorrere ai professionisti della risata, ci regala di continuo fulgidi esempi di comicità in tutte le salse passando dall’avanspettacolo al grottesco fino ad arrivare al tragicomico.
Quindi smettiamola di prestare comici alla politica, anzi, considerato il numero e la bravura confermata dal consenso che gli diamo, sarebbe meglio il contrario. Lo stesso varrebbe anche per gran parte dei media, sia quelli della carta stampata che dei talk show ma, più che comici, loro sono solo portaborse o claque ovvero hanno un ruolo molto marginale a prescindere dalla capigliatura, dal colore delle bretelle o da quello della montatura degli occhiali.
separazione delle carriereultima modifica: 2022-05-01T13:40:36+02:00da arienpassant

12 pensieri riguardo “separazione delle carriere”

  1. Rigore, trasparenza, serietà. Basterebbero a riformare ogni cosa, ma le premesse non ci sono. (bene, però, scriverne sorridendo, almeno ogni tanto)
    P.S. Sono in attesa di vedere Orsini su la7. La Luiss gli ha chiuso il sito…ma ti sembra possibile che il dissenso, neppure veemente di Orsini, possa suscitare tanto putiferio? (Questo in merito alla carta stampata e ai talk show, che ora stanno attaccando anche Santoro perché vorrebbe che l’Italia si smarcasse dagli americani)

  2. Mia cara, quello che chiami “putiferio” io lo chiamo censura. Quella che ormai gli “esportatori di democrazia” utilizzano come il colpo di coda della bestia ferita. Una bestia che finora è riuscita a gestire quel dissenso che, sempre di più, non riesce più a gestire. Mala tempora currunt.

    p.s.: Libero continua ad andare a cazzo. Due commenti no, uno sì. La sua moderazione è casual 🙂

  3. “Mia cara, quello che chiami “putiferio” io lo chiamo censura.”
    Ovviamente sì, era quasi pronto un post la cui parola chiave era censura, e con protagonisti i succitati, ma ho lasciato perdere a favore di un altro con la stessa parola chiave. Ci stanno accerchiando, e ciò che mi fa paura è il consenso che riescono a raccogliere con poco sforzo.
    (sulla moderazione di Libero mi arrendo)

  4. Eggià!
    Stamattina mi sono alzato alle 5 e 10 ed ho fatto due lavatrici, i vetri, le porte e lavato fuori ai balconi. Poi, finalmente, quando è sbucato il sole – in questa casa perfino lui si alza dopo di me – ho steso il bucato (6 mollette per la roba mia e 78 mollette per la roba tua). Poi, ho fatto i piatti di ieri sera, mi sono stirato una camicia e, finalmente, sono entrato in doccia. Ero così stravolto che nemmeno mi sono accorto che al posto del mio bagno doccia c’era il tuo shampoo colorante per riflessi luminosi e vibranti ad effetto lento. Così lento che sono uscito di casa con i capelli biondo scuro, quando sono arrivato al lavoro erano diventati biondo miele e sono tornato a casa con un colore che si era stabilizzato sul biondo miele fruttato alla scorza di limoni di Sorrento. La sorpresa nella sorpresa l’ho avuta quando, infilando i boxer, ho visto il mio uccello e i due gemelli che sorridevano avvolti in una culla di sottilissima e morbida paglia di fili d’oro.
    Ho ripulito la doccia e il pavimento del bagno, mi sono stirato una camicia, vestito e sono uscito.
    E tu?
    “Potresti fare un po’ di pulizia? sennò perdo il filo del discorso”
    “Sai che ti dico? Falla tu un po’ di pulizia e cercatelo da sola il filo!!!”
    Lei senza fare una piega, mi guarda come se solo ora si fosse accorta di me.
    “La prossima volta, per un colore meno frivolo, devi tenere lo shampoo in posa almeno 5 minuti in più e solo dopo sciacqui. Se non sai fare le cose, lascia stare i miei prodotti e, soprattutto, quando hai finito, richiudi il flacone. Ho dovuto farlo io, mio caro… e quando stendi le mie cose, usa le mollette di legno che non lasciano segni. Te l’ho detto mille volte.”
    “Sì, scusami… sai la fretta…”
    “Tesoro, la fretta stressa. E’ solo questione di organizzazione, svegliati un po’ prima.”
    “Sì, amore”, le dico poggiandole un bacio a fior di labbra.
    “Mmmm, ti adoro”, mi dice e aggiunge “hai già fatto la spesa?”
    “Certo”
    “Bene”, mi dice alzandosi.
    “No, amore. Lascia stare, preparo io…”, le dico.
    “Certo, anima mia, stavo solo andando a rimettere le mie riviste a posto”.
    “Metto a fare il sugo e, intanto che cuoce, sistemo anche un po’ di cose in modo che tu non perda il filo”, le dico.
    “Ma no, non c’è fretta. Puoi farlo dopo pranzo. Prima di lavare i piatti o prima di rifare il letto. Come ti fa comodo, angelo mio”, mi dice.
    “Va bene. Allora mentre cuoce il sugo, apparecchio la tavola”, le rispondo pensando che se non ci fosse lei, la nostra casa sarebbe un disastro. Sorrisi dentro di me pensando che l’amore era proprio questo. In fondo, l’amore vero non ha bisogno dei merletti e dei ghirigori di poeti e scrittori. Se potessi cambiargli il nome all’amore, l’unica parola che potrebbe sostituirlo è “assieme”. Perché “amore” è “assieme”. Assieme tutto.
    “Il pane lo taglio io?”, le chiesi mentre nell’aere percepivo l’odore del solvente per le unghie.
    “Certo, vita mia, e tagliale dritte le fette.”
    “Come piace a te, aria del mio respiro.”

  5. Hahah mi fai morire…ho solo da farti notare un velo di polvere sul coffee table, ma tranquillo tesoro, l’olio di gomito non mi manca, resta pure comodo

  6. Giammai amore mio, il tuo olio di gomito è così prezioso che tu sai centellinarlo come nessuna. Perdonami, ma risolvo subito e, pur avendo le mani occupate a fare pulizia per non farti perdere il filo, Il velo di polvere dal coffee table lo toglierò con la lingua. Tu, stella più preziosa fra le stelle, non alzarti dal divano. Aspettami, appena avrò finito, verrò a girarti le pagine.

  7. Quando fai così ti amo anche di più…ma mi raccomando, che non ti venga in mente di umettare il polpastrello per girare la pagina…ah, qualcosa di fresco, grazie

  8. Finalmente potrai smetterla di dirmi che, quando ti dico che i tuoi commenti valgono il doppio, lo faccio per adularti. Ora, grazie a Libero, ne hai la prova… non raccomandarmi nulla, sai dove preferisco umettare il dito. Vodka ghiacciata, succo d’arancia e di limoni. Prego.

  9. Anche questo può essere “labelled” come separazione delle carriere. Però la definizione dei ruoli la lascio a te, com’è giusto che sia 🙂

Lascia un commento

Se possiedi già una registrazione clicca su entra, oppure lascia un commento come anonimo (Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato ma sarà visibile all'autore del blog).
I campi obbligatori sono contrassegnati *.